Arrestato Cristiani, vicepresidente della Regione LOMBARDIA
Inviato: 01/12/2011, 20:03
Nessuna tregua per il Consiglio Regionale della Lombardia: dopo le indagini che interessarono Luigi Penati (Pd), e che lo costrinsero alle dimissioni, è stato arrestato all’alba di ieri dai Carabinieri di Brescia, con un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Bonamartini, il vicepresidente del Consiglio Regionale Franco Nicoli Cristiani (PdL), fondatore della sede bresciana di Forza Italia.
Le accuse sono di traffico organizzato di rifiuti illeciti e corruzione, maturate in otto mesi di indagine con il coordinamento dei Pm Silvia Bonardi e Carla Canaia. Le forze dell’ordine hanno ritrovato nell’abitazione di Cristiani 100 mila euro, divisi in banconote da 500, presunta tangente consegnata allo stesso in un ristorante di Milano lo scorso settembre dall’imprenditore Pierluca Localtelli, attivo nel settore dello smaltimento dei rifiuti: quest’ultimo è stato arrestato con la moglie. Tali soldi sarebbero dovuti servire per l’ottenimento di un’autorizzazione per una discarica nel Cremonese.
La custodia cautelare per Cristiani rientra in un’inchiesta che ha visto coinvolti diversi soggetti tra imprenditori, politici e funzionari pubblici, con dieci persone in manette. Oltre Locatelli e la moglie, in arresto sono finiti: Giuseppe Rotondaro, coordinatore degli staff dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), accusato di aver accettato dieci mila euro dall’imprenditore per eludere controlli ambientali sulla BreBeMi, la nuova autostrada Brescia-Milano-Bergamo, la cui società si è dichiarata parte lesa; Andrea David Oldrati, responsabile della società di consulenza ambientale “Terra verde Srl”; Giovanbattista Pagani, tuttofare di Locatelli; Bartolomeo Beniamino Gregori, responsabile della sezione autisti di una società dello stesso imprenditore; Walter Rocca, responsabile del trattamento rifiuti di una discarica a Calcilante, nel bergamasco, la stessa ora sotto sequestro; Egidio Grechi (consulente ambientale) e Giorgio Oprandi.
Nell’operazione che ha impegnato 150 carabinieri, supportati dal personale del Ris e da un elicottero, finiscono inoltre sotto sequestro: la cava di Cappella Cantone, in provincia di Cremona, destinata ad una discarica di amianto, e due cantieri della BreBeMi, a Cassano d’Adda (Milano) e Fara Olivana Con Sola (Bergamo). Proprio in questi cantieri i fondi della massicciata sarebbero in costruzione su rifiuti non trattati e scorie mischiate a materiale di demolizione.
Il Presidente del Consiglio Regionale Davide Boni (Lega) si dichiara “profondamente colpito”, ma allo stesso tempo fiducioso “nel fatto che Nicoli Cristiani possa dimostrare l’estraneità ai fatti”. I Democratici richiedono invece le dimissioni del vicepresidente in carcere e invitano il presidente della Giunta, Roberto Formigoni, a riferire in aula, al fine di “avviare subito un’indagine all’interno dell’ARPA”. Quest’ultimo ritiene sia “infondato e gratuito chiamare in causa la procedura autorizzativa della discarica di Cappella Cantone”, dal momento in cui “a nessuna fase o passaggio della procedura (…) è stata registrata la partecipazione delle persone oggetto dei provvedimenti giudiziari”.
A tutto questo si aggiungono gli arresti quasi contemporanei effettuati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito di un’altra inchiesta, contro imprenditori calabresi, da tempo trasferiti a Milano, Francesco e Giulio Lampada, per far rivedere la convinzione che i casi di malaffare e corruzione non interessino le Regioni del Nord Italia, ma siano solo triste prerogativa delle Regioni del Sud.
Le accuse sono di traffico organizzato di rifiuti illeciti e corruzione, maturate in otto mesi di indagine con il coordinamento dei Pm Silvia Bonardi e Carla Canaia. Le forze dell’ordine hanno ritrovato nell’abitazione di Cristiani 100 mila euro, divisi in banconote da 500, presunta tangente consegnata allo stesso in un ristorante di Milano lo scorso settembre dall’imprenditore Pierluca Localtelli, attivo nel settore dello smaltimento dei rifiuti: quest’ultimo è stato arrestato con la moglie. Tali soldi sarebbero dovuti servire per l’ottenimento di un’autorizzazione per una discarica nel Cremonese.
La custodia cautelare per Cristiani rientra in un’inchiesta che ha visto coinvolti diversi soggetti tra imprenditori, politici e funzionari pubblici, con dieci persone in manette. Oltre Locatelli e la moglie, in arresto sono finiti: Giuseppe Rotondaro, coordinatore degli staff dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), accusato di aver accettato dieci mila euro dall’imprenditore per eludere controlli ambientali sulla BreBeMi, la nuova autostrada Brescia-Milano-Bergamo, la cui società si è dichiarata parte lesa; Andrea David Oldrati, responsabile della società di consulenza ambientale “Terra verde Srl”; Giovanbattista Pagani, tuttofare di Locatelli; Bartolomeo Beniamino Gregori, responsabile della sezione autisti di una società dello stesso imprenditore; Walter Rocca, responsabile del trattamento rifiuti di una discarica a Calcilante, nel bergamasco, la stessa ora sotto sequestro; Egidio Grechi (consulente ambientale) e Giorgio Oprandi.
Nell’operazione che ha impegnato 150 carabinieri, supportati dal personale del Ris e da un elicottero, finiscono inoltre sotto sequestro: la cava di Cappella Cantone, in provincia di Cremona, destinata ad una discarica di amianto, e due cantieri della BreBeMi, a Cassano d’Adda (Milano) e Fara Olivana Con Sola (Bergamo). Proprio in questi cantieri i fondi della massicciata sarebbero in costruzione su rifiuti non trattati e scorie mischiate a materiale di demolizione.
Il Presidente del Consiglio Regionale Davide Boni (Lega) si dichiara “profondamente colpito”, ma allo stesso tempo fiducioso “nel fatto che Nicoli Cristiani possa dimostrare l’estraneità ai fatti”. I Democratici richiedono invece le dimissioni del vicepresidente in carcere e invitano il presidente della Giunta, Roberto Formigoni, a riferire in aula, al fine di “avviare subito un’indagine all’interno dell’ARPA”. Quest’ultimo ritiene sia “infondato e gratuito chiamare in causa la procedura autorizzativa della discarica di Cappella Cantone”, dal momento in cui “a nessuna fase o passaggio della procedura (…) è stata registrata la partecipazione delle persone oggetto dei provvedimenti giudiziari”.
A tutto questo si aggiungono gli arresti quasi contemporanei effettuati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito di un’altra inchiesta, contro imprenditori calabresi, da tempo trasferiti a Milano, Francesco e Giulio Lampada, per far rivedere la convinzione che i casi di malaffare e corruzione non interessino le Regioni del Nord Italia, ma siano solo triste prerogativa delle Regioni del Sud.
....Concita. Ecco 
