anche la religione, ha il suo berluscone

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suonatore Jones

http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/0 ... asco.shtml

CdV, 13 maggio 2011 - “La Chiesa Cattolica, fin dalla comparsa del terribile flagello, ha sempre dato il suo contributo sia nel prevenire la trasmissione del virus Hiv sia nell’assistere i malati e le loro famiglie”.

Lo rivendica il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, nel suo intervento alla VII Conferenza internazionale sul metodo Dream che si tiene oggi all’Istituto San Gallicano di Roma. Anche se da parte della Chiesa “non si vuole vantare nulla ne’ pretendere riconoscimenti”, per Bagnasco occorre “riconoscere con umilta’ che la risposta a questa pandemia e’ stata intensa e costante: attualmente il 26,7 per cento dei centri per la cura dell’Hiv/Aids nel mondo sono della comunita’ cattolica. In Africa - aggiunge il presidente della Cei - le attivita’ di assistenza sanitaria sostenute dalla Chiesa spesso forniscono il fondamentale supporto alle persone che vivono fuori dalle aeree urbane e nelle zone rurali”.

“In concreto - rileva Bagnasco - le azioni che si compiono nel campo dell’AIDS si possono cosi’ schematizzare: promozione di campagne di sensibilizzazione, programmi di prevenzione ed educazione sanitaria, sostegno agli orfani, distribuzione di medicinali ed alimenti, assistenza domiciliare, istituzione di ospedali, centri, comunita’ terapeutiche che incentrano il loro operato nella cura ed assistenza del malato di Hiv/Aids, collaborazione con i governi, attenzione nelle carceri, corsi di catechesi, gruppi di appoggio al malato, e poi una multiforme attivita’ pastorale”.

“Non ci siamo rassegnati e non dobbiamo rassegnarci - sottolinea il porporato - alla vittoria della malattia. Non possiamo permettere che chi e’ ammalato di Aids resti solo, senza speranza e senza cura. Per la Chiesa - conclude - chinarsi, come il Buon Samaritano, verso l’uomo ferito e abbandonato sulla strada e’ adempiere alla ‘giustizia piu’ grande’ che Gesu’ chiede ai suoi discepoli. Seguendo le orme del suo Signore e Maestro, vive il mandato di andare nel mondo a ‘insegnare e curare gli infermi’, consapevole che il servizio ai malati e sofferenti e’ parte integrante della sua missione”.

Per debellare l’Aids, “la migliore prevenzione e’ la cura da offrire a tanti. Le nostre energie devono profondersi soprattutto nell’offerta di una terapia per tutti”. Lo afferma il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, intervenuto questa mattina a Roma alla VII Conferenza Internazionale sul metodo Dream, promosso dalla Comunita’ di Sant’Egidio nei Paesi africani piu’ colpiti dalla pandemia. Per Bagnasco, accanto alle cure da garantire anche ai poveri, “al tempo stesso e’ necessario un grande sforzo di educazione che operi una trasformazione della mentalita’, della cultura, e riaffermi la dignita’ della persona umana”. “Occorre accrescere - scandisce il porporato - la prevenzione mediante l’educazione al rispetto del valore sacro della vita e la formazione alla pratica corretta della sessualita’”.

La Conferenza si tiene all’Istituto San Gallicano, in Trastevere, sul tema “Accesso universale al trattamento: il passo decisivo per sconfiggere l’Aids” e vede la partecipazione di numerosi ministri della Sanita’, tra cui l’italiano Fazio. La Cei collabora al progetto Dream grazie ai fondi dell’otto per mille.

Per il cardinale Bagnasco, “l’insieme dei programmi di lotta all’Aids rappresenta oggi nel mondo un fatto di rilevanza unica per l’ampiezza e la qualita’ delle risorse umane ed economiche impiegate”. E l’Italia fa la sua parte grazie proprio al programma Dream - promosso dalla Comunita’ di Sant’Egidio e in parte finanziato dalla Cei grazie ai fondi dell’otto per mille - che prevede la somministrazione gratuita della terapia antiretrovirale alle donne sieropositive in gravidanza permettendo, proclama il porporato, “la nascita di una nuova generazione libera dall’Aids”. Forte di questa esperienza, la Chiesa, aggiunge Bagnasco, “intende sollecitare tutti per prevenire durevolmente la diffusione di questa pandemia e per assistere i malati, specialmente nei paesi poveri, al fine di arginare ed invertire la tendenza all’estendersi del contagio da Hiv/Aids”.

“La diffusione della cura riduce il contagio della malattia e rappresenta quindi un’efficace prevenzione”, afferma ancora il presidente della Cei auspicando che “questa risposta globale” possa essere colta “nel suo significato profondo”.

“Abbiamo - osserva - un’opportunita’ unica, una chance storica di combattere, insieme al virus Hiv, la poverta’, la scarsa educazione sanitaria e la malnutrizione, riaprendo cosi’ un futuro importante per l’Africa e tanti paesi del Sud del mondo”. “Solo insieme - conclude il cardinale citando le parole di Benedetto XVI nel suo viaggio in Camerun - possiamo vincere la battaglia contro questa terribile epidemia: Dream, un sogno diventato realta’!”.

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ma cosa devo leggere? e le campagne contro il preservativo? e i comunicati in cui si legge che "l'aids va fermato con il rinnovo spirituale e umano nella sessualità?

http://www.medicinalive.com/costume/soc ... n-servono/
http://www.repubblica.it/2009/03/sezion ... -aids.html

e la gente ci crede, che questa gente aiuti a prevenire l'aids, con queste dichiarazioni.

ah, santa coerenza...
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suonatore Jones ha scritto: Per debellare l’Aids, “la migliore prevenzione e’ la cura da offrire a tanti.
Certo, prima li fanno ammalare e poi li curano. Inoltre prevenzione e cura sono due cose differenti. Non si può dire che la miglior prevenzione è la cura.

La prevenzione è l'insieme di azioni finalizzate ad impedire o ridurre il rischio, ossia la probabilità che si verifichino eventi non desiderati.

La cura è l'assistenza diagnostica e terapeutica prestata dal medico al malato.


Se facessero veramente prevenzione oggi avremmo molti malati in meno....
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Caccia Passione Infinita

Me l'ha detto una gitana,
Me l'ha detto con fervor,
lascia la maglia Amaranto ed avrai soddisfazion,
Me l'ha detto una gitana,
Ma io non l'ascolterò,
MEGLIO LA MAGLIA AMARANTO CHE LA COPPA DEI CAMPION!!
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