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goldenboy
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http://www.strill.it/

REGGIO - ARENA ARRINGA LA CITTA' E INAUGURA UNA SERIE DI COMUNICAZIONI SENZA CONTRADDITTORIO


ARENA: ''Su Reggio in corso una vera offensiva per bombardare qualcuno, ma le bombe cadono sulla città''

Con riferimento all'articolo apparso ieri su Repubblica:

''Nessuna notizia nuova, ma falsità oggettive, numeri falsi e macroscopiche inesattezze.

L'auspicio è che a pagare siano i colpevoli e non la città.

Siamo al rush finale, rimanere a guardare non serve più a niente, occorre che la comunità cominci a mostrare il suo volto migliore.

I rappresentanti delle categorie produttive dicano cosa pensano e comincino a difendere i propri interessi.

Questa è solo la prima di una serie di comunicazioni alla città''
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goldenboy
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http://www.ildispaccio.it/primo-piano/9 ... l-silenzio


di Claudio Cordova - Richiamando al 1970, all'anno cruciale della Rivolta per lo "scippo" del capoluogo di Regione, il sindaco di Reggio Calabria, Demi Arena, sa di toccare nervi scoperti e sensibilissimi per la città. Per il primo cittadino è finito il tempo del silenzio. Troppi attacchi, troppi bombardamenti sulla città per restare inerme: "Da oggi non accetterò più nulla" dice. Arena convoca una conferenza stampa, cui partecipano, in platea, i maggiori esponenti del centrodestra comunale, lo fa partendo dall'ultima tappa di quella che, a suo dire, sarebbe "una contraerei che bombarda Reggio Calabria". L'articolo pubblicato dal quotidiano Repubblica, a firma di Annalisa Cuzzocrea, che porta alla ribalta, a livello nazionale, fatti e misfatti della città, è, per il primo cittadino solo lo spunto per una riflessione sui giochi di potere che si starebbero consumando sulla pelle di Reggio Calabria: "Quell'articolo è pieno di falsità, soprattutto sui numeri, che non sono né di destra, né di sinistra".
A pochi giorni dalla decisione del Consiglio dei Ministri sull'eventuale scioglimento per infiltrazioni mafiose di Palazzo San Giorgio, Arena rompe dunque gli indugi: "Non ho mai alimentato un clima che sarebbe stato controproducente – dice Arena – e continuo ad avere piena fiducia nelle Istituzioni, ma adesso ho deciso di non restare più in silenzio". Non è un mistero – e lo ha detto più volte anche il Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti – che per il centrodestra vi sia in atto una vera e propria campagna diffamatoria sulla città. Una campagna in cui si inquadrerebbero gli articoli, tanto della stampa locale, ma, soprattutto, dei media nazionali, che a dire di Arena si interesserebbero in maniera molto sospetta di Reggio Calabria, in un momento così delicato. Una campagna che avrebbe animato, peraltro, il "Manifesto Bombino", quello che ha spinto oltre cinquecento persone a chiedere che non si offenda la reputazione dei reggini: "Qualcuno dà notizie false per favorire gli attacchi – dice Arena – perché affossando Reggio con questa campagna di pressione, si pensa di poter affossare la Regione".
Arena non accetta domande, né interviste, ma quello che ha da dire, lo dice apertamente: qualcuno sta tentando di far saltare il banco, in un momento delicatissimo per la comunità reggina. Secondo il primo cittadino, infatti, in caso di scioglimento del Comune, sarebbero proprio i cittadini a pagare le peggiori conseguenze: "Il sindaco non può restare zitto davanti a tutto ciò" dice. Ed è proprio qui che scatta il riferimento ai Moti di Reggio: "Non è una chiamata alle armi – afferma Arena – ma è mio compito informare la città dei rischi". Arena sa bene che ricordare gli anni della Rivolta, i carri armati, i feriti e i morti, è uno dei pochi argomenti che suscita l'orgoglio del reggino medio. E a suo dire, la situazione odierna ricorda molto la manovra che, oltre quarant'anni fa, penalizzò Reggio a favore di Catanzaro: "Reggio è entrata nel tritacarne dello scontro politico – afferma Arena – è entrata in ingranaggi pericolosi, in cui non si può più essere spettatori, ma in cui la comunità deve far vedere il proprio volto migliore, che è il più diffuso".
Un chiaro riferimento, quest'ultimo, che sa di richiesta alla partecipazione, anche sottoscrivendo, magari, il manifesto del professor Giuseppe Bombino, "Reggio rivendica il proprio ruolo". Così come è chiaro il riferimento all'editoriale del Dispaccio, che commentava l'iniziativa: "Sono d'accordo – dice Arena – con chi scrive che la 'ndrangheta non va negata, ma combattuta, ma la 'ndrangheta, che è un nostro problema atavico, non si combatte criminalizzando la città. Devono essere solo e soltanto i colpevoli a pagare".
Già, ma chi sono i colpevoli?
army
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Arena ormai è pronto per lavorare a zelig o a colorado...sempre piu comico
mubald

Arena si paragona a Battaglia :D :D :D
army
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e cmq il conto lo stiamo già pagando....guardate nelle bollette enel l'addizionale comunale...il costo dei parcheggi raddoppiato...l'assenza di qualsiasi servizio...dieci anni di modello cesso ed ecco i risultati
UnVeroTifoso
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"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
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E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
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http://www.zoomsud.it/primopiano/39951- ... mbino.html


REGGIO. Il Sindaco passa dall’informazione alla comunicazione. Ma Arena non è Bombino
Lunedì 24 Settembre 2012 15:49 7


NOSTRO SERVIZIO - Anche Arena sceglie la via all’appello alla città adeguandosi al gioco dei postini che imperversa su Reggio. Esattamente come Bombino, quelli dell’Altromanifesto, quelli del Terzo manifesto (i fuorisede: reggini andati via da Reggio) e, come quelli (numerosi) che hanno lanciato l’appello spiegando che non fanno e non aderiscono a nessun appello. Impossibile escludere altri appelli perché, al momento, l’appello al buon senso non ha alcun appeal.

Funziona così: uno dice quello che pensa (o che gli conviene o che gli chiedono di pensare) e lo fa sapere agli altri che, se vogliono, possono aggiungere il loro ok sotto forma di nome e cognome (via sms).

Il sindaco l’appello l’ha lanciato convocando i giornalisti in forma inedita: quella di oggetti della comunicazione. Cioè parla lui, loro no. Quindi, niente domande ma solo appunti (meglio registrazioni). Insomma, una cosa che, tecnicamente, non c’entra nulla con la conferenza stampa.

Bogart polemizzando coi cattivi, avrebbe detto: “E’ la pubblicità, bellezza”.

L’idea appare geniale e segna per la politica Reggina il passaggio definitivo dall’informazione alla comunicazione (ma si era già a buon punto). Dalla discussione che comporta sempre il rischio dell’imbarazzo, allo spot che i rischi se li conosci li eviti. Se a suggerirlo ad Arena non sono stati quelli di Mediaset, quando lo sapranno non avendoci pensato loro avranno un travaso di bile.

Il contenuto della comunicazione, in questa strategia, non è importante né (di solito) nuovo. Anzi più le idee sono sempre e soltanto le stesse meglio si riesce a trasmetterle e a farle accettare. Il fruitore della comunicazione (il cittadino) deve restare soggetto-passivo (soggetto e passivo è contraddittorio ma rende l’idea), né deve essere sottoposto a shock con la novità: quando gli arriva addosso la solita idea si tranquillizza, si spoglia dell’attenzione critica e il messaggio s’infiltra meglio.

Il sindaco ha ripetuto (per questo, non certo per carenza d’idee) la solita idea: i giornali – specie quelli nazionali - non amano Reggio e si divertono a bombardarla con una ferocia che alla fin fine colpisce tutta la città. Comunica: "Non ho mai alimentato un clima che sarebbe stato controproducente e continuo ad avere piena fiducia nelle Istituzioni, ma adesso ho deciso di non restare più in silenzio. Da oggi non accetterò più nulla". Insomma, dente per dente, o meglio: rigo (stampato) per comunicazione (orale; meglio: oracolare).

Intanto, il sindaco ha scagliato la sua contraerei (ci adeguiamo al linguaggio) contro un articolo apparso domenica sulla prima pagina di Repubblica a firma Annalisa Cuzzocrea: “E’ pieno di falsità, soprattutto sui numeri, che non sono né di destra, né di sinistra" (uno spot subliminale per il Centro che fa tendenza?) . La Cuzzocrea, spiata da noi su Fb, ha una faccia dolce e mite e si vanta di origini reggine (molti fuori sede, invece, stendono veli pietosi). Avrà pure lei il diritto d’aggiungere un appello sotto forma d’articolo essendosi i suoi concittadini (fiorisede compresi) specializzati nel gioco?

Restava solo da spiegare (mai lasciare dubbi nel fruitore passivo) l’attenzione mediatica sulla Calabria e Reggio. Perché ce l’hanno con noi? Arena ha magistralmente riesumato una vecchia idea che, conosciuta in tutte le sue pieghe dal cittadino-passivo, non crea inquietudine ma tranquillizza: è un complotto.

Ha detto Arena: “Affossando Reggio con questa campagna di pressione si pensa di poter affossare la Regione”. Ma qui, francamente, la macchina comunicativa sembra avere strafatto perdendo un colpo rilevante. Perché se è vero che è facile indicare i complottardi (i nemici della città, alter ego di quelli che un po’ più giù di Reggio vengono indicati al disprezzo delle città dalle frange del fondamentalismo islamico) non si è tenuto conto che la strategia della comunicazione quando supera tecnicamente il limite si carica di pericoli e diventa controproducente.

Come i soldati ricordati da Brecht anche i cittadini-oggetto hanno un difetto. Non adeguatamente “comunicati” potrebbero pensare riducendo tutto alla banalità: se il problema dei guai di Reggio è Scopelliti non potremmo fargli una colletta ed offrirgli dieci anni di vacanze (coi suoi familiari) in una bella spiaggia di quelle che fanno impazzire di gioia tutte le persone normali? E perché mai Scopelliti, vacanza a cinque stelle pagata, non dovrebbe accettare, beninteso per lo sconfinato amore che ha verso la città, di fare un bel passo indietro cacciandoci dai pasticci dei complotti che ci assediano da tutte le parti?

Bisogna avvertirlo Arena: se poi capita che la cosa prende questa piega dove la trova un’idea tranquillizzante da comunicare?

Senza offesa: lui è solo il Sindaco mica è il professore Bombino!
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minchia che schifo.
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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Reggio è entrata nel tritacarne dello scontro politico – afferma Arena – è entrata in ingranaggi pericolosi, in cui non si può più essere spettatori, ma in cui la comunità deve far vedere il proprio volto migliore, che è il più diffuso".
domanda, chi ha fatto si che si finisse in questo tritacarne?

:read: vero non si possono fare domande :fifi:
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oggi su gazzetta del sud c'è un articolo su un pentito che rivela l'appoggio della cosca serraino di san sperato per l'elezione del consigliere comunale seby vecchio alle elezioni del 2007...

mah...

:???:
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