"Laurearsi dopo i 28 anni è da sfigati"
Inviato: 24/01/2012, 14:28
Provocazione del viceministro Martone
"Laurearsi dopo i 28 anni è da sfigati"
Il viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Michel Martone: "E' bravo, invece, chi sceglie un istituto professionale. Bisogna dare messaggi chiari ai giovani". Scoppia la polemica
ROMA - Giovani, futuro e istruzione. E' di quelle che pesano, e fanno discutere, la provocazione lanciata dal viceministro al Welfare Michel Martone ai giovani che dilatano i tempi necessari per raggiungere il traguardo della laurea. Un plauso, invece, lo fa a chi è più pragmatico, schietto con se stesso, capace di scegliere a soli 16 anni un istituto professionale piuttosto che l'università riconoscendo che a quel titolo di studio non arriverà mai. "Dobbiamo dire ai nostri giovani - dice il vice della Fornero - che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo. Essere secchione è bello, almeno hai fatto qualcosa".
Martone ha lanciato la sua provocazione alla "Giornata sull'apprendistato" organizzata dalla Regione Lazio nella sede dell'ex opificio Telecom in via Ostiense: "Bisogna dare messaggi chiari ai giovani" - ha concluso. E le reazioni non si sono fatte aspettare. Monta la polemica, anche sui social network, con le voci degli studenti che però dipingono un quadro ben diverso da quello illustrato dal viceministro. Anche la politica punta il dito contro le parole del viceministro.
Studiare e lavorare, una necessità. "Non tutti coloro che s'iscrivono all'università sono figli di papà" - replica di Pietro De Leo, responsabile dell'associazione Gioventù e Libertà - L'ultima indagine Eurostudent dimostra che in un periodo di crisi economica, come quello attuale, sono sempre di più quegli studenti che non possono permettersi il percorso formativo se non affiancandolo ad un lavoro. La causa - continua De Leo- è l'eccessivo aggravio di tasse e spese che non possono più essere sostenute dalla sola famiglia. Bisognerebbe partire da questa condizione per ripensare al sistema che negli anni ha concepito molti delusi e troppi privilegiati".
Borse di studio insufficienti. Si è detta indignata l'Unione degli Universitari: "Se Martone conoscesse la realtà studentesca, non si sognerebbe neanche di fare certe affermazioni - spiega Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'Udu - L'Italia è l'unico Paese al mondo dove non ci sono i soldi necessari per le borse di studio che dovrebbero essere lo strumento per tutelare il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione. Abbiamo gli investimenti per il diritto allo studio più bassi d'Europa - continua Orezzi - le terze tasse universitarie più alte in Europa e il 40% degli studenti universitari che fanno almeno un lavoro per mantenersi gli studi. Lo vada spiegare a loro e ai figli dei cassintegrati che nonostante tutte le difficoltà continuano a frequentare l'università, costretti magari ad un lavoro in nero".
Bocciato in marketing e comunicazione. Secondo il coordinatore nazionale di Generazione Futuro, Gianmario Mariniello Martone ha usato "un linguaggio sbagliato, non confacente a un rappresentante della Repubblica italiana, che generalizza eccessivamente e rischia di travolgere anche la parte giusta del suo messaggio". Ma nella buona sostanza rimane approvata la linea dura del "laurearsi in tempo e con buoni voti".
Scuse subito. "Semplificare facendo una lista dei buoni e dei cattivi per chi si iscrive ad un istituto professionale o ad un liceo è pura demagogia - scrive Rete degli studenti - Chiediamole scuse immediate del viceministro. Invece di fare proclami sulle nostre vite, vogliamo investimenti subito per fare in modo che non sia la condizione economica delle nostre famiglie a determinare il futuro dei figli".
Laurea dopo i 27, media italiana. A confermare questo dato è il direttore generale dell'università Luiss di Roma, Pierluigi Celli: "La media europea non arriva a 24 anni. I nostri giovani si laureano dopo i 27 anni - ha detto - Oramai, il mercato del lavoro non è più nazionale ma quanto meno europeo se non internazionale. Quindi, i giovani italiani con la laurea rischiano di presentarsi con tre, quattro anni di ritardo rispetto ai giovani europei". E sulle dichiarazioni di Martone interviene dicendo: "La frase è un pò forte, ma affronta un problema reale. Il richiamo del viceministro è pensante ma giusto - afferma Celli - si deve arrivare alla laurea al massimo un anno dopo le annualità previste, diciamo entro i 25 anni. Alla Luiss, ad esempio, abbiamo disincentivato la presenza dei fuoricorso con rette molto più care rispetto a quelle previste per chi si laurea nel tempo stabilito".
Erano "bamboccioni". Resta il fatto che i giovani finiscono puntualmente nel mirino dei governi, soprattutto quando si trovano a fronteggiare le conseguenze della crisi economica. Nessuno, ora, non potrà fare a meno di associare alla definizione di "sfigato", quella di "bamboccione". Li definì così i giovani che non lasciavano ancora casa di mamma e papo, Tommaso Padoa-Schioppa, quando era ministro dell'Economia: "Mandiamo i bamboccioni fuori di casa" - disse. Sono passati più di quattro anni da quella esternazione e la situazione non è migliorata. La crisi economica ha accentuato un ritardo: quello dell'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Laurea o non laurea entro e non oltre i 28. Due milioni di ragazzi, infatti, non studiano e non lavorano. E il futuro? E' drammatico.
La reazione in un tweet. Poco più di un'ora dalle dichiarazioni, si scatena il popolo dei social network. Su Twitter i topic più 'trendy' e più digitati sono #sfigato, #se a 28 e #martone. E lo "sfigato" di Martone viene eletto dalla rete la versione targata 2012 del "bamboccione" di Padoa Schioppa: "#sfigato is the new #bamboccione?". Le parole del viceministro girano vorticose da un profilo all'altro: è tutto un retweet. E come sempre i commenti si spaccano.
La politica. "Conosco tanti ragazzi e tante ragazze della mia regione che si sono laureate a 23 anni e che a 28 sono all'ennesimo lavoro precario. Non li considero sfigati" - ha detto in una nota Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, replicando alle affermazioni del viceministro Martone. "Sfigati in fondo - prosegue il leader di Sel - sono coloro che per censo o per raccomandazione passano davanti a questi ragazzi. Da coloro che rappresentano il governo del Paese ci si aspetterebbe un maggior senso di responsabilità. Il folclore e le battute sprezzanti non sono obbligatorie". Dito puntato anche da Gianfranco Rotondi, ex ministro senza portafoglio del governo Berlusconi: "Le affermazioni del sottosegretario Martone mancano di rispetto nel linguaggio e nella sostanza a migliaia di studenti lavoratori o semplicemente a studenti meno brillanti che non sono certo sfigati. Avranno tutto il tempo di affermarsi nella vita senza incorrere negli anatemi reazionari di un governo che nessuno ha eletto e che ormai mette becco su tutto lo scibile umano".
http://www.repubblica.it/scuola/2012/01 ... -28671973/
forse è tutto più facile quando sei figlio di Antonio Martone, ex presidente dell'Authority scioperi, in odor di P3. Michel Martone, già consulente del ministro Brunetta, viene poi considerato politicamente vicino all'ex ministro del Lavoro Sacconi, ex socialista,giovane Michel è finito per diventare perfino membro della Fondazione Craxi.
"Laurearsi dopo i 28 anni è da sfigati"
Il viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Michel Martone: "E' bravo, invece, chi sceglie un istituto professionale. Bisogna dare messaggi chiari ai giovani". Scoppia la polemica
ROMA - Giovani, futuro e istruzione. E' di quelle che pesano, e fanno discutere, la provocazione lanciata dal viceministro al Welfare Michel Martone ai giovani che dilatano i tempi necessari per raggiungere il traguardo della laurea. Un plauso, invece, lo fa a chi è più pragmatico, schietto con se stesso, capace di scegliere a soli 16 anni un istituto professionale piuttosto che l'università riconoscendo che a quel titolo di studio non arriverà mai. "Dobbiamo dire ai nostri giovani - dice il vice della Fornero - che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo. Essere secchione è bello, almeno hai fatto qualcosa".
Martone ha lanciato la sua provocazione alla "Giornata sull'apprendistato" organizzata dalla Regione Lazio nella sede dell'ex opificio Telecom in via Ostiense: "Bisogna dare messaggi chiari ai giovani" - ha concluso. E le reazioni non si sono fatte aspettare. Monta la polemica, anche sui social network, con le voci degli studenti che però dipingono un quadro ben diverso da quello illustrato dal viceministro. Anche la politica punta il dito contro le parole del viceministro.
Studiare e lavorare, una necessità. "Non tutti coloro che s'iscrivono all'università sono figli di papà" - replica di Pietro De Leo, responsabile dell'associazione Gioventù e Libertà - L'ultima indagine Eurostudent dimostra che in un periodo di crisi economica, come quello attuale, sono sempre di più quegli studenti che non possono permettersi il percorso formativo se non affiancandolo ad un lavoro. La causa - continua De Leo- è l'eccessivo aggravio di tasse e spese che non possono più essere sostenute dalla sola famiglia. Bisognerebbe partire da questa condizione per ripensare al sistema che negli anni ha concepito molti delusi e troppi privilegiati".
Borse di studio insufficienti. Si è detta indignata l'Unione degli Universitari: "Se Martone conoscesse la realtà studentesca, non si sognerebbe neanche di fare certe affermazioni - spiega Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'Udu - L'Italia è l'unico Paese al mondo dove non ci sono i soldi necessari per le borse di studio che dovrebbero essere lo strumento per tutelare il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione. Abbiamo gli investimenti per il diritto allo studio più bassi d'Europa - continua Orezzi - le terze tasse universitarie più alte in Europa e il 40% degli studenti universitari che fanno almeno un lavoro per mantenersi gli studi. Lo vada spiegare a loro e ai figli dei cassintegrati che nonostante tutte le difficoltà continuano a frequentare l'università, costretti magari ad un lavoro in nero".
Bocciato in marketing e comunicazione. Secondo il coordinatore nazionale di Generazione Futuro, Gianmario Mariniello Martone ha usato "un linguaggio sbagliato, non confacente a un rappresentante della Repubblica italiana, che generalizza eccessivamente e rischia di travolgere anche la parte giusta del suo messaggio". Ma nella buona sostanza rimane approvata la linea dura del "laurearsi in tempo e con buoni voti".
Scuse subito. "Semplificare facendo una lista dei buoni e dei cattivi per chi si iscrive ad un istituto professionale o ad un liceo è pura demagogia - scrive Rete degli studenti - Chiediamole scuse immediate del viceministro. Invece di fare proclami sulle nostre vite, vogliamo investimenti subito per fare in modo che non sia la condizione economica delle nostre famiglie a determinare il futuro dei figli".
Laurea dopo i 27, media italiana. A confermare questo dato è il direttore generale dell'università Luiss di Roma, Pierluigi Celli: "La media europea non arriva a 24 anni. I nostri giovani si laureano dopo i 27 anni - ha detto - Oramai, il mercato del lavoro non è più nazionale ma quanto meno europeo se non internazionale. Quindi, i giovani italiani con la laurea rischiano di presentarsi con tre, quattro anni di ritardo rispetto ai giovani europei". E sulle dichiarazioni di Martone interviene dicendo: "La frase è un pò forte, ma affronta un problema reale. Il richiamo del viceministro è pensante ma giusto - afferma Celli - si deve arrivare alla laurea al massimo un anno dopo le annualità previste, diciamo entro i 25 anni. Alla Luiss, ad esempio, abbiamo disincentivato la presenza dei fuoricorso con rette molto più care rispetto a quelle previste per chi si laurea nel tempo stabilito".
Erano "bamboccioni". Resta il fatto che i giovani finiscono puntualmente nel mirino dei governi, soprattutto quando si trovano a fronteggiare le conseguenze della crisi economica. Nessuno, ora, non potrà fare a meno di associare alla definizione di "sfigato", quella di "bamboccione". Li definì così i giovani che non lasciavano ancora casa di mamma e papo, Tommaso Padoa-Schioppa, quando era ministro dell'Economia: "Mandiamo i bamboccioni fuori di casa" - disse. Sono passati più di quattro anni da quella esternazione e la situazione non è migliorata. La crisi economica ha accentuato un ritardo: quello dell'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Laurea o non laurea entro e non oltre i 28. Due milioni di ragazzi, infatti, non studiano e non lavorano. E il futuro? E' drammatico.
La reazione in un tweet. Poco più di un'ora dalle dichiarazioni, si scatena il popolo dei social network. Su Twitter i topic più 'trendy' e più digitati sono #sfigato, #se a 28 e #martone. E lo "sfigato" di Martone viene eletto dalla rete la versione targata 2012 del "bamboccione" di Padoa Schioppa: "#sfigato is the new #bamboccione?". Le parole del viceministro girano vorticose da un profilo all'altro: è tutto un retweet. E come sempre i commenti si spaccano.
La politica. "Conosco tanti ragazzi e tante ragazze della mia regione che si sono laureate a 23 anni e che a 28 sono all'ennesimo lavoro precario. Non li considero sfigati" - ha detto in una nota Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, replicando alle affermazioni del viceministro Martone. "Sfigati in fondo - prosegue il leader di Sel - sono coloro che per censo o per raccomandazione passano davanti a questi ragazzi. Da coloro che rappresentano il governo del Paese ci si aspetterebbe un maggior senso di responsabilità. Il folclore e le battute sprezzanti non sono obbligatorie". Dito puntato anche da Gianfranco Rotondi, ex ministro senza portafoglio del governo Berlusconi: "Le affermazioni del sottosegretario Martone mancano di rispetto nel linguaggio e nella sostanza a migliaia di studenti lavoratori o semplicemente a studenti meno brillanti che non sono certo sfigati. Avranno tutto il tempo di affermarsi nella vita senza incorrere negli anatemi reazionari di un governo che nessuno ha eletto e che ormai mette becco su tutto lo scibile umano".
http://www.repubblica.it/scuola/2012/01 ... -28671973/
forse è tutto più facile quando sei figlio di Antonio Martone, ex presidente dell'Authority scioperi, in odor di P3. Michel Martone, già consulente del ministro Brunetta, viene poi considerato politicamente vicino all'ex ministro del Lavoro Sacconi, ex socialista,giovane Michel è finito per diventare perfino membro della Fondazione Craxi.