"Laurearsi dopo i 28 anni è da sfigati"

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suonatore Jones

doddi ha scritto: La mia speranza rimane vana :sad:

Avevo quotato te perchè condividevo i tuoi commenti, e l'incipit del mio post (Ma infatti...) avrebbe dovuto fartelo pensare.
Comunque non ho menzionato l'aspetto lavorativo, cui dedichi il tuo discorso, corretto tra l'altro secondo me, ma semplicemente l'oggetto del topic.

non ero certo. suvvia, non essere triste. l'equivoco è il problema principale dell'avversativa (ma infatti è come dici tu/ma infatti io dicevo un altra cosa). :wink

io menziono l'aspetto lavorativo perchè non sarà l'oggetto del topic, ma si presume (io presumo) che ognuno si laurei per lavorare. quindi, se uno si laurea a 30 anni e lavora nel ramo che ha desiderato, che c'è di male? il problema sono quelli che non se lo possono permettere o quelli che abbandonano a 30 anni senza essere laureati. ma la dichiarazione resta censurabile, a mio avviso.
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Lilleuro
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doddi ha scritto:Ma infatti la soglia di 28 anni, età fissata dall'oggetto della polemica in corso, mi pare sia abbondantemente comprensiva di imprevisti vari, quasi un raddoppio del corso.
E' come se, mutatis mutandis, uno prevede di fare il liceo in 8 anni anzichè 5. Si tratta anche di una questione di voglia, volontà, attitudine, come d'altro canto il ritardo potrebbe essere, in piena consapevolezza, il desiderio di dedicarsi anche ad altro, prendersela comoda, ma l'età è quella della maturità per cui se ne devono poi accettare le eventuali conseguenze spiacevoli.
Spero di essermi spiegato visto che mi pare sia diventato difficile oramai ... :thumright
Bisognerebbe pure distinguere tra diversi corsi di laurea, perchè non tutti presentano le stesse difficoltà

Personalmente un laureato 28enne in ingegneria gestionale non lo considero allo stesso modo di un laureato 28enne in ingegneria edile...stessa cosa, per esempio, per un laureato in scienze della comunicazione piuttosto che un laureato in medicina

Questo lo dico con tutto il rispetto per ogni tipo di laureato, perchè nessun corso universitario è veramente semplice
Come si dorme non è importante, come si è svegli è importante

Cit. Vadinho
suonatore Jones

Lilleuro ha scritto:
doddi ha scritto:Ma infatti la soglia di 28 anni, età fissata dall'oggetto della polemica in corso, mi pare sia abbondantemente comprensiva di imprevisti vari, quasi un raddoppio del corso.
E' come se, mutatis mutandis, uno prevede di fare il liceo in 8 anni anzichè 5. Si tratta anche di una questione di voglia, volontà, attitudine, come d'altro canto il ritardo potrebbe essere, in piena consapevolezza, il desiderio di dedicarsi anche ad altro, prendersela comoda, ma l'età è quella della maturità per cui se ne devono poi accettare le eventuali conseguenze spiacevoli.
Spero di essermi spiegato visto che mi pare sia diventato difficile oramai ... :thumright
Bisognerebbe pure distinguere tra diversi corsi di laurea, perchè non tutti presentano le stesse difficoltà

Personalmente un laureato 28enne in ingegneria gestionale non lo considero allo stesso modo di un laureato 28enne in ingegneria edile...stessa cosa, per esempio, per un laureato in scienze della comunicazione piuttosto che un laureato in medicina

Questo lo dico con tutto il rispetto per ogni tipo di laureato, perchè nessun corso universitario è veramente semplice
ci sono corsi semplici e meno semplice, questo è indubbio. su medicina, però, è chiaro che non si possa fare lo stesso discorso: 6 anni di corso di laurea + specializzazione, tirocinio e via dicendo: prima di 28 è difficilissimo uscirne.
doddi
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suonatore Jones ha scritto:
doddi ha scritto: La mia speranza rimane vana :sad:

Avevo quotato te perchè condividevo i tuoi commenti, e l'incipit del mio post (Ma infatti...) avrebbe dovuto fartelo pensare.
Comunque non ho menzionato l'aspetto lavorativo, cui dedichi il tuo discorso, corretto tra l'altro secondo me, ma semplicemente l'oggetto del topic.

non ero certo. suvvia, non essere triste. l'equivoco è il problema principale dell'avversativa (ma infatti è come dici tu/ma infatti io dicevo un altra cosa). :wink

io menziono l'aspetto lavorativo perchè non sarà l'oggetto del topic, ma si presume (io presumo) che ognuno si laurei per lavorare. quindi, se uno si laurea a 30 anni e lavora nel ramo che ha desiderato, che c'è di male? il problema sono quelli che non se lo possono permettere o quelli che abbandonano a 30 anni senza essere laureati. ma la dichiarazione resta censurabile, a mio avviso.
Probabilmente nella forma sì, visto il ruolo istituzionale, ma nella sostanza? E se fosse un padre a dirlo al figlio?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Lilleuro ha scritto:
doddi ha scritto:Ma infatti la soglia di 28 anni, età fissata dall'oggetto della polemica in corso, mi pare sia abbondantemente comprensiva di imprevisti vari, quasi un raddoppio del corso.
E' come se, mutatis mutandis, uno prevede di fare il liceo in 8 anni anzichè 5. Si tratta anche di una questione di voglia, volontà, attitudine, come d'altro canto il ritardo potrebbe essere, in piena consapevolezza, il desiderio di dedicarsi anche ad altro, prendersela comoda, ma l'età è quella della maturità per cui se ne devono poi accettare le eventuali conseguenze spiacevoli.
Spero di essermi spiegato visto che mi pare sia diventato difficile oramai ... :thumright
Bisognerebbe pure distinguere tra diversi corsi di laurea, perchè non tutti presentano le stesse difficoltà

Personalmente un laureato 28enne in ingegneria gestionale non lo considero allo stesso modo di un laureato 28enne in ingegneria edile...stessa cosa, per esempio, per un laureato in scienze della comunicazione piuttosto che un laureato in medicina

Questo lo dico con tutto il rispetto per ogni tipo di laureato, perchè nessun corso universitario è veramente semplice
Non ci piove. Ma sono casi particolari. Come in ogni ambito. Errato è a mio avviso fare del particolare il motivo per scantonare un discorso che in linea di principio dovrebbe essere condiviso a tutto tondo.
Io ho fatto un'esempio: finire il liceo 2-3 anni dopo, a 20 o 21 anni, ed il corso di laurea DOPO, OLTRE i 28 anni (anzichè a 22- 23-o 24 secondo i piani di studio) dovrebbero avere lo stesso peso valutativo nella discussione o no?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:
doddi ha scritto: La mia speranza rimane vana :sad:

Avevo quotato te perchè condividevo i tuoi commenti, e l'incipit del mio post (Ma infatti...) avrebbe dovuto fartelo pensare.
Comunque non ho menzionato l'aspetto lavorativo, cui dedichi il tuo discorso, corretto tra l'altro secondo me, ma semplicemente l'oggetto del topic.

non ero certo. suvvia, non essere triste. l'equivoco è il problema principale dell'avversativa (ma infatti è come dici tu/ma infatti io dicevo un altra cosa). :wink

io menziono l'aspetto lavorativo perchè non sarà l'oggetto del topic, ma si presume (io presumo) che ognuno si laurei per lavorare. quindi, se uno si laurea a 30 anni e lavora nel ramo che ha desiderato, che c'è di male? il problema sono quelli che non se lo possono permettere o quelli che abbandonano a 30 anni senza essere laureati. ma la dichiarazione resta censurabile, a mio avviso.
Probabilmente nella forma sì, visto il ruolo istituzionale, ma nella sostanza? E se fosse un padre a dirlo al figlio?
un padre che lo dice al figlio è diverso: il padre conosce le situazioni (credo) e parla ad una persona definita. che, magari, mantiene con i suoi soldi. non parla a milioni di persone di cui conosce (forse) una decina. è molto diverso.
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rca ha scritto:[quote
certo che puoi.

sul resto non insisto perchè non conosco i dettagli del tuo corso di studi, ma se è come dici tu puoi fermarti un anno (a pensare ad altro, a preparare la tesi o quello che vuoi ) per poter fare tutti gli esami in due sessioni l'anno successivo.
no,non posso farlo,a parte perchè la tesi vorrei farla o in procedura civile,materia che devo dare a maggio,o in penale che è del quinto.E poi prima di fare la tesi,vorrei dare le materie del quarto anno che mi sono rimaste tra maggio e luglio(5),così poi inizio a farmi penale,vedo com'è, se mi piace,e prendo un bel voto chiedo la tesi,altrimenti la faccio su procedura civile.
https://www.youtube.com/watch?v=-JQINuybHL4" onclick="window.open(this.href);return false;
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Parole scarosante anche se un pò brutali.
Ma poichè siamo un paese che si indigna per le cose vere, e poi accetta tutto il resto, non mi stupisce la reazione alle parole del ministro.
E' chiaro che il messaggio è riferito alla gran parte di figli di Papà che, spesso vivendo fuori casa, fanno finta di studiare per mantenersi lo spasso fino a 30 o 35 anni. La colpa qui è anche dei papà sia chiaro...
Ai tempi miei, neanche troppo lontani, c'era gente che si è laureata a 36 anni... 15 anni fuori corso!
Ho avuto la fortuna e la bravura di laurearmi a 23 anni col vecchio ordinamento, lavorando per gli utlimi due anni,con voto 103, e ora sono quasi 10 anni che lavoro rigraziando dio.
Che poi la laurea sia un punto di partenza non vi è dubbio. L'ho sempre pensata così. Anzi credo che serva quasi esclusivamente per insegnarti un metodo alla soluzione dei problemi che il lavoro poi ti presenta. A meno chè tu non decida di fare il libero professionista del settore.
Nessuno mi ha ragalato niente, e mi sono sudato tutto finora facendo molti sacrifici,senza sentirmi mai arrivato. Del resto nel settore mio i raccomandati non hanno spazio...
Ho sempre saputo cosa volevo fare e ho cercato di arrivarci nel più breve tempo possibile.
Ho spesso sorriso pensando a gente laureata con lodi ed encomi che poi nella vita reale non si è saputa misurare col mondo del lavoro. Me ne dispiaccio, ma è giusto che sia così.

Ci sono poi quelle poche persone che si laureano a 28 o 30 anni per necessità. A questi va tutta la mia stima e il mio appoggio. Appoggio che dovrebbe dare anche il sistema, che invece si perde, anche qui, nel clientelismo.
Ma è indubbio che siano una risicatissima minoranza.
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ManAGeR78 ha scritto:Parole scarosante anche se un pò brutali.
Ma poichè siamo un paese che si indigna per le cose vere, e poi accetta tutto il resto, non mi stupisce la reazione alle parole del ministro.
E' chiaro che il messaggio è riferito alla gran parte di figli di Papà che, spesso vivendo fuori casa, fanno finta di studiare per mantenersi lo spasso fino a 30 o 35 anni. La colpa qui è anche dei papà sia chiaro...
Ai tempi miei, neanche troppo lontani, c'era gente che si è laureata a 36 anni... 15 anni fuori corso!
Ho avuto la fortuna e la bravura di laurearmi a 23 anni col vecchio ordinamento, lavorando per gli utlimi due anni,con voto 103, e ora sono quasi 10 anni che lavoro rigraziando dio.
Che poi la laurea sia un punto di partenza non vi è dubbio. L'ho sempre pensata così. Anzi credo che serva quasi esclusivamente per insegnarti un metodo alla soluzione dei problemi che il lavoro poi ti presenta. A meno chè tu non decida di fare il libero professionista del settore.
Nessuno mi ha ragalato niente, e mi sono sudato tutto finora facendo molti sacrifici,senza sentirmi mai arrivato. Del resto nel settore mio i raccomandati non hanno spazio...
Ho sempre saputo cosa volevo fare e ho cercato di arrivarci nel più breve tempo possibile.
Ho spesso sorriso pensando a gente laureata con lodi ed encomi che poi nella vita reale non si è saputa misurare col mondo del lavoro. Me ne dispiaccio, ma è giusto che sia così.

Ci sono poi quelle poche persone che si laureano a 28 o 30 anni per necessità. A questi va tutta la mia stima e il mio appoggio. Appoggio che dovrebbe dare anche il sistema, che invece si perde, anche qui, nel clientelismo.
Ma è indubbio che siano una risicatissima minoranza.


e ci si è laureato a 27...è un quasi sfigato???Mi piacerebbe capire la soglia limite chi l'ha decisa e perchè. Ai miei tempi ti laureavi in filosofia con 16 esami e per fare l'ingegnere dovevi darne più di 30. Non si può generalizzare e non si può sentire da un ministro un'espressione simile. Nemmeno fosse uno con il curriculum di Monti. Non c'è rispetto per il prossimo .
Ricordo un collega nel mio stesso corso di Laurea avrà provato l'ultimo esame non so quante volte. Chissà se lo sfigato era lui o il docente.
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
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[quote="Mariotta"


Ricordo un collega nel mio stesso corso di Laurea avrà provato l'ultimo esame non so quante volte. Chissà se lo sfigato era lui o il docente.[/quote]

anche nel mio corso di laurea, al primo anno, c'era (è stata tolta due-tre anni dopo che l'ho data) disegno (con riga e squadra, non al pc: roba anacronistica al massimo, considerando che era il 2004). il professore era un giovane (massimo 40 anni) ma dallo stile vecchio. non guardava il libretto solo perchè, il suo, era il primo esame. io, siccome lo trovavo un esame stupido (150 tavole da presentare e due progetti per sei crediti di una materia destinata a scomparire), l'ho data tra le ultime. senza problemi, peraltro (una delle poche materie che ho dato senza problemi). il professore si vantava di bocciare due ragazze, a cui mancava solo quella materia per finire (erano del vecchio ordinamento). concordo: gli sfigati sono questi.
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Mariotta ha scritto:
ManAGeR78 ha scritto:Parole scarosante anche se un pò brutali.
Ma poichè siamo un paese che si indigna per le cose vere, e poi accetta tutto il resto, non mi stupisce la reazione alle parole del ministro.
E' chiaro che il messaggio è riferito alla gran parte di figli di Papà che, spesso vivendo fuori casa, fanno finta di studiare per mantenersi lo spasso fino a 30 o 35 anni. La colpa qui è anche dei papà sia chiaro...
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Ho avuto la fortuna e la bravura di laurearmi a 23 anni col vecchio ordinamento, lavorando per gli utlimi due anni,con voto 103, e ora sono quasi 10 anni che lavoro rigraziando dio.
Che poi la laurea sia un punto di partenza non vi è dubbio. L'ho sempre pensata così. Anzi credo che serva quasi esclusivamente per insegnarti un metodo alla soluzione dei problemi che il lavoro poi ti presenta. A meno chè tu non decida di fare il libero professionista del settore.
Nessuno mi ha ragalato niente, e mi sono sudato tutto finora facendo molti sacrifici,senza sentirmi mai arrivato. Del resto nel settore mio i raccomandati non hanno spazio...
Ho sempre saputo cosa volevo fare e ho cercato di arrivarci nel più breve tempo possibile.
Ho spesso sorriso pensando a gente laureata con lodi ed encomi che poi nella vita reale non si è saputa misurare col mondo del lavoro. Me ne dispiaccio, ma è giusto che sia così.

Ci sono poi quelle poche persone che si laureano a 28 o 30 anni per necessità. A questi va tutta la mia stima e il mio appoggio. Appoggio che dovrebbe dare anche il sistema, che invece si perde, anche qui, nel clientelismo.
Ma è indubbio che siano una risicatissima minoranza.
e ci si è laureato a 27...è un quasi sfigato???Mi piacerebbe capire la soglia limite chi l'ha decisa e perchè. Ai miei tempi ti laureavi in filosofia con 16 esami e per fare l'ingegnere dovevi darne più di 30. Non si può generalizzare e non si può sentire da un ministro un'espressione simile. Nemmeno fosse uno con il curriculum di Monti. Non c'è rispetto per il prossimo .
Ricordo un collega nel mio stesso corso di Laurea avrà provato l'ultimo esame non so quante volte. Chissà se lo sfigato era lui o il docente.
Mariotta credo di essermi espresso in modo chiaro. 27 o 26 o chiunque rientri nella categoria di chi si è laureato "tardi" o comunque leggermente fuori corso, per necessità o problemi vari ha tutta la mia stima e il mio appoggio. Anzi, se fosse possibile, ne avrebbe anche di più di chi lo ha fatto in serenità.
Converrai con me, però, che rappresentano una minima parte di chi si laurea a quelle età.
Il resto dei 28-30 o 35enni che si laureano lo fanno così tardi per altri ovvi motivi, e poi magari si lamentano che non trovano lavoro, o fanno gli schizzinosi perchè sono "dottori".
Diciamo le cose per quelle che sono. O almeno io le vedo così.
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Il professor Martone è dalla Gruber su la7 in questo momento,non perdetevelo.
"Preferisco che ci si abbracci quando si fa gol, evitando certe cose."
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ManAGeR78 ha scritto:
Mariotta ha scritto:
ManAGeR78 ha scritto:Parole scarosante anche se un pò brutali.
Ma poichè siamo un paese che si indigna per le cose vere, e poi accetta tutto il resto, non mi stupisce la reazione alle parole del ministro.
E' chiaro che il messaggio è riferito alla gran parte di figli di Papà che, spesso vivendo fuori casa, fanno finta di studiare per mantenersi lo spasso fino a 30 o 35 anni. La colpa qui è anche dei papà sia chiaro...
Ai tempi miei, neanche troppo lontani, c'era gente che si è laureata a 36 anni... 15 anni fuori corso!
Ho avuto la fortuna e la bravura di laurearmi a 23 anni col vecchio ordinamento, lavorando per gli utlimi due anni,con voto 103, e ora sono quasi 10 anni che lavoro rigraziando dio.
Che poi la laurea sia un punto di partenza non vi è dubbio. L'ho sempre pensata così. Anzi credo che serva quasi esclusivamente per insegnarti un metodo alla soluzione dei problemi che il lavoro poi ti presenta. A meno chè tu non decida di fare il libero professionista del settore.
Nessuno mi ha ragalato niente, e mi sono sudato tutto finora facendo molti sacrifici,senza sentirmi mai arrivato. Del resto nel settore mio i raccomandati non hanno spazio...
Ho sempre saputo cosa volevo fare e ho cercato di arrivarci nel più breve tempo possibile.
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Ci sono poi quelle poche persone che si laureano a 28 o 30 anni per necessità. A questi va tutta la mia stima e il mio appoggio. Appoggio che dovrebbe dare anche il sistema, che invece si perde, anche qui, nel clientelismo.
Ma è indubbio che siano una risicatissima minoranza.
e ci si è laureato a 27...è un quasi sfigato???Mi piacerebbe capire la soglia limite chi l'ha decisa e perchè. Ai miei tempi ti laureavi in filosofia con 16 esami e per fare l'ingegnere dovevi darne più di 30. Non si può generalizzare e non si può sentire da un ministro un'espressione simile. Nemmeno fosse uno con il curriculum di Monti. Non c'è rispetto per il prossimo .
Ricordo un collega nel mio stesso corso di Laurea avrà provato l'ultimo esame non so quante volte. Chissà se lo sfigato era lui o il docente.
Mariotta credo di essermi espresso in modo chiaro. 27 o 26 o chiunque rientri nella categoria di chi si è laureato "tardi" o comunque leggermente fuori corso, per necessità o problemi vari ha tutta la mia stima e il mio appoggio. Anzi, se fosse possibile, ne avrebbe anche di più di chi lo ha fatto in serenità.
Converrai con me, però, che rappresentano una minima parte di chi si laurea a quelle età.
Il resto dei 28-30 o 35enni che si laureano lo fanno così tardi per altri ovvi motivi, e poi magari si lamentano che non trovano lavoro, o fanno gli schizzinosi perchè sono "dottori".
Diciamo le cose per quelle che sono. O almeno io le vedo così.

Io non le vedo come te ma per fugare i dubbi ci sono le statistiche
Detto questo...leggi qui :mrgreen:
http://www.walkonjob.it/articoli/903-ne ... qmaschiliq
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suonatore Jones ha scritto: un padre che lo dice al figlio è diverso: il padre conosce le situazioni (credo) e parla ad una persona definita. che, magari, mantiene con i suoi soldi. non parla a milioni di persone di cui conosce (forse) una decina. è molto diverso.
Sì, ma il termine sfigato non è esatto. Sfigato vuol dire altro nel mio vocabolario.

Le situazioni degli studenti universitari sono tante ed anche diverse....non tutti, per motivi plausibili, possono laurearsi entro i 28 anni.

Se non lavori e ti "campa papà" dovresti laurearti molto prima...su questo non ci piove.
Amaranto Alé
non tifo per gli squadroni ma tifo te
Amaranto è una passione non è un color
la maglia che porti addosso è un'ossession...

Ciao Filippo...

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Mariotta ha scritto:

Io non le vedo come te ma per fugare i dubbi ci sono le statistiche
Detto questo...leggi qui :mrgreen:
http://www.walkonjob.it/articoli/903-ne ... qmaschiliq

Secondo me non hai letto con attenzione quello che ho scritto.
Il link che mi posti avvalora la mia tesi... :scratch
:)
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La carriera lampo di Michel Martone
Diventò docente con una sola pubblicazione


Le prime dichiarazioni pubbliche del vice-ministro del Welfare hanno scatenato la reazione dei ricercatori italiani, che giudicano rapido e anomalo il suo percorso universitario. Uno dei membri della commissione che lo promosse a professore assicura: "E' un raccomandato"
Doveva essere la prima dichiarazione pubblica da viceministro, quella che lo rendeva famoso. Ha fatto un discorso complesso e articolato. E poi ha dato degli “sfigati” agli studenti fuoricorso. Se la mossa fosse casuale o studiata con attenzione non si sa. Di certo Michel Martone non si aspettava che una sola parola potesse diventare un velocissimo boomerang, tornato indietro in meno di due giorni che ora rischia di travolgerlo. Perché gli universitari e i ricercatori della “Rete 29 aprile” hanno fatto notare che la carriera del viceministro del Welfare è piuttosto anomala: laurea in Giurisprudenza a 23 anni, ricercatore a 26, professore ordinario di Diritto del lavoro a 31. Se si considera che nel nostro Paese i docenti under 40 sono circa l’ 1,5 % del totale e gli under 50 meno del 19%, si potrebbe definire un “eletto”. E sulle origini di questa ascesa-lampo da “non sfigato” si è scatenata la Rete dei ricercatori che ha pubblicato ampi stralci del verbale della riunione che consacrò Martone docente nel 2003.

La Commissione era presieduta da Mattia Persiani, professore con il quale Martone si era laureato, anomalia tutta italiana. Dalla relazione finale risulta che su otto concorrenti per il posto all’università di Siena, sei abbiano ritirato la domanda. L’unico sfidante del brillante Martone resta Franca Bargongelli, in servizio nella facoltà dal 1983. “Dei due, la Bargongelli è la più credibile – scrivono i ricercatori – diplomata nel 1970, si laurea nel 1975 in Scienze Politiche e nel 1982 prende una seconda laurea in Giurisprudenza. Tecnicamente, per restare nelle categorie di Martone, ‘una secchiona’, ma visto che la seconda laurea la prende a 30 anni, anche una sfigata”.

Ma la sfiga per la docente deve ancora arrivare. Tra i due, la commissione la ritiene più credibile e ottiene 5 voti su 5. Martone si ferma a 4, e nemmeno tutti espressi con convinzione. Oltre all’entusiasmo del professor Persiani e di Roberto Pessi, gli altri tre commissari, Francesco Liso, Marcello Pedrazzoli e Silvana Sciarra danno giudizi piuttosto negativi. Martone ha presentato un’unica pubblicazione ancora provvisoria. “Lo stile scorrevole rende agevole la lettura, ma permane la difficoltà di individuare una chiara ipotesi di lavoro” scrive la Sciarra, che però conclude “il candidato, nel complesso, risulta idoneo ai fini della valutazione comparativa”.

Pedrazzoli sottolinea la giovane età: “Nonostante questi elementi di discutibilità, da ascrivere per così dire alla sua giovinezza scientifica, il candidato, che si raccomanda anche per una scrittura fluida e chiara, appare visibilmente dotato di forte propensione alla riflessione giuridica. Le notevoli qualità su cui può contare avranno occasione di manifestarsi appieno, quando sarà trascorso il tempo occorrente per la loro sedimentazione”. Solo Liso chiede a Martone di ripresentarsi. Eppure alla fine la scelta cade proprio sul futuro vice-ministro. “Faccio notare al Presidente Monti e a tutti i lettori – ha scritto il professor Michele Ciavarella del Politecnico di Bari in una lettera aperta – che un caso simile in Germania, quello del ministro della Difesa Zu Guttemberg, per molto meno (fu accusato di plagio della tesi di dottorato, ndr) aveva causato una lettera unanime di tutti i Rettori nonché uno scandalo enorme, che causò le sue dimissioni”. In più, uno dei membri della commissione, a distanza di 9 anni e chiedendo di restare anonimo, ha dichiarato ieri a Francesco Margiocco del Secolo XIX che Martone ha vinto perché “è un raccomandato di ferro, iper spinto da tutto il mondo”.

La strada sotto i piedi Michel l’ha trovata spianata anche dal padre Antonio, avvocato generale della Cassazione, coinvolto come testimone nell’inchiesta P3 e presidente della Commissione per la trasparenza nella Pubblica amministrazione, nominato da Brunetta. Ma sicuramente il rampollo è dotato di grande ambizione. “Se questo va negli Stati Uniti lo mettono a pulire i cessi” scrive senza mezzi termini Pora Stella su Facebook dov’è esplosa la rivolta contro la carriera-lampo di Martone. E sul blog del viceministro i commenti hanno raggiunto cifre record: “Io ho 29 anni e sono laureato – scrive un lettore – però vivo fuori dall’Italia per colpa degli ‘sfigati’ come te che governano il Paese!”.

da Il Fatto Quotidiano del 27 gennaio 2012



Un vincente trova sempre una strada (che molto spesso è una scorciatoia), un perdente trova sempre una scusa (perchè molto spesso lo prende in quel posto).

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Sogno, qualcosa di buono
che mi illumini il mondo
buono come te…
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che illumini il cielo
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Mariotta ha scritto: e ci si è laureato a 27...è un quasi sfigato???

Ecchime! quasi sfigato...fiiùùùùù :mrgreen:
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Cit. Vadinho
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Bene, meno male che è venuta fuori la vera storia del raccomandato di ferro... chissà perché sono sempre i raccomandati a sputare sentenze su quelli che hanno avuto difficoltà nella vita :scrolleye:

Complimenti :read:
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