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Si è parlato di responsabilità politica questa sera a Presa Diretta, il programma di approfondimento di Rai3 in cui il conduttore e giornalista, Riccardo Iacona, ha dedicato ampio spazio all'ormai ribattezzato "Modello Reggio". La storia di Reggio Calabria, da dieci anni a questa parte, ripercorsa partendo dal processo che oggi vede imputati i tre revisori dei conti del comune e l'ex sindaco Scopelliti, fino ai primi anni del suo mandato, all'origine dell'esperienza "Modello Reggio". Non mancano alcune immagini del processo, in cui depongono anche gli ispettori inviati da Roma, che hanno accertato il buco di bilancio del comune, pari a 179 milioni di euro.
Si parla di "tutta una serie di comportamenti scorretti da un punto di vista contabile" commessi, ai tempi, dalla dirigente del settore finanze morta suicida nel 2010, Orsola Fallara. Il suo ruolo è sviscerato in ogni minima sfumatura, dalla nomina da parte di Giuseppe Scopelliti, suo amico d'infanzia, che la volle accanto a sé dopo aver vinto le prime elezioni, al repentino "taglio" dopo la denuncia dei consiglieri comunali Demetrio Naccari Carlizzi e Seby Romeo, che portò alla luce la punta dell'iceberg di quello che sarebbe poi diventato il Caso Fallara, svelando compensi autoliquidati per cifre ingenti, quasi un milione di euro. Circa un mese dopo, la Fallara morì ingerendo dell'acido muriatico.
Ma in quel mese, netta fu la posizione che assunsero Scopelliti e i suoi: biasimo, sdegno, ma soprattutto estraneità ai fatti. Scopelliti si dichiarò infatti del tutto all'oscuro rispetto ai meccanismi messi in atto dalla Fallara, che Giuseppe Baldessarro, autore con Gianluca Ursini del libro "Il Caso Fallara", definisce il "braccio economico di Scopelliti". Va in onda una dichiarazione di Scopelliti, subito dopo la denuncia dei consiglieri di opposizione, in cui parla di problemi di etica e problemi di correttezza. Ma Iacona non si è rivelato disattento in questo, puntualizzando come l'incarico "incriminato", quello con il compenso di 750mila euro, le fosse stato affidato proprio da Scopelliti. Una dinamica ricostruita e confermata anche dagli ispettori della Procura.
Qui, di nuovo, viene sottolineato il punto focale di tutta la vicenda, che costituisce poi tutt'oggi il perno centrale della difesa di Scopelliti: l'ex sindaco dichiara infatti, anche sotto interrogatorio, di aver firmato montagne e montagne di atti senza tuttavia leggerne il contenuto.
Voce anche all'ex consigliere Demetrio Naccari Carlizzi, testimone qualche giorno fa nel processo, in cui ha ancora una volta affermato di aver "riscontrato la sistematica violazione delle regole di corretta gestione del comune".
In tutta Italia vengono trasmesse questa sera immagini di documenti, di bilanci approvati in disconnessione temporale e comunque sempre negati ai richiedenti, di un sistema errato, blindato. Uno spaccato di certo non confortante, a cui forse i più si erano abituati, assuefatti. Ma forse, vista da un punto di vista esterno, la situazione è più seria, e grave, di quanto fino ad oggi si è pensato. "Scopelliti poteva non sapere che il comune andava verso il default?" ha chiesto Iacona a Naccari, il quale ha risposto raccontando vari episodi degli anni ruggenti della città, in cui però il Scopelliti riceveva lettere da parte di imprese, di ditte che fallivano a causa delle insolvenze del comune.
Ditte come la Bentini, che si occupa della costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia, in cui i lavori sono fermi da mesi perché gli operai non ricevono lo stipendio da giugno. Imprenditori, come chi aveva l'appalto della ristrutturazione del Castello Aragonese o del Lungomare di Gallico, che hanno mollato tutto perché il comune non pagava, e che hanno dovuto lottare per non fallire, con debiti di milioni e milioni di euro. Ma il debito che si riflette di più sulla città – forse perché condanna definitivamente il tanto decantato e osannato turismo – è, forse, quello della depurazione: in una "passeggiata" tra le fogne a cielo aperto delle frazioni reggine, Iacona e l'ex consigliere di centrosinistra Massimo Canale inquadrano impietosi la fogna che scarica a mare, in superficie. I depuratori sono insufficienti, inadeguati, malfunzionanti. E Acquereggine, la società che dovrebbe occuparsi di risolvere il problema, vanta crediti dal comune per una cifra esorbitante: 16 milioni di euro. La situazione è ferma, la città anche. Che dire delle carrellate delle montagne di spazzatura e dell'acqua che scorre per le strade perché "a Reggio Calabria non ci sono più neanche i soldi per riparare i tubi rotti".
"Scopelliti non può scaricare la responsabilità dell'aver creato un buco di bilancio su una persona che non c'è più" dice Naccari Carlizzi.
Ma, a dire il vero, è proprio questo che succede. In un'intervista a due con l'attuale Governatore della Calabria, Iacona incalza con le domande sul buco di bilancio, e Scopelliti risponde: "Chi ha competenze gestionali sono i dirigenti. Uno che vince con il 70% e nel 2008 e nel 2009 e nel 2010 ha un governo amico, o meglio il governo Berlusconi, che fa? Non si accoda a Catania o a Roma? Noi eravamo all'oscuro. Dopodichè oggi in tante città si sta scoprendo il buco di bilancio. Hanno costruito una campagna di diffamazione nei miei confronti che è durata circa due anni".
Ma che si fosse all'oscuro non è forse troppo credibile, viste le denunce del centrosinistra. Ma Scopelliti ribatte prontamente: "Nessuno ha mai denunciato in maniera chiara, un amministratore non ha motivo di trovarsi davanti a un buco di bilancio, uno che vince col 70% non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno".
Scopelliti, quindi, non c'entra. Allora sarebbe, come viene detto ormai da anni, tutta colpa della Fallara. "Ma allora – viene chiesto a Scopelliti – perché l'ha fatto?". Nessuna ragione specifica a quanto pare, semplicemente "esistono in Italia un terzo di comuni a rischio dissesto, e tutti tengono a gonfiare bilanci. Lo fanno scientificamente". Ha sbagliato solo la Fallara, "con amarezza va constatato". Lui non l'avrebbe mai fatto. A Reggio si piange, dicono anche dalle emittenti nazionali. Ma, parlando sempre di responsabilità politica, di cosa Scopelliti chiede scusa alla città? "Dell'errore commesso dalla Fallara".