19 maserati per il ministero della difesa

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suonatore Jones

http://www.lettera43.it/attualita/29891 ... serati.htm

Il luciferino ministro Ignazio La Russa, uno che interviene su tutto perché il teatrino della politica lo appassiona più della Difesa, si scandalizza se un deputato dell'opposizione eccepisce sull'acquisto di 19 Maserati per far viaggiare i dirigenti del suo ministero.
«Sono auto italiane, costano meno delle tedesche e io poi continuo a muovermi su una vecchia Audi» ha spiegato La Russa, come per esaltare la magnanimità di chi riserva il lusso ai suoi, ma quando si tratta di sé non deroga dalle spartane abitudini.
Spartane per la verità non tanto, almeno quando si tratta di viaggiare su altri mezzi, come fece con l'aereo di Stato per seguire una trasferta tedesca della sua Inter. Episodio su cui, a maggio, la Corte dei conti disse di voler far luce per appurare se non ci fosse stato del danno erariale. Se poi l'abbia fatta, o si sia fermata all'intenzione, non è dato sapere.
CONTRO L'INTERROGAZIONE DEL PD. Di fronte all'interrogazione del deputato del Partito democratico Emanuele Fiano, La Russa ha manifestato un certo fastidio, come si trattasse di una demagogica puntura anti Casta. Una delle tante che si susseguono di questi tempi in cui i costi della politica siedono permanentemente sul banco degli imputati.
Mostrando in questo una reazione tipica di chi vive separato dalla realtà, in un mondo chiuso e autoreferenziale al quale le istanze che vengono da fuori devono risultare incomprensibili, se non vagamente offensive.
Come ci si permette di contestare l'acquisto di 19 Maserati, un'iniziativa del tutto ordinaria, quando bisogna rinnovare il parco auto di un ministero? Che sarà mai?
La Russa trova inconcepibile quello che invece noi troviamo naturale, ovvero fargli osservare che nella fattispecie, in tempi di ristrettezze e prediche dei suoi colleghi sul rigore, il ministero avrebbe potuto scegliere una automobile meno costosa, visto che la Maserati, ancorché «meno cara delle tedesche», non viene via a prezzi di saldo.
MINISTRI IN MASERATI A SPESE DEGLI ITALIANI. Il ministro poi dovrebbe sapere, ma evidentemente lo ignora, che i simboli sono importanti e hanno una grande influenza sul pubblico che su di essi forma le sue opinioni.
Maserati, nell'immaginario collettivo, è l'auto dei sogni, la fuoriserie rombante che con la Ferrari costituisce il desiderio di molti appassionati, che solo pochissimi privilegiati possono esaudire. E quelli che se lo possono permettere lo fanno di tasca propria, non a spese della collettività.
Dispiacerà al ministro della Difesa, ma alla notizia che dei dirigenti pubblici viaggiano in Maserati un contribuente ha buone ragioni per adombrarsi, non foss'altro perché le ha pagate lui, che magari la macchina non se la può permettere o la lascia ferma in box perché costa troppo mantenerla.
L'ULTIMA GOCCIA NEL MARE DEGLI SPRECHI. Moralismo, demagogia? Forse, anche perché questa vicenda delle Maserati è certo una goccia nel mare magnum degli sprechi. Però da qualche parte bisognerà pur cominciare, visto che sono le tante gocce a formare il mare.
L'episodio per contrasto fa venire in mente il primo ministro britannico David Cameron, che spesso si sposta in metropolitana e va in vacanza volando Ryanair.
Esempio di politica low cost cui La Russa e i suoi colleghi contrappongono le ineludibili ragioni di sicurezza che li obbligano a muoversi blindati e ultra scortati. Meglio se in Maserari. Così, oltre alla sicurezza, è salva anche la spocchia.
Venerdì, 28 Ottobre 2011


bah
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suonatore Jones ha scritto:
«Sono auto italiane, costano meno delle tedesche»
ci sono altre marche italiane che costano di meno

tipo la nuova thema ...

es. con i soldi di una maserati prendevi 3-4 thema
'' A Reggina Esti Comu U viagra... faci 'nchianari i cazzi "

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pellarorc
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DoubleD ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:
«Sono auto italiane, costano meno delle tedesche»
ci sono altre marche italiane che costano di meno

tipo la nuova thema ...

es. con i soldi di una maserati prendevi 3-4 thema
io direi tipo la punto!!!!
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se al posto di auto blu e privilegi spendessero i soldi per gli f35 e le nuove lpd farebbero molta più figura
Un Mito Non Muore Mai!

Foti su Tedesco: “Nessuna umiliazione, pensi di meno al ritorno economico”

dove c***o sta la vostra fantomatica rivoluzione liberale? la verità è che da 17 anni siete stati solo ed esclusivamente tanti M'BUCCALAPUNI
reggino
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suonatore Jones ha scritto:http://www.lettera43.it/attualita/29891 ... serati.htm

Il luciferino ministro Ignazio La Russa, uno che interviene su tutto perché il teatrino della politica lo appassiona più della Difesa, si scandalizza se un deputato dell'opposizione eccepisce sull'acquisto di 19 Maserati per far viaggiare i dirigenti del suo ministero.
«Sono auto italiane, costano meno delle tedesche e io poi continuo a muovermi su una vecchia Audi» ha spiegato La Russa, come per esaltare la magnanimità di chi riserva il lusso ai suoi, ma quando si tratta di sé non deroga dalle spartane abitudini.
Spartane per la verità non tanto, almeno quando si tratta di viaggiare su altri mezzi, come fece con l'aereo di Stato per seguire una trasferta tedesca della sua Inter. Episodio su cui, a maggio, la Corte dei conti disse di voler far luce per appurare se non ci fosse stato del danno erariale. Se poi l'abbia fatta, o si sia fermata all'intenzione, non è dato sapere.
CONTRO L'INTERROGAZIONE DEL PD. Di fronte all'interrogazione del deputato del Partito democratico Emanuele Fiano, La Russa ha manifestato un certo fastidio, come si trattasse di una demagogica puntura anti Casta. Una delle tante che si susseguono di questi tempi in cui i costi della politica siedono permanentemente sul banco degli imputati.
Mostrando in questo una reazione tipica di chi vive separato dalla realtà, in un mondo chiuso e autoreferenziale al quale le istanze che vengono da fuori devono risultare incomprensibili, se non vagamente offensive.
Come ci si permette di contestare l'acquisto di 19 Maserati, un'iniziativa del tutto ordinaria, quando bisogna rinnovare il parco auto di un ministero? Che sarà mai?
La Russa trova inconcepibile quello che invece noi troviamo naturale, ovvero fargli osservare che nella fattispecie, in tempi di ristrettezze e prediche dei suoi colleghi sul rigore, il ministero avrebbe potuto scegliere una automobile meno costosa, visto che la Maserati, ancorché «meno cara delle tedesche», non viene via a prezzi di saldo.
MINISTRI IN MASERATI A SPESE DEGLI ITALIANI. Il ministro poi dovrebbe sapere, ma evidentemente lo ignora, che i simboli sono importanti e hanno una grande influenza sul pubblico che su di essi forma le sue opinioni.
Maserati, nell'immaginario collettivo, è l'auto dei sogni, la fuoriserie rombante che con la Ferrari costituisce il desiderio di molti appassionati, che solo pochissimi privilegiati possono esaudire. E quelli che se lo possono permettere lo fanno di tasca propria, non a spese della collettività.
Dispiacerà al ministro della Difesa, ma alla notizia che dei dirigenti pubblici viaggiano in Maserati un contribuente ha buone ragioni per adombrarsi, non foss'altro perché le ha pagate lui, che magari la macchina non se la può permettere o la lascia ferma in box perché costa troppo mantenerla.
L'ULTIMA GOCCIA NEL MARE DEGLI SPRECHI. Moralismo, demagogia? Forse, anche perché questa vicenda delle Maserati è certo una goccia nel mare magnum degli sprechi. Però da qualche parte bisognerà pur cominciare, visto che sono le tante gocce a formare il mare.
L'episodio per contrasto fa venire in mente il primo ministro britannico David Cameron, che spesso si sposta in metropolitana e va in vacanza volando Ryanair.
Esempio di politica low cost cui La Russa e i suoi colleghi contrappongono le ineludibili ragioni di sicurezza che li obbligano a muoversi blindati e ultra scortati. Meglio se in Maserari. Così, oltre alla sicurezza, è salva anche la spocchia.
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bah
incredibile l'arroganza e l'assenza di pudore di questa nosta classe dirigente.
La peggiore al mondo.
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Lucianeddux
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DoubleD ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:
«Sono auto italiane, costano meno delle tedesche»
ci sono altre marche italiane che costano di meno

tipo la nuova thema ...

es. con i soldi di una maserati prendevi 3-4 thema
Pechè la bravo la butti ?? Che si diano una regolata .. prima che sia troppo tardi ..che la situazione libica non è poi tanto lontana ! :evil:
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si cmq questa non è una novità.
IO ho letto La Casta e cmq molte amm.comunali già spendevano e spandevano per auto di lusso senza senso. Un caso clamoroso in veneto dove il sindaco comprava auto con cilindrata oltre i 3000 e sopratutto di determinate marche.

Io...in una condizione normale non mi meraviglierei. Il politico medio cmq vede nella politica un affare per migliorare le proprie condizioni economiche e sopratutto il suo potere. E questo suo potere deve farlo vedere attraverso dei beni materiali.

Io..però...in una condizione come quella attuale lo considero un atto indegno. Un atto vergognoso!
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kurohata
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Lucianeddux ha scritto:
DoubleD ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:
«Sono auto italiane, costano meno delle tedesche»
ci sono altre marche italiane che costano di meno

tipo la nuova thema ...

es. con i soldi di una maserati prendevi 3-4 thema
Pechè la bravo la butti ?? Che si diano una regolata .. prima che sia troppo tardi ..che la situazione libica non è poi tanto lontana ! :evil:

ohddio.. non vorrai mica usare la violenza?
Malaca
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Grande Iacchetti:


http://www.youtube.com/watch?v=c-xCRpg7DpY



E grandi i politici in questione.
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http://bigben.corriere.it/

In Italia circolano 72 mila auto blu: il dato ufficiale basta consultarlo sul sito del Formez che ha compiuto il monitoraggio per conto del ministero della pubblica amministrazione. Numero sbalorditivo ma il bello deve ancora venire.

Già, perchè si scopre che la nostra burocrazia è riuscita a catalogare le auto di servizio in tre gruppi: le "auto blu-blu" (proprio così, due volte blu) che sono quelle di rappresentanza politico-istituzionale "a disposizione di autorità e alte cariche dello Stato e delle amministrazioni locali", poi le "auto blu" (una sola volta blu) che sono quelle a disposizione dei "dirigenti apicali" (testuale), infine le "auto grigie" adibite, dice la relazione del Formez, ai "servizi operativi". Gli addetti sono 35 mila (di cui 14 mila autisti), la spesa per il personale è di 1,2 miliardi di euro all'anno. La spesa di gestione di di 350 milioni di euro che, sommando gli ammortamenti, diventa di 650 milioni. C'è poco da commentare, basta una parola: vergogna.

E nel Regno Unito? Occorre una premessa: le auto di servizio vengono gestite da un'authority che dipende dal ministero dei trasporti e si chiama "Government Car and Despatch Agency". In pratica, se un dipartimento ha bisogno di un'auto blu deve rivolgersi e farne richiesta all'Agenzia. Ecco i numeri ufficiali (anche in questo caso consultabili facilmente sul sito della "GCDA" oltre che governo): al 31 marzo 2010 le auto blu in dotazione ai ministeri erano 78, il parco auto era complessivamente di 261 nel 2010, sceso a 195 nel 2011. Per parco auto s'intendono le vetture "blu-blu" (usiamo la terminlogia italiana e non quella britannica che si limita a un sobrio "ministerial cars") e le vetture "blu" e "grigie", utlilizzate per i servizi (ad esempio trasporto documkenti e posta). Gli addetti sono 239 e il costo complessivo è di circa 7 milioni di sterline.

Ammettiamo pure che alla statistica sfuggano le auto di rappresentanza della famiglia reale (che sono 8). Ammettiamo che ne sfuggano pure quelle dei magistrati dell'Alta Corte e dei sindaci delle maggiori città. Nonostante tutto il raffronto fra Roma e Londra (sulle auto blu-blu) è imbarazzante. E poi ci sorprendiamo se scivoliamo sempre più giù...
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LUNEDÌ 7 NOVEMBRE 2011
Italia, paradiso delle scorte





Italia, paradiso delle scorte :

più di mille auto blindate con 2400 agenti.

E negli ultimi anni lo stato ha speso

120 milioni per comprare 600 BM serie 3 e 5.

Alla faccia del debito pubblico...









Nel nostro Paese ci sono più di mille auto blindate, con 2.400 agenti. Molte sono indispensabili, come quelle ai giudici in terre di mafie. Ma ha senso pagare anche quelle di Sgarbi, Diliberto, Scajola e Dell'Utri?
Il fantomatico attentato virtuale contro Gianfranco Fini. I micidiali pacchi bomba anarchici. I petardi contro le sedi della Lega. E la misteriosa sparatoria sulle scale di casa Belpietro, passata in due mesi da emergenza nazionale a bufala individuale.
Le cronache di quest’ultima stagione tornano a riempirsi di allarmi, in un contesto che tra crisi economica, aspri confronti sindacali e scontri studenteschi è di sicuro teso, offrendo lo scenario perfetto per azioni clamorose e simulazioni più o meno credibili. In questo clima da fine impero c’è una figura che torna protagonista: quella del pretoriano, che spesso invece di difendere l’imperatore diventa strumento di interessi diversi. Oggi si chiama scorta e, nell’italica declinazione viene sempre più spesso percepita come lo status symbol supremo. Per alcune persone realmente in pericolo si tratta di una logorante necessità, che annulla la libertà di movimento e la privacy, una condanna alla vita blindata. Per altri invece è solo l’ostentazione di un rango: il massimo del privilegio, molto più dell’auto blu.

PANZER DI STATO
Tra minacce concrete e sfarzi di casta, l’Italia è diventata l’Eldorado delle auto corazzate: il nostro governo vanta il record mondiale degli acquisti, più degli Usa o della Russia, della Colombia o del Libano. Negli ultimi anni lo Stato ha speso circa 120 milioni per comprare 600 Bmw delle serie 3 e 5; un centinaio di Audi 6, ciascuna del costo di 140 mila euro; un’ottantina di “carri armati” Audi A8 e Bmw 7 che per 300 mila euro promettono di incassare anche le raffiche di kalashnikov. Ma nei garage pubblici c’è molto altro. Centinaia di Lancia Thesis e Lybra, decine di Alfa 164, le nuove Subaru Legacy e le ormai vetuste Fiat Croma, residuati della flotta commissionata all’indomani della strage di Capaci. Non esiste un censimento dell’autoparco blindato: dovrebbero essere circa 1.500 macchine, che consumano il doppio e si logorano molto più rapidamente. Solo per le missioni assegnate dal Viminale ogni mattina ne partono 650: messe in fila formerebbero un corteo lungo più di tre chilometri.
Servono per garantire la sicurezza di 263 magistrati, la metà dei quali in Sicilia e Calabria; 90 parlamentari e uomini di governo; 21 sindaci e governatori regionali; altrettanti ambasciatori e otto tra sindacalisti e giornalisti. A sedici di loro viene assegnato il dispositivo massimo: due-tre blindate con oltre otto agenti. Altri 82 hanno una doppia macchina con sei uomini armati mentre 312 si devono accontentare di una sola auto corazzata con una coppia di bodyguard. Ad ulteriori 174 personalità invece è stata concessa una vettura normale con uno o due militari di tutela.
In totale il ministero dell’Interno ha disposto 585 “servizi di protezione ravvicinata” che richiedono 650 vetture antiproiettile, 300 auto non blindate, circa 2 mila tra agenti, finanzieri, carabinieri e guardie carcerarie più altri 400 uomini per vigilare su case e uffici. E questo apparato in molti casi si alterna su due turni, raddoppiando così personale e macchine.
ARMATA FUORI CONTROLLO
L’elenco ufficiale del ministero – che “L’espresso” rivela per la prima volta – è comunque parziale, perché esistono molte altre scorte che non dipendono dal Viminale. Anzitutto, c’è lo scudo di Palazzo Chigi, con una struttura da 007 che schiera 30 commandos ed ex guardiaspalle privati della Fininvest, tutti alle dipendenze dei servizi segreti, con 13 Audi corazzate e altri 70 uomini per sorvegliare le residenze del premier. E bisognerebbe conteggiare anche i dispositivi che vegliano sul capo dello Stato e quello che contribuisce alla sicurezza del papa.
C’è poi una serie di provvedimenti d’urgenza disposti dai singoli prefetti: nell’ultimo periodo hanno riguardato 23 magistrati e un numero top secret di politici nazionali o locali. Nella lista vanno aggiunti i “servizi di vigilanza”, ossia il livello minimo di protezione: un’auto di ronda che passa periodicamente sotto l’abitazione o il luogo di lavoro della personalità da protegger. La vigilanza riguarda 678 magistrati e una moltitudine di esponenti di partito, sindacalisti, imprenditori, alti prelati e un gruppetto di giornalisti. Infine, l’ultima novità: i vigili urbani usati come guardia personale dai sindaci, con la benedizione o meno dei prefetti, come avviene da Palermo a Pavia.
E persino, è accaduto a Milano, la discesa in campo della polizia provinciale che normalmente si occupa di caccia e pesca mentre invece ha esibito un pool di bodyguard con equipaggiamento da Secret service. Una stima ufficiosa ritiene che per le scorte ogni giorno siano mobilitati più di 4000 uomini con duemila vetture: una moltitudine di pretoriani che tra stipendi, auto e carburante grava sull’erario per oltre 250 milioni di euro l’anno. Un costo altissimo in termini economici e professionali, perché si acquistano blindate da sogno mentre le volanti perdono i pezzi e si destinano a questi incarichi agenti di prima scelta, uomini e donne giovani ed esperti, con ottima forma fisica e grandi capacità. “Personale che sa “leggere” quello che succede per strada, interpretare gli atteggiamenti della gente e gestire la reazione: l’ideale per quei servizi di controllo del territorio che vengono sempre invocati”, come sottolinea un sindacalista delle forze dell’ordine.
ABUSO DI PROTEZIONE
Eliminare le scorte inutili è uno slogan che ritorna periodicamente. Eppure da otto anni non ci sono attacchi di gruppi organizzati di natura politica, criminale o religiosa: le Brigate rosse sembrano debellate, le mafie hanno subìto duri colpi – come magnifica la propaganda di governo – e scelto una linea di basso profilo. La sparatoria nel condominio del direttore di “Libero”, stando alle indagini, sembra una discutibile iniziativa del suo agente di scorta.
Mentre le azioni di squilibrati, come il lancio della statuina contro il premier, non sono state impedite dalla sicurezza ravvicinata più potente d’Italia. Inoltre bisogna ricordare che gli attentati più gravi della storia recente, quelli contro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno ucciso magistrati con protezione massima. Certo, ci sono personaggi che per il ruolo rivestito o per specifiche iniziative, hanno ricevuto minacce o corrono pericoli concreti. Ma siamo sicuri che in Italia ci siano 700 persone che non possono fare a meno di una protezione armata 24 ore su 24? Queste cifre testimoniano la sconfitta dello Stato nel garantire l’ordine pubblico o sono solo l’ennesimo corto circuito tra istituzioni che invece di controllarsi si scambiano favori? Nell’Italia delle cricche la scorta diventa il regalo più ambito, quello che dona un’immagine di potere al politico, al grand commis e al magistrato.
Tutti i sindacati di polizia sono compatti nel denunciare lo scandalo quotidiano che avviene in questo settore. E sono numerosi gli episodi che hanno diffuso questa percezione di abuso. I militari che continuano a proteggere l’ex governatore laziale Piero Marrazzo, assiduo frequentatore di transessuali nonostante fosse sotto scorta. La difesa anti-ultra accordata per mesi ad Adriano Galliani. O i filmati della Mercedes di Lele Mora carica di pin up che entra nella villa di Arcore senza nessun controllo dei carabinieri all’ingresso. O il traffico di chiamate di escort, starlette e minorenni sedicenti nipotine di Mubarak smistato dal telefonino del caposcorta di Berlusconi che – alla luce dello stipendio d’oro di dirigente dell’intelligence – dovrebbe occuparsi di vicende più serie per la sicurezza nazionale.
Ma le proteste anonime degli agenti segnalano lo stesso malcostume: ore passate a vigilare su party e festini delle autorità. E se un poliziotto o un carabiniere reclama, quasi sempre finisce per beccarsi una punizione. Pochi mesi fa un importante ministro è stato messo in guardia dai problemi di sicurezza connessi alle frequentazioni discutibili di un suo stretto familiare: e lui invece di ringraziare ha preteso che tutti gli uomini della sua vigilanza venissero rimossi.




. .

UNA SCORTA È PER SEMPRE
Altro vizio diffuso poi sono le tutele eterne, che proseguono per anni senza che se ne capisca l’esigenza: benefit a vita. Il sindacato di polizia Coisp ha fatto un elenco di lungodegenti della blindata: Oliviero Diliberto dieci anni fa fu il secondo Guardasigilli comunista dopo Palmiro Togliatti e da allora continua a girare con autista e agente; il combattivo avvocato ed ex deputato Carlo Taormina ha ben quattro uomini; Mario Baccini non è più sottosegretario dal 2005 ma ha ancora cinque guardaspalle.
I presidenti di Camera e Senato continuano per lustri a girare con tutela calibro nove: Irene Pivetti l’ha avuta per oltre dieci anni e oggi sorveglia i convegni di Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini mentre Fausto Bertinotti passeggia per villa Borghese con la signora Lella sottobraccio e agente al seguito. L’ex governatore calabrese Agazio Loiero ha tre finanzieri, quattro il leghista Federico Bricolo e due l’ex sindaco di Segrate e deputato Giampiero Cantoni. Marcello Dell’Utri viene protetto da nove anni, nonostante la condanna confermata in appello per mafia.
Vittorio Sgarbi è un altro habitué della scorta. La ebbe per la prima volta nel 1993 e la perse due anni dopo anche per le interrogazioni del postdemocristiano onorevole Sergio Tanzarella che lo accusava di “seminare il panico nelle strade di Roma, soprattutto di notte, scarrozzando allegre e schiamazzanti brigate gaudenti da ristoranti e balere”. Ma il critico l’ha riottenuta la scorsa estate come sindaco di Salemi, pronto a scagliarsi contro lo scempio dei parchi eolici siciliani: una misura potenziata per effetto di due lettere anonime recapitate alla Sovrintendenza di Venezia. La sua attività tra Roma, Veneto e trapanese richiede lunghi spostamenti: a settembre uno dei “suoi” finanzieri ha rischiato la vita dopo un incidente sull’Autosole. La legge prevede che tutte le misure di protezione vengano riesaminate periodicamente, per capire se sono ancora indispensabili. In realtà queste revisioni sono rare: per quieto vivere o per mantenere buone relazioni, difficilmente si interviene. Eppure basterebbe poco per risparmiare. Due mesi fa a Palermo il prefetto Caruso ha limato molti dei servizi, togliendo le blindate a giudici che non avevano più incarichi a rischio o a politici come l’ex governatore e imputato Totò Cuffaro: così ha recuperato 50 agenti.
IL POTERE BLINDATO.
Oggi l’italiano più protetto dopo Berlusconi è Renato Schifani: il presidente del Senato è la seconda carica istituzionale, ma in questa stagione turbolenta la sua posizione non appare in prima linea. Invece la sua sicurezza è affidata a venti uomini dei reparti speciali con quattro vetture corazzate, mentre il figlio che vive a Palermo ha una blindata con tutela. Spicca anche l’esercito personale di Raffaele Lombardo, con 18 agenti e quattro Audi che si alternano intorno al governatore siciliano. Le scorte spesso sono anche uno strumento per cementare relazioni e costruire carriere.
Nel 2001 l’allora direttore del Sismi Nicolò Pollari grazie all’emergenza dell’11 settembre aveva istituito un inedito servizio vigilanza degli 007 per dotare di auto blu e pretoriani una cinquantina di politici, ex membri di governo, top manager pubblici e privati. Una cortesia che andava a rimpiazzare gli agenti richiamati dal ministro degli Interni Claudio Scajola, che con una drastica riforma aveva tagliato quasi 800 uomini dalle scorte per destinarli alla lotta contro il terrorismo islamico.
Nonostante non sia più agli Interni da otto anni e abbia dovuto rinunciare anche alla poltrona delle Attività industriali per la casa con vista Colosseo pagata dagli assegni della Cricca, Scajola oggi conserva otto poliziotti e due blindate. Un bel paradosso per chi definì Marco Biagi, lasciato senza protezione ignorando le sue richieste angosciate, “un rompicoglioni”.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... te/2141924
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Cesare Beccaria
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per non parlare delle auto in dotazione agli uffici comunali comunali,province,ecc..auto anche di un certo valore.
Alla provincia da noi hanno per i viaggi"istituzionali"in dotazione un Range Rover ultimo modfello,se non erro lo"Sport" che costa circa 60mila Euro..a che pro?
O nei parcheggi del Cedir tempo addietro erano presenti due Nissan Pick up in dotazione al comune nuovi di pacco fermi impolverati...
Mezzi sprecati e che paghiamo...ecco dove vanno i nostri soldi...
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DoubleD ha scritto: ci sono altre marche italiane che costano di meno

tipo la nuova thema ...

es. con i soldi di una maserati prendevi 3-4 thema
Diciamo 3...e sarebbe comunque troppo, dato che parliamo di una macchina che costa oltre 40mila euro

C'è l'Alfa 159, la Fiat Croma, la Lancia Delta...tutte vetture tra i 20 e i 30 mila euro, che andrebbero più che bene
Come si dorme non è importante, come si è svegli è importante

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Motociclista ha scritto:per non parlare delle auto in dotazione agli uffici comunali comunali,province,ecc..auto anche di un certo valore.
Alla provincia da noi hanno per i viaggi"istituzionali"in dotazione un Range Rover ultimo modfello,se non erro lo"Sport" che costa circa 60mila Euro..a che pro?
O nei parcheggi del Cedir tempo addietro erano presenti due Nissan Pick up in dotazione al comune nuovi di pacco fermi impolverati...
Mezzi sprecati e che paghiamo...ecco dove vanno i nostri soldi...
E chi fa servizi istituzionali sulla strada(polizia municipale) si vede ridotte le auto di servizio e aumentate le "auto di rappresentanza"(spostamento di quelle poche auto civili che il comune ancora ha di proprietà da un ufficio all'altro)
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

http://www.youtube.com/watch?v=06hr11IO" onclick="window.open(this.href);return false; ... dded#at=13

"La mia rielezione sarebbe al limite del ridicolo" Giorgio Napolitano 14/4/2013
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Lilleuro ha scritto:
DoubleD ha scritto: ci sono altre marche italiane che costano di meno

tipo la nuova thema ...

es. con i soldi di una maserati prendevi 3-4 thema

la Fiat Croma
la Croma non è più in listino :salut
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cozzina1 ha scritto:LUNEDÌ 7 NOVEMBRE 2011
Italia, paradiso delle scorte





Italia, paradiso delle scorte :

più di mille auto blindate con 2400 agenti.

E negli ultimi anni lo stato ha speso

120 milioni per comprare 600 BM serie 3 e 5.

Alla faccia del debito pubblico...









Nel nostro Paese ci sono più di mille auto blindate, con 2.400 agenti. Molte sono indispensabili, come quelle ai giudici in terre di mafie. Ma ha senso pagare anche quelle di Sgarbi, Diliberto, Scajola e Dell'Utri?
Il fantomatico attentato virtuale contro Gianfranco Fini. I micidiali pacchi bomba anarchici. I petardi contro le sedi della Lega. E la misteriosa sparatoria sulle scale di casa Belpietro, passata in due mesi da emergenza nazionale a bufala individuale.
Le cronache di quest’ultima stagione tornano a riempirsi di allarmi, in un contesto che tra crisi economica, aspri confronti sindacali e scontri studenteschi è di sicuro teso, offrendo lo scenario perfetto per azioni clamorose e simulazioni più o meno credibili. In questo clima da fine impero c’è una figura che torna protagonista: quella del pretoriano, che spesso invece di difendere l’imperatore diventa strumento di interessi diversi. Oggi si chiama scorta e, nell’italica declinazione viene sempre più spesso percepita come lo status symbol supremo. Per alcune persone realmente in pericolo si tratta di una logorante necessità, che annulla la libertà di movimento e la privacy, una condanna alla vita blindata. Per altri invece è solo l’ostentazione di un rango: il massimo del privilegio, molto più dell’auto blu.

PANZER DI STATO
Tra minacce concrete e sfarzi di casta, l’Italia è diventata l’Eldorado delle auto corazzate: il nostro governo vanta il record mondiale degli acquisti, più degli Usa o della Russia, della Colombia o del Libano. Negli ultimi anni lo Stato ha speso circa 120 milioni per comprare 600 Bmw delle serie 3 e 5; un centinaio di Audi 6, ciascuna del costo di 140 mila euro; un’ottantina di “carri armati” Audi A8 e Bmw 7 che per 300 mila euro promettono di incassare anche le raffiche di kalashnikov. Ma nei garage pubblici c’è molto altro. Centinaia di Lancia Thesis e Lybra, decine di Alfa 164, le nuove Subaru Legacy e le ormai vetuste Fiat Croma, residuati della flotta commissionata all’indomani della strage di Capaci. Non esiste un censimento dell’autoparco blindato: dovrebbero essere circa 1.500 macchine, che consumano il doppio e si logorano molto più rapidamente. Solo per le missioni assegnate dal Viminale ogni mattina ne partono 650: messe in fila formerebbero un corteo lungo più di tre chilometri.
Servono per garantire la sicurezza di 263 magistrati, la metà dei quali in Sicilia e Calabria; 90 parlamentari e uomini di governo; 21 sindaci e governatori regionali; altrettanti ambasciatori e otto tra sindacalisti e giornalisti. A sedici di loro viene assegnato il dispositivo massimo: due-tre blindate con oltre otto agenti. Altri 82 hanno una doppia macchina con sei uomini armati mentre 312 si devono accontentare di una sola auto corazzata con una coppia di bodyguard. Ad ulteriori 174 personalità invece è stata concessa una vettura normale con uno o due militari di tutela.
In totale il ministero dell’Interno ha disposto 585 “servizi di protezione ravvicinata” che richiedono 650 vetture antiproiettile, 300 auto non blindate, circa 2 mila tra agenti, finanzieri, carabinieri e guardie carcerarie più altri 400 uomini per vigilare su case e uffici. E questo apparato in molti casi si alterna su due turni, raddoppiando così personale e macchine.
ARMATA FUORI CONTROLLO
L’elenco ufficiale del ministero – che “L’espresso” rivela per la prima volta – è comunque parziale, perché esistono molte altre scorte che non dipendono dal Viminale. Anzitutto, c’è lo scudo di Palazzo Chigi, con una struttura da 007 che schiera 30 commandos ed ex guardiaspalle privati della Fininvest, tutti alle dipendenze dei servizi segreti, con 13 Audi corazzate e altri 70 uomini per sorvegliare le residenze del premier. E bisognerebbe conteggiare anche i dispositivi che vegliano sul capo dello Stato e quello che contribuisce alla sicurezza del papa.
C’è poi una serie di provvedimenti d’urgenza disposti dai singoli prefetti: nell’ultimo periodo hanno riguardato 23 magistrati e un numero top secret di politici nazionali o locali. Nella lista vanno aggiunti i “servizi di vigilanza”, ossia il livello minimo di protezione: un’auto di ronda che passa periodicamente sotto l’abitazione o il luogo di lavoro della personalità da protegger. La vigilanza riguarda 678 magistrati e una moltitudine di esponenti di partito, sindacalisti, imprenditori, alti prelati e un gruppetto di giornalisti. Infine, l’ultima novità: i vigili urbani usati come guardia personale dai sindaci, con la benedizione o meno dei prefetti, come avviene da Palermo a Pavia.
E persino, è accaduto a Milano, la discesa in campo della polizia provinciale che normalmente si occupa di caccia e pesca mentre invece ha esibito un pool di bodyguard con equipaggiamento da Secret service. Una stima ufficiosa ritiene che per le scorte ogni giorno siano mobilitati più di 4000 uomini con duemila vetture: una moltitudine di pretoriani che tra stipendi, auto e carburante grava sull’erario per oltre 250 milioni di euro l’anno. Un costo altissimo in termini economici e professionali, perché si acquistano blindate da sogno mentre le volanti perdono i pezzi e si destinano a questi incarichi agenti di prima scelta, uomini e donne giovani ed esperti, con ottima forma fisica e grandi capacità. “Personale che sa “leggere” quello che succede per strada, interpretare gli atteggiamenti della gente e gestire la reazione: l’ideale per quei servizi di controllo del territorio che vengono sempre invocati”, come sottolinea un sindacalista delle forze dell’ordine.
ABUSO DI PROTEZIONE
Eliminare le scorte inutili è uno slogan che ritorna periodicamente. Eppure da otto anni non ci sono attacchi di gruppi organizzati di natura politica, criminale o religiosa: le Brigate rosse sembrano debellate, le mafie hanno subìto duri colpi – come magnifica la propaganda di governo – e scelto una linea di basso profilo. La sparatoria nel condominio del direttore di “Libero”, stando alle indagini, sembra una discutibile iniziativa del suo agente di scorta.
Mentre le azioni di squilibrati, come il lancio della statuina contro il premier, non sono state impedite dalla sicurezza ravvicinata più potente d’Italia. Inoltre bisogna ricordare che gli attentati più gravi della storia recente, quelli contro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno ucciso magistrati con protezione massima. Certo, ci sono personaggi che per il ruolo rivestito o per specifiche iniziative, hanno ricevuto minacce o corrono pericoli concreti. Ma siamo sicuri che in Italia ci siano 700 persone che non possono fare a meno di una protezione armata 24 ore su 24? Queste cifre testimoniano la sconfitta dello Stato nel garantire l’ordine pubblico o sono solo l’ennesimo corto circuito tra istituzioni che invece di controllarsi si scambiano favori? Nell’Italia delle cricche la scorta diventa il regalo più ambito, quello che dona un’immagine di potere al politico, al grand commis e al magistrato.
Tutti i sindacati di polizia sono compatti nel denunciare lo scandalo quotidiano che avviene in questo settore. E sono numerosi gli episodi che hanno diffuso questa percezione di abuso. I militari che continuano a proteggere l’ex governatore laziale Piero Marrazzo, assiduo frequentatore di transessuali nonostante fosse sotto scorta. La difesa anti-ultra accordata per mesi ad Adriano Galliani. O i filmati della Mercedes di Lele Mora carica di pin up che entra nella villa di Arcore senza nessun controllo dei carabinieri all’ingresso. O il traffico di chiamate di escort, starlette e minorenni sedicenti nipotine di Mubarak smistato dal telefonino del caposcorta di Berlusconi che – alla luce dello stipendio d’oro di dirigente dell’intelligence – dovrebbe occuparsi di vicende più serie per la sicurezza nazionale.
Ma le proteste anonime degli agenti segnalano lo stesso malcostume: ore passate a vigilare su party e festini delle autorità. E se un poliziotto o un carabiniere reclama, quasi sempre finisce per beccarsi una punizione. Pochi mesi fa un importante ministro è stato messo in guardia dai problemi di sicurezza connessi alle frequentazioni discutibili di un suo stretto familiare: e lui invece di ringraziare ha preteso che tutti gli uomini della sua vigilanza venissero rimossi.




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UNA SCORTA È PER SEMPRE
Altro vizio diffuso poi sono le tutele eterne, che proseguono per anni senza che se ne capisca l’esigenza: benefit a vita. Il sindacato di polizia Coisp ha fatto un elenco di lungodegenti della blindata: Oliviero Diliberto dieci anni fa fu il secondo Guardasigilli comunista dopo Palmiro Togliatti e da allora continua a girare con autista e agente; il combattivo avvocato ed ex deputato Carlo Taormina ha ben quattro uomini; Mario Baccini non è più sottosegretario dal 2005 ma ha ancora cinque guardaspalle.
I presidenti di Camera e Senato continuano per lustri a girare con tutela calibro nove: Irene Pivetti l’ha avuta per oltre dieci anni e oggi sorveglia i convegni di Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini mentre Fausto Bertinotti passeggia per villa Borghese con la signora Lella sottobraccio e agente al seguito. L’ex governatore calabrese Agazio Loiero ha tre finanzieri, quattro il leghista Federico Bricolo e due l’ex sindaco di Segrate e deputato Giampiero Cantoni. Marcello Dell’Utri viene protetto da nove anni, nonostante la condanna confermata in appello per mafia.
Vittorio Sgarbi è un altro habitué della scorta. La ebbe per la prima volta nel 1993 e la perse due anni dopo anche per le interrogazioni del postdemocristiano onorevole Sergio Tanzarella che lo accusava di “seminare il panico nelle strade di Roma, soprattutto di notte, scarrozzando allegre e schiamazzanti brigate gaudenti da ristoranti e balere”. Ma il critico l’ha riottenuta la scorsa estate come sindaco di Salemi, pronto a scagliarsi contro lo scempio dei parchi eolici siciliani: una misura potenziata per effetto di due lettere anonime recapitate alla Sovrintendenza di Venezia. La sua attività tra Roma, Veneto e trapanese richiede lunghi spostamenti: a settembre uno dei “suoi” finanzieri ha rischiato la vita dopo un incidente sull’Autosole. La legge prevede che tutte le misure di protezione vengano riesaminate periodicamente, per capire se sono ancora indispensabili. In realtà queste revisioni sono rare: per quieto vivere o per mantenere buone relazioni, difficilmente si interviene. Eppure basterebbe poco per risparmiare. Due mesi fa a Palermo il prefetto Caruso ha limato molti dei servizi, togliendo le blindate a giudici che non avevano più incarichi a rischio o a politici come l’ex governatore e imputato Totò Cuffaro: così ha recuperato 50 agenti.
IL POTERE BLINDATO.
Oggi l’italiano più protetto dopo Berlusconi è Renato Schifani: il presidente del Senato è la seconda carica istituzionale, ma in questa stagione turbolenta la sua posizione non appare in prima linea. Invece la sua sicurezza è affidata a venti uomini dei reparti speciali con quattro vetture corazzate, mentre il figlio che vive a Palermo ha una blindata con tutela. Spicca anche l’esercito personale di Raffaele Lombardo, con 18 agenti e quattro Audi che si alternano intorno al governatore siciliano. Le scorte spesso sono anche uno strumento per cementare relazioni e costruire carriere.
Nel 2001 l’allora direttore del Sismi Nicolò Pollari grazie all’emergenza dell’11 settembre aveva istituito un inedito servizio vigilanza degli 007 per dotare di auto blu e pretoriani una cinquantina di politici, ex membri di governo, top manager pubblici e privati. Una cortesia che andava a rimpiazzare gli agenti richiamati dal ministro degli Interni Claudio Scajola, che con una drastica riforma aveva tagliato quasi 800 uomini dalle scorte per destinarli alla lotta contro il terrorismo islamico.
Nonostante non sia più agli Interni da otto anni e abbia dovuto rinunciare anche alla poltrona delle Attività industriali per la casa con vista Colosseo pagata dagli assegni della Cricca, Scajola oggi conserva otto poliziotti e due blindate. Un bel paradosso per chi definì Marco Biagi, lasciato senza protezione ignorando le sue richieste angosciate, “un rompicoglioni”.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... te/2141924
come mai quei grassetti?
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DoubleD ha scritto:
Lilleuro ha scritto:
DoubleD ha scritto: ci sono altre marche italiane che costano di meno

tipo la nuova thema ...

es. con i soldi di una maserati prendevi 3-4 thema

la Fiat Croma
la Croma non è più in listino :salut

Che io sappia ancora è in listino, ma anche se l'avessero già tolta non è questo il punto :thumright
Come si dorme non è importante, come si è svegli è importante

Cit. Vadinho
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Lilleuro ha scritto:

Che io sappia ancora è in listino, ma anche se l'avessero già tolta non è questo il punto :thumright
no, non lo è gia da qualche mese (da quando è entrata in listino la Freemont)
quelle che vedi nelle concessionarie sono le rimanenze
:wink
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Crisi, Difesa, Abrate: "Abbiamo rinunciato a dieci Maserati"


Roma, 24 nov. (TMNews) - "Tempi duri anche per noi militari": così dice il generale Biagio Abrate, capo di stato maggiore della Difesa, in una intervista al "Corriere della Sera". Di fronte alla grave crisi del debito la Difesa si vedrà costretta infatti a tagliare il suo budget per i prossimi tre anni di 2,3 miliardi. "Per questo stiamo rivedendo i nostri piani", annuncia il generale, e tanto per cominciare "siamo riusciti a non acquisire dieci" delle 19 Maserati che tanto scandalo avevano suscitato nelle ultime settimane (ma "il contratto (d'acquisto) risaliva ad alcuni anni fa", ricorda Abrate). Pur salvaguardando "tutta la componente operativa, composta da circa 80.000 volontari di varie categorie", sarà necessario "ridurre gli effettivi in misura consistente" prosegue il generale. "Oggi gli uomini in divisa sono 190.000", e i sacrifici "riguarderanno soprattutto le strutture di comando e di supporto nelle categorie dirigenziali, direttive e non direttive (ufficiali e marescialli)". Saranno inoltre dismesse le caserme: "Non vogliamo svendere - dice Abrate -, ma ricavarne una giusta quota. Potrebbero acquistarle i Comuni ma anche i privati".

24 novembre 2011
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