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1° puntata nuova telenovela...

FORMIGONI COME VERONICA
di Alessandro Sallusti


Formigoni sta facendo da complice al ricatto di Casini: via Berlusconi e parliamone. E usa la stessa tecnica usata pochi anni fa dalla signora Veronica Lario. Cioè umiliare e inca­strare il premier dalle pagine del giornale, La Repubblica, che del premier vuole la morte, dando lustro e credibilità all'editore De Bene­d­etti che ha appena rapinato la famiglia Berlu­sconi, complice i giudici, di 600 milioni. Alfano respinge i diktat di Casini: "Impossibile accantonare Silvio"


Roberto Formigoni, governatore del­la Lombardia e leader della corren­te ciellina dentro il Pdl, ha affidato ieri a La Repubblica , giornale noto­riamente amico del centrodestra, il suo ultima­tum a Silvio Berlusconi e ad Alfano. Secondo Formigoni, il Cavaliere deve annunciare subi­to c­he mai più si ricandiderà premier e il neose­gretario deve aprire una trattativa con Casini per allargare la maggioranza. Dopo il fallimen­to dell'operazione Fini, l'opposizione ha quin­di trovato un nuovo cavallo di Troia. Il quale non ha l'esercito del primo ma ha la sua stessa ambizione: far cadere Berlusconi per prender­ne il posto. Come successe a Fini, anche Formi­goni è destinato a prendere una facciata sul muso indipendentemente dal fatto che il go­verno riuscirà a stare in piedi. Perché è ovvio che il leader di una minoranza dei cattolici (Cl) che sono a loro volta una minoranza del Pdl non potrà mai essere il punto di sintesi di un grande partito laico. Ma l'uomo è vanitoso e in queste ore non resiste alla corte e alle pro­messe di matrimonio del furbo Casini, che ov­viamente gli farà fare la stessa fine riservata a Fini.

Formigoni sta infatti facendo da complice al ricatto di Casini: via Berlusconi e parliamone. E usa la stessa tecnica usata pochi anni fa dalla signora Veronica Lario. Cioè umiliare e inca­strare il premier dalle pagine del giornale, La Repubblica , che del premier vuole la morte, dando lustro e credibilità all'editore De Bene­d­etti che ha appena rapinato la famiglia Berlu­sconi, complice i giudici, di 600 milioni. Così lo schiaffo è ancora più doloroso, l'umiliazio­ne cocente. Come avvenne per Veronica, an­che in questo caso c'è un di più di cattiveria e cinismo. Ma anche di sudditanza per una sini­stra che, se prendesse il potere, i Formigoni li appenderebbe a testa in giù in una riedizione di piazzale Loreto. È la famosa sudditanza cul­turale, dalla quale non sono esenti neppure i cattolici, un inconscio riconoscimento di una presunta superiorità etica del nemico, una sconfessione della propria identità, il gusto di farsi applaudire da chi ti odia invece che da chi sta dalla tua. Sono complessi comuni a molti politici del centrodestra e che producono effet­ti devastanti. Il pontiere e pompiere Alfano è al lavoro per sminare e ricucire. Ieri ha respinto l'ultimatum di Formigoni, oggi di chi dovrà oc­cuparsi?

fonte: http://www.ilgiornale.it


Nooo ma loro sono uniti.... :fifi: :fifi: :read: :read:
Ultima modifica di UnVeroTifoso il 10/10/2011, 12:19, modificato 1 volta in totale.
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
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c'è un passaggio che mi fa sorridere:"ha appena rapinato la famiglia berlusconi". Rapinato? :scratch
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suonatore Jones ha scritto:c'è un passaggio che mi fa sorridere:"ha appena rapinato la famiglia berlusconi". Rapinato? :scratch
Cosa ti aspettavi?
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
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Località: na vota 'nto bizzolu

Cavolo...Formigoni è comunista :o.o: :o.o:
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UnVeroTifoso ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:c'è un passaggio che mi fa sorridere:"ha appena rapinato la famiglia berlusconi". Rapinato? :scratch
Cosa ti aspettavi?
cabaret di bassa lega. infatti, mi ha fatto sorridere.
suonatore Jones

e, parafrasando un detto locale, si u pdl ciangi, a lega non riri:

Imposto un suo uomo, proteste. Reguzzoni: erano due fascisti
MARCO BRESOLIN
VARESE
«Caro Umberto, una cosa è l’autorevolezza, che tu hai e hai sempre avuto. Un'altra cosa è l’autoritarismo, con cui purtroppo hai gestito questa situazione». Il primo delegato a intervenire al congresso provinciale di Varese utilizza parole dure verso il Capo. Lo fa con una lettera a lui indirizzata, anche se il ministro ancora non si vede. E dalla platea parte un’ovazione. Soltanto pochi minuti prima, davanti ai flash e alle telecamere, Marco Reguzzoni aveva stretto a sé il segretario della Lega Lombarda Giancarlo Giorgetti (maroniano) per un abbraccio distensivo e il candidato unico Maurilio Canton aveva parlato di «unitarietà del movimento, un movimento democratico». Poi la porta tagliafuoco (sic) si era chiusa e i giornalisti allontanati. Via libera al lancio di coltelli.

Nelle oltre quattro ore di congresso, i trecento delegati se ne dicono tra di loro di tutti i colori nella sala «Arc de Triomphe» dell’Atahotel di Varese. Per quattro ore scandiscono più volte la loro richiesta «voto, voto», ma il voto non arriva. Maurilio Canton, il candidato bossiano, viene «proclamato» segretario senza essere votato. Nessuna acclamazione (semmai il contrario), nessun applauso. Al segretario uscente, il maroniano Stefano Candiani, viene addirittura impedito di fare la relazione di fine mandato («Provo grande amarezza perché c’è stata una forte mancanza di rispetto nei confronti della base» dirà poi all’uscita).

Dall’alto hanno deciso così e il grosso dell’assemblea alla fine se ne va urlando che «questo congresso è una farsa», che «oggi la Lega è finita» e che «quello non è il mio segretario perché io non l’ho votato». «Canton doveva accettare un confronto democratico. Perché non ha voluto affrontare la prova del voto?» chiede un delegato nel suo intervento. La platea si spella le mani e guarda a Leonardo Tarantino e a Donato Castiglioni, i due candidati «invitati» a farsi da parte dopo le cinque ore di riunione di venerdì in via Bellerio. Andrea Gibelli, vicepresidente della Regione Lombardia e presidente del congresso, cerca di stoppare l'intervento con la scusa che sono finiti i cinque minuti a disposizione. La sala insorge. «Voto, voto». E allora via con gli sfoghi dal palco: «Non è questa la Lega che vogliamo. Non vogliamo né nepotismo né amici degli amici». Applausi.

Qualcuno si gira e indica Marco Reguzzoni, in piedi in fondo alla sala. Roberto Maroni è seduto in prima fila. Ascolta immobile e in silenzio. Dentro di sé, forse, scuote la testa. Alla fine se ne andrà da un’uscita secondaria per evitare i giornalisti. Proseguono gli interventi e un delegato ricorda che per fare politica «ci vogliono tre “c”. Cervello, cuore e coglioni. Qui qualcuno non li ha. Vedo lobby interne al partito che portano avanti interessi personali».

Intanto è arrivato il Senatùr, ma viene lasciato in una stanza nascosta. Lontana dalla rabbia dei militanti. «Bossi ha attorno a sé troppi capetti» scandisce un altro delegato. Una signora cotonata si gira e con lo sguardo cerca Marco Reguzzoni. Non c’è. Forse è andato ad accogliere Bossi. E dal palco c’è chi nel suo intervento cita addirittura Jim Morrison: «È meglio alzare la testa e morire piuttosto che vivere strisciando». Ovazione.

Andrea Gibelli prova a prendere in mano la situazione e ricorda: «Oggi rappresentate molto più di quanto crediate. Questo congresso – ammette – non riguarda solo Varese, ma la Padania intera. Laviamoci i panni sporchi in casa. Avete visto cosa dicono i giornali?». Quindi fa la sua proposta: niente voto per il segretario. Il rischio è di ritrovarsi con una montagna di schede bianche o di protesta. I militanti insorgono, ma Gibelli non arretra. Si vota, ma solo per il direttivo. Poi entra Umberto Bossi. Il Senatùr denuncia il fallimento della vecchia segreteria, li accusa di aver ostacolato il tesseramento dei suoi figli e insiste nel dire che «Canton è aria nuova». La platea ascolta allibita.

Bossi esce dalla sala e il segretario uscente Candiani prende il microfono, ma Gibelli glielo toglie e proclama Canton nuovo segretario. I militanti, inferociti, lasciano la sala. Restano in pochi a stringere le mani al «tagliagole» Canton, avvolto in una bandiera con la croce di San Giorgio. Per Reguzzoni «il movimento è unito con Bossi» e il Senatùr promette che la Lega «bastonerà» i dissidenti. Le contestazioni? Solo di «un paio di fascisti, ex Msi, in seconda o terza fila». E poi via, a festeggiare nella sala ristorante dell’hotel. Al tavolo ci sono Bossi, il figlio Renzo, il neosegretario Canton, Reguzzoni e Rosi Mauro. In cerchio.
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2° puntata:

La conversione di Giulio alla linea anti-condono convince anche i vescovi
di Mario Giordano

Il pio Giulio ha ottenuto quel­lo che cercava: ieri mattina, prim’ancora della Santa Messa, aveva già incassato la benedizio­ne dei vescovi. Nel nome del pa­dre, del figlio e della lotta all’eva­sione fiscale: «Promossa la stra­tegia Tremonti», scriveva infatti l’ Avvenire in prima pagi­na a caratteri cubitali, sotto un tito­l­o dedicato alla nuova crociata tri­butaria di santa madre Chiesa. Il giorno prima il ministro dell’Eco­nomia a­veva rilasciato un’intervi­sta a doppia pagina proprio al quo­tidiano della Cei. Una scelta non casuale, evidentemente: era quel­la la sua prima uscita politica su un quotidiano, dopo giorni di si­lenzio. Perché privilegiare pro­prio l’ Avvenire ? È chiaro: voleva il condono delle gerarchie ecclesia­stiche. E l’ha subito ottenuto. Ego te absolvo ... Per penitenza tre Pa­ter, quattro Ave Maria e due di­chiarazioni anti Berlusconi.

Non è difficile no? Il pio Giulio, come un novello san Paolo con­vertito sulla strada di Bagnasco, ha scoperto la bellezza della lotta all’evasione.Alleluia.Osanna nel­­l’alto della finanza. Una vita da commercialista a cercare di non far pagare le tasse al prossimo, una vita da editorialista a raccon­tare c­he l’unico modo per far paga­re le tasse al prossimo è abbassare le aliquote, tre anni da ministro a non fare un’ostia (con rispetto par­lando) per combattere chi non pa­ga le tasse, e adesso zac, illumina­to dalla parola del Vangelo secon­do il Vaticano ha scoperto che la priorità è la lotta all’evasione. Beh, che dire? Meglio tardi che mai. Se frequenta ancora un po’ i corsi in parrocchia c’è il rischio che scopra persino le virtù della buona educazione.

Comunque la linea è chiara: il pio Giulio sta con i buoni (che sa­rebbero i vescovi e le banche, pen­sate un po’) contro il condono. Dall’altra parte ci sono i cattivi, cioè tutti quelli che vogliono il con­dono. Si dà un gran daffare il cate­cumenale della Valtellina: parla con Bossi e lo convince a interveni­re, fa fuoco e fiamme con Letta mentre il premier sta in Russia, si trasforma in una specie di Vincen­zo Visco al sapor di bresaola e vin santo minacciando intrusioni nei conti correnti di tutti gli italiani. Ma sì,certo:nulla deve sfuggire al­l’occhio lungo del grande fratello fiscale, tutto dev’essere tracciabi­le, identificabile, guerra totale al pagamento in contanti. A meno che, naturalmente, si tratti di pa­gare l’affitto della casa di Milane­se...

Va beh, che ci volete fare? La Chiesa insegna l’indulgenza. Del resto tutti i grandi santi hanno avu­to le loro debolezze. E dunque Tre­monti, con la benedizione dei ve­scovi, si appresta ad essere un san­to grandissimo. Difficile dire qua­le sia il suo obiettivo, però di sicu­ro ormai vive come un corpo estra­neo dal resto della maggioranza: negli ultimi giorni non ha fatto al­tro che rimarcare la sua diversità rispetto al Pdl. Ha cominciato a Bruxelles con l’infelice battuta sul­la Spagna, di fatto invocando le di­missioni di Berlusconi (salvo smentita di prassi e nemmeno troppo convinta). E poi è andato avanti. Il capogrup­po Cicchitto propo­ne il condono? Lui lo boccia. Il ministro Romani pensa al pia­no di sviluppo? Lui lo blocca. Non che negli anni preceden­ti a­bbia mai fatto dav­vero gioco di squa­dra. Ma adesso sia­mo arrivati davvero al punto estremo. Il pio Giulio ha scelto evidentemente di andare per la sua strada, tutto solo co­me un beato eremi­ta. Che Dio (e la Cei) l’abbiano in gloria.

Quale sia la dire­zione verso cui sta camminando il con­­vertito di Bagnasco, però, è difficile dire. Emmaus? Cafar­nao? Pisanu e Scajola? Non si sa quanto la conversione di Tremon­ti sia anche una convergenza con i malpancisti del Pdl, non si riesce per ora a capire bene che cosa si muova nelle sagrestie dei vescovi e della politica, se il nuovo sogget­to cattolico auspicato dal mondo ecclesiastico sia davvero in gesta­zione e se il commercialista della Valtellina si candidi a rappresen­tarne il cervello economico. Cer­to: i segnali ci sono tutti. Ieri, per esempio, rispondendo a Bolzane­to a una domanda, il cardinal Ba­gnasco ha escluso l’esistenza di un«suo»partito.Il che fa subito na­scere il sospetto perché, come è noto, excusatio non petita ... ( e i ve­scovi sanno bene il latino).

Per il momento, però, la situa­zione è fluida, tutta in divenire, an­zi in Avvenire . I fatti certi sono po­chi. Di sicuro all’interno del Pdl c’è un partito dello sviluppo che vorrebbe rilanciare l’economia, magari anche grazie al gettito ge­nerato da un condono. E di sicuro c’è il pio Giulio che si oppone a tut­to questo. Di sicuro c’è che i cattoli­ci sono in movimento, come le ri­petute interviste di Formigoni e l’uscita di Bagnasco confermano. E di sicuro c’è che Tremonti s’iso­la dalla sua maggioranza e fa il soli­tario, ottenendo la benedizione della Chiesa. Tutto qui, ma è già abbastanza strano. A cominciare proprio da quest’ultimo fatto: un tempo la Chiesa di fronte a una scelta come questa avrebbe reagi­to in modo diverso. Non hanno sempre detto che a fare il solitario si rischia di diventare ciechi?

fonte: http://www.ilgiornale.it

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3° puntata:

Scajola, Pisanu, Formigoni: ecco i nuovi nemici del Cav


Fini e Tremonti? In confronto alla nuova ondata di maldipancisti e ribelli, i loro erano solo bisticci tra innamorati. Oggi Berlusconi deve far fronte a un fuoco di fila che mai ha visto in politica (nelle aule giudiziarie è un'altra storia). I frondisti di centro, guidati da Claudio Scajola e Beppe Pisanu, da settimane se non mesi stanno raccogliendo decine di adesioni in Parlamento, tessendo la trama di una alleanza trasversale dal Pdl al Pd. Proprio quello che Gianfranco, nella seconda metà del 2010, non era riuscito a fare. Su Libero di domenica 9 ottobre Giampaolo Pansa avvertiva che Scajola e Pisanu la sanno lunga, e che in fondo il dopo Silvio è già cominciato. Le grandi manovre, passate anche dai tavoli del ristorante romano Galleria e da pause in Buvette, arrivano ora fino al Pirellone. Perché l'ultimo in ordine di tempo a cercare la spallata al premier è stato niente meno che Roberto Formigoni. E guarda caso l'attacco frontale arriva attraverso una intervista a Repubblica. Più attacco trasversale di così non si può.

L'ultimo assalto - Nell'edizione domenicale del quotidiano diretto da Ezio Mauro, il governatore della Lombardia ribadisce: "Berlusconi non sarà il nostro candidato nel 2013, è una scelta ormai compiuta dal presidente ma va portata a conoscenza dei nostri alleati, degli elettori, degli interlocutori politici". Scelta già compiuta? Forse sì, ma i tempi e i modi dell'uscita di scena li vuole decidere Silvio Berlusconi. L'impressione del Cav, e non solo, è che invece ci siano molti tra i suoi che tenteranno di anticiparla di molti mesi. "Non mangia il Panettone", sibila qualcuno nel governo a proposito del presidente del Consiglio. E infatti Formigoni va a braccetto con i malpancisti. Le posizioni di Scajola e Pisanu non sono "il preannuncio di uno strappo, ma uno stimolo per il governo", assicura Formigoni. Che però sogna Un Pdl "moderato", magari per far fuori la Lega e imbarcare il Terzo Polo. E' l'obiettivo del Celeste, non certo di Berlusconi. L'ipotesi di una "costituente di centro" è sull'agenda di Formigoni. "Alfano - aggiunge il governatore -, aiutato da tutti noi, deve dare il via alle operazioni. Il primo luglio è alle spalle. Dobbiamo mettere nel conto le possibili elezioni anticipate. Sappiamo tutti che ci sono insidie, svolte possibili, trabocchetti che potrebbero anticipare la scadenza naturale del 2013 che il presidente continua legittimamente a indicare. Dunque, si apra subito il tavolo con i moderati". E poi via alle primarie, "anche per il premier". E lui sarà della partita? Formigoni, democristianamanete, non esclude la corsa e nemmeno "contempla" l'eventualità. Appunto: il dopo Berlusconi pare già cominciato.

10/10/2011

fonte: http://www.libero-news.it/news/841281/S ... l-Cav.html


Moooosecaaaaaa! :fifi: :fifi: :read: :read:
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UnVeroTifoso ha scritto:Il pio Giulio, come un novello san Paolo con­vertito sulla strada di Bagnasco, ha scoperto la bellezza della lotta all’evasione.Alleluia.Osanna nel­­l’alto della finanza. Una vita da commercialista a cercare di non far pagare le tasse al prossimo, una vita da editorialista a raccon­tare c­he l’unico modo per far paga­re le tasse al prossimo è abbassare le aliquote, tre anni da ministro a non fare un’ostia (con rispetto par­lando) per combattere chi non pa­ga le tasse, e adesso zac, illumina­to dalla parola del Vangelo secon­do il Vaticano ha scoperto che la priorità è la lotta all’evasione

ma come?! tremonti non era il miglior ministro dell'economia della storia? non era difeso da silvio fino a due mesi fa? e adesso diventa un commercialista che ha passato la sua vita cercando di non far pagare le tasse?

e questo è il modo con cui silvio tiene la situazione?
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suonatore Jones ha scritto:
ma come?! tremonti non era il miglior ministro dell'economia della storia? non era difeso da silvio fino a due mesi fa? e adesso diventa un commercialista che ha passato la sua vita cercando di non far pagare le tasse?

e questo è il modo con cui silvio tiene la situazione?
Stay tuned! :cheers :cheers
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UnVeroTifoso ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:
ma come?! tremonti non era il miglior ministro dell'economia della storia? non era difeso da silvio fino a due mesi fa? e adesso diventa un commercialista che ha passato la sua vita cercando di non far pagare le tasse?

e questo è il modo con cui silvio tiene la situazione?
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se hanno scritto questo di tremonti, non oso immaginare cosa scriveranno della carfagna o della gelmini. o si?
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suonatore Jones ha scritto:
UnVeroTifoso ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:
ma come?! tremonti non era il miglior ministro dell'economia della storia? non era difeso da silvio fino a due mesi fa? e adesso diventa un commercialista che ha passato la sua vita cercando di non far pagare le tasse?

e questo è il modo con cui silvio tiene la situazione?
Stay tuned! :cheers :cheers
se hanno scritto questo di tremonti, non oso immaginare cosa scriveranno della carfagna o della gelmini. o si?
Perchè della Gelmini? :scratch
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UnVeroTifoso ha scritto: Perchè della Gelmini? :scratch

perchè prima o poi avranno qualcosa da ridire su due ministre di caratura inferiore al già modesto tvemonti. e se di lui scrivono questo, figuriamoci degli altri.
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suonatore Jones ha scritto:
UnVeroTifoso ha scritto: Perchè della Gelmini? :scratch

perchè prima o poi avranno qualcosa da ridire su due ministre di caratura inferiore al già modesto tvemonti. e se di lui scrivono questo, figuriamoci degli altri.
Tu sopravvaluti gli sceneggiatori di questo romanzo... Fosse un problema di caratura... è semplicemente un problema di fedeltà...
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UnVeroTifoso ha scritto: Tu sopravvaluti gli sceneggiatori di questo romanzo... Fosse un problema di caratura... è semplicemente un problema di fedeltà...

prima o poi tutti saranno degli infedeli, in questo romanzo. non vedo nessun collante così forte da tenere adesi questi burattini.
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suonatore Jones ha scritto:
UnVeroTifoso ha scritto: Tu sopravvaluti gli sceneggiatori di questo romanzo... Fosse un problema di caratura... è semplicemente un problema di fedeltà...

prima o poi tutti saranno degli infedeli, in questo romanzo. non vedo nessun collante così forte da tenere adesi questi burattini.
Comunque siamo solo alla terza puntata. Ci sarà da divertirsi secondo me. :fifi: :fifi: :read: :read:
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UnVeroTifoso ha scritto: Alessandro Sallusti
sara' incazzato, poveretto, il suo padrone a mbriacarsi di vodka e mignottoske, e lui in un angolino buio ad inventarsi nuove soluzioni verbali.
Non potendo incarognirsi con chi gli tira l'osso, cerca di mordere altrove.
Spassoso.
mohammed
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ormai è inutile andare al cinema...
Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta!
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4° Puntata: Anche gli amici sono uniti....

Varese, Carroccio diviso: malumori nella base per il nuovo segretario
di Chiara Sarra

Ieri il Senatùr ha imposto Canton alla segreteria provinciale. Nella notte apparso uno striscione: "E' il segretario di nessuno"


Varese - Il nuovo segretario provinciale della Lega proprio non piace alla base del Carroccio. Già ieri durante il congresso provinciale a Varese, quando Maurilio Canton è stato nominato su indicazione di Umberto Bossi e senza il voto dei delegati, il malumore si era fatto sentire.

E così nella notte, all’esterno della sede della segreteria provinciale in via Magenta, è apparso uno striscione verde su cui campeggiava, sempre in verde, la scritta: "Canton segretario di chi? Di nessuno!!!".
Stamattina, sulle colonne del Corriere della sera il neo-eletto segretario aveva commentato: "È andato tutto come doveva andare: cioè bene. Sono stato eletto per acclamazione come in passato è già avvenuto in altri congressi della Lega Nord". Del resto, prima della nomina, "c’è stato un certo dibattito interno", assicura Canton, che aggiunge: "Venivamo da alcuni dissidi interni ma poi il presidente ha utilizzato i suoi poteri: siccome ero l’unico candidato ha deciso per l’acclamazione". E inizia subito il suo mandato chiedendo ai militanti più unione: "Le nostre frizioni nascono dalle dichiarazioni che compaiono sulla stampa e che invece dobbiamo darci tutti da fare per il raggiungimento dell’indipendenza della Padania".

fonte: http://www.ilgiornale.it


Evvaiiiii... :fifi: :fifi: :read: :read:
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UnVeroTifoso ha scritto:4° Puntata: Anche gli amici sono uniti....

Varese, Carroccio diviso: malumori nella base per il nuovo segretario
di Chiara Sarra

Ieri il Senatùr ha imposto Canton alla segreteria provinciale. Nella notte apparso uno striscione: "E' il segretario di nessuno"


Varese - Il nuovo segretario provinciale della Lega proprio non piace alla base del Carroccio. Già ieri durante il congresso provinciale a Varese, quando Maurilio Canton è stato nominato su indicazione di Umberto Bossi e senza il voto dei delegati, il malumore si era fatto sentire.

E così nella notte, all’esterno della sede della segreteria provinciale in via Magenta, è apparso uno striscione verde su cui campeggiava, sempre in verde, la scritta: "Canton segretario di chi? Di nessuno!!!".
Stamattina, sulle colonne del Corriere della sera il neo-eletto segretario aveva commentato: "È andato tutto come doveva andare: cioè bene. Sono stato eletto per acclamazione come in passato è già avvenuto in altri congressi della Lega Nord". Del resto, prima della nomina, "c’è stato un certo dibattito interno", assicura Canton, che aggiunge: "Venivamo da alcuni dissidi interni ma poi il presidente ha utilizzato i suoi poteri: siccome ero l’unico candidato ha deciso per l’acclamazione". E inizia subito il suo mandato chiedendo ai militanti più unione: "Le nostre frizioni nascono dalle dichiarazioni che compaiono sulla stampa e che invece dobbiamo darci tutti da fare per il raggiungimento dell’indipendenza della Padania".

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postato su...ormai sono alla frutta...e c'è chi li difende.
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