E/orrori di una relazione

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mohammed
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doddi ha scritto:
mohammed ha scritto:Forse sanno bene che invece di fare ricorso devono prepararsi a ben altre problematiche giudiziarie quando si chiuderanno tutte le indagini in corso...

Le problematiche giudiziare riguarderanno il consiglio? La giunta? Il Sindaco? Il PDL grande città RC?

Tanto per capire cosa c'è scritto nei tuoi fascicoli? 8-)


@ aqua io non mi sono spiegato, di certo, ma tu... risposte a piacere, tra l'altro a cu i capisci, a gògò.
non ho contatti con i dietro le quinte della politica, semmai dovrei chiedere a te che sei molto più addentro di me in queste cose, tuttavia ci azzecco spesso, basta ascoltare le voci e sopratttto leggere i comportamenti, per me fra poco il gruppetto scopelliti, sarra, arena farà una brutta fine, qualche volta ti sarai imbattuto sul forum nel mio conto alla rovescia cominciato in tempi non sospetti, orbene non è ancora terminato del tutto. Abbiamo dovuto subire l'attacco sfrontato, le prepotenze, gli insulti, l'emarginazione da parte di una banda di incompetenti e intrallazzini per tanto tempo, costretti a sederci sul bordo del torrente e aspettare il passaggio dei cadaveri (politicamente e metaforicamente parlando, s'intende anche se purtroppo qualcuno ci ha davvero rimesso la pelle pace all'anima sua), adesso i cerchi cominciano a chiudersi e rimane solo l'amarezza e l'impotenza e la consapevolezza di quanto spesso non serva a niente vedersi dimostrato di avere avuto ragione...
Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta!
doddi
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http://www.strill.it/index.php?option=c ... Itemid=291


Reggio: le precisazioni dell'avvocato di Seby Vecchio
Mercoledì 31 Ottobre 2012 15:43
Di seguito la nota diffusa dall'avvocato di Seby Vecchio - Con riferimento ai ricorrenti articoli di stampa che interessano l'ex presidente del disciolto consiglio comunale Sebastiano Vecchio, eletto anche nel 2007, nell'interesse del mio assistito devo fare alcune precisazioni.
Sebastiano Vecchio, prima di essere un politico, appartiene alla polizia di stato ed ha alle spalle una brillante carriera di poliziotto, considerato valido elemento della "sezione omicidi" e della "sezione catturandi" ed ha partecipato ad importanti operazioni. Per come evidenziato in alcuni articoli di stampa, nell'ambito di un procedimento penale, in cui beninteso è perfettamente estraneo il mio assistito, sono state registrate dichiarazioni di collaboratori di giustizia che nel corso dell'esame dibattimentale hanno incidentalmente riferito circostanze inerenti Sebastiano Vecchio. In ordine a tali dichiarazioni il mio assistito mi ha incaricato di depositare nella segreteria del sostituto procuratore dott. Lombardo un'istanza tesa a chiarire la sua posizione e dimostrare, nella sede più propria, la sua estraneità rispetto a qualsiasi logica criminale. Tuttavia, considerata l'insistenza con cui l'argomento viene riproposto sui giornali, è necessario precisare, a tutela dell'onorabilità di Sebastiano Vecchio, che l'ex presidente del consiglio comunale non ha ricevuto alcuna comunicazione dall'Autorità Giudiziaria e quindi non risulta indagato e che la scelta di chiedere spontaneamente di essere interrogato è stata fatta a tutela della propria onorabilità.
Ciò premesso, con riferimento alla riferita presenza di Sebastiano Vecchio ai funerali di Domenico Serraino, si ribadisce che è vero che ha accompagnato il proprio padre ai funerali, limitandosi a presenziarvi in disparte. Tuttavia si precisa che erroneamente, e questo appare opportuno specificarlo, viene riferito che i funerali erano stati interdetti al pubblico dal Questore. Ed infatti il funerale si è svolto in orari normali, ossia nel primo pomeriggio, e vi ha partecipato molta gente. Il provvedimento del Questore, infatti, emesso nella stessa giornata vietava solo il trasporto della salma in forma pubblica e solenne disponendo che la stessa fosse condotta dal domicilio alla chiesa senza corteo funebre ed il successivo “licenziamento”. La presenza di Sebastiano Vecchio ai funerali era giustificata - come già egli ha avuto modo di dire in alcune interviste giornalistiche - data la sua costante residenza nel quartiere S. Sperato ove è cresciuto. D'altra parte la comune appartenenza ad un quartiere, seppur abitato da famiglie mafiose che inevitabilmente tutti conoscono, non ha impedito a Sebastiano Vecchio, così come a tanti altri onesti cittadini, di scegliere la retta via, arruolandosi in polizia e distinguendosi per onestà e capacità operativa. Si tratta in ogni caso di condotte penalmente irrilevanti che non devono e non possono sporcare la brillante carriera e la specchiata vita istituzionale di Sebastiano Vecchio, che comunque si propone di chiarire interamente la propria posizione quando sarà il momento in cui l'Autorità Giudiziaria vorrà interrogarlo.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Anche queste deposizioni in tribunale non hanno nulla di penalmente rilevante.

http://www.calabrianotizie.it/2012/10/0 ... ella-fame/
REGGIO CALABRIA – Lo aveva dichiarato già il 16 febbraio scorso, quando davanti al pm Giuseppe Lombardo aveva radiografato la cosca Serraino, elemento per elemento: Alessandro Serraino puntava su Seby Vecchio alle elezioni del 2007. Ed oggi, in pubblica udienza, il collaboratore Marco Marino, giovane vicinissimo al clan Serraino che secondo gli inquirenti avrebbe avuto ruolo operativo in seno agli ambienti criminali reggini, è tornato a parlare dei rapporti fra il “clan della montagna” e il noto politico reggino per il quale il clan si era “impegnato”.

Interrogato dal pm della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, Marino ha dichiarato con sicurezza “ricordo di aver incontrato Alessandro Serraino in occasione delle elezioni del 2007. Io sono stato arrestato nell’agosto 2007, ma nel periodo elettorale ero libero. Lui stava aiutando il consigliere Vecchio, mi disse che mi stava cercando per chiedermi di dargli una mano e di darmi da fare”.

E le parole di Alessandro Serraino, definito dallo stesso Marino “capo locale di Cardeto”, per un giovane gregario che orbita nella galassia della cosca sono ordini. “Gli chiesi subito se avesse qualche fac-simile – ha ricordato oggi Marino – ma in quel momento non ne aveva. Io mi sono impegnato comunque a fare il possibile”.

Ma quello di “Lisciandro” – così era conosciuto quello che gli inquirenti considerano il reggente del clan Serraino – non era un impegno a titolo personale, ma di tutta la cosca, che da quell’elezione avrebbe potuto trarre non pochi vantaggi.

“Mi raccomando, impegnati, dobbiamo prendere un po’ di voti per farlo salire, ci potrebbe essere utile”, avrebbe detto Serraino al collaboratore che oggi , ha confessato “a Reggio eravamo nel periodo della metanizzazione, c’erano appalti e anche io puntavo a prendere dei lavori di gas”.

Eppure non a tutto il clan la scelta di puntare su Seby Vecchio, poliziotto in aspettativa con la passione per la politica, andava giù . “Una sera, a una cena da Macrì, criticavano Alessandro Serraino perchè appoggiava un poliziotto, mentre tutti gli altri locali portavano gente “rispettabile”, ha affermato Marino.
Non era “onorevole” dunque, per una cosca appoggiare un uomo delle forze dell’ordine, quegli “sbirri” nemici per antonomasia dei clan. Ma invece – nella logica lungimirante di Lisciandro, riferita al suo interlocutore dal giovane Marino – proprio un insospettabile, uno “pulito” sarebbe stato la carta vincente del clan.
Un’argomentazione che, stando a quanto raccontato dal collaboratore, non aveva comunque convinto Macrì, originario di Sinopoli e vicino alle famiglie della zona, ma che nel clan dei Serraino aveva comunque un ruolo di peso. Ruolo e ascendenza che gli avrebbero permesso addirittura di reclamare una percentuale sulle estorsioni per i lavori fatti a Cardeto e gestiti dal clan della montagna, perchè “noi siamo chi siamo, lì a Sinopoli”. Una presa di posizione che non sarebbe piaciuta per nulla a Lisciandro, persona schiva ed estremamente attenta a non circondarsi di frequentazioni poco opportune, ma ferocemente attaccato alle regole su cui basava la propria supremazia sulla zona di Cardeto e San Sperato.

Regole che implicavano ad esempio – ha ricordato Marino, con la naturalezza con cui si parla di un’imposta comunale – che una quota dei proventi delle rapine compiute in tutta la provincia reggina – ma mai in centro città ” perchè altrimenti la metà sarebbe andata alle famiglie responsabili della zona” – andasse ai Serraino. Rapine, che il collaboratore poco più che trentenne ha iniziato a fare prima con il gruppo dei Tomasello, affiliati storici alla cosca Serraino, caduti “in disgrazia” – a detta di Marino – per l’abitudine del capofamiglia Angelo ad alzare il gomito e parlare troppo, dopo con i Familiari, specializzati nelle rapine ai furgoni portavalori, grazie anche a una serie di “talpe” all’interno delle società di vigilanza.

“Giovambattista Familiari aveva conoscenze fra le guardie giurate, che poteva usare come talpe. Queste persone davano a Familiari le dritte sul contenuto dei furgoni, il percorso, le soste, gli orari. Non sempre facevano lo stesso giro e in caso di intoppi c’era un telefonino intestato a una persona terza con il quale venivamo avvertiti”, ha affermato Marino rispondendo alle domande del pm Lombardo.

Ma incalzato dal sostituto della Dda di Reggio Calabria, il giovane collaboratore non ha semplicemente ripercorso le tappe della propria carriera criminale, ma ha radiografato il clan all’ombra del quale – pur non essendo affiliato – è cresciuto e del quale ha imparato a riconoscere uomini di peso e gregari.

E sicuramente uomo di peso all’interno della cosca era, o meglio era diventato – a detta di Marino – Maurizio Cortese. Unpersonaggio, che il collaboratore conosceva fin da adolescente e al quale era legato da rapporti tanto stretti da averne coperto alcune fasi della latitanza. Un rapporto interrotto dai periodi di detenzione di entrambi, ma tenuto in vita attraverso lettere e missive. E dietro le sbarre, da un detenuto di Crotone, Marino apprende quello che per Cortese rappresenterà il salto di qualità: il fidanzamento con la figlia di Paolo Pitasi, storico uomo della cosca Serraino, che avrebbe proiettato quello che all’epoca era solo un giovane pregiudicato nella galassia del clan della montagna.

Una versione che Maurizio Cortese non ci sta ad accettare, ma che al contrario rifiuta a gran voce, nel corso delle ormai canoniche dichiarazioni spontanee che anche al termine di questa udienza ha chiesto di poter rendere. Dichiarazioni durante le quali l’imputato ha chiesto il confronto con Marino e annunciato lo sciopero della fame perchè “così viene leso il mio diritto alla difesa”.

Una presa di posizione bellicosa, quella di Cortese, ma quanto meno nella sostanza, non nuova. Il 29 febbraio scorso, quello che i magistrati considerano il braccio destro del reggente di San Sperato, Fabio Giardiniere, aveva annunciato lo sciopero della fame dopo aver chiesto che venisse appoggiata la richiesta dei suoi legali di spostare il procedimento a Catanzaro, dove prima che il boss pentito Nino Lo Giudice si autoaccusasse, quattro degli imputati oggi alla sbarra erano stati coinvolti nell’indagine sulle bombe del 3 gennaio alla Procura generale.

Richiesta che è stata reiterata per l’ennesima volta anche oggi in udienza dall’avvocato Cianferoni, che con le sue petizioni ha fatto saltare definitivamente i nervi al pm Giuseppe Lombardo, il quale ha chiesto la trasmissione degli atti per eventuali sanzioni disciplinari.

di Alessia Candito

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/9 ... by-vecchio
di Claudio Cordova - "La cosca Serraino ha appoggiato dal punto di vista elettorale Seby Vecchio". Il collaboratore di giustizia Vittorio Fregona ribadisce un concetto già noto, che era emerso tanto in fase d'indagine, tanto in altre udienze del procedimento "Epilogo"; che vede alla sbarra la potente cosca Serraino di Reggio Calabria, nella sua quasi totalità. Fregona è intervenuto proprio nella prima udienza dopo la pausa estiva dell'attività processuale e ha risposto alle domande che gli ha posto il sostituto procuratore della Dda, Giuseppe Lombardo.

Il giovane collaboratore ha individuato Alessandro Serraino e Fabio Giardiniere, entrambi alla sbarra nel procedimento che si celebra con rito ordinario, come i vertici della cosca, capace di rigenerarsi, attraverso un gran numero di "nuove leve", dopo anni di morti e di arresti. Il processo, che si celebra al cospetto del Collegio presieduto da Silvana Grasso, scaturisce da un'operazione che portò a 22 arresti da parte dei Carabinieri che andarono a colpire uno dei casati storici della 'ndrangheta reggina, la cosca Serraino, operante nelle zone collinari della città e dei comuni immediatamente limitrofi, con particolare riferimento ai territori di San Sperato e Cardeto. Nel procedimento abbreviato, la cosca Serraino è già stata severamente punita dal Gup di Reggio Calabria, Tommasina Cotroneo, che ha comminato oltre un secolo di carcere.

Fregona ha dunque ripercorso la propria vita, fatta di piccoli furti e di una fase da tossicodipendente, ma ha anche parlato della propria vicinanza al clan Serraino, tramite il cognato Nino Pirrello. Proprio in quest'ottica il collaboratore di giustizia ha parlato di una serie di episodi, svolti tanto a Reggio Calabria e segnali del controllo del territorio che la cosca avrebbe esercitato, ma anche fuori dalla regione, in particolare in Lombardia.

Ma dietro quel separè bianco all'interno dell'aula bunker di Reggio Calabria, Fregona ha parlato anche dell'attuale presidente del consiglio comunale, Seby Vecchio, poliziotto ed ex assessore all'istruzione. Per il giovane pentito, Vecchio sarebbe stato un politico vicino al clan, che per l'ex membro della Catturandi avrebbe raccolto voti e appoggiato la campagna elettorale, già a partire dal 2007. Fregona ha anche raccontato dell'attentato all'automobile del poliziotto-politico, mandata in fiamme proprio dai Serraino e, in particolare, a detta di Fregona, dal giovane Ivan Nava, già condannato in primo grado, nello stralcio degli abbreviati, anche per l'incendio dell'auto del giornalista Antonino Monteleone.

Ulteriori tasselli, quelli forniti dal pentito Fregona, che si aggiungono a quanto riferito, alcuni mesi fa, dai Carabinieri chiamati a testimoniare in aula, che raccontarono di come Vecchio avesse partecipato alle esequie dell'anziano boss Mico Serraino, celebrate "a porte chiuse" per volontà del Questore.
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http://www.reggiotv.it/notizie/cronaca/ ... io-campolo

La nota del legale Vitetta

Nel "caso Reggio" il "caso Campolo"

CLAMOROSA ED INFAMANTE ACCUSA DELLA COMMISSIONE D’ACCESSO SUL CASO REGGIO:

DIPENDENTE DEL COMUNE DIPINTO QUALE PRODUTTORE E SPACCIATORE DI DROGA…!!!

INCREDIBILE: E’ TUTTO COMPLETAMENTE FALSO !!!

Una clamorosa ed ingiustificabile accusa, ovvero quella di essere un soggetto “Già Condannato per Produzione e Traffico illecito di Sostanze Stupecafenti ( Art.73 Legge 309/90). Questo si legge per come scritto sulla relazione della Commissione d’Accesso che ha portato al commissariamento del Comune di Reggio Calabria relativamente alla posizione del Geom. Paolo Campolo, a pagina 42. Un’accusa del tutto falsa, diffamatoria , infamante e denigratoria di una persona che da sempre si è contraddistinta per la sua correttezza, onestà e dedizione al lavoro con il massimo rispetto per gli altri e la giustizia. Paolo Campolo, residente a Bocale , frazione di Reggio, da oltre trent’anni alle dipendenze del Comune della Città di Reggio Calabria, con diverse funzioni, personaggio ben noto anche in campo sportivo, quello del calcio, dove ha per anni curato soprattutto gli ambiti delle giovanili di diverse società, in primis il Bocale Calcio, e da ultimo nella passata stagione si era appassionatamente adoperato quale Direttore Sportivo per la società Interpiana, squadra di Cittanova che era in stato di amministrazione giudiziale ,proprio nella veste di tutore della legalità che attraverso lo sport voleva dimostrare che la vita è fatta di sani principi e valori morali che devono stare sempre al sopra di ogni prevaricazione ed interesse illecito. Paolo Campolo, che ha affidato la tutela dei propri diritti all’Avv. Renato Vitetta, è da sempre stato persona stimata e rispettata da tutta una comunità per le sue sopracitate doti morali, umane e professionali, vedersi “Bollato” come uno “Spacciatore di Stupefacenti” e sbattuto sulle pagine sia dei quotidiani, che su tutti i siti On line, che hanno riportato la relazione della Commissione d’accesso sul caso Reggio, è stata una mazzata incredibile, che lo ha lasciato dapprima incredulo e sgomento, facendo subentrare poi un moto di rabbia e tantissima amarezza . Non è davvero possibile che un soggetto che sino ad oggi non è mai stato processato nella sua vita per alcunchè, si debba ritrovare a doversi difendere e giustificare da un accusa talmente infamante quanto falsa e diffamatoria, prodotta attraverso un atto pubblico poi trasmesso on line alla possibile lettura di milioni di persone!!!

Paolo Campolo si ritiene (ed è) ovviamente assolutamente estraneo a tali fatti, ed a riprova di ciò ha immediatamente richiesto un Certificato Generale del Casellario Penale di Reggio Calabria in data 12.10.2012, che si produce in allegato a questa nota stampa, che testimonia in modo incontrovertibile la totale incensuratezza dello stesso con la classica dicitura” NULLA”…

E’ un errore di inaudita gravità, che unisce la falsa attestazione di una condanna mai avvenuta alla diffamazione a mezzo di un atto pubblico di una persona perbene. E non ci possono essere scusanti per un fatto che ha portato nell’angoscia prima e nell’indignazione dopo un’intera famiglia .

Ovviamente sono state intraprese le opportune azioni legali nelle competenti sedi, affinchè chi ha sbagliato risponda delle proprie azioni, come avviene in ogni Stato civile e democratico.


http://www.newz.it/2012/11/07/relazione ... pd/161982/


Il dipendente comunale Campolo dimostra la sua estraneità la soddisfazione di Delfino e Falcomatà
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
suonatore Jones

679 milioni. questo è un errore?

Edit. NinoMed
Paolo_Padano
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reggio è stata affondata come il titanic, negli anni scorsi si ballava e ci si divertiva con spettacoli, radio private e valerie marini varie, ruberie ed esternalizzazioni costose, non ci sono nè scialuppe nè navi in zona
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Paolo_Padano ha scritto:reggio è stata affondata come il titanic, negli anni scorsi si ballava e ci si divertiva con spettacoli, radio private e valerie marini varie, ruberie ed esternalizzazioni costose, non ci sono nè scialuppe nè navi in zona
Però il nostro Schettino è libero e con regolare passaporto
E che vogliamo di più. 8-)
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_naka ha scritto:il vero orrore/errore/schifo è scopelliti, chi lo ha votato e chi continua a difenderlo....il vero problema di reggio è questa mentalità e il non voler riconoscere che "sa mangiaru cu tutta a scorcia"
:salut :salut :salut
'' A Reggina Esti Comu U viagra... faci 'nchianari i cazzi "

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