Delitto Simonetta Cesaroni

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Nessun colpevole, assolto Raniero Busco
Assolto con formula 'per non avere commesso il fatto'. 'Da oggi ricomincio a vivere', ha detto
27 aprile, 21:16


ROMA - La prima Corte d'Assise d'Appello di Roma ha assolto Raniero Busco dall'accusa dell'omicidio dell'ex fidanzata Simonetta Cesaroni, massacrata con 29 coltellate il 7 agosto 1990.

Busco ha accolto in lacrime la sentenza di assoluzione. Poi ha abbracciato il fratello e l'avvocato Franco Coppi. Applausi in aula da parte degli amici.

Busco è stato assolto con la formula "per non avere commesso il fatto". Il collegio presieduto da Renato D'Andria, nel riformare la sentenza di primo grado, ha comunicato che depositerà le motivazioni in 90 giorni. Fuori dall'aula Busco è assediato da giornalisti, amici, parenti. Accanto a lui la moglie.

Decisiva per l'assoluzione di Raniero Busco la perizia disposta dalla Corte d'Assise d'Appello. Secondo le risultanze della perizia il segno su un seno di Simonetta non sarebbe riconducibile ad un morso di Busco e sul reggiseno della ragazza oltre al Dna dell'ex fidanzato comparirebbero altri due Dna.

Busco è stato colto da malore dopo la pronuncia di assoluzione della Corte d'Assise d'Appello di Roma. Sorretto dal fratello e attorniato da una gran ressa di telecamere e fotoreporter l'ex fidanzato di Simonetta è stato portato in una stanza dai carabinieri che svolgono l'ordine pubblico in Corte d'appello.

"Esiste una giustizia", così il fratello di Raniero Busco mentre lo sorreggeva e lo scortava fuori l'Aula della Corte d'assise d'Appello. Tanti gli amici di Raniero presente, visibilmente commosso, hanno gridato frasi di incitamento all'uomo assolto oggi dall'accusa di omicidio volontario.

"E' una sentenza emessa dall'unico organo deputato ad emettere una pronuncia in appello. Va rispettata e rispettata". E' il commento del procuratore generale, Alberto Cozzella, alla sentenza. "All'esito del deposito delle motivazioni - ha aggiunto Cozzella - decideremo il da farsi. Non è escluso, anzi assolutamente probabile, che ricorreremo in Cassazione".

"Sono molto soddisfatto perché è stata assolta una persona estranea ai fatti". Questo il commento a caldo di Franco Coppi, uno dei difensori di Raniero Busco, commentando la decisione della Corte d'assise d'Appello. In merito alla perizia disposta dalla Corte che ha smontato l'impianto accusatorio del processo di primo grado il penalista ha aggiunto: "Se la Corte ha deciso per una nuova perizia è perché riteneva insufficienti le prove acquisite in primo grado". Dello stesso tenore le dichiarazioni dell'altro avvocato di Busco, Loria, per il quale "la pronuncia della Corte ci riempie di fiducia: oggi è stata dimostrata la necessità del processo d'appello grado perché i giudici in primo grado possono anche sbagliare".

"Sono rimasto profondamente sorpreso da questa decisione dei giudici; soprattutto perché hanno sentenziato un'assoluzione piena di Busco, sembra senza neanche ritenere esistente alcun dubbio". Lo ha detto l'avvocato Massimo Lauro, patrocinatore di parte civile per Anna Di Giambattista, madre di Simonetta Cesaroni, alla decisione della prima Corte d'assise d'appello di mandare assolto l'ex fidanzato Raniero Busco. "Tutto questo mi fa pensare molto - ha concluso Lauro - a fine luglio avremo le motivazioni della sentenza e decideremo di conseguenza cosa fare, se impugnarla ai fini delle statuizioni civili".

"Siamo soddisfatti di questo pronunciamento. Era preferibile, però, che questo risultato ci fosse stato già in primo grado". Lo ha detto l'avvocato Franco Coppi, difensore di Raniero Busco, a commento della sentenza assolutoria emessa nei confronti del suo assistito. "L'importante - ha aggiunto Coppi - è che abbiamo un sistema che permette la correzione di eventuali errori. Oggi è stata fatta piena giustizia nei confronti dell'imputato". Per quanto riguarda lo specifico della morte di Simonetta Cesaroni, il penalista ha aggiunto: "Come ho già detto nel mio intervento di ieri, non è un delitto senza colpevole, un colpevole c'é, circola liberamente e vive nascosto dietro la sua vigliaccheria. Abbiamo avuto una perizia che ha aiutato molto nell'accertare la verità". Ultimo pensiero del difensore di Busco va alla famiglia Cesaroni. "Ho espresso loro la massima solidarietà confermando il dispiacere nel dovere affrontare in sede processuale temi delicatissimi. Resta lo sdegno che provo davanti ad un delitto così orrendo".

Raniero Busco ha lasciato il palazzo della corte di appello uscendo da una via secondaria a bordo di un Suv condotto da un amico. Ancora in lacrime, l'ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, ha salutato conoscenti e giornalisti assiepati fuori dal cancello. "Da oggi ricomincio a vivere. Quando é uscita la Corte, in un attimo, ho rivisto tutta la mia vita", ha detto Busco.

L'assoluzione di Raniero Busco era attesa, perché nel condannarlo non sono state tenute in considerazione tutte le prove ma si è data un'importanza esagerata al solo Dna. Lo afferma il medico legale Angelo Fiori, uno dei periti all'epoca del delitto. "Questa sentenza sottolinea come non si possa usare solo il Dna nei processi, ma vadano prese in considerazione tutte le prove", afferma Fiori a margine di una conferenza sulla genetica forense organizzata dall'università Cattolica di Roma.

"Accanto a Raniero oggi, a sorreggerlo, non c'era solo suo fratello. Oggi siamo stati tutti fratelli di Raniero". Alla lettura del dispositivo della sentenza che ha assolto Raniero Busco, uno dei suoi amici ha voluto sottolineare così la vicinanza del loro 'gruppo' a "un ragazzo che sono tanti anni che soffre e che finalmente oggi ha visto affermata giustamente la sua innocenza".

PAOLA CESARONI, DUBBI E INCERTEZZE RESTA RAMMARICO - "Siamo destabilizzati da questa sentenza. Cerchiamo di capire il perché è finita in questa maniera e non sappiamo darci alcuna risposta". Queste le parole, affidata al suo avvocato Federica Mondani, di Paola Cesaroni, sorella di Simonetta, dopo aver appreso che la I Corte d'assise d'appello di Roma ha assolto Raniero Busco. "Rispettiamo in maniera assoluta la decisione della Corte - ha aggiunto Paola, riferendo anche il pensiero della madre Anna Di Giambattista - Ci aspettavamo che la perizia che hanno disposto potesse dare certezze. Non è stato così: il processo ha fatto emergere tanti dubbi e incertezze soprattutto sulla questione del morso sul seno di Simonetta. Proprio per questo, ci aspettavamo che la Corte accogliesse la richiesta di disporre una nuova perizia. Così non è stato e in noi resta il rammarico".
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spiny79
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sentenze come questa, e sono tante, fanno meditare sul nostro sistema giudiziario ed investigativo...

premesso che purtroppo quasi mai è facile indagare e risolvere facilmente un delitto di questo tipo, ma è anche vero che dopo venti anni c'è una ragazza uccisa che non ha ancora avuto giustizia ed un uomo che ha vissuto per così tanto tempo con questa accusa così grave...

risultato: dopo 22 anni si deve ricominciare tutto dall'inizio...
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