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di Giusva Branca - Conosco Luigi Tuccio da quando entrambi avevamo sette anni, le televisioni erano in bianco e nero, la città portava evidentissime le ferite della rivolta di Reggio,
le famiglie avevano un'automobile a persona, il costo di una casa signorile si aggirava intorno ai 20 milioni di lire. Insomma, tanto tempo fa. Lo conosco bene, di lui conosco perfettamente i pregi e i difetti, le potenzialità e i limiti ed altrettanto puó dire lui di me.
Ho titolo, dunque, per affermare un pó di cose sul suo conto.
Partiamo dai fatti: quanto nei giorni scorsi affermato, a piú riprese e con uscite folli sul piano delle scelte di comunicazione dall'assessore comunale Tuccio non solo è sbagliato, ma è anche grave ed indifendibile e, anzi, sul punto, trovo ancora piú gravi alcune uscite di altri che, arrampicandosi sugli specchi, hanno tentato di dargli una mano finendo con l'affossarlo.
Le conseguenze politiche di questa querelle saranno verificate nei prossimi giorni e in questo senso il prossimo Consiglio comunale, fissato all'inizio della settimana prossima, ci dirà qualcosa in piú. Tuccio, assessore esterno, ha dichiarato a Radio 24 di "stare pensando seriamente alle dimissioni", gesto che, personalmente, gli consiglio e mi auguro caldamente faccia.
Mi auguro che lo faccia proprio perchè Luigi Tuccio non appartiene alla politica di oggi. Non ci appartiene per formaz ione e per struttura personale e, dimettendosi, rispetto ad un suo ingiustificabile errore, dimostrerebbe con i fatti chi è nel suo animo e, soprattutto, quanto è differente da un mondo in cui personaggi che dovrebbero giustificarsi da ben piú gravi accuse che non quelle della parola, stanno ai loro posti con una disinvoltura da far rabbrividire.
Eh si, perchè detto e ribadito della gravità delle parole di Tuccio (e la goliardica leggerezza con la quale lui stesso ha in qualche modo spiegato la loro genesi è una aggravante), ci tocca, ancora una volta, provare a ridare una dimensione corretta alle cose, evitando di lasciarsi trascinare da emotività e manicheismo concettuale che, personalmente e da queste colonne, abbiamo da sempre aborrito.
Capisco - come detto e ribadito - che quanto è accaduto sia molto grave, comprendo anche che, di questi tempi se in politica offri il destro agli avversari politici questi non ti perdonano e cavalcano la cosa fino alla fine, ma oltre tutto, oltre i propri pensieri, oltre i limiti di comunicazione, oltre la politica c'è l'uomo.
È lí io dico alt!
A nessuno è consentito di esagerare nell'attacco alla sfera umana, soprattutto ove tale attacco sia finalizzato a dare conclusioni sull'uomo partendo dal fatto e attraverso un percorso dal particolare al generale che risulta irricevibile perchè carente di elementi sufficienti a giudicare l'uomo (ammesso che in questo territorio esista qualcuno che puó permettersi, in tutta coscienza, di "bollare" qualcun altro sul piano umano forte della certezza di una verginità di spirito personale della quale, francamente non si vede traccia in giro).
E allora, se si parla dell'uomo, sissignori, quello stesso uomo che ha posto in essere quel comportamento inqualificabile, è necessario che tutti si faccia u n passo indietro. I valori di solidarietà, di umanità, di uguaglianza che albergano nell'animo di Luigi Tuccio costituiscono un patrimonio di inestimabile portata e su questo io ho i titoli per potere garantire personalmente.
E non mi si venga a dire che ció è smentito proprio da quanto scritto da Tuccio a proposito di Benigni, perchè, in tutta coscienza, questo giochetto porterebbe tutti, tutti, su un crinale assai scivoloso e pericoloso.
Chi di noi, nella sua vita, non si è lasciato andare ad affermazioni fuori luogo, delle quali si è pentito un attimo dopo?Suvvia, siamo onesti e seri.
E l'aggravante - che oggettivamente c'è - rappresentata dal ruolo pubblico e istituzionale di Tuccio innesca, si, una serie di conseguenze, ma tutte riconducibili, in modo scontato e automatico, all'alveo politico.
Le conclusioni - pur lette a profusione - sul piano personale non sono corrette e, anzi, odorano vagamente di meschinità.
Cioè, come detto prima, tutti, almeno una volta (una sola...???) abbiamo sbagliato a parlare e se qualcuno ci avesse "bollati" per questo noi lo avremmo vissuto come una grave ingiustizia. E questo vale anche per una persona pubblica. Le differenze stanno nelle conseguenze (di credibilità, di conseguenze per la carriera, anche di inevitabile strumentalizzazione purchè non debordante il piano politico) pubbliche che da essa derivano.
Il giudizio sull'uomo non si forma rispetto all'errore di un momento, non si salverebbe nessuno di noi, a partire da chi scrive.
Luigi Tuccio è mio amico da sempre, scrivevo in apertura, e questo lo ribadisco ancor piú veementemente oggi e proprio perchè è mio amico, dopo avere atteso qualche giorno in silenzio, da un lato non vengo meno al mio duplice dovere di verità nei confronti suoi e dei lettori quando ana lizzo le conseguenze politiche di quanto accaduto, ma dall'altro, proprio per non violentare il concetto, proprio per non violentare la verità stessa, ho il dovere di sottolineare che lo sciacallaggio umano non è mai giustificabile, soprattutto quando, dalla debolezza di un momento si provi a dare giudizi assoluti sull'uomo.
Giudizi, che pure mi è toccato di leggere, che offendono, umiliano la dignità delle cose per come sono. Raramente mi è toccato di conoscere una persona piú generosa di Luigi Tuccio; infinite, da bambini, poi ragazzi e, infine, uomini le discussioni aventi ad oggetto sistemi valoriali che in tanti dei moralizzatori di queste ore hanno calpestato, da uomini pubblici, con stili di vita (e non con una semplice e isolata, per quanto grave e infelice, frase) piú e piú volte. Raramente ho avuto modo di confrontarmi con persone di cosí ampia tolleranza verso le idee altrui.
Ecco, anche su questo, peró, dovremmo interrogarci tutti, senza mentire a noi stessi, peró: veramente l'apparenza, oggi, conta cosí tanto? Veramente l'avere espresso pubblicamente un becero pensiero travolge nel giudizio collettivo il fatto di essere - indiscutibilmente - un uomo retto e onesto?
Perché se cosí fosse (e, ahimè, cosí è) la scena della nostra politica, quella fatta di maestri di vizi privati e pubbliche virtú sarebbe destinata ad essere sempre appannaggio dei soliti noti che sanno ben giocare con le apparenze del "politically correct" che regalano loro accrediti infiniti perchè poi possano compiere le peggiori nefandezze, purchè lontano dalla luce dei riflettori.
Luigi Tuccio non è questo, con i suoi valori e le sue debolezze.
E per l'uomo i primi sono di gran lunga superiori alle seconde; per il soggetto pubblico il sistema ha scelto di privilegiare le s econde.
Ma il sistema non provi nemmeno lontanamente a trasferire la sua "rappresentazione" sull'uomo.
Ad ogni atto deve corrispondere una conseguenza, certamente. Ma, altrettanto certamente, questa deve essere proporzionata al fatto e, soprattutto, incidere sulla medesima sfera.
Per "bollare" un uomo bisogna avere titolo a farlo; titolo che scaturisca da una profonda conoscenza, in mancanza della quale si ha titolo esclusivamente a "bollare" il fatto.
Io conosco il fatto e conosco l'uomo.
"Bollo" severamente il primo e peró, al tempo, stesso difendo l'uomo, con le sue debolezze, per le quali sta già pagando (sul piano dell'immagine) e pagherà ancora (fino a un certo punto perchè anche alla gogna mediatica c'è un limite).
Io so chi è Luigi Tuccio, non l'assessore Tuccio o l'avvocato Tuccio, ma Luigi Tuccio.
Sempre equilibrato Giusva...