Alzi la mano chi crede al grande "REGNO DELLE DUE SICILIE"
Inviato: 16/10/2011, 16:40
Vorrei sapere quanti ancora credono alla fandonia ed alla leggenda degli ultimi anni per cui "sotto il regno delle due sicilie si stava bene"....
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st.george legion ha scritto:si stava meglio dell'odierno industrializzato nord.....a meno che i libri di storia non dicono minchiate
st.george legion ha scritto:si stava meglio dell'odierno industrializzato nord.....a meno che i libri di storia non dicono minchiate
st.george legion ha scritto:si stava meglio dell'odierno industrializzato nord.....a meno che i libri di storia non dicono minchiate
il REgno delle due Sicilie era innanzitutto il più esteso della penisola italica,rispetto a ducati e principati e compagnia bella degli stati del nord, era il più ricco ed era il più compatto..nonostante l'accorpamento tra le due realtà diverse rappresentate da Napoli e Palermo.grilloparlanterc ha scritto:Vorrei sapere quanti ancora credono alla fandonia ed alla leggenda degli ultimi anni per cui "sotto il regno delle due sicilie si stava bene"....
grilloparlanterc ha scritto:Vorrei sapere quanti ancora credono alla fandonia ed alla leggenda degli ultimi anni per cui "sotto il regno delle due sicilie si stava bene"....
si stava meglio nel regno delle due sicilie rispetto al nord. Al sud c'erano le industrie che non c'erano al nord, mentre al nord le monete erano di nessun valore , al sud circolavano le monete d'oro che i piemontesi raccolsero e portarono via per arricchire i loro territorigrilloparlanterc ha scritto:Vorrei sapere quanti ancora credono alla fandonia ed alla leggenda degli ultimi anni per cui "sotto il regno delle due sicilie si stava bene"....
Seguono un po' di dati più precisi sull'economia piemontese. Dal quadro descritto, ne esce che le due economie erano completamente diverse, entrambe con i propri pregi e difetti. Diciamo che il Sud seguiva il tipico modello monarchico, mentre il Nord era fondamentalmente più libero e c'era più dinamicità sociale. In termini di valore complessivo, le due economie può darsi fossero uguali (ricordiamoci che stiamo facendo un paragone fra una regione, il piemonte e uno Stato), ma ciò che ci interessa qui è capire in termini competitivi quale modello fosse migliore. Da che mondo è mondo il modello migliore è quello più dinamico.[...]Grazie alla sua politica liberistica (la politica di Cavour), il Piemonte era di gran lunga, fra gli stati italiani, il più florido, il meglio amministrato e il più efficiente. Alcuni meridionalisti hanno sostenuto e sostengono che questo primato spettava al Regno delle Due Sicilie con le sue industrie e il suo bilancio in attivo, e citano a riprova il fatto che fu Napoli, non Torino, ad inaugurare la prima ferrovia. Questa ferrovia però, he si snodava per poche decine di chilometri, rimase unica o quasi, mentre il Piemonte ne costruiva per 850 chilometri. Quanto al bilancio, mentre Napoli badava a tenerlo in attivo con una politica di tesaurizzaione che lasciava il paese senza strade, senza scuole, senza servizi, Torino aggravava il disavanzo, ma per potenziare l'agricoltrura e ammodernare l'industria, rendendola competitiva con quelle straniere. Il napoletano Scialojia, che vi era emigrato, pubblicò un interessante raffronto fra le politiche economiche dei due Stati, e previde con esattezza ciò che sarebbe avvenuto: sostenute soltanto da un ferreo regime doganale, che le teneva al riparo da qualsiasi concorrenza, le industrie meridionali sarebbero state spazate via da quelle piemontesi che, grazie al regime competitivo instaurato da da Cavour con il libero scambio, fornivano prodotti molto migliori e più a buon mercato. [...] a che serve, diceva Scialojia, un bilancio in pareggio, se drena le risorse dei cittadini impedendo il risparmio e quindi gli investimenti, e non si trauce in grandi opere pubbliche [...] che promuovono la produzione e quindi siano fonte di più grande ricchezza? [...]
st.george legion ha scritto:si stava meglio dell'odierno industrializzato nord.....a meno che i libri di storia non dicono minchiate
Guitin ha scritto:il REgno delle due Sicilie era innanzitutto il più esteso della penisola italica,rispetto a ducati e principati e compagnia bella degli stati del nord, era il più ricco ed era il più compatto..nonostante l'accorpamento tra le due realtà diverse rappresentate da Napoli e Palermo.grilloparlanterc ha scritto:Vorrei sapere quanti ancora credono alla fandonia ed alla leggenda degli ultimi anni per cui "sotto il regno delle due sicilie si stava bene"....
Quando la storia insulare si mescolò con quella continentale ne nacque un grande e prosperoso regno, lo dimostrano i fatti, le testimonianze di documenti e eventi e di industrie floride .
Quand'è che si stava meglio?
Sono leggende queste? da quando?
ah ah che grandi storici....Brigante Reggino ha scritto:Vi consiglio il libro "L'invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria." di Nicola Zitara.
Libro specialistico e che richiede molta pazienza nella lettura, ma da una spiegazione chiara di quanto è stato fatto dal governo piemontese per depauperare le risorse del Regno delle Due Sicilie. E lo fa con numeri, cifre, e non facile retorica.
allora alcune cose sono vere altre noHelkost ha scritto: Seguono un po' di dati più precisi sull'economia piemontese. Dal quadro descritto, ne esce che le due economie erano completamente diverse, entrambe con i propri pregi e difetti. Diciamo che il Sud seguiva il tipico modello monarchico, mentre il Nord era fondamentalmente più libero e c'era più dinamicità sociale. In termini di valore complessivo, le due economie può darsi fossero uguali (ricordiamoci che stiamo facendo un paragone fra una regione, il piemonte e uno Stato), ma ciò che ci interessa qui è capire in termini competitivi quale modello fosse migliore. Da che mondo è mondo il modello migliore è quello più dinamico.
Comunque non dimentichiamo che le repressioni e le stragi al Sud, i Piemontesi le fecero davvero, con l'intento di schiacciarci e annetterci con la forza.
Quindi no, non credo si stesse meglio nel regno delle due sicilie. Il popolino faceva la fame, anche se forse ne era contento perchè non conosceva realtà migliori. Probabilmente era una forma di governo che, se non per mano piemontese, avrebbe trovato la sua fine in qualche altro modo, perchè aveva ormai detto tutto. Certo è orribile quello che ci hanno fatto, non ha senso che ANCORA nessuno dica la verità. Se non sbaglio Napolitano (avevo letto qualcosa in proposito tempo fa) aveva cominciato a scusarsi a nome dello stato per alcuni singole stragi avvenute subito dopo il 1861, ma è ancora molto poco. Ma adesso dobbiamo superare tutto e guardare al futuro. Non è possibile continuare a recriminare su fatti avvenuti 150 anni fa e basare l'immobilismo e l'arretratezza delle nostre terre sui soprusi subiti in quegli anni disgraziati. L'immobilismo è un fatto prima di tutto mentale, psicologico, generato dal fatto che in tutta Italia c'è la percezione che noi saremmo in qualche modo "diversi" o meglio "diversamente abili". Ci hanno reso handicappati trattandoci da tali, e noi storti stiamo lì a 'mbuccare.
Poi ci chiediamo perchè le nostre terre sono arretrate.
Ci si dovrebbe studiare molto su. E' una pagina della storia che ignoriamo però molti vecchi stabilimenti industriali sono ancora ben visibili (le rovine ovviamente...)Brigante Reggino ha scritto:Ma smettiamola di dire che in Piemonte si stava bene...
I poveri erano uguali ovunque...Lo erano a Napoli, come lo erano a Torino, a Londra e Parigi. Oliver Twist di Dickens ti dice niente?
E poi lo Stato Sabaudo che tu tanto decanti era uno Stato Liberale e spero tu sappia che in questa forma di governo non era previsto alcun interessamento dello Stato sul piano sociale (pensioni, lavoro, salute). Il Regno delle Due Sicilie da quanto se ne legge degli archivi era più sviluppato su questo punto di vista...e puoi trovare facilmente le opere e le riforme realizzate sul web.
Il Regno delle Due Sicilie non era il paradiso, ma nemmeno l'inferno rappresentato dai libri di storia.