Decreto Sviluppo, prime indiscrezioni

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reggino
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Prende sempre più piede l'ipotesi di un ipotetico governo tecnico.
Spero che a guidarlo non sia Amato,chiunque, ma non Amato,o Dini.
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io2
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reggino ha scritto:Prende sempre più piede l'ipotesi di un ipotetico governo tecnico.
Spero che a guidarlo non sia Amato,chiunque, ma non Amato,o Dini.
Dini non è tanto tecnico visto che fa parte del pdl.
Comunque se devono fare le larghe intese è meglio un governo politico con esponenti di tutti quelli che appoggiano.
L'importante non è vincere ma partecipare, con onore, alla sconfitta dell'avversario.
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Alle 20 è convocato il consiglio dei ministri straordinario per approvare il decreto sviluppo.
L'importante non è vincere ma partecipare, con onore, alla sconfitta dell'avversario.
reggino
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io2 ha scritto:
reggino ha scritto:Prende sempre più piede l'ipotesi di un ipotetico governo tecnico.
Spero che a guidarlo non sia Amato,chiunque, ma non Amato,o Dini.
Dini non è tanto tecnico visto che fa parte del pdl.
Comunque se devono fare le larghe intese è meglio un governo politico con esponenti di tutti quelli che appoggiano.
Ero convinto fosse nel csx,questo qui in pratica ogni anno cambia schieramento politico,peggio di Mastella...
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Regmi
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io2 ha scritto:Alle 20 è convocato il consiglio dei ministri straordinario per approvare il decreto sviluppo.
Tanto tuono' (è da agosto) finche' piovve
Forse.
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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io2
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reggino ha scritto:
io2 ha scritto:
reggino ha scritto:Prende sempre più piede l'ipotesi di un ipotetico governo tecnico.
Spero che a guidarlo non sia Amato,chiunque, ma non Amato,o Dini.
Dini non è tanto tecnico visto che fa parte del pdl.
Comunque se devono fare le larghe intese è meglio un governo politico con esponenti di tutti quelli che appoggiano.
Ero convinto fosse nel csx,questo qui in pratica ogni anno cambia schieramento politico,peggio di Mastella...
non ha cambiato, è entrato nel pdl da quando è stato fondato.
L'importante non è vincere ma partecipare, con onore, alla sconfitta dell'avversario.
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io2 ha scritto:[quote="


non ha cambiato, è entrato nel pdl da quando è stato fondato.
PRima era nella Margherita,è stato pure ministro nel governo Prodi...
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Ninco Nanco
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si parla di un piano straordinario per il sud...
a me vengono i brividi...siamo nelle mani della lega... :sad:
"I mafiosi non avrebbero cittadinanza in Italia se non ci fosse il potere politico e finanziario che gli permette di esistere."
Giuseppe Fava, ucciso il 5 gennaio 1984.
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goldenboy
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reggino ha scritto:
io2 ha scritto:
reggino ha scritto:Prende sempre più piede l'ipotesi di un ipotetico governo tecnico.
Spero che a guidarlo non sia Amato,chiunque, ma non Amato,o Dini.
Dini non è tanto tecnico visto che fa parte del pdl.
Comunque se devono fare le larghe intese è meglio un governo politico con esponenti di tutti quelli che appoggiano.
Ero convinto fosse nel csx,questo qui in pratica ogni anno cambia schieramento politico,peggio di Mastella...

Dini è un cavallo di troia delle destra...fu lui e Mastella a far cadere Prodi :salut :salut
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citrosodina
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Possibile ritorno dell'Ici sulla prima casa
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io2 ha scritto:
io2 ha scritto:
reggino ha scritto:

Dini non è tanto tecnico visto che fa parte del pdl.
Comunque se devono fare le larghe intese è meglio un governo politico con esponenti di tutti quelli che appoggiano.
Ero convinto fosse nel csx,questo qui in pratica ogni anno cambia schieramento politico,peggio di Mastella...
non ha cambiato, è entrato nel pdl da quando è stato fondato.

forse ti sei dimenticato che ha fondato anche Rinnovamento Italiano???
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NinoMed
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doddi ha scritto:Al Quirinale gran movimento per tutta la giornata, consegna dei braccialetti per chi entra ed esce, ingresso a coppie, selezione all'ingresso, commissariamento all'interno
Letta, Alfano e Verdini uniti
"Silvio, la maggioranza non c'è più"Drammatico vertice a Palazzo Grazioli dopo il ritorno in Italia di Berlusconi reduce dal G20. "Meglio fare subito un passo indietro". Ma il premier resiste. Martedì il d-day. Spunta un nuovo esecutivo
dal nostro inviato FRANCESCO BEI- Repubblica.it

CANNES - Alle otto di sera, nel salotto di palazzo Grazioli, la bandiera bianca viene alzata dall'ultimo uomo da cui il Cavaliere si aspetterebbe il colpo: Gianni Letta. "Silvio, i numeri sono questi, forse è arrivato il momento di farsene una ragione". Berlusconi è stanco, fissa i suoi interlocutori. Ha davanti a sé Denis Verdini, Letta, Angelino Alfano e Paolo Bonaiuti. Li guarda senza davvero capire quello che gli stanno dicendo. È finita. Ha passato la notte precedente a trattare con Obama e Sarkozy, ora gli stanno dicendo che la fine della sua stagione politica è stata decisa da Stracquadanio e Bertolini. Ma è così.

Denis Verdini, l'uomo che ha garantito nell'ombra tutte le trattative con i parlamentari, stavolta ammette che i numeri non ci sono più. Se si votasse domani sul rendiconto dello Stato i numeri si fermerebbero a 306 deputati. Ma il coordinatore stavolta è anche più pessimista: oltre a quelli che sono già andati via c'è anche un'altra area di dissenso, un'area grigia di una quindicina di deputati pronti a staccarsi dalla maggioranza, portando così la conta finale a 300. Sarebbe la fine. Sono ore drammatiche, il premier incassa questi numeri ma non ci sta. Si ribella, alza la voce. E prova a resistere. "Non ci credo. Li chiamerò uno ad uno personalmente. È tutta gente mia, mi devono guardare negli occhi e dirmi che mi vogliono tradire. Io lo so che sono arrabbiati, è gente frustrata, si rompono le palle a pigiare tutti i giorni
un pulsante, ma non hanno un disegno politico. Ci parlerò". Verdini e Alfano non condividono l'ottimismo del Cavaliere e stavolta non hanno paura a dirlo: "Ci abbiamo già parlato noi, è stato inutile".

Berlusconi li ascolta, a volte sospira e sembra rendersi conto della gravità della situazione. Per la prima volta le sue certezze traballano, inizia a prendere in considerazione l'impensabile. "Io potrei anche lasciare il posto a qualcun altro, come dite voi. Se vedessi un nuovo governo potrei fare un passo indietro, il problema è che non lo vedo". E tuttavia i suoi uomini insistono. La pressione per allargare la maggioranza all'Udc è sempre più forte. Nel governo, nella componente dei forzisti, ormai è un coro. E non resta molto tempo, le lancette corrono veloci. Martedì si voterà il Rendiconto dello Stato, poi probabilmente partirà una mozione di sfiducia. A quel punto sarà troppo tardi. Così, nella lunga notte di palazzo Grazioli, viene elaborata una strategia per affrontare i prossimi passaggi. Prendendo in considerazione i numeri ma anche l'insistenza del Cavaliere nel provare a resistere. Viene studiato un possibile atterraggio morbido. Da oggi a lunedì Berlusconi farà le sue telefonate ai ribelli e le sue convocazioni. Prima del voto alla Camera verrà fatto un ultimo controllo, un check nome per nome, tracciando il bilancio definitivo. Sarà in quel momento che verrà presa la decisione finale perché, se i numeri saranno ancora negativi, al Cavaliere hanno consigliato di andarsi a dimettere senza passare per un voto di sfiducia.

"Possiamo anche andare allo scontro - gli hanno spiegato Alfano e Letta - ma se perdiamo, e stavolta è probabile che perdiamo, la palla passa agli altri. A quel punto possiamo solo subire". Al contrario, se Berlusconi si decidesse a pilotare il passaggio con delle dimissioni volontarie, continuerebbe a essere il regista dell'operazione. Spianando così la strada a un nuovo governo, a maggioranza Pdl, a cui il Terzo polo non potrebbe dire di no. Un governo guidato da Gianni Letta o Mario Monti. A quel punto la vera incognita sarebbe la Lega. Anche di questo si è discusso a via del Plebiscito, ipotizzando che Roberto Maroni possa restare al Viminale. La strada del voto anticipato, il mantra ripetuto fino a ieri da Berlusconi e dallo stato maggiore del Pdl fin dentro lo studio del capo dello Stato, non viene nemmeno preso in considerazione. Serve alla propaganda, ma i sondaggi sono impietosi. Per il Pdl andare alle urne in questa situazione sarebbe un naufragio rovinoso.

Al contrario, nel caso il Cavaliere accettasse di favorire il passaggio a un governo diverso, per il centrodestra si aprirebbero opportunità vantaggiose. "Con Gianni Letta a palazzo Chigi - hanno spiegato al premier - allarghiamo l'alleanza a Casini e possiamo decidere noi se andare al voto tra sei mesi o tra un anno. Quando ci conviene di più". Ma anche se Napolitano incaricasse Mario Monti per un governo di "salvezza nazionale", con una dura agenda di sacrifici - quella tracciata ieri a Cannes con l'Ue e il Fondo monetario - per il Pdl e Berlusconi ci sarebbero vantaggi. "Avremmo tutto il tempo di riorganizzarci e preparare la candidatura di Alfano nel 2013". Inoltre si alleggerirebbe la responsabilità per il micidiali tagli che dovranno essere approvati. E resterebbe solo Mario Monti come artefice della purga.

Altre strade, nonostante Berlusconi resista, non ci sono. "Oggi siamo a 306, ma potremmo finire a 300", gli hanno ripetuto in coro. L'unica incognita a questo punto resta la data dell'attacco che sarà scelta dall'opposizione. C'è chi pensa martedì, chi punta alla settimana successiva. Tra il Pd e l'Udc su questo punto non c'è identità di vedute. Bersani vorrebbe assestare subito il colpo, sul Rendiconto dello Stato (lasciando che ad approvarlo sia un nuovo governo). Al contrario Pier Ferdinando Casini ormai è convinto che la partita sia già vinta. E tanto vale far passare il Rendiconto con un'astensione, portando l'assalto finale qualche giorno più tardi. Sempre che Berlusconi, come lo imploravano ieri i suoi, non decida di anticiparli e gettare la spugna da solo.
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doddi
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NinoMed ha scritto:
doddi ha scritto:Al Quirinale gran movimento per tutta la giornata, consegna dei braccialetti per chi entra ed esce, ingresso a coppie, selezione all'ingresso, commissariamento all'interno
Letta, Alfano e Verdini uniti
"Silvio, la maggioranza non c'è più"Drammatico vertice a Palazzo Grazioli dopo il ritorno in Italia di Berlusconi reduce dal G20. "Meglio fare subito un passo indietro". Ma il premier resiste. Martedì il d-day. Spunta un nuovo esecutivo
dal nostro inviato FRANCESCO BEI- Repubblica.it

CANNES - Alle otto di sera, nel salotto di palazzo Grazioli, la bandiera bianca viene alzata dall'ultimo uomo da cui il Cavaliere si aspetterebbe il colpo: Gianni Letta. "Silvio, i numeri sono questi, forse è arrivato il momento di farsene una ragione". Berlusconi è stanco, fissa i suoi interlocutori. Ha davanti a sé Denis Verdini, Letta, Angelino Alfano e Paolo Bonaiuti. Li guarda senza davvero capire quello che gli stanno dicendo. È finita. Ha passato la notte precedente a trattare con Obama e Sarkozy, ora gli stanno dicendo che la fine della sua stagione politica è stata decisa da Stracquadanio e Bertolini. Ma è così.

Denis Verdini, l'uomo che ha garantito nell'ombra tutte le trattative con i parlamentari, stavolta ammette che i numeri non ci sono più. Se si votasse domani sul rendiconto dello Stato i numeri si fermerebbero a 306 deputati. Ma il coordinatore stavolta è anche più pessimista: oltre a quelli che sono già andati via c'è anche un'altra area di dissenso, un'area grigia di una quindicina di deputati pronti a staccarsi dalla maggioranza, portando così la conta finale a 300. Sarebbe la fine. Sono ore drammatiche, il premier incassa questi numeri ma non ci sta. Si ribella, alza la voce. E prova a resistere. "Non ci credo. Li chiamerò uno ad uno personalmente. È tutta gente mia, mi devono guardare negli occhi e dirmi che mi vogliono tradire. Io lo so che sono arrabbiati, è gente frustrata, si rompono le palle a pigiare tutti i giorni
un pulsante, ma non hanno un disegno politico. Ci parlerò". Verdini e Alfano non condividono l'ottimismo del Cavaliere e stavolta non hanno paura a dirlo: "Ci abbiamo già parlato noi, è stato inutile".

Berlusconi li ascolta, a volte sospira e sembra rendersi conto della gravità della situazione. Per la prima volta le sue certezze traballano, inizia a prendere in considerazione l'impensabile. "Io potrei anche lasciare il posto a qualcun altro, come dite voi. Se vedessi un nuovo governo potrei fare un passo indietro, il problema è che non lo vedo". E tuttavia i suoi uomini insistono. La pressione per allargare la maggioranza all'Udc è sempre più forte. Nel governo, nella componente dei forzisti, ormai è un coro. E non resta molto tempo, le lancette corrono veloci. Martedì si voterà il Rendiconto dello Stato, poi probabilmente partirà una mozione di sfiducia. A quel punto sarà troppo tardi. Così, nella lunga notte di palazzo Grazioli, viene elaborata una strategia per affrontare i prossimi passaggi. Prendendo in considerazione i numeri ma anche l'insistenza del Cavaliere nel provare a resistere. Viene studiato un possibile atterraggio morbido. Da oggi a lunedì Berlusconi farà le sue telefonate ai ribelli e le sue convocazioni. Prima del voto alla Camera verrà fatto un ultimo controllo, un check nome per nome, tracciando il bilancio definitivo. Sarà in quel momento che verrà presa la decisione finale perché, se i numeri saranno ancora negativi, al Cavaliere hanno consigliato di andarsi a dimettere senza passare per un voto di sfiducia.

"Possiamo anche andare allo scontro - gli hanno spiegato Alfano e Letta - ma se perdiamo, e stavolta è probabile che perdiamo, la palla passa agli altri. A quel punto possiamo solo subire". Al contrario, se Berlusconi si decidesse a pilotare il passaggio con delle dimissioni volontarie, continuerebbe a essere il regista dell'operazione. Spianando così la strada a un nuovo governo, a maggioranza Pdl, a cui il Terzo polo non potrebbe dire di no. Un governo guidato da Gianni Letta o Mario Monti. A quel punto la vera incognita sarebbe la Lega. Anche di questo si è discusso a via del Plebiscito, ipotizzando che Roberto Maroni possa restare al Viminale. La strada del voto anticipato, il mantra ripetuto fino a ieri da Berlusconi e dallo stato maggiore del Pdl fin dentro lo studio del capo dello Stato, non viene nemmeno preso in considerazione. Serve alla propaganda, ma i sondaggi sono impietosi. Per il Pdl andare alle urne in questa situazione sarebbe un naufragio rovinoso.

Al contrario, nel caso il Cavaliere accettasse di favorire il passaggio a un governo diverso, per il centrodestra si aprirebbero opportunità vantaggiose. "Con Gianni Letta a palazzo Chigi - hanno spiegato al premier - allarghiamo l'alleanza a Casini e possiamo decidere noi se andare al voto tra sei mesi o tra un anno. Quando ci conviene di più". Ma anche se Napolitano incaricasse Mario Monti per un governo di "salvezza nazionale", con una dura agenda di sacrifici - quella tracciata ieri a Cannes con l'Ue e il Fondo monetario - per il Pdl e Berlusconi ci sarebbero vantaggi. "Avremmo tutto il tempo di riorganizzarci e preparare la candidatura di Alfano nel 2013". Inoltre si alleggerirebbe la responsabilità per il micidiali tagli che dovranno essere approvati. E resterebbe solo Mario Monti come artefice della purga.

Altre strade, nonostante Berlusconi resista, non ci sono. "Oggi siamo a 306, ma potremmo finire a 300", gli hanno ripetuto in coro. L'unica incognita a questo punto resta la data dell'attacco che sarà scelta dall'opposizione. C'è chi pensa martedì, chi punta alla settimana successiva. Tra il Pd e l'Udc su questo punto non c'è identità di vedute. Bersani vorrebbe assestare subito il colpo, sul Rendiconto dello Stato (lasciando che ad approvarlo sia un nuovo governo). Al contrario Pier Ferdinando Casini ormai è convinto che la partita sia già vinta. E tanto vale far passare il Rendiconto con un'astensione, portando l'assalto finale qualche giorno più tardi. Sempre che Berlusconi, come lo imploravano ieri i suoi, non decida di anticiparli e gettare la spugna da solo.

Prescindo dai fatti reali sui numeri ed analisi di fondoma vorrei porti una considerazione:
Repubblica (o altri) ha le microspie a palazzo Grazioli o qualcuno gli fornisce le intercettazioni ambientali?
Qua sono riportati tutti i dialoghi, virgolettati, con tanto di stati d'animo, gestualità, considerazioni puntuali di ciascun interlocutore presente.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
Prescindo dai fatti reali sui numeri ed analisi di fondoma vorrei porti una considerazione:
Repubblica (o altri) ha le microspie a palazzo Grazioli o qualcuno gli fornisce le intercettazioni ambientali?
Qua sono riportati tutti i dialoghi, virgolettati, con tanto di stati d'animo, gestualità, considerazioni puntuali di ciascun interlocutore presente.
li informa BelPietro o Sallustri :D
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doddi ha scritto:Chissà se Titissimo stà guardando Report :fifi:
Domani ci sarà la replica disponibile sul web, così mi risparmio il tempo di ri-rispiergatela, la vita finanziaria.
E' iniziata da pochi minuti ma hanno già detto quasi tutto.
Buona visione :see:
titissimo??

passiamo avanti... che oggi c'è il sole e voglio farmi due passi :)

ho rivisto la puntata, ora report è passato da covo di biechi comunisti a bibbia, complimenti.

qualche commento sulle minchiate che anche report può riportare:
1. una cima di intelligenza dice che la deutsche bank vende i titoli italiani quando ancora tengono, i titoli scendono e li ricomprano facendo utili. A mio modo di vedere sono stati bravi e fortunati, NON DIABOLICI come dice il tipo! Se l'Italia invece di un circo avesse un governo, e i conti dello stato fossero in ordine, anche se la deutsche bank avesse venduto tanto, il valore dei titoli non sarebbero scesi e, possibilmente, la db l'avrebbe presa in quel posto.
interessante che mentre parla di deutsche bank mostrano il logo della Die Bahn, le ferrovie tedesche, l'autore non dev'essere molto uso a questi nomi!! ahahaha
APPROSOSITO: questo vuole dire che l'untore è la deutsche bank?? sono loro che vogliono male all'italia e quindi all'euro e quindi a loro stessi????

2. ancora una volta uno straccione seduto su una scrivania da impiegato sfigato si mette a spiegarci che con pochi soldi, grazie a diabolici meccanismi fiananziari, si posso guadagnare milioni di euro al giorno. Cialtroni, come il trader di qualche tempo fa che tanto ti piaceva doddi!!

Summary for dummies:
Da anni il governo italiano spende più di quel che incassa. Negli ultimi tre anni anni, grazie anche alla crisi del 2008, il defict è cresciuto ulteriormente; nonostante le note e le raccomandazioni ricevute da più parti, il nano e il resto dalla banda al governo se n'è fregato altamente continuando a spendere come e più di prima. Ancora a giugno il nano diceva che avevamo passato la crisi meglio di tanti altri.
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