"Reggio rivendica il suo ruolo"

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Moderatori: NinoMed, Bud, Lilleuro

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nick
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E' il titolo del manifesto che sarà affisso oggi in città. Questo il testo integrale:

Riteniamo ingiusta la campagna di diffamazione che criminalizza un'intera città non distinguendo tra i delinquenti e le decine di migliaia di persone oneste che quotidianamente si spendono per affrontare ogni tipo di avversità e che sono le prime vittime di questa violenza.

Sosteniamo con convinzione l'azione di contrasto alla 'ndrangheta che deve continuare con determinazione, serietá e discernimento.

Abbiamo fiducia nell'operato delle istituzioni chiamate, in questo momento, ad assumere decisioni fondamentali per il futuro della nostra Reggio ma non accettiamo che su questo si costruisca una strategia denigratoria di una intera comunità.

Reggio non è soltanto bellezze naturali ma anche cultura, eccellenze lavorative, imprenditoriali, professionali, scolastiche che danno lustro all'intero Paese nella ricerca, nell'arte, nell'economia, nella pubblica amministrazione, nella medicina e in tutti gli altri settori del vivere civile.

Reggio è accoglienza, associazionismo e volontariato: un patrimonio che rappresenta al meglio l'anima e la ricchezza della nostra comunitá.

Non si può coinvolgere un’intera classe dirigente, imprenditoriale, professionale per logiche che nulla hanno a che vedere con l'interesse della città

Reggio è una città normale che vuole proseguire nel suo cammino di crescita e sviluppo nel rispetto delle istituzioni democratiche.

Non si speculi sulla nostra pelle e su una Terra che da sempre esprime civiltà, intelligenze e valori.

Per vedere tutti i firmatari:

http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86
« Reggio è un grande giardino, uno dei luoghi più belli che si possano trovare sulla terra. »
(Edward Lear, Diario di un viaggio a piedi, 1847[1])

FORZA REGGINA SEMPRE E COMUNQUE!
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aquamoon
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nick ha scritto: ...
Per vedere tutti i firmatari:

http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86
Ovviamente, come nelle migliori tradizioni, i firmatari con l'Amministrazione Comunale... non hanno niente a che fare.
:salut

O no?

:roll:
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ciesse
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dopo avere fatto affari, e carriera...
dopo averli votati e fatti votare,
i buoni reggini si lavano la coscienza,
in attesa di capire da che parte
tira il vento.

:okok:
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manuelbelgrano
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Come si fa a firmarlo?
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aquamoon
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manuelbelgrano ha scritto:Come si fa a firmarlo?
Penna?
:wink
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manuelbelgrano ha scritto:Come si fa a firmarlo?
costa qualcosa???
:scratch
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goldenboy
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cavolo... un successone questo manifesto!! e leggendo i nomi dei firmatari nota che nessuno è legato all'attuale maggioranza comunale ,il che fa aumentare la valenza dell'iniziativa
:rotflmao: :rotflmao: :rotflmao: :rotflmao:

:fifi: :fifi: :fifi:
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citrosodina
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aquamoon ha scritto:
nick ha scritto: ...
Per vedere tutti i firmatari:

http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86
Ovviamente, come nelle migliori tradizioni, i firmatari con l'Amministrazione Comunale... non hanno niente a che fare.
:salut

O no?

:roll:
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onlyamaranto
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Non capisco questa frase: "la campagna di diffamazione che criminalizza un'intera città ";

non mi risulta che si sia mai criminalizzata un'intera città, da parte di nessuno.

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
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OronzoPugliese
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onlyamaranto ha scritto:Non capisco questa frase: "la campagna di diffamazione che criminalizza un'intera città ";

non mi risulta che si sia mai criminalizzata un'intera città, da parte di nessuno.

Infatti mi piacerebbe capire chi è che diffama, chi è stato diffamato, e soprattutto come e quando
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"Mister te sarà ti, muso de mona. Mi son el signor Nereo Rocco"
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quante lingue che si consumano...ahaha
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OronzoPugliese ha scritto:
onlyamaranto ha scritto:Non capisco questa frase: "la campagna di diffamazione che criminalizza un'intera città ";

non mi risulta che si sia mai criminalizzata un'intera città, da parte di nessuno.

Infatti mi piacerebbe capire chi è che diffama, chi è stato diffamato, e soprattutto come e quando
Sulle pagine del Il Dispaccio gli ottimi Cordova/Candito si pongono la stessa domanda e contemporaneamente fanno a pezzettini il comunicato. :salut




di Claudio Cordova e Alessia Candito - A chi, amici, persone comuni – come se fossimo inseriti nelle stanze dei bottoni – ci chiede se, effettivamente il Comune di Reggio Calabria sarà sciolto per infiltrazioni mafiose, si potrebbe rispondere mostrando il manifesto elaborato dall'illustre professor Giuseppe Bombino, che ricorda a tutti come Reggio Calabria non sia una città mafiosa. Ebbene, quel manifesto, sottoscritto, per ora, da 397 persone, è probabilmente l'emblema della paura, il segnale più evidente che, forse, si teme davvero che una stagione politica (e non solo), quella del "Modello Reggio", possa giungere, in caso di scioglimento per mafia, a un inglorioso capolinea.
E allora, dopo il comizio del Governatore Giuseppe Scopelliti alla Luna Ribelle, dopo i comunicati stampa dei suoi uomini più fidati, come il consigliere comunale Daniele Romeo, dopo la conferenza stampa dei colonnelli del centrodestra a Palazzo Campanella, con una consolidata formula di marketing, "scende in campo" la società civile.
Che parla di "diffamazione".
Diffamazione: "termine giuridico che designa una forma di espressione che porti lesione all'onore di una persona o di un'istituzione". Il manifesto dei 397 si scaglia proprio contro "l'ingiusta campagna di diffamazione – citiamo testualmente - che criminalizza un'intera città non distinguendo tra i delinquenti e le decine di migliaia di persone oneste che quotidianamente si spendono per affrontare ogni tipo di avversità e che sono le prime vittime di questa violenza".
Il codice penale italiano all'articolo 595 recita testualmente: "Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516. Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate".
Adesso, in cosa radicherebbe l'offesa alla reputazione di Reggio? Nell'affermare che il Comune è gravato da un debito che lo stesso Ente riconosce in 118 milioni di euro, che diventano 170 e solo relativi agli anni 2006-2010 secondo gli ispettori del Ministero dell'Economia, e superano addirittura i 300 secondo l'opposizione cittadina? O ancora nell'affermare che il medesimo Comune è così gravato da debiti nei confronti di creditori pubblici e privati da non essere in grado di garantire il buono libri – leggasi, diritto allo studio – a figli di famiglie in difficoltà che hanno avuto l'ardire di iniziare un percorso di studi? O ancora nel verificare che ogni giorno lavoratori e dipendenti di società, cooperative e associazioni legate all'Ente e che per l'Ente lavorano, stazionano sotto Palazzo San Giorgio per reclamare salari miseri non pagati da tempo immemore?
Qual è – ci chiediamo – l'affermazione che non risponde a verità e che avrebbe leso l'onore e la reputazione di Reggio? Forse le migliaia di pagine scritte da magistrati di ogni ordine e grado, della locale Procura come di quella di Milano che raccontano di consiglieri e assessori scelti dal centrodestra reggino per governare la città negli ultimi dieci anni, coinvolti o lambiti dalle indagini, e in alcuni casi per questo finiti in galera? È il caso di Giuseppe Plutino, arrestato lo scorso dicembre nell'ambito di un'operazione contro la cosca Caridi-Borghetto- Zindato e attualmente detenuto con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. O quello dell'attuale assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Reggio, Pasquale Morisani, mai indagato ma cui i pm dedicano un intero capitolo dell'ordinanza di custodia cautelare con il titolo "i tentativi di infiltrazione della cosca Crucitti nell'attività politica"? Un bis, per l'assessore i cui rapporti, almeno di conoscenza, con individui piuttosto loschi della medesima zona di influenza del clan Crucitti, erano stati certificati già nell'indagine "Pietrastorta" di qualche anno fa, quando Morisani venne pizzicato a parlare di voti con Giuseppe Romeo, poi condannato in primo grado per associazione mafiosa. O ancora, diffamare la città significa forse parlare dell'ormai ex assessore all'Urbanistica Luigi Tuccio, che ha rassegnato le dimissioni dopo l'arresto di Giuseppa Santa Cotroneo, madre della compagna Giampiera Nocera, arrestata perchè proprio in un casolare di sua proprietà il superboss Mico Condello avrebbe trascorso parte della sua ventennale latitanza? Oppure si può forse definire diffamazione raccontare le gesta degli ex consiglieri comunali in quota An Manlio Flesca e Michele Marcianò? Per dovere di cronaca, a Flesca, oggi rinviato a giudizio per corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose, i magistrati imputano uno strettissimo rapporto - prolungato negli anni e cementato con favori e voti – con i fratelli Barbieri, imprenditori dell'entourage Buda – Imerti, uno dei quali già condannato in primo grado per 416 bis nell'ambito del processo Meta, mentre l'altro attende in carcere il giudizio. Michele Marcianò invece , secondo i magistrati poteva fra le sue amicizie l'ex super-latitante Cosimo Alvaro, membro dell'omonima famiglia di 'ndrangheta di Sinopoli. Ed anche per lui si tratta di un bis. Già assolto dall'accusa di voto di scambio nel 2000 nell'ambito processo "Prima" (Alvaro Antonio + 63), l'ex consigliere comunale oggi passato alla Provincia, Marcianò avrebbe continuato ad intrattenere rapporti con la cosca di Sinopoli. A dirlo non sono voci di popolo, né chiacchiere da bar. Ma faldoni e faldoni di inchieste giudiziarie. Diffamazione anche questa? Ancora, è forse diffamazione ricordare il consigliere comunale Antonino Serranò pizzicato a scarrellare una pistola in compagnia di Francesco Russo, uomo del clan Serraino? O l'attuale presidente del consiglio comunale Seby Vecchio, pizzicato al funerale del boss Domenico Serraino, per ordine del quale secondo il pentito Vittorio Fregona, la cosca dei Serraino avrebbe affidato a un proprio uomo di fiducia il compito di seguire la campagna elettorale del politico nel corso delle consultazioni elettorali del 2007? Si diffama qualcuno forse rammentando che Dominique Suraci - fino a meno di un mese fa consigliere comunale - è stato arrestato con l'accusa di essere un vero e proprio "dominus" che, attraverso le proprie condotte, avrebbe drogato tanto l'economia, tanto il libero voto su regia delle cosche De Stefano – Tegano? E ancora, si sta forse distruggendo la reputazione di Reggio, nel ricordare che la cosca Tegano aveva le chiavi della principale società mista della città, la Multiservizi che il Comune stesso è stato costretto a sciogliere?
A nostro giudizio, no. Questa non è diffamazione ma sono solo alcuni esempi di semplice, amara, durissima cronaca. La cronaca di una città che si vuole e si sogna normale, ma che è stata condannata dalla sua stessa classe dirigente a un abbraccio soffocante con le ndrine. "Abbiamo fiducia nell'operato delle istituzioni chiamate, in questo momento, ad assumere decisioni fondamentali per il futuro della nostra Reggio – si legge nel manifesto - ma non accettiamo che su questo si costruisca una strategia denigratoria di una intera comunità".
C'è da aggiungere anche un altro passaggio. Il documento "Bombino+396" si esprime in maniera accorata sulla città (e questo non può che riempire di gioia), ma nulla dice sul presunto o sui presunti responsabili della presunta diffamazione. I giornalisti che scrivono? Il centrosinistra che fa opposizione? I magistrati che indagano? Le forze dell'ordine che arrestano? La commissione d'accesso che ha setacciato, per mesi, gli atti pubblici di Palazzo San Giorgio?
Non osiamo mettere in dubbio la buona fede di chi magari ha voluto smarcarsi dall'immagine di una città su cui pesantissimo è il marchio della ndrangheta. E non mettiamo in dubbio che a Reggio ci siano "non soltanto bellezze naturali ma anche cultura, eccellenze lavorative, imprenditoriali, professionali, scolastiche che danno lustro all'intero Paese nella ricerca, nell'arte, nell'economia, nella pubblica amministrazione, nella medicina e in tutti gli altri settori del vivere civile". Lo crediamo fermamente e cerchiamo di dimostrarlo con la nostra azione quotidiana di giornalisti, dando voce, il più possibile, a chi voce non ha e non ne avrebbe. Lo crediamo fermamente e abbiamo cercato di dimostrarlo anche con la nostra Agorà, "Le mani sulla città", in cui abbiamo messo insieme tutte le persone, di destra, di sinistra, di centro, disposte a confrontarsi sui temi più delicati.
In primis la 'ndrangheta. Già, perché, piaccia o no, la 'ndrangheta a Reggio Calabria esiste eccome. E non è la 'ndrangheta di Polsi, di don Mico Oppedisano. E' la 'ndrangheta dei De Stefano, dei Tegano, dei Condello, di quelle famiglie che rappresentano il livello più alto, con cui poi si confrontano mondi politici ed economici. E questo non lo diciamo noi, non lo dice la magistratura, non lo dicono le forze dell'ordine o i commissari. Per "scoprire" questo, basta uscire dalle proprie case e girare un po' per le strade, basta essere alla ricerca di un lavoro. Basta vivere a Reggio Calabria.
Per questo, riteniamo che la strategia denigratoria di cui i firmatari del manifesto parlano, non esiste. La storia di Reggio Calabria è quella di una città svenduta, smembrata, spogliata delle ricchezze e della sua gente, da chi ha voluto consapevolmente consegnarla a quegli stessi "mafiosi dalle scarpe lucide" divenuti habituè di salotti buoni e circoli esclusivi.
Ma forse una sorta di diffamazione in quel manifesto c'è. Ed è rappresentata dal manifesto stesso. Lede l'onore e la reputazione di tutti i reggini per bene, il solo dare ad intendere che potrebbe esserci una sollevazione di popolo a difesa dell'ambiguità e dell'omertà, su cui il sistema, che oggi sta crollando su se stesso, si è fondato. È uno schiaffo a chi ha messo in discussione vita, famiglie, rapporti per costruire davvero il sogno di una realtà normale, smascherando l'immagine di una città da operetta. Quel manifesto diffama chi – ogni giorno – cerca di testimoniare con il proprio lavoro e impegno che un diritto non è un favore da chiedere all'amico o al compare. Il diritto dei reggini ad avere una città normale.

Perché la 'ndrangheta non va negata. Va combattuta.
http://www.ildispaccio.it/primo-piano/8 ... combattuta
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
mubald

E comunque se non e' giusto criminalizzare un'intera citta' io non lo firmo perche' non ho assolutamente fiducia nell'operato delle attuali istituzioni.Non vedo nuovi Italo o Battaglia a governare la citta'
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a me ha fatto ridere aldo pecora che nella tabella professione ha "ammazzateci tutti"
ahahah
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manuelbelgrano
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aquamoon ha scritto:
manuelbelgrano ha scritto:Come si fa a firmarlo?
Penna?
:wink
Geniale!
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pellarorc
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ahhhaa
questo scomunicato è fantastico!
ahahahahah
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citrosodina ha scritto:
aquamoon ha scritto:
nick ha scritto: ...
Per vedere tutti i firmatari:

http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86
Ovviamente, come nelle migliori tradizioni, i firmatari con l'Amministrazione Comunale... non hanno niente a che fare.
:salut

O no?

:roll:
non essere malpensante.... qui c'è la crema (massonica) della città... :mrgreen:
si dovrebbero vergognare, non solo ce n'è un botto che lavorano grazie a cugni nelle varie amministrazioni ma alcuni sono stati direttamente beneficiati e lavorano a stretto contatto con noti elementi dell'ammintrazione comunale e/o regionale...
Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta!
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Proprio per rivendicare il ruolo di Reggio il CdM farà la scelta migliore, almeno spero..... :D
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kurohata
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Reggio è una città normale che vuole proseguire nel suo cammino di crescita e sviluppo nel rispetto delle istituzioni democratiche.


la penultima frase mi mette particolarmente a disagio:

-perchè cammino di crescita? non sarebbe cosa buona e giusta fermarsi a guardare dove poggiamo i piedi?
-sviluppo? ma un pò di sano progresso invece?
-rispetto delle istituzioni democratiche? io ho paura delle istituzioni democratiche, ho il TERRORE!
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Regmi
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kurohata ha scritto:
Reggio è una città normale che vuole proseguire nel suo cammino di crescita e sviluppo nel rispetto delle istituzioni democratiche.


la penultima frase mi mette particolarmente a disagio:

-perchè cammino di crescita? non sarebbe cosa buona e giusta fermarsi a guardare dove poggiamo i piedi?
-sviluppo? ma un pò di sano progresso invece?
-rispetto delle istituzioni democratiche? io ho paura delle istituzioni democratiche, ho il TERRORE!
Kuro, considerando che ti leggo sempre con attenzione e curiosità
vorresti, se ti va, dal tuo punto di vista spiegarmi il senso dell'ultima affermazione?
:salut
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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