Tutto sull'ex presidente del consiglio.

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Regmi
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reggino ha scritto:
Regmi ha scritto:
io2 ha scritto:

io non ho mai detto che non sono necessarie. Però è pur vero che se ne abusa, quindi, oltre a sanzionare la pubblicazione credo sia necessaria anche una regolazione dello strumento stesso delle intercettazioni.
Questo non vuol dire impedirle oppure ostacolare la giustizia ma regolarle bene in modo tale che non se ne abusi spendendo milioni dei contribuenti.
A puro titolo informativo comunico che In una delle tante serate di tabularasa (mi pare fosse la decima) in cui si è trattato l'argomento, il Procuratore di Palmi Creazzo ha spiegato che, previo coinvolgimento e assenso finale di tutti gli attori interessati, una soluzione legislativa pratica e giuridica allo scottante tema si era trovata nella scorsa legislatura prematuratamente finita.
Soluzione che ancora giace in qualche cassetto del Parlamento in quanto questo governo è interessato a ben altro.
:salut

Se ti riferisci al ddl mastella per me è una schifezza assoluta,non per niente è stata partorita da uno dei peggiori ministri della storia d'Italia.
Esattto.
Quella sera Creazzo lo spiegò e mi è parsa una soluzione accettabile di un problema che c'è.

Credo che quel dibattito su sito di Strill si possa ancora visionare.
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
reggino
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Regmi ha scritto:[quoteQuella sera Creazzo lo spiegò e mi è parsa una soluzione accettabile di un problema che c'è.

Credo che quel dibattito su sito di Strill si possa ancora visionare.

Per me non c'è nessun problema,il problema non sono nè le intercettazioni,nè le loro pubblicazioni,ma i politici che rubano.
Quello lì è un problema che bisogna risolvere,io dai politici voglio la MASSIMA trasparenza e la MASSIMA onestà.
https://www.youtube.com/watch?v=-JQINuybHL4" onclick="window.open(this.href);return false;
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reggino ha scritto:
Regmi ha scritto:[quoteQuella sera Creazzo lo spiegò e mi è parsa una soluzione accettabile di un problema che c'è.

Credo che quel dibattito su sito di Strill si possa ancora visionare.

Per me non c'è nessun problema,il problema non sono nè le intercettazioni,nè le loro pubblicazioni,ma i politici che rubano.
Quello lì è un problema che bisogna risolvere,io dai politici voglio la MASSIMA trasparenza e la MASSIMA onestà.
Ovviamente :wink
Ma non è nemmeno corretto che se un Reggino o Regmi qualsiasi, trovandosi nella posizione di imputati per una truffa, si vedano depositate anche le telefonate con le amanti all'oscuro di tutto.
Anche per questo si rende necessario disciplinare la materia.
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Regmi ha scritto:
reggino ha scritto:
Regmi ha scritto:[quoteQuella sera Creazzo lo spiegò e mi è parsa una soluzione accettabile di un problema che c'è.

Credo che quel dibattito su sito di Strill si possa ancora visionare.

Per me non c'è nessun problema,il problema non sono nè le intercettazioni,nè le loro pubblicazioni,ma i politici che rubano.
Quello lì è un problema che bisogna risolvere,io dai politici voglio la MASSIMA trasparenza e la MASSIMA onestà.
Ovviamente :wink
Ma non è nemmeno corretto che se un Reggino o Regmi qualsiasi, trovandosi nella posizione di imputati per una truffa, si vedano depositate anche le telefonate con le amanti all'oscuro di tutto.
Anche per questo si rende necessario disciplinare la materia.
Ma questo è un problema di pubblicazione non di intercettazione.
Le intercettazioni per me NON vanno taccate.
Facendo poi un esempio pratico,di ciò che è apparso sui giornali cosa non avresti voluto che venisse pubblicato,sul caso escort??
io avrei pubblicato tutto,soprattutto la frase in cui Berlusconi dice che per lui fare il premier è un hobby o quando dice a Lavitola di starsene all'estero e non tornare in Italia, fottendomene se questo ha una rilevanza penale o meno,perchè politicamente e moralmente ha,sicuramente, una sua rilevanza.
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Paolo_Padano
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un politico per 5 anni deve fare la vita del certosino è pagato per 25 mia euro al mese olter i bonus e baby pensione per governare e fare gli interessi della nazione, le intercettazioni sono sacrosante anche per le puttanate. i calciatori sono controllati e solo il lunedì sono liberi. certi allenatori li seguono per spare se alle 22,30 vanno a nanna.
Lillu Fotti: "aundi ioca Spread cu cattu si mu rununu a paremetru zeru"
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reggino ha scritto:
Ma questo è un problema di pubblicazione non di intercettazione.
Le intercettazioni per me NON vanno taccate.
Facendo poi un esempio pratico,di ciò che è apparso sui giornali cosa non avresti voluto che venisse pubblicato,sul caso escort??
io avrei pubblicato tutto,soprattutto la frase in cui Berlusconi dice che per lui fare il premier è un hobby o quando dice a Lavitola di starsene all'estero e non tornare in Italia, fottendomene se questo ha una rilevanza penale o meno,perchè politicamente e moralmente ha,sicuramente, una sua rilevanza.
E io di quello parlavo. :scratch
Cioè della non necessità di depositare, indi rendere pubbliche, le parti che sono ininfluenti al processo che nello specifico lo sono.
Il problema sul tappeto è come, è chi, tecnicamente lo si stabilisce e la soluzione pensata e scritta ai tempi di Mastella, secondo Creazzo, rispondeva pienamente a queste problematiche senza sfiorare l'istituto delle intercettazioni in sè.

PS - per quanto riguarda il fraseggio con Lavitola ho già scritto che, nella parte in cui dice di volersene andare dal paese, secondo me ci sono gli estremi per ritirargli il passaporto.
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http://www.libero-news.it/news/824841/I ... liseo.html

COLPE MORALI NIENTE VIOLENZE. ADDIO ELISEO.
Lo scandalo sesuale è "una colpa morale" nei confronti "di mia moglie, dei miei figli e anche dei francesi". Per la prima volta, dopo il suo rientro a Parigi, Dominique Strauss-Kahn parla della vicenda giudiziaria americana che lo ha coinvolto. E dalla quale è stato scagionato, con la caduta dell'accusa di violenza sessuale nei confronti di Nafissatou Diallo, alias Ophelia, la cameriera dell'Hotel Sofitel di New York che lo aveva incastrato. L'ex direttore del Fondo monetario internazionale ed ex (?) possibile candidato socialista alla presidenza della Repubblica transalpina, ha parlato domenica ai microfoni del telegiornale delle 20 di TF1, la prima rete televisiva d'Oltralpe. Si è trattato di "un errore nei confronti di mia moglie e dei miei figli", ha detto. Per la corsa all'Eliseo, "ho mancato il mio io appuntamento con i francesi. Che avevano fiducia in me". E poi ha confermato che non si presenterà alle elezioni presidenziali del 2012 come candidato del Partito socialista: "Avrei voluto, ma non lo farò", ha detto.


Colpe morali?? ma cosa vuol dire?
Sono strani questi francesi...
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Regmi ha scritto:[quote="E io di quello parlavo. :scratch
Cioè della non necessità di depositare, indi rendere pubbliche, le parti che sono ininfluenti al processo che nello specifico lo sono.
Il problema sul tappeto è come, è chi, tecnicamente lo si stabilisce e la soluzione pensata e scritta ai tempi di Mastella, secondo Creazzo, rispondeva pienamente a queste problematiche senza sfiorare l'istituto delle intercettazioni in sè.
PS - per quanto riguarda il fraseggio con Lavitola ho già scritto che, nella parte in cui dice di volersene andare dal paese, secondo me ci sono gli estremi per ritirargli il passaporto.

Dopo il sì della Camera, il provvedimento è fermo in Senato Intercettazioni, cosa prevede il ddl Mastella Il testo vieta la pubblicazione delle conversazioni fino alla chiusura delle indagini. Il procuratore diventa responsabile dell'archivio STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA - La polemica sulle intercettazioni telefoniche che riguardano l'inchiesta sulla vicenda Antonveneta ha riportato in primo piano il ddl Mastella, fermo in commissione Giustizia al Senato dopo che il provvedimento nelle scorse settimane aveva ottenuto il via libera dall'assemblea di Montecitorio, praticamente all'unanimità: 447 voti favorevoli, 7 astensioni e nessun contrario. Da più parti, ora, si chiede a palazzo Madama di stringere i tempi per l'approvazione del provvedimento che prevede, tra l'altro, che sia il procuratore, o un suo delegato, ad assumersi la responsabilità della gestione e del controllo dell'archivio privato dove, secondo le nuove norme, finirebbero anche gli stralci delle intercettazioni.
Ecco cosa prevede, nel dettaglio, il provvedimento del governo.

DIVIETO DI PUBBLICAZIONE - È vietata, recita l'articolo 1 del disegno di legge, la pubblicazione, anche parziale, degli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pubblico ministero o delle investigazioni difensive, anche se non più coperti dal segreto, fino alla conclusione delle indagini preliminari. Stesso divieto per quel che riguarda conversazioni telefoniche o flussi di informazioni informatiche o telematiche e i dati riguardanti il traffico telefonico, anche se non più coperti da segreto. Anche in questo caso fino alla conclusione delle indagini preliminari o fino al termine dell'udienza preliminare. Se si procede al dibattimento, non è consentita la pubblicazione, anche parziale, degli atti del fascicolo del Pm, se non dopo la pronuncia della sentenza in grado di appello.

ARCHIVIO RISERVATO - I documenti che contengono dati relativi a conversazioni e comunicazioni telefoniche o telematiche acquisiti in modo illecito e quei documenti elaborati attraverso una raccolta illecita di informazioni non possono essere in nessun modo utilizzati, tranne che come corpo del reato. E vengono custoditi nell'archivio riservato per le intercettazioni istituito presso ogni procura e di cui è responsabile il procuratore o un suo delegato. Nell'archivio finiscono anche gli atti relativi a conversazioni di cui è vietata l'utilizzazione e quelli privi di rilevanza perché riguardano persone, fatti o circostanze estranei alle indagini. Questi documenti vengono distrutti con provvedimento del Procuratore dopo cinque anni. Oltre agli ausiliari autorizzati dal procuratore, all'archivio possono accedere, nei casi stabiliti dalla legge, il giudice e i difensori.

SANZIONI - Uno dei capitoli più lunghi e, in alcune sue parti, più controversi, fino all'intesa finale sui giornalisti. Chiunque rivela notizie sugli atti del procedimento coperti da segreto e ne agevola la conoscenza è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Se il fatto è commesso per colpa o per «agevolazione colposa», la pena è della reclusione fino a un anno. Se a commettere il fatto è un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, la pena è aumentata, rispettivamente da 1 a 5 anni e da 6 mesi a 2 anni. Reclusione da 1 a 3 anni, invece, per chi in modo illecito viene a conoscenza di atti del procedimento penale coperti da segreto. E per chi, consapevole dell'illecita formazione, acquisizione o raccolta, detiene documenti che contengono atti relativi a conversazioni telefoniche, la pena è la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Chiunque rivela, attraverso qualsiasi mezzo di informazione al pubblico, in tutto o in parte il contenuto di documenti elaborati per mezzo di una raccolta illecita di informazioni è punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale, la reclusione è aumentata da 1 a 5 anni. Per i giornalisti che pubblicano atti del procedimento o intercettazioni telefoniche coperte da segreto scatta l'ammenda da 10mila a 100mila euro, in alternativa alla reclusione fino a 30 giorni, come previsto dall'articolo 684 del Codice penale. In caso di illeciti per finalità giornalistiche, inoltre, è applicata la sanzione amministrativa della pubblicazione, in uno o più giornali, dell'ordinanza che accerta l'illecito a spese dei responsabili della violazione.

TRASCRIZIONE DELLE CONVERSAZIONI - È vietata la trascrizione delle parti di conversazioni che riguardano esclusivamente persone, fatti o circostanze estranei alle indagini. Il giudice dispone che i nominativi o i riferimenti indicativi di soggetti estranei alle indagini siano espunti dalle trascrizioni delle registrazioni. A meno che questo non ostacoli l'accertamento dei fatti esaminati dall'indagine.

DURATA DELLE INTERCETTAZIONI - Il decreto del Pm che dispone l'intercettazione indica la modalità e la durata delle operazioni per un massimo di 15 giorni, prorogabile per altri 15 giorni dal giudice con decreto motivato e per una durata complessiva massima non superiore a tre mesi. Il limite può essere superato solo nel caso in cui dovessero emergere nuovi elementi investigativi. In un apposito registro tenuto presso ogni ufficio del Pubblico ministero sono annotati secondo un ordine cronologico i decreti che dispongono, autorizzano, convalidano o prorogano le intercettazioni. Ridotto anche il numero dei centri di ascolto, il cui limite è fissato ad uno per ogni distretto di Corte d'Appello.

CONTROLLO CORTE DEI CONTI - Entro il 31 marzo di ogni anno, le singole Procure trasmettono al ministro della Giustizia una relazione sulle spese sostenute nell'anno precedente per l'attivitá di intercettazione. Il Guardasigilli, a sua volta, trasmette le relazioni alla Corte dei Conti per un esame amministrativo da parte della magistratura contabile.
12 giugno 2007
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reggino
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Milano, riparte il processo Mills
C’è anche il presidente del Consiglio
Per essere in tribunale Berlusconi ha modificato la sua agenda rinunciando ad andare al vertice Onu sulla questione palestinese. Ieri sera intanto sono scaduti i quattro giorni concessi al premier dai pm napoletani per presentarsi in procura
Lo ha definito paradossale, surreale e ridicolo, un processo “già morto”, il “peggiore di tutti” quelli in cui è imputato “perché non c’è prova né movente”. Questa mattina, però, Silvio Berlusconi è in aula all’udienza del processo per il caso Mills, nel quale è imputato per corruzione in atti giudiziari per avere consegnato 600 mila dollari all’avvocato inglese affinché fornisse testimonianze reticenti ai processi per le tangenti alla Guardia di finanza e All Iberian. Il premier si è presentato puntuale, alle undici, e con l’auto è entrato direttamente dentro il cortile del tribunale. Silenzio, a parte un piccolo scambio di battute con i giornalisti. A chi gli chiedeva ‘come sta?’, ha risposto: “Io bene, voi invece avete delle brutte facce”. Berlusconi al momento non ha rilasciato altre dichiarazioni dicendo che al termine dell’udienza forse avrebbe detto “qualcosa”. E a chi gli faceva osservare che è una risposta simile a quelle che spesso dà D’Alema, ha replicato: “non volevo copiare”.

In aula si è presentato tra gli spettatori anche Roberto Lassini. L’ex candidato alle comunali del Pdl, indagato per vilipendio all’ordine giudiziario in merito alla vicenda dei manifesti ‘via le Br dalle procure’, ha spiegato ai giornalisti di essere in aula “per la riforma della giustizia”. A chi gli chiedeva se fosse venuto per fare ‘la pace’ con Berlusconi o per sostenerlo, Lassini non ha risposto ribadendo seccamente: “Sono qui perché mi occupo di giustizia”.

Per essere presente alla ripresa del dibattimento dopo la pausa estiva, il presidente del consiglio ha cambiato in corsa la sua a genda. Ha infatti annullato la trasferta a New York dove avrebbe dovuto partecipare all’assemblea dell’Onu con all’ordine del giorno il conflitto israelo-palestinese, la Libia, la Siria e l’Afghanistan. L’improvviso cambio di programma sembra sia stato determinato dalla volontà di controbattere punto per punto alle accuse dell’opposizione dopo lo scandalo escort e l’inchiesta napoletana sulla presunta estorsione ai suoi danni.

O forse, come ha stigmatizzato il segretario del Pd Pierluigi Bersani, mentre “si apre all’Onu un’assemblea di straordinaria importanza che discuterà con la presenza di tutti i leader del mondo del Medio Oriente, della Libia, comincerà a discutere della rivendicazione palestinese ad essere uno stato; ci saranno tutti, l’Italia non ci sarà, perché evidentemente per Berlusconi ormai è più imbarazzante il tribunale dell’Onu del tribunale di Milano”.

Alla fine negli Usa è volato il ministro Frattini, mentre Berlusconi è rimasta a casa a difendersi. Se nei giorni scorsi con una lettera al Foglio ha replicato all’opposizione che non ha la minima intenzione di dimettersi, con la scelta di presentarsi in Tribunale a Milano il premier vuole dare una risposta precisa a chi lo accusa di volere scappare dai giudici. In particolare ai pubblici ministeri di Napoli che lo hanno convocato in qualità di parte lesa nell’inchiesta sulla presunta estorsione messa in atto da Tarantini e da Lavitola, il primo in carcere e il secondo irreperibile all’estero.

I legali di Berlusconi sostengono che la convocazione dei pm napoletani è una sorta di trappola per il premier che potrebbe entrare in Procura da testimone e uscire da indagato. Sempre oggi, tra l’altro, i magistrati napoletani, dopo il rifiuto del presidente del consiglio di presentarsi come testimone, dovrebbero decidere quale strada percorrere. Se Berlusconi ribadirà il suo rifiuto a presentarsi i magistrati potrebbero anche decidere l’accompagnamento coatto, come prevede il codice. Una scelta non facile in quanto sarebbe necessaria l’autorizzazione della Camera.

Del resto, il processo Mills è per Berlusconi una scelta tra le meno impegnative. Tra i procedimenti in cui il premier è imputato, infatti, è quello su cui maggiormente pende la spada di Damocle della prescrizione. Per la corruzione in atti giudiziari, reato contestato al premier, la prescrizione scatta nel febbraio 2012. Solo un passo, insomma, lo separa dalla morte tecnica. L’avvocato inglese era stato condannato in primo e in secondo grado, poi la Cassazione aveva dichiarato la prescrizione. Il processo in corso a Milano è uno stralcio di quello principale. In una delle ultime udienze era stato sentito l’armatore napoletano Diego Attanasio. Secondo la difesa, infatti, non da Berlusconi ma da Attanasio provenivano i 600 mila dollari finiti nelle disponibilità di Mills. L’armatore napoletano ha però smentito questa ricostruzione: “Non ci sarebbe stato motivo per me per regalare 600 mila dollari a Mills”, ha risposto Attanasio.

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Cronaca | di Redazione Il Fatto Quotidiano
19 settembre 2011


Commenta (13) Più informazioni su: Abruzzo, Berlusconi, Guarguaglini, l'Aquila, Lunanuova, Metrangolo, tarantiniIl terremoto devasta L’Aquila
Tarantini come Piscicelli: “Una fortuna!”
Francesco Maria Piscicelli non era l’unico a “gioire” per il terremoto che all’alba del 9 aprile 2009 ha devastato L’Aquila. Mentre “lo sciacallo”, al telefono con il cognato Pierfrancesco Gagliardi, alle 3.32 di mattina “rideva nel letto” per le opportunità di guadagno che sarebbero derivate dalla gestione dell’emergenza, Gianpaolo Tarantini vedeva nella tragedia abruzzese l’occasione per far sbloccare gli interessi (suoi e del comitato d’affari da lui creato) in ballo con Finmeccanica. Il mezzo è sempre il telefono, la cronologia l’unica differenza sostanziale. E’ il 6 maggio, infatti, quando il faccendiere barese chiama Domenico Lunanuova, dirigente del colosso statale. L’argomento? Il dramma avvenuto un mese prima in Abruzzo potrebbe far accelerare l’iter di un’appalto su cui il comitato d’affari pugliese punta tantissimo: la modernizzazione di Isoradio.

“Diciamo una cosa mo vabbè… diciamo che siamo pure fortunati sui tempi, perché in linea di massima domani quello dovrebbe firmare no?” dice Tarantini. Lunanuova risponde, ma smorza i toni trionfalistici di Gianpi: “No, domani pomeriggio, speriamo… però è una conquista che sono riuscito a fare io senza l’aiuto di nessuno, no? Ma per culo, per culo tra virgolette perché là è successo il terremoto e hanno bisogno di questa cosa”.

L’affare è grosso, la procedura per averlo molto complicata. Con il sisma, però, arrivano a pioggia milioni di euro. Tarantini fiuta la preda, anche perché il manager di Finmeccanica Salvatore “Rino” Metrangolo lo ha avvisato che l’intero progetto Isoradio sta per partire. Gianpi si affretta per comprendere come fare a metterci le mani addosso. L’asso nella manica è sempre lo stesso: Silvio Berlusconi. E infatti si fa aiutare dal Cavaliere, che deve intercedere per far incontrare l’amministratore delegato di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini con Enrico Intini, sodale di Gianpi nel comitato in salsa pugliese. L’incontro avviene, ma è un autogol, perché la Protezione civile vuole dare via libera al progetto Isoradio solo per l’Abruzzo e non per tutto il territorio nazionale, come invece sperava il faccendiere barese e i suoi compagni di speculazione.

Alla fine, l’affare da cento milioni di euro (50 secretati e l’altrà metà per Isoradio) non verrà mai concluso.

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reggino ha scritto:Cronaca | di Redazione Il Fatto Quotidiano
19 settembre 2011


Commenta (13) Più informazioni su: Abruzzo, Berlusconi, Guarguaglini, l'Aquila, Lunanuova, Metrangolo, tarantiniIl terremoto devasta L’Aquila
Tarantini come Piscicelli: “Una fortuna!”
Francesco Maria Piscicelli non era l’unico a “gioire” per il terremoto che all’alba del 9 aprile 2009 ha devastato L’Aquila. Mentre “lo sciacallo”, al telefono con il cognato Pierfrancesco Gagliardi, alle 3.32 di mattina “rideva nel letto” per le opportunità di guadagno che sarebbero derivate dalla gestione dell’emergenza, Gianpaolo Tarantini vedeva nella tragedia abruzzese l’occasione per far sbloccare gli interessi (suoi e del comitato d’affari da lui creato) in ballo con Finmeccanica. Il mezzo è sempre il telefono, la cronologia l’unica differenza sostanziale. E’ il 6 maggio, infatti, quando il faccendiere barese chiama Domenico Lunanuova, dirigente del colosso statale. L’argomento? Il dramma avvenuto un mese prima in Abruzzo potrebbe far accelerare l’iter di un’appalto su cui il comitato d’affari pugliese punta tantissimo: la modernizzazione di Isoradio.

“Diciamo una cosa mo vabbè… diciamo che siamo pure fortunati sui tempi, perché in linea di massima domani quello dovrebbe firmare no?” dice Tarantini. Lunanuova risponde, ma smorza i toni trionfalistici di Gianpi: “No, domani pomeriggio, speriamo… però è una conquista che sono riuscito a fare io senza l’aiuto di nessuno, no? Ma per culo, per culo tra virgolette perché là è successo il terremoto e hanno bisogno di questa cosa”.

L’affare è grosso, la procedura per averlo molto complicata. Con il sisma, però, arrivano a pioggia milioni di euro. Tarantini fiuta la preda, anche perché il manager di Finmeccanica Salvatore “Rino” Metrangolo lo ha avvisato che l’intero progetto Isoradio sta per partire. Gianpi si affretta per comprendere come fare a metterci le mani addosso. L’asso nella manica è sempre lo stesso: Silvio Berlusconi. E infatti si fa aiutare dal Cavaliere, che deve intercedere per far incontrare l’amministratore delegato di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini con Enrico Intini, sodale di Gianpi nel comitato in salsa pugliese. L’incontro avviene, ma è un autogol, perché la Protezione civile vuole dare via libera al progetto Isoradio solo per l’Abruzzo e non per tutto il territorio nazionale, come invece sperava il faccendiere barese e i suoi compagni di speculazione.

Alla fine, l’affare da cento milioni di euro (50 secretati e l’altrà metà per Isoradio) non verrà mai concluso.

ilfatto

che uomini di merda... :muro:
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
suonatore Jones

notare il nome di un grosso gruppo italiano. sempre loro, maledetti, sempre loro.
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aquamoon
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suonatore Jones ha scritto:notare il nome di un grosso gruppo italiano. sempre loro, maledetti, sempre loro.
FINmeccanica o FINinvest?
:scratch
Sventurata la terra che ha bisogno di eroi
suonatore Jones

aquamoon ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:notare il nome di un grosso gruppo italiano. sempre loro, maledetti, sempre loro.
FINmeccanica o FINinvest?
:scratch

gli armatori cattolici.
reggino
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Il pentito Lo Verso: “Provenzano mi disse
di un patto con Marcello Dell’Utri”
”Bernardo Provenzano mi riferì di accordi politici con Dell’Utri, dopo le stragi del ’92-’93, che costituirono la base su cui la mafia decise di appoggiare Forza Italia”. E’ l’ultima rivelazione del pentito Stefano Lo Verso, per anni vicinissimo a Provenzano. Le sue dichiarazioni sono state depositate oggi al processo per favoreggiamento aggravato al generale dei carabinieri Mario Mori. Il collaboratore ha riferito ai pm che tra i benefici previsti dal presunto accordo tra mafia e Dell’Utri c’era anche il mantenimento dello stato di latitanza di Bernardo Provenzano.

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reggino
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Niccolò Ghedini: “Lavitola minacciò
di bastonarmi”
Il legale del Presidente del Consiglio rivela ai pm napoletani minacce fisiche da parte dell'ex giornalista nei confronti suoi e di Gianni Letta, che si erano opposti ad una sua candidatura alle elezioni
Il direttore dell’”Avanti!” Valter Lavitola, indagato dalla Procura di Napoli per aver estorto al premier Silvio Berlusconi denaro in cambio del suo silenzio sul giro delle escort a Palazzo Grazioli, minacciò di “bastonare” l’avvocato Niccolò Ghedini, perché questi si era detto contrario a una sua candidatura alle elezioni. A raccontarlo è stato lo stesso legale del Presidente del Consiglio durante l’interrogatorio in qualità di testimone davanti ai pm della procura partenopea. La stessa minaccia, ha raccontato Ghedini, Lavitola l’avrebbe rivolta anche al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, che pure aveva espresso parere negativo.

Nel 2008, ha raccontato Niccolò Ghedini agli inquirenti, Lavitola aspirava a una candidatura alle elezioni politiche “ovviamente in una posizione tale da poter essere eletto”. E l’avvocato del premier, che per sua stessa ammissione ha sempre collaborato alla compilazione delle liste, si oppose, sostenendo che, dalle notizie che circolavano sulla stampa, Lavitola non godeva proprio di un’ottima fama. “Sia io che il dottor Letta – questi in maniera ancor più vivace di me – avevamo sconsigliato il presidente Berlusconi di non frequentare questo signor Lavitola, che sarà una persona simpaticissima, piacevolissima, ma che non ci entusiasmava per ciò che veniva prospettato”, ha raccontato Ghedini. E Berlusconi, che, ha aggiunto il legale e parlamentare Pdl, “è uomo così generoso, generoso di sè” spiegò a Lavitola la ragione della sua candidatura proprio con la contrarietà dell’avvocato e di Letta. E quando l’ex direttore dell’”Avanti!” (ed ex giornalista, visto che è stato radiato dall’ordine dei giornalisti) lo venne a sapere, “andò in ufficio dal presidente e, parlando con Marinella (Brambilla, segretaria del premier, ndr), fece delle minacce di tipo fisico”, ha spiegato il penalista. Che pone proprio questa vicenda alla base della sua estraneità a Lavitola: “Io posso mai frequentare uno come Lavitola che mi viene a fare minacce di tipo fisico?..Mi sono limitato a esprimere un parere, e adesso dice di volermi bastonare fisicamente”. Una vicenda che ha in sé un che di esilarante, ma è tutto vero, assicura Ghedini, che ha invitato gli stessi pm a una verifica: “Se lo domandate a Marinella se lo ricorda perfettamente questo episodio”.


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Governo battuto 5 volte alla Camera
Fini: “Maggioranza debolissima”
L'esecutivo va sotto in pochi minuti cinque volte in Aula alla Camera, due volte nel corso del ddl del testo sugli spazi verdi urbani. L'opposizione Pd: "Il dato politico è chiaro, il centrodestra non tiene e l'opposizione è compatta"
E cinque. Tante sono state le volte in cui in pochi minuti la maggioranza di governo è stata battuta oggi alla Camera. ”Il dato politico è chiaro, la maggioranza non tiene e l’opposizione è compatta” esultano dall’opposizione Pd. Il centro-destra è caduto sugli emendamenti di alcuni autentici misconosciuti, come quelli proposti dai deputati Pd Elisabetta Zamparutti e Roberto Morassut e, inoltre, per due volte sul ddl sugli spazi verdi urbani.

Alla fine dai banchi del Pdl, vista la debacle è stato chiesto il time out, la sospensione, ma non è servito a nulla, perché poco dopo l’esecutivo è andato sotto per la quinta volta. Tanto da spingere il sottosegretario all’Ambiente, Elio Belcastro, a dichiarare: “Il governo si rimette all’Aula su tutti gli emendamenti al testo sugli spazi verdi pubblici urbani”.

Hanno pesato, soprattutto, le assenze nelle file di Pdl e Lega. Emendamenti su provvedimenti poco pesanti, per carità, ma che non fanno stare tranquilla la maggioranza, chiamata dopodomani all’ennesimo voto di verifica, quello sì pesante, sulla richiesta di arresto per il deputato Pdl Marco Milanese, su cui l’aula della Camera sarà chiamata a votare giovedì. Un vero e proprio esame per capire la tenuta di questa maggioranza. E le fibrillazioni si avvertono, visto che da giorni esponenti come il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ripetono come una cantilena: “Il governo su Milanese non rischia”.

Il capogruppo Pd, Dario Franceschini, ha affidato a Twitter i commenti: “Rieccoli: primi voti della settimana, maggioranza battuta. Senza voto di fiducia – continua – la maggioranza non c’è più”.

Chi gongola è anche l’opposizione di centro-destra. Il presidente della Camera e leader di Fli, Gianfranco Fini, rimarca “il governo è debolissimo”, al quale si aggiunge il numero uno dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che afferma: “Solo chi non vuole vedere non vede la situazione”.

ilfatto
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stefano ha scritto:http://www.libero-news.it/news/824841/I ... liseo.html

COLPE MORALI NIENTE VIOLENZE. ADDIO ELISEO.
Lo scandalo sesuale è "una colpa morale" nei confronti "di mia moglie, dei miei figli e anche dei francesi". Per la prima volta, dopo il suo rientro a Parigi, Dominique Strauss-Kahn parla della vicenda giudiziaria americana che lo ha coinvolto. E dalla quale è stato scagionato, con la caduta dell'accusa di violenza sessuale nei confronti di Nafissatou Diallo, alias Ophelia, la cameriera dell'Hotel Sofitel di New York che lo aveva incastrato. L'ex direttore del Fondo monetario internazionale ed ex (?) possibile candidato socialista alla presidenza della Repubblica transalpina, ha parlato domenica ai microfoni del telegiornale delle 20 di TF1, la prima rete televisiva d'Oltralpe. Si è trattato di "un errore nei confronti di mia moglie e dei miei figli", ha detto. Per la corsa all'Eliseo, "ho mancato il mio io appuntamento con i francesi. Che avevano fiducia in me". E poi ha confermato che non si presenterà alle elezioni presidenziali del 2012 come candidato del Partito socialista: "Avrei voluto, ma non lo farò", ha detto.


Colpe morali?? ma cosa vuol dire?
Sono strani questi francesi...
:lol: :lol: :lol:
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reggino ha scritto:Niccolò Ghedini: “Lavitola minacciò
di bastonarmi”
Il legale del Presidente del Consiglio rivela ai pm napoletani minacce fisiche da parte dell'ex giornalista nei confronti suoi e di Gianni Letta, che si erano opposti ad una sua candidatura alle elezioni
Il direttore dell’”Avanti!” Valter Lavitola, indagato dalla Procura di Napoli per aver estorto al premier Silvio Berlusconi denaro in cambio del suo silenzio sul giro delle escort a Palazzo Grazioli, minacciò di “bastonare” l’avvocato Niccolò Ghedini, perché questi si era detto contrario a una sua candidatura alle elezioni. A raccontarlo è stato lo stesso legale del Presidente del Consiglio durante l’interrogatorio in qualità di testimone davanti ai pm della procura partenopea. La stessa minaccia, ha raccontato Ghedini, Lavitola l’avrebbe rivolta anche al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, che pure aveva espresso parere negativo.

Nel 2008, ha raccontato Niccolò Ghedini agli inquirenti, Lavitola aspirava a una candidatura alle elezioni politiche “ovviamente in una posizione tale da poter essere eletto”. E l’avvocato del premier, che per sua stessa ammissione ha sempre collaborato alla compilazione delle liste, si oppose, sostenendo che, dalle notizie che circolavano sulla stampa, Lavitola non godeva proprio di un’ottima fama. “Sia io che il dottor Letta – questi in maniera ancor più vivace di me – avevamo sconsigliato il presidente Berlusconi di non frequentare questo signor Lavitola, che sarà una persona simpaticissima, piacevolissima, ma che non ci entusiasmava per ciò che veniva prospettato”, ha raccontato Ghedini. E Berlusconi, che, ha aggiunto il legale e parlamentare Pdl, “è uomo così generoso, generoso di sè” spiegò a Lavitola la ragione della sua candidatura proprio con la contrarietà dell’avvocato e di Letta. E quando l’ex direttore dell’”Avanti!” (ed ex giornalista, visto che è stato radiato dall’ordine dei giornalisti) lo venne a sapere, “andò in ufficio dal presidente e, parlando con Marinella (Brambilla, segretaria del premier, ndr), fece delle minacce di tipo fisico”, ha spiegato il penalista. Che pone proprio questa vicenda alla base della sua estraneità a Lavitola: “Io posso mai frequentare uno come Lavitola che mi viene a fare minacce di tipo fisico?..Mi sono limitato a esprimere un parere, e adesso dice di volermi bastonare fisicamente”. Una vicenda che ha in sé un che di esilarante, ma è tutto vero, assicura Ghedini, che ha invitato gli stessi pm a una verifica: “Se lo domandate a Marinella se lo ricorda perfettamente questo episodio”.


iflatto
E vabbe', qui Lavitola non ha mica torto.
D'altronde, visto che a pagare la sua parcella siamo noi, chi è che non vorrebbe bastonare Ghedini.
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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pellarorc
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Iscritto il: 11/05/2011, 14:22

o SB ma vatindi fora ri scatuli!
Lui e tutto il suo partito di ignoranti faccendieri!!
Ieri sera Fitto lo hanno massacrato! elui continuava imperterrito a risposndere sempre le stesse cose e a difendere l'indifendibile.

berlusconi rinuncia ad andare negli states per impegni e poi si scopre che invece aveva l'incontro con le puttanelle di turno. E' un dato di fatto, realmente accaduto e documentato ma Fitto che dice? "ma...questo lo dice lei.."

ma ci è o ci fà?
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