Meno male che erano professori

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NinoMed
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ERIK LARSSON © ha scritto:Fortuna volle che a precise domande: "Ha notato lo scudo fiscale??? Secondo Lei conviene?". Cosi si rispondesse: "Fossi in Lei io non mi fiderei....".

Una consulenza giusta paga sempre....
bravo :D

ora dimmi se questa definizione di scudo fiscale è giusta.
Lo scudo fiscale è una tipologia di regolarizzazione in materia tributaria e penale simile ad un condono perché inibisce l'azione penale e di accertamento tributario nel caso di alcuni illeciti tributari e penali. Esso sana alcuni eventuali comportamenti illeciti o irregolari effettuati dal contribuente riguardo alla produzione e detenzione di capitali detenuti all'estero derivanti da redditi non denunciati e presumibilmente imponibili e dall'acquisto di immobili con i suddetti capitali, tramite il pagamento di una imposta forfettaria, una tantum, di valore inferiore alle normali aliquote tributarie.
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ERIK LARSSON ©
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NinoMed ha scritto:
ERIK LARSSON © ha scritto:Fortuna volle che a precise domande: "Ha notato lo scudo fiscale??? Secondo Lei conviene?". Cosi si rispondesse: "Fossi in Lei io non mi fiderei....".

Una consulenza giusta paga sempre....
bravo :D

ora dimmi se questa definizione di scudo fiscale è giusta.
Lo scudo fiscale è una tipologia di regolarizzazione in materia tributaria e penale simile ad un condono perché inibisce l'azione penale e di accertamento tributario nel caso di alcuni illeciti tributari e penali. Esso sana alcuni eventuali comportamenti illeciti o irregolari effettuati dal contribuente riguardo alla produzione e detenzione di capitali detenuti all'estero derivanti da redditi non denunciati e presumibilmente imponibili e dall'acquisto di immobili con i suddetti capitali, tramite il pagamento di una imposta forfettaria, una tantum, di valore inferiore alle normali aliquote tributarie.

Sono contento che tu approvi.

Non avevo alcun dubbio all'epoca dello scudo, come non ho alcun dubbio ad oggi che i concetti di "dichiarazione riservata", "5% fisso d'imposta", "nessuna rilevanza penale" erano solo specchietti per le allodole (trad. in reggino: "materiali pe mbuccalapuni") che al primo cambio di governo avrebbero prodotto tutti i loro effetti contundenti. Cosi come oggi i concetti di "conti correnti a zero spese", "tracciabilità del contante ai fini della lotta all'evasione", "comunicazioni al fisco delle operazioni bancarie dei contribuenti" siano altri specchietti per le allodole (trad. in reggino: "materiali pe mbuccalapuni") per mascherare il concetto che deve passare ad ogni contribuente italiano: "Bisogna pagare i debiti dei banchieri e risanare la liquidità delle banche!".
La verità caro Ninomed l'aveva prodotta già tanto tempo fa Laffer con la sua curva.....La pressione fiscale al 45%, oggi, aguzza l'ingegno dell'Italiano. L'Italia a mio modo di vedere con la manovra di questo governo ha cessato di vivere, ha soffocato l'economia già al colasso, ha polverizzato completamente la sua struttura economica fatta di microimprese (con imprenditori dai "microcugghiuna"). Manca solo la botta finale che darà il governo del prof. Monti, poi i leghisti avranno campo aperto per chiedere la secessione.....
D'altronde ogni governo ha la sua lobby, quella del prof. Monti manco a dirlo si chiama Sistema Bancario Italiano. Saranno contenti i "Bersanini" e i sinistri tutti che hanno festeggiato, come se l'Italia avesse vinto i mondiali ,la fine del precedente governo (tanto il cetriolo al culo lo beccheranno sempre gli stessi, detto tra noi posso confidarti, in gran segreto che l'emigrazione verso i paesi a fiscalità privilegiata dei "cummeda" milanesi e brianzoli, è iniziata il giorno dopo il decreto del "cetriolo").

Ps: Posso risponderti dallo studio quest'oggi perchè il tuo amico Pisapia fino alle 18 mi impedisce il rientro a Milano (poichè lo smog lui, c'e' l'ha nel cervello....)

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Andrew
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Regmi ha scritto:
Andrew ha scritto:Ragazzi scusatemi, ma i nostri soldi in banca verranno tassati? No, perché se è così ritiro quei 4 spiccioli e li metto davvero sotto il materasso!
Non per fare terrorismo e non so, come tutti, se servirà a qualcosa, in parte io l'ho già fatto. :wink
Ma verranno tassati o meno??
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Andrew ha scritto:
Regmi ha scritto:
Andrew ha scritto:Ragazzi scusatemi, ma i nostri soldi in banca verranno tassati? No, perché se è così ritiro quei 4 spiccioli e li metto davvero sotto il materasso!
Non per fare terrorismo e non so, come tutti, se servirà a qualcosa, in parte io l'ho già fatto. :wink
Ma verranno tassati o meno??
Se non hai fatto lo scudo fiscale no
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Io mi domando come mai certa gente perda tempo sul forum invece di correre a pubblicare le sue scoperte, visto che sono quarant'anni che i professori sbattono la testa a cercar di capire come cavolo si calcoli il punto di massimo della curva di Laffer...
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Regmi
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Andrew ha scritto:
Regmi ha scritto:
Andrew ha scritto:Ragazzi scusatemi, ma i nostri soldi in banca verranno tassati? No, perché se è così ritiro quei 4 spiccioli e li metto davvero sotto il materasso!
Non per fare terrorismo e non so, come tutti, se servirà a qualcosa, in parte io l'ho già fatto. :wink
Ma verranno tassati o meno??

I contanti No.
Mi pare ci sia solamente l'aumento della tassazione (progressiva rispetto all'ammontare) su eventuali conti titoli ammimistrati dalla banca.


PS- Doddino insinua che tu possa essere uno dei tanti farabutti che adora, sostiene e frequenta. Non lo ascoltare. 8-)
La speranza appartiene ai figli.
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Regmi ha scritto: I contanti No.
Mi pare ci sia solamente l'aumento della tassazione (progressiva rispetto all'ammontare) su eventuali conti titoli ammimistrati dalla banca.

Quindi nemmeno dei conti correnti postali spero... :scratch
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Lillo sei uno
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Dopo Monti a capo del governo e Draghi a capo della BCE, le politiche sono quelle di ristrutturare le vecchie economie ancora incrostate di vecchio statalismo.

Dismissioni totale dei pochi gioielli a partecipazione statale che producono profitti.

Privatizzazioni delle pensioni.

Attacco all'art.18

Smantellamento radicale di tutto ciò che è ancora welfare.

Finché non sarà portata a termine tale missione, gli spread non caleranno e la recessione, in continuo avvitamento, servirà per raggiungere questo obiettivo.

Solo dopo aver azzerato tutto quello che c'era da azzerare, ridimensionato quel poco di benessere che ancora sussiste tra le classi medio-basse (cioè finché tutti i piccoli risparmi saranno consumati) si potrà forse ripartire per un'altra grande avventura, questa volta senza i famigerati lacci e lacciuoli che tanto hanno nuociuto all'economia iperliberista.

Ormai il mandato dei professori è chiarissimo.
S'a Reggina è na malatia, prima Gallo e poi Saladini sunnu i so merici curanti.
reggino
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Lillo sei uno ha scritto:Dopo Monti a capo del governo e Draghi a capo della BCE, le politiche sono quelle di ristrutturare le vecchie economie ancora incrostate di vecchio statalismo.

Dismissioni totale dei pochi gioielli a partecipazione statale che producono profitti.

Privatizzazioni delle pensioni.

Attacco all'art.18

Smantellamento radicale di tutto ciò che è ancora welfare.

Finché non sarà portata a termine tale missione, gli spread non caleranno e la recessione, in continuo avvitamento, servirà per raggiungere questo obiettivo.

Solo dopo aver azzerato tutto quello che c'era da azzerare, ridimensionato quel poco di benessere che ancora sussiste tra le classi medio-basse (cioè finché tutti i piccoli risparmi saranno consumati) si potrà forse ripartire per un'altra grande avventura, questa volta senza i famigerati lacci e lacciuoli che tanto hanno nuociuto all'economia iperliberista.
Ormai il mandato dei professori è chiarissimo.
E il bello è che tutti i politici dicono che questa manovra qui è una manovra coraggiosa.
Ma dico io ci vuole coraggio a colpire i più deboli????sarebbe stata coraggiosa se avesse colpito duramente l'evasione fiscale,la corruzione,la criminalità organizzata, i grossi patrimoni,le lobby,non i pensionati e i lavoratori.Anzi per me è da vigliacchi attaccare gli indifesi,sarebbe stato invece apprezzabile colpire i poteri forti,che non sono stati, invece, nemmeno sfiorati.
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Lillo sei uno
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Ma che minchia c'azzecca l'art.18 con la crisi in atto :scratch

La crisi è un pretesto da parte dell'Europa e del sistema capitalista per smantellare quelle poche garanzie che ancora solo sulla carta esistono.
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Lillo sei uno
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Ecco a cosa serve l'attacco ideologico all'art.18 dello St. dei Lav., oggi CARLO CLERICETTI lo spiega benissimo su un articolo apparso sul sito di Repubblica on-line.

Il fatto che in una situazione economica drammatica come quella che stiamo vivendo si senta il bisogno di riaccendere lo scontro sociale tentando di nuovo l'affondo contro l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è quantomeno stupefacente. Conviene ricapitolare di che cosa si sta parlando, perché c'è il rischio, nel tourbillon delle polemiche, di dimenticare l'esatto motivo del contendere.

Chi dice che "in Italia non si può licenziare" mente sapendo di mentire. L'articolo 18 vieta esclusivamente i licenziamenti individuali, cioè di quella particolare persona, "senza giusta causa o giustificato motivo". Qualora ciò avvenga si può ricorrere al giudice del lavoro che, se non riscontra la giusta causa, dispone il reintegro nel posto di lavoro; altrimenti il licenziamento resta valido. Nei ruggenti anni '70 i magistrati tendevano a dar quasi sempre ragione al lavoratore, anche contro l'evidenza dei fatti (colpa comunque non della norma in sé, ma di come era applicata). Ma l'aria è cambiata da un pezzo, tanto nel paese che tra i magistrati, e oggi l'esito di queste cause non è affatto scontato. Quindi, licenziare una persona si può, se ci sono giusta causa o giustificato motivo.

Lo Statuto dei lavoratori si applica soltanto nelle aziende che abbiano più di 15 dipendenti, quindi riguarda circa la metà dei lavoratori dipendenti. E' stato affermato più volte, in passato, che questo costituisce un freno alla crescita dimensionale delle imprese,

che è uno dei problemi della nostra economia. E' semplicemente falso: se così fosse, si dovrebbe riscontrare una discontinuità nel numero delle aziende per classe dimensionale, con un addensamento appena sotto i 15 dipendenti (quelle che "non crescono" per non ricadere nell'applicazione dello Statuto). Invece nessun dato conforta questa affermazione. Quanto ai licenziamenti per motivi economici - cioè perché l'azienda è in difficoltà - si possono fare eccome, come tutti purtroppo hanno potuto constatare specialmente da quando è scoppiata questa ultima crisi.

Uno degli argomenti più singolari in favore dell'abolizione, che l'ex presidente di Confindustria Antonio D'Amato aveva all'epoca ripetuto più volte, è che "se un imprenditore scopre che la moglie lo tradisce con un suo dipendente non ha la possibilità di licenziarlo". Ora, delle due una: o questi casi sono frequenti, e allora forse gli imprenditori dovrebbero fare più attenzione a chi sposano, oppure, come sembra più probabile, qualche caso del genere sarà pure accaduto, ma non si vede perché qualche evento casuale e sporadico dovrebbe essere ritenuto sufficiente per eliminare una norma che garantisce tutti rispetto a una cosa assai più seria, come l'eventuale arbitrio del datore di lavoro.

Ma al di là di queste motivazioni folcloristiche, che però testimoniano la pochezza delle argomentazioni degli "abolizionisti", nessuno ha mai dimostrato perché mai la possibilità del licenziamento individuale andrebbe a favore di chi il lavoro non ce l'ha o subisce la piaga del precariato. Nessuno ha mai spegato perché mai sarebbe questa la via per far aumentare i posti di lavoro.

L'argomento oggi più utilizzato per sostenere l'abolizione è quello del "dualismo" del mercato del lavoro, diviso tra coloro che sarebbero "iperprotetti" e coloro invece che sono privi di tutte o quasi le protezioni. In quest'ultima condizione si trova la maggioranza dei giovani, il che permette di sostenere un'altra tesi insensata, e cioè che le garanzie conquistate dai padri vanno a scapito dei figli.

Si tratta, appunto, di nient'altro che pessima propaganda. A prescindere dal fatto che, come si è ricordato, circa la metà dei dipendenti non è coperta dallo Statuto dei lavoratori (e certo non sono tutti giovani), c'è un motivo molto semplice per la prevalenza tra i giovani delle forme di contratto precarie: la "Legge Treu", ossia il primo pacchetto di norme che ha introdotto varie tipologie di contratti diverse da quello fino ad allora standard, ossia il contratto a tempo indeterminato, è relativamente recente, del 1997. Le tipologie sono state ulteriormente aumentate dalla legge 30 del 2003 (quella impropriamente definita "Legge Biagi": altro colpo propagandistico). Da allora sono state utilizzate prevalentemente queste forme contrattuali, ed è ovvio che vi siano incappati coloro che entravano sul mercato del lavoro, appunto i giovani.

Ma perché questi nuovi contratti (che sono un numero abnorme: ben 46, come ricorda la Cgil) sono così tanto preferiti al vecchio? Il primo e più importante motivo è che costano molto meno. In molti casi non si ha diritto a ferie, e nemmeno alla malattia. Il carico contributivo, che per i contratti a tempo indeterminato è all'aliquota del 33%, per questi contratti all'inizio era addirittura al 10, e poi negli anni è stata progressivamente aumentata ed è arrivata (dal 2010) al 26,72%, comunque ancora meno di quella standard. Ovviamente, essendo tutti contratti a termine, consentono la massima flessibilità nell'uso della forza lavoro senza alcun problema né normativo né economico.

Questi "contratti senza diritti" hanno favorito o no un boom dell'occupazione? Proviamo ad esaminare qualche dato. Tra il '97 e il 2008 (inizio della crisi e massimo storico dell'occupazione) gli occupati sono cresciuti di 3,225 milioni. Ricordiamo che gli "occupati", secondo la definizione Istat (dalle cui serie storiche sono stati estratti questi dati), sono coloro che hanno svolto almeno un'ora di lavoro retribuito nella settimana della rilevazione. Prendiamo un altro periodo di 11 anni, cominciando dal 1970, anno di entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori: tra il '70 e l'81 l'aumento è stato di 1,425 milioni, meno della metà. Naturalmente stiamo valutando questa variazione alla luce di una sola variabile, quella dei cambiamenti contrattuali (e peraltro solo i più rilevanti) senza considerare tutti gli altri aspetti della congiuntura che possono aver pesato. Ma insomma, se si afferma che il problema più serio è l'articolo 18, almeno per avere un'idea è legittimo farlo.

Confrontiamo ora un altro dato, le unità di lavoro. In questa definizione le posizioni lavorative a tempo parziale, principali o secondarie, sono aggregate in modo da formare posizioni a tempo pieno. Quindi si conta, in questo caso, quanti posti di lavoro a tempo pieno ci sono. Dal '97 al 2008 le unità di lavoro sono aumentate di 2 milioni e 268.000. Ma la "tara" di questa cifra è costituita innanzitutto dalla grande ondata di regolarizzazione degli immigrati (circa 700.000); e poi si può supporre che sia stata in questo modo regolarizzata una qualche quantità di lavori che altrimenti sarebbero rimasti in nero: effetto non disprezzabile ma certo non una svolta epocale. Vediamo ora cosa è successo tra il '70 e l'81. Le unità di lavoro sono aumentate di 2 milioni e 110.000: quasi la stessa quantità, e senza regolarizzazioni di immigrati, nonostante l'entrata in vigore del "terribile" articolo 18.

Che cosa se ne può concludere? Che i 46 nuovi tipi di contratti "precari" non hanno generato una creazione di posti di lavoro (quelli li crea la crescita, non le regole contrattuali), ma hanno solo sparpagliato su più persone pezzi di lavoro peggio retribuito ed assistito.

Ma almeno, questo grande aumento della flessibilità nell'uso del lavoro è andato a vantaggio della competitività? Anche in questo caso la risposta è negativa, come tutti sanno. Peraltro, è anche noto che la produttività delle imprese è direttamente correlata alla loro dimensione, ossia sono le più grandi ad essere più produttive. Le più grandi: ossia quelle in cui si applica lo Statuto dei lavoratori con il suo bravo articolo 18. Il che dovrebbe far venire per lo meno qualche dubbio sul fatto che l'uso del fattore lavoro sia l'elemento determinante rispetto a produttività e competitività.

E dunque: è giustissimo proporsi di eliminare il dualismo del mercato del lavoro, ma non è stato finora avanzato un solo motivo valido a sostegno del fatto che ciò debba avvenire riducendo i diritti di quella parte che li ha ottenuti con un lungo e travagliato processo storico. L'unico motivo a cui si può pensare è - non a caso - non detto. Che cioè la libertà di licenziamento possa servire per liberarsi progressivamente dei lavoratori più anziani (quelli stessi a cui si è appena elevata l'età di pensionamento), che hanno il difetto di aver maturato retribuzioni mediamente più elevate, assumendo al loro posto i giovani "a basso costo". Se è così si capirebbe che cosa voglia effettivamente dire che "la protezione dei padri toglie il lavoro ai figli". Ma certo l'impatto psicologico è un po' diverso.

C'è comunque in tutto questo un altro fattore davvero singolare. Non è mai stata la Confindustria - tranne ai tempi del berlusconiano D'Amato - a guidare la crociata contro l'articolo 18. Questo è un tema caro alla cultura di destra, con l'appoggio di alcune personalità che, pur collocandosi nello schieramento di centro-sinistra, di quella cultura hanno evidentemente subito l'egemonia culturale. Anche questo dovrebbe far sorgere qualche dubbio sulla rilevanza per l'economia dell'articolo 18. Si spera che il governo dei tecnici rifletta bene prima di impegnarsi in questa battaglia.
(20 dicembre 2011)
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Paolo_Padano
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Le aziende con addetti il cui numero è inferiore a 15 unità di personale sono la stragrande maggioranza
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cozzina1
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l'incapacità manifesta è contemplata nella giusta causa per il licenziamento?
se si...sono d'accordo.... :x
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Da Bruxelles arriva un significativo e implicito sostegno al governo di Mario Monti e, in particolare, al ministro Fornero, attaccato dai sindacati per aver individuato nell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori un ostacolo da rimuovere nella riforma del lavoro per favorire l'occupazione giovanile. Senza entrare nel merito del dibattito italiano, il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso spinge per un cambio delle regole a livello comunitario con una iniziativa che ha lo stesso obiettivo posto da Fornero. "Bisogna riformare il mercato del lavoro per agevolare l'ingresso dei giovani" dichiara Barroso a Bruxelles, presentando alla stampa la nuova iniziativa per combattere la disoccupazione giovanile.

La crisi "ha colpito duramente tutti i cittadini europei, ma soprattutto i giovani - spiega il presidente della Commissione -. Un giovane su cinque in Europa non trova lavoro, in alcuni Stati si arriva al 50%". Per questo, la Commissione nella sua ultima riunione del 2011, lancia un'iniziativa per stimolare gli Stati a combattere la disoccupazione giovanile. "Bisogna affrontare problemi sistemici, a partire da quello dell'abbandono scolastico, e agevolare l'accesso dei giovani al mondo del lavoro" aggiunge Barroso, anticipando che "nel 2012 la Commissione varerà su questo raccomandazioni specifiche per gli Stati membri".

Questa è la riprova del mandato europeo dato ai valenti professori.

Ma perché si OSTINANO ad insistere su questioni che non hanno alcuna attinenza col problema, anzi non c'entrano affatto.

Il vero problema della disoccupazione e quindi della mancata crescita non lo dice nessuno, né a destra, né tantomeno a sinistra.

Perché nessuno dei politici accenna al fatto che tutte le aziende delocalizzano e spostano tutto ad EST del mondo, dove la manodopera è sfruttata ? Nessuno ha convenienza a dire queste cose così lampanti proprio perché il sistema è omertoso.

Ma come fanno a non capire gli stessi politici che se non rivedono le regole presto saranno oggetto di feroci contestazioni e sanciranno la loro fine in maniera ingloriosa ?

E' incredibile non accorgersi di nulla, perché allora dimostrano di essere insipienti e completamente ignoranti come quel deputato del Pd, tale Baretta, componente della V commissione bilancio e tesoro, relatore della manovra, il quale ignorava che la norma sull'IMU, così come scritta, è più conveniente per i possessori di immobili che non li affittano. Ma questi che cazzo ci stanno a fare al Parlamento se non capiscono manco quello che leggono :oo:
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l'articolo 18 oggi è salvo eppure 800 addetti ai treni notte sono stati licenziati perchè dal 12 dicembre sono stati soppressi i treni notte da e per sicilia-milano con l'obbligo di viaggiare con l'alta velocità in tre ore fino a roma ed il doppio da roma a reggio con l'eurostar di giorno a 168 euro a tratta oppure cambio con il treneo notte da roma con aumento del prezzo e del tempo.
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Paolo_Padano ha scritto:l'articolo 18 oggi è salvo eppure 800 addetti ai treni notte sono stati licenziati perchè dal 12 dicembre sono stati soppressi i treni notte da e per sicilia-milano con l'obbligo di viaggiare con l'alta velocità in tre ore fino a roma ed il doppio da roma a reggio con l'eurostar di giorno a 168 euro a tratta oppure cambio con il treneo notte da roma con aumento del prezzo e del tempo.

Vergogna Trenitalia!
:salut
reggino
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ART. 18: EMILIO FEDE "IO SONO PIU' A SINISTRA DELLA CAMUSSO"


emilio fede
(IRIS) ROMA, 21 DIC - Sull'articolo 18, Emilio Fede è più a sinistra di Susanna Camusso. A rivelarlo, al programma di Radio2 'Un Giorno da Pecora', è lo stesso conduttore del Tg4.

Fede, cosa ne pensa della modifica dell'articolo 18? “Non ci penso neanche alla modifica: il lavoratore deve essere sempre e comunque garantito”.

Le sue posizioni su questo tema coincidono con quelle della sinistra. “Io sono sempre stato un convinto socialista, penso ai lavoratori della mia Sicilia e ai lavoratori in generale: questa manovra non è iniqua, è peggio che iniqua!”, ha tuonato Fede.

Si direbbe, con queste posizioni, che si avvicina a quanto espresso da Susanna Camusso. “Su questo si, sono più a sinistra della Camusso".

Ma allora cosa dovrebbe fare Berlusconi rispetto a questa manovra? “Sono io il primo a chiedermi: come fa Berlusconi a votarla? Deve prenderne le distanze totalmente, gliene ho anche parlato”, ha spiegato Fede.


Incredibile Fede e Scilipoti sono più a sinistra del pd.
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Manovra salva-Italia approvata.

Effetti: aumento delle tasse + aumento della disoccupazione + aumento dell'inflazione = diminuzione dei consumi, diminuzione della crescita, fase recessiva.

Spread ancora molto alti, difficoltà di collocamento dei buoni del tesoro, manovra ancora insufficiente.

Fase due, cioè del rilancio e dell'investimento ancora non avviata perché mancano i soldi, intanto si continua ad avvitarsi per far fronte all'emergenza senza prospettive di crescita quindi di necessità di ulteriori manovre recessive

Pare che anche per l'Italia si sia innescato il processo di affondamento il cui effetto è la sindrome Greca :oo:
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Lillo sei uno ha scritto:Manovra salva-Italia approvata.

Effetti: aumento delle tasse + aumento della disoccupazione + aumento dell'inflazione = diminuzione dei consumi, diminuzione della crescita, fase recessiva.

Spread ancora molto alti, difficoltà di collocamento dei buoni del tesoro, manovra ancora insufficiente.

Fase due, cioè del rilancio e dell'investimento ancora non avviata perché mancano i soldi, intanto si continua ad avvitarsi per far fronte all'emergenza senza prospettive di crescita quindi di necessità di ulteriori manovre recessive

Pare che anche per l'Italia si sia innescato il processo di affondamento il cui effetto è la sindrome Greca :oo:
Pare che la strategia spagnola stia riscuotendo molti più consensi sui mercati finanziari, incentrata soprattutto sui tagli nella pubblica amministrazione senza prevedere aumenti di tassazione, incentivando l'occupazione giovanile, il turismo e l'acquisto di case.


http://www.atlasweb.it/2011/12/21/spagn ... y-579.html

Pensioni:
-Attualizzazione del potere acquisitivo delle pensioni a partire dal 1 gennaio 2012.
-Abolizione dei pensionamenti anticipati per avvicinare l’età reale di pensionamento (63,5 anni) all’età legale (65 anni, ma che progressivamente arriverà a 67 anni fino al 2027). È prevista anche l’eliminazione dei sussidi di disoccupazione negli ultimi anni di vita lavorativa.
-Modificare il criterio per calcolare l’importo della pensione. Si calcoleranno i guadagni percepiti durante tutta la vita lavorativa.

Lavoro:
-Cambiamenti nei contratti collettivi. Si darà priorità agli accordi aziendali, cosa che porterà a salari più bassi.
-Le feste lavorative si sposteranno ai lunedì, ad eccezione di quelle di maggiore tradizione. Lo scopo è quello di rafforzare la competitività delle imprese.
-Monitoraggio delle politiche attive del lavoro per facilitare l’ingresso dei disoccupati nel mercato del lavoro.
-Controllo dell’assenteismo ingiustificato e promozione delle misure di conciliazione lavoro-vita familiare.
-Piani di reinserimento lavorativo per i lavoratori che rientrano nel mercato del lavoro dopo un periodo prolungato d’inattività per motivi familiari.
-Piano di Occupazione Giovanile con incentivi per i minori di 30 anni.
-Riforma della formazione professionale per facilitare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
-Piano contro la discriminazione salariale tra i sessi.

Deficit:
-Regio decreto legge sulle Misure Urgenti in materia Economica e di Bilancio. Accordo sul risparmio della Pubblica amministrazione per coprire il deficit, che dovrà diminuire del 4,4% nel 2012. Entro il 31 marzo 2012 verrà presentato il nuovo Bilancio dello Stato per 2012.
-Legge di Stabilità di Bilancio per limitare le spese e l’indebitamento in tutta l’Amministrazione Pubblica.
-Patto per l’Austerità e l’Efficienza con tutti i livelli dell’Amministrazione Pubblica per estendere il controllo del deficit.

Riforma Fiscale:
-Pagamento dei debiti dell’Amministrazione Pubblica.
-Aiuti fiscali per l’impiego.
-Reinvestimento delle plusvalenze per le imprese private.
-Riduzione dell’IVA sull’acquisto di un immobile.

Sanità:
-Nuova Legge sui Servizi di Base. Ogni Comunità potrà definire autonomamente le caratteristiche di un servizio base.
-Patto per la Sanità con tutti i partiti politici, le Amministrazioni Pubbliche e i professionisti coinvolti.

Educazione:
-Bilinguismo spagnolo-inglese in tutto il sistema educativo e insegnamento di una terza lingua nelle comunità con una lingua co-ufficiale.
-Riforma dell’Università con l’obiettivo di “internazionalizzare il sistema universitario spagnolo”.

Amministrazione Pubblica:
-Ridimensionamento del capitale umano impiegato nel settore pubblico, ad eccezione delle Forze di Sicurezza, e riduzione delle imprese semi-pubbliche.
-Riforma della legge sui controlli preventivi. I pubblici amministratori dovranno garantire di non assumere mai impegni finanziari che non possono affrontare.
-Riforma della Legge sulla Trasparenza, il Buon governo e l’Accesso alle Informazioni Pubbliche nel primo trimestre del 2012.
-Rimozione delle barriere alla libera circolazione di beni e servizi in tutto il territorio nazionale.

Energia:
-Ridurre i costi medi del sistema e affrontare i problemi del deficit tariffario (22.000 milioni) senza addebitare alcun costo ai contribuenti.

Turismo:
-Piano Integrale del Turismo che migliori la fiscalità del settore e le politiche trasversali tra tutti i Ministeri coinvolti.

Politica Estera:
-Riforma del Servizio Estero della Spagna per rafforzare la promozione commerciale delle imprese spagnole nel mondo e nei loro progetti di internazionalizzazione.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Lillo sei uno
Forumino Malato
Forumino Malato
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Iscritto il: 24/05/2011, 20:52

Il nostro grande problema è purtroppo l'immenso debito pubblico che ci soffoca.

Se a questo aggiungiamo che il governo attuale è un governo di tecnici prestati alla politica solo per tirarci fuori dai guai in cui Berlusconi ci ha cacciato e che con la sua innata arroganza continua a ricattare, non ancora contento dei disastri provocati all'Italia, ecco che ci ritroviamo immersi nella merda oltre il collo.

Situazione difficilissima quasi disperata, se non cambiano le cose e tutti (quando intendo tutti mi riferisco agli attori mondiali dell'economia) non prendono seria coscienza di quello che sta accadendo, si rischia di precipitare in una situazione le cui conseguenze sono imprevedibili, non escluso come ultima opzione una guerra su scala planetaria :sad:
S'a Reggina è na malatia, prima Gallo e poi Saladini sunnu i so merici curanti.
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