Ma invece di scannarci su Monti, Berlusconi e ...
Inviato: 09/12/2011, 13:23
...compagnia tassando, non potremmo guardare con interesse a quello che succede in casa nostra?
Ho letto questo articolo di Giusva,amaramente bellissimo, sul quale vorrei che si posasse la vostra/nostra attenzione :
Il senso di responsabilità segna il confine tra crisi e guerra civile
di Giusva Branca
Sono giorni difficili, per l’Europa, per l’Italia e, a maggior ragione, per la Calabria e per Reggio. Sono giorni ruvidi, giorni di ostilità, giorni di egoismi scaturenti da anni di solidarietà sociale e reale violentata.
E però, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, proprio in queste fasi ciascuno deve fare il proprio, a testa bassa, con rigore e grande senso di responsabilità, soprattutto se dai ruoli che si ricoprono discendono conseguenze dirette e a volte gravissime per la collettività e per il futuro della coesione sociale necessaria per dare continuità al patto sociale stesso.
Abbiamo – e lo facciamo ancora – più volte richiamato la politica a tenere comportamenti e adottare misure che siano consoni a morigeratezza e buon senso e però, a volo di uccello, non pare che questo messaggio sia stato accolto.
In tutto ciò si innesta una situazione, quella del Comune di Reggio Calabria, assai più delicata che altrove e che, quindi, necessita di attenzione particolari.
Qui i fronti che si aprono sono numerosi e molti di questi sono caratterizzati, appunto, dalla mancanza di equilibrio, morigeratezza, buon senso e senso di responsabilità suddetti.
Diciamo subito che il Sindaco di Reggio, Arena, difetta ancora una volta per eccesso di signorilità che, però, in troppi casi rischia di chiudere una pericolosa rima con acquiescenza. Arena, ancora, paga pegno per colpe di terzi: il peccato originale della situazione economico-finanziaria ereditata è ben noto, ma a questo si sommano comportamenti disinvolti e/o irresponsabili dei suoi assessori, spesso bastoni tra le ruote posti da qualcuno della struttura burocratica e, ultimo in ordine di tempo, ma primo per importanza, strani, stranissimi accadimenti nel campo del mondo del lavoro, laddove per lavoro va letto servizi pubblici essenziali.
Da due giorni la Leonia ha sospeso la raccolta dei rifiuti in città.
Il fatto è gravissimo alla luce di una serie di dinamiche che, oltre a denotare assenza totale di senso di responsabilità, rappresentano violazione di legge e, a leggere bene tra le righe, anche segnali assai pericolosi che chi è nato e cresciuto su questo territorio non fa fatica a decodificare.
I dipendenti della Leonia, ad oggi, sono creditori del 50% dell’ultima mensilità maturata, la qual cosa rappresenta, certamente, la lesione di un diritto ma, altrettanto sicuramente non rappresenta, in questo contesto locale e nazionale, titolo per mettere in ginocchio una città.
Soprattutto non lo rappresenta perché – vivaddio- ancora viviamo (forse) in uno Stato di diritto laddove le norme dovrebbero dettare legge.
La legge prescrive, per i servizi pubblici essenziali, un preavviso di almeno dieci giorni che non c’è stato, ma – oltre questo – si percepisce chiaramente una situazione nella quale i vertici aziendali si dichiarano impotenti rispetto alle scelte di gruppi di lavoratori che operano in completa autonomia anche rispetto alle rsa aziendali.
E allora di cosa stiamo parlando? Chi sono gli interlocutori (veri, non quelli che si siedono ai tavoli e poi prendono ordini da altri) di questa pericolosissima partita?
La giornata dell’otto dicembre è stata caratterizzata da una serie convulsa di telefonate nelle quali è dovuto, necessariamente, scendere in campo il Prefetto, il quale ha convocato un tavolo per oggi ottenendo, comunque, la raccolta dei rifiuti almeno nelle zone a rischio (mercati, ospedale, etc.).
Ma la parte più grave non risiede nella partita (legittima e consueta) tra chi ha il diritto alla retribuzione e chi ha il dovere di erogarla, ma nella logica per la quale, ad un certo punto, sia pur dietro sacrosanti diritti (sia pur lesi solo in minima parte) possa avviarsi un pericolosissimo gioco al massacro, un “tutti contro tutti” che avrebbe la medesima potenzialità di una sigaretta accesa in un deposito di carburante.
Senso di responsabilità, dicevamo. Da parte di tutti, al pari del rispetto delle regole che, più saltano da una parte (puntualità nei pagamenti) e più devono essere rispettati dall’altra, altrimenti salta tutto per aria, altrimenti, ad esempio, l’esecuzione di un sacrosanto diritto, come lo sciopero, si trasforma in una semplice astensione dal lavoro non autorizzata che (essendo, tra l’altro, la seconda volta) potrebbe anche trasformarsi in causa di licenziamento.
Servono anche interlocutori seri, però, da una parte e dall’altra. E il primo passo per la serietà è dato dall’accreditamento – formale e materiale – a trattare in nome e per conto.
E serve anche personalità. Serve personalità per metterci la faccia, in ogni minuto di questi giorni bui.
Deve mettere da parte un pezzo della sua innata tendenza (ed è un valore) agli equilibrismi il Sindaco Arena, non avendo remore, nella qualità di Primo Cittadino votato a larga maggioranza, nel denunciare pubblicamente le situazioni, ma, al tempo stesso, nel bacchettare, ove lo ritenga opportuno, dirigenti, funzionari, assessori dalla lingua troppo lunga o dalle frequentazioni disinvolte.
Serve personalità anche da parte dei vertici aziendali, a partire da Leonia; che la smettano di sussurrare nelle segrete stanze che non contano niente, che sono ostaggio di questo o di quello: se hanno capacità, mezzi e personalità per guidare la barca lo facciano, altrimenti dicano a chiare lettere come stanno le cose, oppure vadano a casa, lor signori, lautamente retribuiti per ricoprire un incarico che con sé porta necessariamente anche responsabilità pesanti.
Lo abbiamo scritto e riscritto più volte, fin dalla scorsa estate: secondo i nostri indicatori l’inizio del 2012 sarà, soprattutto per Reggio, devastante. Si arriverà al punto più basso della crisi economica, esploderanno tensioni sociali notevoli, sarà a rischio anche l’ordine pubblico.
Dalla forza di nervi di tutti, dalla capacità di resistere alla logica del “muoia Sansone e tutti i Filistei” passerà il confine tra il momento più grave della crisi da gestire con lacrime e sangue, ma comunque da gestire, ed una sorta di guerra civile moderna dalla quale poi resteranno solo macerie fumanti.
fonte: http://www.strill.it
Ho letto questo articolo di Giusva,amaramente bellissimo, sul quale vorrei che si posasse la vostra/nostra attenzione :
Il senso di responsabilità segna il confine tra crisi e guerra civile
di Giusva Branca
Sono giorni difficili, per l’Europa, per l’Italia e, a maggior ragione, per la Calabria e per Reggio. Sono giorni ruvidi, giorni di ostilità, giorni di egoismi scaturenti da anni di solidarietà sociale e reale violentata.
E però, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, proprio in queste fasi ciascuno deve fare il proprio, a testa bassa, con rigore e grande senso di responsabilità, soprattutto se dai ruoli che si ricoprono discendono conseguenze dirette e a volte gravissime per la collettività e per il futuro della coesione sociale necessaria per dare continuità al patto sociale stesso.
Abbiamo – e lo facciamo ancora – più volte richiamato la politica a tenere comportamenti e adottare misure che siano consoni a morigeratezza e buon senso e però, a volo di uccello, non pare che questo messaggio sia stato accolto.
In tutto ciò si innesta una situazione, quella del Comune di Reggio Calabria, assai più delicata che altrove e che, quindi, necessita di attenzione particolari.
Qui i fronti che si aprono sono numerosi e molti di questi sono caratterizzati, appunto, dalla mancanza di equilibrio, morigeratezza, buon senso e senso di responsabilità suddetti.
Diciamo subito che il Sindaco di Reggio, Arena, difetta ancora una volta per eccesso di signorilità che, però, in troppi casi rischia di chiudere una pericolosa rima con acquiescenza. Arena, ancora, paga pegno per colpe di terzi: il peccato originale della situazione economico-finanziaria ereditata è ben noto, ma a questo si sommano comportamenti disinvolti e/o irresponsabili dei suoi assessori, spesso bastoni tra le ruote posti da qualcuno della struttura burocratica e, ultimo in ordine di tempo, ma primo per importanza, strani, stranissimi accadimenti nel campo del mondo del lavoro, laddove per lavoro va letto servizi pubblici essenziali.
Da due giorni la Leonia ha sospeso la raccolta dei rifiuti in città.
Il fatto è gravissimo alla luce di una serie di dinamiche che, oltre a denotare assenza totale di senso di responsabilità, rappresentano violazione di legge e, a leggere bene tra le righe, anche segnali assai pericolosi che chi è nato e cresciuto su questo territorio non fa fatica a decodificare.
I dipendenti della Leonia, ad oggi, sono creditori del 50% dell’ultima mensilità maturata, la qual cosa rappresenta, certamente, la lesione di un diritto ma, altrettanto sicuramente non rappresenta, in questo contesto locale e nazionale, titolo per mettere in ginocchio una città.
Soprattutto non lo rappresenta perché – vivaddio- ancora viviamo (forse) in uno Stato di diritto laddove le norme dovrebbero dettare legge.
La legge prescrive, per i servizi pubblici essenziali, un preavviso di almeno dieci giorni che non c’è stato, ma – oltre questo – si percepisce chiaramente una situazione nella quale i vertici aziendali si dichiarano impotenti rispetto alle scelte di gruppi di lavoratori che operano in completa autonomia anche rispetto alle rsa aziendali.
E allora di cosa stiamo parlando? Chi sono gli interlocutori (veri, non quelli che si siedono ai tavoli e poi prendono ordini da altri) di questa pericolosissima partita?
La giornata dell’otto dicembre è stata caratterizzata da una serie convulsa di telefonate nelle quali è dovuto, necessariamente, scendere in campo il Prefetto, il quale ha convocato un tavolo per oggi ottenendo, comunque, la raccolta dei rifiuti almeno nelle zone a rischio (mercati, ospedale, etc.).
Ma la parte più grave non risiede nella partita (legittima e consueta) tra chi ha il diritto alla retribuzione e chi ha il dovere di erogarla, ma nella logica per la quale, ad un certo punto, sia pur dietro sacrosanti diritti (sia pur lesi solo in minima parte) possa avviarsi un pericolosissimo gioco al massacro, un “tutti contro tutti” che avrebbe la medesima potenzialità di una sigaretta accesa in un deposito di carburante.
Senso di responsabilità, dicevamo. Da parte di tutti, al pari del rispetto delle regole che, più saltano da una parte (puntualità nei pagamenti) e più devono essere rispettati dall’altra, altrimenti salta tutto per aria, altrimenti, ad esempio, l’esecuzione di un sacrosanto diritto, come lo sciopero, si trasforma in una semplice astensione dal lavoro non autorizzata che (essendo, tra l’altro, la seconda volta) potrebbe anche trasformarsi in causa di licenziamento.
Servono anche interlocutori seri, però, da una parte e dall’altra. E il primo passo per la serietà è dato dall’accreditamento – formale e materiale – a trattare in nome e per conto.
E serve anche personalità. Serve personalità per metterci la faccia, in ogni minuto di questi giorni bui.
Deve mettere da parte un pezzo della sua innata tendenza (ed è un valore) agli equilibrismi il Sindaco Arena, non avendo remore, nella qualità di Primo Cittadino votato a larga maggioranza, nel denunciare pubblicamente le situazioni, ma, al tempo stesso, nel bacchettare, ove lo ritenga opportuno, dirigenti, funzionari, assessori dalla lingua troppo lunga o dalle frequentazioni disinvolte.
Serve personalità anche da parte dei vertici aziendali, a partire da Leonia; che la smettano di sussurrare nelle segrete stanze che non contano niente, che sono ostaggio di questo o di quello: se hanno capacità, mezzi e personalità per guidare la barca lo facciano, altrimenti dicano a chiare lettere come stanno le cose, oppure vadano a casa, lor signori, lautamente retribuiti per ricoprire un incarico che con sé porta necessariamente anche responsabilità pesanti.
Lo abbiamo scritto e riscritto più volte, fin dalla scorsa estate: secondo i nostri indicatori l’inizio del 2012 sarà, soprattutto per Reggio, devastante. Si arriverà al punto più basso della crisi economica, esploderanno tensioni sociali notevoli, sarà a rischio anche l’ordine pubblico.
Dalla forza di nervi di tutti, dalla capacità di resistere alla logica del “muoia Sansone e tutti i Filistei” passerà il confine tra il momento più grave della crisi da gestire con lacrime e sangue, ma comunque da gestire, ed una sorta di guerra civile moderna dalla quale poi resteranno solo macerie fumanti.
fonte: http://www.strill.it