Mani sui risparmi: cade il segreto bancario

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Le Fiamme gialle: "L’Anagrafe ci consegnerà una fotografia completa di tutto il patrimonio". L'articolo 11 della manovra voluta dal governo Monti trasforma l’Anagrafe tributaria in una sorta di grande fratello, carico di informazioni e di dati. Il segreto bancario si attenuerà: diventerà una foglia di fico e con un clic anche quell’esile protezione cadrà mettendo a nudo le ricchezze del signor Rossi. IL COMMENTO Così l'Italia assomiglia a uno Stato di polizia fiscale di Claudio Borghi
di Stefano Zurlo - 12 dicembre 2011, 08:15


Al Comando generale delle Fiamme gialle parlano di svolta epocale. Per la prima volta lo Stato sfodera gli artigli contro chi faceva il furbo e non pagava le tasse.
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La stagione dei grandi evasori, con un gruzzolo milionario in banca e dichiarazione dei redditi da pezzenti, finisce una volta per tutte. Almeno sulla carta. Perché basterà poco agli investigatori del fisco per stanare i finti poveri: sarà sufficiente interrogare il cervellone elettronico dell’Anagrafe tributaria per sapere tutto quel che c’è da sapere sul quel determinato contribuente.

Merito dell’articolo 11 della manovra voluta dal governo Monti che trasforma l’Anagrafe tributaria in una sorta di grande fratello, carico di informazioni e di dati. Il segreto bancario si attenuerà: diventerà una foglia di fico e con un clic anche quell’esile protezione cadrà mettendo a nudo le ricchezze del signor Rossi.
Eccoci al punto, chirurgicamente affrontato da Mario Monti. Fino a oggi l’Anagrafe tributaria centellinava le notizie: al finanziere, che aveva sospetti su un certo soggetto, il cervellone gestito dalla Sogei comunicava che il signor Rossi aveva un conto presso un certo istituto di credito. Punto. D’ora in poi il militare riceverà un rapporto completo. Un estratto conto, con il saldo, le movimentazioni e tutti gli eventuali investimenti in titoli di Stato, quote di fondi, azioni e obbligazioni. Finora, per essere chiari, il militare doveva scrivere a quell’istituto di credito e chiedergli tutta la documentazione di suo interesse. Una faticaccia, che oggi, in teoria, diventa un gioco da ragazzi. Questo, naturalmente, sempre che il testo originale non subisca cambiamenti in corso d’opera.
«Onestamente - spiega un ufficiale della Guardia di finanza - il nostro lavoro diventerà molto più veloce. Prima si procedeva passo passo, un gradino alla volta. Dovevi rivolgerti a una banca, poi dovevi chiederle tutti i dati e magari dovevi riproporre i quesiti ad altri istituti di credito. Giorni e giorni, lettere su lettere perché l’Anagrafe indicava solo la strada da percorrere. Ora l’Anagrafe ci consegnerà una fotografia completa della situazione patrimoniale». E certi scandali che hanno costellato le cronache dovrebbero andare in archivio, come retaggio di un passato in cui si combatteva l’evasione in modo ancora artigianale.
Con il nuovo sistema certe situazioni paradossali dovrebbero, o meglio potrebbero essere smascherate in un battito di ciglia. Tizio è avvisato: potrà continuare a giocare a rimpiattino e dichiarare somme irrisorie o fingersi addirittura nullatenente ma i suoi conti magari milionari, i suoi investimenti e le sue movimentazioni saranno disponibili dentro la «pancia» dell’Anagrafe. E non più nascosti dietro le mura di una filiale.
Si volta dunque pagina? Sì, ma il metodo di ricerca sarà sempre lo stesso: non ci sarà l’accesso indiscriminato al cervellone. Niente pesca a strascico. «Noi - dicono al Comando generale delle Fiamme gialle - procederemo come al solito: se si ha un sospetto e solo in quel caso si andrà ad interrogare l’Anagrafe. Le informazioni arriveranno solo in seguito all’apertura di un procedimento penale o amministrativo. Certo, la lotta all’evasione e al riciclaggio farà un balzo in avanti. E accelerando i tempi si moltiplicheranno anche le verifiche».
Ma i segugi delle Fiamme gialle immaginano già la possibile contromossa di chi non vuole rispettare le regole.


Porteranno i capitali all’estero. E sfuggiranno così al sofisticato radar della Sogei. Basterà andare in Svizzera per mettere fuori gioco, o almeno in difficoltà, i nostri 007. L’Italia stava negoziando, come già hanno fatto Berlino e Londra, un accordo a suo modo storico con Berna per imporre una tassazione sui capitali esportati. Ma la trattativa, ormai in dirittura d’arrivo, si è bloccata perché l’Europa vuole stabilire una linea d’attacco comune. Ci vorrà tempo per pizzicare chi ha spostato le proprie fortune a Lugano. In ogni caso c’è sempre un’uscita di sicurezza nel cortile di casa nostra: San Marino. A San Marino si arriva solo con le rogatorie, come in qualunque altra parte del mondo. Ma per arrivare a San Marino non c’è neanche bisogno di passare una dogana. La grande fuga, forse, è già cominciata.


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