Laboratorio Calabria
Inviato: 18/05/2011, 15:47
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Quella nuova, curiosa, attenzione verso il Pdl calabrese...
Mercoledì 18 Maggio 2011 14:26
di Giusva Branca – Qualcosa di veramente nuovo, anzi di antico sta accadendo in Calabria. Parliamo di centrodestra, le cui dinamiche nazionali vivono i giorni più difficili dal 1994 ad oggi.
L’antico sta nel fatto che, come spesso le accade, la Calabria va in controtendenza rispetto ai dati nazionali (qualcuno dirà in ritardo, ma poco cambia).
Il nuovo, invece, sta in qualcosa in più di un germoglio che cresce.
Ci vogliono antenne molto sensibili per cogliere segnali lontanissimi, spesso in embrione, ma da osservatori del territorio siamo chiamati ad ogni sforzo per comprenderli.
Partiamo dal dato elettorale, che segnala una indiscutibile prova di forza – ulteriore – del Pdl che, dopo aver conquistato la Regione un anno fa, prosegue nella sua estensione a macchia d’olio e conferma agevolmente la sua guida a Reggio, ma, soprattutto, si riprende senza colpo ferire il capoluogo di regione, Catanzaro, con un vero e proprio plebiscito per Michele Traversa.
Ma non finisce qua, perché la Provincia di Reggio e il Comune di Cosenza sono ad un passo dal passare sotto il controllo del centrodestra, mentre anche Crotone (altra roccaforte storica del centrosinistra) , dopo avere clamorosamente “sbarcato”, alla Provincia, la guida di centrosinistra, l’anno scorso, a favore della destra guidata da Zurlo, potrebbe passare anche nella sua espressione comunale sul fronte centrodestra.
Infatti, ad una non scoppiettante affermazione di Dorina Bianchi fanno da contraltare i brillanti risultati di Senatore e Regalino che stanno già abbondantemente strizzando l’occhio al centrodestra, lasciando il Sindaco uscente Vallone in vetta ma chiuso in un angolo.
L’analisi ancora più approfondita del dato elettorale ci porta dritti su un gruppo di lavoro specifico al quale accreditare i successi: anche i più accesi denigratori di Scopelliti devono convenire sul fatto che lui in campagna elettorale non sbagli praticamente un colpo e, anzi, come successo con Arena a Reggio e, probabilmente, con Occhiuto a Cosenza, riesce a trasformare in oro (leggi voti) tutto ciò che tocca.
Non sfugga, altresì, la crescita – ormai stabile – di liste da Scopelliti stesso direttamente controllate, come Reggio Futura in riva allo Stretto e, soprattutto, Scopelliti Presidente, ormai radicatissima sull’intero territorio regionale.
Se il dato elettorale regionale è questo si apre un fronte di valutazione nuovo – e tanto importante quanto delicato – rispetto a ciò che accade su scala nazionale.
In Calabria il centrodestra - puro, senza Lega Nord, non è un dato da sottovalutare – si afferma ovunque, mentre proprio al Nord, con la Lega dentro, frana.
L’attenzione dimostrata dall’establishment nazionale nei confronti della Calabria, sotto forma di presenze in campagna elettorale, è un dato nuovo e sulla Calabria Berlusconi & co. intendono contare anche per provare ad arginare la caduta libera di consensi registrati su scala nazionale.
Roma (e Milano) si stanno chiedendo da dove arrivi un consenso così massivo e territorialmente ormai omogeneo in una regione con mille e mille problemi e, al di là di tutto, la classe dirigente politica del centrodestra calabrese è da tempo diventata – nell’ottica di chi la guarda da fuori – una sorta di laboratorio politico. Il dato, mescolato sui piani amministrativo, politico, elettorale e anagrafico, che viene fuori dall’operato di uomini come Scopelliti, Talarico, Fedele, Gentile, ma anche del gruppo di dirigenti esperti e affidabili, molti dei quali espressi dal territorio reggino – in qualche modo una novità su scala regionale, come Zoccali, Putortì, Ferrara, Laganà, Zimbalatti, Mazzeo, Santagati, Crupi, Lopez - unitamente ad alcuni assessori esterni di sicura affidabilità (su tutti Caligiuri) hanno da un lato creato una squadra di forte impatto operativo in Regione e dall’altro seriamente contribuito a creare quella sorta di laboratorio del quale si diceva prima.
Il futuro è, da sempre, ben allocato sulle ginocchia di Giove, ancor di più quello del centrodestra italiano, ma proprio dalle regione più complessa, più carica di problemi e problematiche arriva un segnale inatteso ai vertici romani (e milanesi).
Proprio quella regione che per decenni è stata solo un peso potrebbe ora dare una mano a risolvere i problemi. E la nuova, improvvisa e assidua attenzione palesata più volte da uomini come Alfano, Tremonti e Maroni lo dimostra.
Solo chiacchiere? Può darsi, ma potremo essere veramente vicini ad un clamoroso rovesciamento del tavolo, con il Pdl centrale che, improvvisamente, ha bisogno della Calabria e di quella classe dirigente del centrodestra che ha creato un consenso così diffuso per provare a restare a galla in Italia.
E questo gente come Peppe Scopelliti e Franco Zoccali (vero Richelieu della situazione) lo hanno subdorato da un pezzo.
Se tutto ciò porterà del bene alla Calabria lo scopriremo strada facendo, ma, comunque, c’è qualcosa di nuovo nell’aria.
Per il momento solo nelle stanze del Pdl , però, trattandosi di classe dirigente di riferimento per quasi tutta la politica calabrese, non può certo liquidarsi come “affari di famiglia”
Quella nuova, curiosa, attenzione verso il Pdl calabrese...
Mercoledì 18 Maggio 2011 14:26
di Giusva Branca – Qualcosa di veramente nuovo, anzi di antico sta accadendo in Calabria. Parliamo di centrodestra, le cui dinamiche nazionali vivono i giorni più difficili dal 1994 ad oggi.
L’antico sta nel fatto che, come spesso le accade, la Calabria va in controtendenza rispetto ai dati nazionali (qualcuno dirà in ritardo, ma poco cambia).
Il nuovo, invece, sta in qualcosa in più di un germoglio che cresce.
Ci vogliono antenne molto sensibili per cogliere segnali lontanissimi, spesso in embrione, ma da osservatori del territorio siamo chiamati ad ogni sforzo per comprenderli.
Partiamo dal dato elettorale, che segnala una indiscutibile prova di forza – ulteriore – del Pdl che, dopo aver conquistato la Regione un anno fa, prosegue nella sua estensione a macchia d’olio e conferma agevolmente la sua guida a Reggio, ma, soprattutto, si riprende senza colpo ferire il capoluogo di regione, Catanzaro, con un vero e proprio plebiscito per Michele Traversa.
Ma non finisce qua, perché la Provincia di Reggio e il Comune di Cosenza sono ad un passo dal passare sotto il controllo del centrodestra, mentre anche Crotone (altra roccaforte storica del centrosinistra) , dopo avere clamorosamente “sbarcato”, alla Provincia, la guida di centrosinistra, l’anno scorso, a favore della destra guidata da Zurlo, potrebbe passare anche nella sua espressione comunale sul fronte centrodestra.
Infatti, ad una non scoppiettante affermazione di Dorina Bianchi fanno da contraltare i brillanti risultati di Senatore e Regalino che stanno già abbondantemente strizzando l’occhio al centrodestra, lasciando il Sindaco uscente Vallone in vetta ma chiuso in un angolo.
L’analisi ancora più approfondita del dato elettorale ci porta dritti su un gruppo di lavoro specifico al quale accreditare i successi: anche i più accesi denigratori di Scopelliti devono convenire sul fatto che lui in campagna elettorale non sbagli praticamente un colpo e, anzi, come successo con Arena a Reggio e, probabilmente, con Occhiuto a Cosenza, riesce a trasformare in oro (leggi voti) tutto ciò che tocca.
Non sfugga, altresì, la crescita – ormai stabile – di liste da Scopelliti stesso direttamente controllate, come Reggio Futura in riva allo Stretto e, soprattutto, Scopelliti Presidente, ormai radicatissima sull’intero territorio regionale.
Se il dato elettorale regionale è questo si apre un fronte di valutazione nuovo – e tanto importante quanto delicato – rispetto a ciò che accade su scala nazionale.
In Calabria il centrodestra - puro, senza Lega Nord, non è un dato da sottovalutare – si afferma ovunque, mentre proprio al Nord, con la Lega dentro, frana.
L’attenzione dimostrata dall’establishment nazionale nei confronti della Calabria, sotto forma di presenze in campagna elettorale, è un dato nuovo e sulla Calabria Berlusconi & co. intendono contare anche per provare ad arginare la caduta libera di consensi registrati su scala nazionale.
Roma (e Milano) si stanno chiedendo da dove arrivi un consenso così massivo e territorialmente ormai omogeneo in una regione con mille e mille problemi e, al di là di tutto, la classe dirigente politica del centrodestra calabrese è da tempo diventata – nell’ottica di chi la guarda da fuori – una sorta di laboratorio politico. Il dato, mescolato sui piani amministrativo, politico, elettorale e anagrafico, che viene fuori dall’operato di uomini come Scopelliti, Talarico, Fedele, Gentile, ma anche del gruppo di dirigenti esperti e affidabili, molti dei quali espressi dal territorio reggino – in qualche modo una novità su scala regionale, come Zoccali, Putortì, Ferrara, Laganà, Zimbalatti, Mazzeo, Santagati, Crupi, Lopez - unitamente ad alcuni assessori esterni di sicura affidabilità (su tutti Caligiuri) hanno da un lato creato una squadra di forte impatto operativo in Regione e dall’altro seriamente contribuito a creare quella sorta di laboratorio del quale si diceva prima.
Il futuro è, da sempre, ben allocato sulle ginocchia di Giove, ancor di più quello del centrodestra italiano, ma proprio dalle regione più complessa, più carica di problemi e problematiche arriva un segnale inatteso ai vertici romani (e milanesi).
Proprio quella regione che per decenni è stata solo un peso potrebbe ora dare una mano a risolvere i problemi. E la nuova, improvvisa e assidua attenzione palesata più volte da uomini come Alfano, Tremonti e Maroni lo dimostra.
Solo chiacchiere? Può darsi, ma potremo essere veramente vicini ad un clamoroso rovesciamento del tavolo, con il Pdl centrale che, improvvisamente, ha bisogno della Calabria e di quella classe dirigente del centrodestra che ha creato un consenso così diffuso per provare a restare a galla in Italia.
E questo gente come Peppe Scopelliti e Franco Zoccali (vero Richelieu della situazione) lo hanno subdorato da un pezzo.
Se tutto ciò porterà del bene alla Calabria lo scopriremo strada facendo, ma, comunque, c’è qualcosa di nuovo nell’aria.
Per il momento solo nelle stanze del Pdl , però, trattandosi di classe dirigente di riferimento per quasi tutta la politica calabrese, non può certo liquidarsi come “affari di famiglia”