Operazione Reggio Nord

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doddi
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http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86


Reggio: 14 fermi della Dda. Carabinieri stringono il cerchio attorno a Domenico Condello, ''Micu u pacciu''
Giovedì 06 Ottobre 2011 07:06

E' in corso a Reggio Calabria un'operazione dei carabinieri del Comando provinciale e del Ros per l'esecuzione di un provvedimento di fermo emesso dalla Dda nei confronti di 14 presunti affiliati alla 'ndrangheta. Le persone coinvolte nell'operazione sono accusate di fare parte di cinque cosche, quelle dei Condello, dei Tegano, dei Libri, dei Garonfolo e degli Zito-Bertuca. Si tratta di gruppi criminali che gestiscono le loro attivita' illecite nell'area nord di Reggio Calabria e nei comuni di Campo Calabro e Villa San Giovanni. L'operazione che ha portato ai fermi e' stata chiamata ''Reggio nord''. L'accusa nei confronti dei fermati e' di associazione per delinquere di tipo mafioso ed intestazione fittizia di beni. Reato, quest'ultimo, aggravato dall'avere favorito un'organizzazione mafiosa. Nell'operazione Reggio nord sono coinvolte anche persone accusate di favorire la latitanza del boss Domenico Condello, di 55 anni, capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta. Condello, condannato in via definitiva all'ergastolo, e' latitante dal 1993 ed è noto come "Micu u pacciu". E' accusato di omicidio, associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e rapina. Domenico Condello, tra l'altro, e' il cugino di Pasquale Condello, detto ''il supremo'', uno dei capi storici della 'ndrangheta, arrestato il 18 febbraio del 2008 dopo 11 anni di latitanza. Le indagini hanno documentato ancora una volta l'unitarieta' della 'ndrangheta e dimostrato l'operativita' criminale di Domenico Condello, consentendo l'arresto di alcuni dei suoi favoreggiatori e di disarticolare i principali ''locali'' di 'ndrangheta della zona nord di Reggio Calabria. Beni immobili e societa' per un valore di nove milioni di euro sono stati sequestrati dai carabinieri nell'ambito dell'operazione Reggio Nord che e' in corso a Reggio Calabria ed in alcuni centri della provincia. Si tratta di immobili, alcuni dei quali di pregio, riconducibili alle 14 persone coinvolte nell'operazione. Le societa' sequestrate svolgono la loro attivita' in vari settori economici.


http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=84

Operazione ReggioNord: coinvolti gli imprenditori Pasquale Rappoccio e Pietro Siclari
Giovedì 06 Ottobre 2011 10:38
Di seguito il comunicato stampa dei Carabinieri:
RAPPOCCIO Pasquale e SICLARI Pietro, due tra i più facoltosi e noti imprenditori di Reggio Calabria indagati del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110 c.p., 12 quinquies L. 7 agosto 1992 n. 356 e 7 L. 12 luglio 1991,

n. 203 , perché, in concorso tra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, poste in essere anche in tempi diversi in violazione della medesima disposizione di legge.


Gli stessi forti del loro ruolo di imprenditori collegati alla ‘ndrangheta, per le accertate frequentazioni con soggetti legati alla cosca CONDELLO, alla cosca TEGANO di Archi di Reggio Calabria ed alla cosca LIBRI di Cannavò di Reggio Calabria, svolgevano attraverso le numerose articolazioni imprenditoriali a loro riconducibili, direttamente o per interposta persona fisica o giuridica il decisivo ruolo diretto ad interfacciare i vertici dell’organizzazione e le realtà imprenditoriali di interesse – tra le quali quella connessa alla gestione dell’attività commerciale “Il Limoneto” sita in Catona di Reggio Calabria, consentendo il controllo occulto di ampi settori dell’economia locale da parte dei soggetti di vertice delle singole cosche a cui risultano collegati.


http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=84


ReggioNord: l'elenco dei beni sequestrati
Giovedì 06 Ottobre 2011 10:40
Di seguito l' elenco dei beni sequestrati nell'ambito dell'operazione ReggioNord:

Patrimonio aziendale ed intero capitale sociale della WELCOME INVESTMENTS ITALIA S.R.L., con sede legale a Reggio Calabria in via del Gelsomino nr. 45,





Patrimonio aziendale ed intero capitale sociale della KATA SAS di MORGANTE Robertino, con sede legale a Reggio Calabria in località Catona via Fontanelle nr. 1.

Patrimonio aziendale ed intero capitale sociale della GRANDI ALBERGHI S.R.L., con sede legale a Reggio Calabria in via Nazionale Pentimele nr. 202.

Rre unità immobiliari - fabbricati, site nel comune di Reggio Calabria - località Catona via Fontanelle, di proprietà della società WELCOME INVESTMENTS ITALIA S.R.L.

Una unità immobiliare - terreno, sito nel comune di Reggio Calabria - località Catona via Fontanelle, di proprietà della società WELCOME INVESTMENTS ITALIA S.R.L.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86


Reggio: 14 fermi della Dda. Carabinieri stringono il cerchio attorno a Domenico Condello, ''Micu u pacciu''
Giovedì 06 Ottobre 2011 07:06

E' in corso a Reggio Calabria un'operazione dei carabinieri del Comando provinciale e del Ros per l'esecuzione di un provvedimento di fermo emesso dalla Dda nei confronti di 14 presunti affiliati alla 'ndrangheta. Le persone coinvolte nell'operazione sono accusate di fare parte di cinque cosche, quelle dei Condello, dei Tegano, dei Libri, dei Garonfolo e degli Zito-Bertuca. Si tratta di gruppi criminali che gestiscono le loro attivita' illecite nell'area nord di Reggio Calabria e nei comuni di Campo Calabro e Villa San Giovanni. L'operazione che ha portato ai fermi e' stata chiamata ''Reggio nord''. L'accusa nei confronti dei fermati e' di associazione per delinquere di tipo mafioso ed intestazione fittizia di beni. Reato, quest'ultimo, aggravato dall'avere favorito un'organizzazione mafiosa. Nell'operazione Reggio nord sono coinvolte anche persone accusate di favorire la latitanza del boss Domenico Condello, di 55 anni, capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta. Condello, condannato in via definitiva all'ergastolo, e' latitante dal 1993 ed è noto come "Micu u pacciu". E' accusato di omicidio, associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e rapina. Domenico Condello, tra l'altro, e' il cugino di Pasquale Condello, detto ''il supremo'', uno dei capi storici della 'ndrangheta, arrestato il 18 febbraio del 2008 dopo 11 anni di latitanza. Le indagini hanno documentato ancora una volta l'unitarieta' della 'ndrangheta e dimostrato l'operativita' criminale di Domenico Condello, consentendo l'arresto di alcuni dei suoi favoreggiatori e di disarticolare i principali ''locali'' di 'ndrangheta della zona nord di Reggio Calabria. Beni immobili e societa' per un valore di nove milioni di euro sono stati sequestrati dai carabinieri nell'ambito dell'operazione Reggio Nord che e' in corso a Reggio Calabria ed in alcuni centri della provincia. Si tratta di immobili, alcuni dei quali di pregio, riconducibili alle 14 persone coinvolte nell'operazione. Le societa' sequestrate svolgono la loro attivita' in vari settori economici.


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Operazione ReggioNord: coinvolti gli imprenditori Pasquale Rappoccio e Pietro Siclari
Giovedì 06 Ottobre 2011 10:38
Di seguito il comunicato stampa dei Carabinieri:
RAPPOCCIO Pasquale e SICLARI Pietro, due tra i più facoltosi e noti imprenditori di Reggio Calabria indagati del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110 c.p., 12 quinquies L. 7 agosto 1992 n. 356 e 7 L. 12 luglio 1991,

n. 203 , perché, in concorso tra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, poste in essere anche in tempi diversi in violazione della medesima disposizione di legge.


Gli stessi forti del loro ruolo di imprenditori collegati alla ‘ndrangheta, per le accertate frequentazioni con soggetti legati alla cosca CONDELLO, alla cosca TEGANO di Archi di Reggio Calabria ed alla cosca LIBRI di Cannavò di Reggio Calabria, svolgevano attraverso le numerose articolazioni imprenditoriali a loro riconducibili, direttamente o per interposta persona fisica o giuridica il decisivo ruolo diretto ad interfacciare i vertici dell’organizzazione e le realtà imprenditoriali di interesse – tra le quali quella connessa alla gestione dell’attività commerciale “Il Limoneto” sita in Catona di Reggio Calabria, consentendo il controllo occulto di ampi settori dell’economia locale da parte dei soggetti di vertice delle singole cosche a cui risultano collegati.


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ReggioNord: l'elenco dei beni sequestrati
Giovedì 06 Ottobre 2011 10:40
Di seguito l' elenco dei beni sequestrati nell'ambito dell'operazione ReggioNord:

Patrimonio aziendale ed intero capitale sociale della WELCOME INVESTMENTS ITALIA S.R.L., con sede legale a Reggio Calabria in via del Gelsomino nr. 45,





Patrimonio aziendale ed intero capitale sociale della KATA SAS di MORGANTE Robertino, con sede legale a Reggio Calabria in località Catona via Fontanelle nr. 1.

Patrimonio aziendale ed intero capitale sociale della GRANDI ALBERGHI S.R.L., con sede legale a Reggio Calabria in via Nazionale Pentimele nr. 202.

Rre unità immobiliari - fabbricati, site nel comune di Reggio Calabria - località Catona via Fontanelle, di proprietà della società WELCOME INVESTMENTS ITALIA S.R.L.

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Rappoccio lo conosciamo bene, ma Siclari chi è? che fa? mi sfugge

cmq... :thumleft
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syrupy ha scritto:Rappoccio lo conosciamo bene, ma Siclari chi è? che fa? mi sfugge

cmq... :thumleft
Gravissimo questo fatto di non conoscere qualcuno...
Comunque tornando al topic,se hanno sbagliato mi auguro paghino,ma mi auguro anche che le strutture sequestrate non diventino ricettacolo di topi,spazzatura e marocchini per decenni.
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chimmafocu ha scritto:
syrupy ha scritto:...mi auguro anche che le strutture sequestrate non diventino ricettacolo di topi,spazzatura e marocchini per decenni.

solitamente vengono affidate ad un amministratore giudiziario per farne continuare l'attività e non far perdere il lavoro ai dipendenti...
chimmafocu
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spiny79 ha scritto:
chimmafocu ha scritto:
syrupy ha scritto:...mi auguro anche che le strutture sequestrate non diventino ricettacolo di topi,spazzatura e marocchini per decenni.

solitamente vengono affidate ad un amministratore giudiziario per farne continuare l'attività e non far perdere il lavoro ai dipendenti...
Si,come è successo per il roof garden,il supercinema e i gazebo.....
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chimmafocu ha scritto:Si,come è successo per il roof garden,il supercinema e i gazebo.....

i primi due sono stati sequestrati quando ancora non esisteva questa legge, i gazebo non erano ancora ultimati e cmq ritenuti abusivi, quindi pur volendo non li potevano affidare a nessuno...
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spiny79 ha scritto:
chimmafocu ha scritto:Si,come è successo per il roof garden,il supercinema e i gazebo.....

i primi due sono stati sequestrati quando ancora non esisteva questa legge, i gazebo non erano ancora ultimati e cmq ritenuti abusivi, quindi pur volendo non li potevano affidare a nessuno...
Spiny,non mi sono spiegato,che avviino immeditamente le pratiche per l'asta dei beni e chi li prende ha l'obbligo entro tot anni di rimetterle in sesto altrimenti che tornino nelle mani dello stato.
Non è possibile vedere questa situazione che si vede solo in questa città.
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chimmafocu ha scritto:
spiny79 ha scritto:
chimmafocu ha scritto:Si,come è successo per il roof garden,il supercinema e i gazebo.....

i primi due sono stati sequestrati quando ancora non esisteva questa legge, i gazebo non erano ancora ultimati e cmq ritenuti abusivi, quindi pur volendo non li potevano affidare a nessuno...
Spiny,non mi sono spiegato,che avviino immeditamente le pratiche per l'asta dei beni e chi li prende ha l'obbligo entro tot anni di rimetterle in sesto altrimenti che tornino nelle mani dello stato.
Non è possibile vedere questa situazione che si vede solo in questa città.

sono daccordo con te, anch'io secondo buon senso li sottrarrei subito e li affiderei alla gestione di associazioni o anche di privati, es. imprenditori o commercianti che in passato hanno subito estorsioni da parte della ndrangheta, ma purtroppo a causa delle lungaggini burocratiche della giustizia,fino a che non verranno condannati in via definitiva non gli si possono confiscare, per cui purtroppo c'è il rischio che facciano brutta fine o restino all'abbandono...

purtroppo è uno spreco, ma è così...

vediamo se con questa nuova agenzia per i beni confiscati (che ancora non si è capito se funziona o no) cambierà qualcosa in meglio, velocizzando l'iter per l'assegnazione dei patrimoni confiscati affinchè siano utili a qualcosa...
Ultima modifica di spiny79 il 06/10/2011, 14:39, modificato 1 volta in totale.
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chimmafocu ha scritto:
spiny79 ha scritto:
chimmafocu ha scritto:Si,come è successo per il roof garden,il supercinema e i gazebo.....

i primi due sono stati sequestrati quando ancora non esisteva questa legge, i gazebo non erano ancora ultimati e cmq ritenuti abusivi, quindi pur volendo non li potevano affidare a nessuno...
Spiny,non mi sono spiegato,che avviino immeditamente le pratiche per l'asta dei beni e chi li prende ha l'obbligo entro tot anni di rimetterle in sesto altrimenti che tornino nelle mani dello stato.
Non è possibile vedere questa situazione che si vede solo in questa città.
Tra l'arresto dei maluommini e la possibilità di esitare all'asta o altra forma di cessione/alienazione dei beni CONFISCATI, con la normativa vigente passano dai 6 ai 10 anni.
Fino alla CONFISCA non è possibile (praticamente) fare nulla.
Occorrerebbe velocizzare i tempi della Giustizia, intervenendo SERIAMENTE con una riforma del sistema giudiziario.
Non sono i giudici a stabilire le tempistiche, sono le Norme e le Norme come è noto le stabilisce il Parlamento.
:salut

P.S. aund'eri?
:wink
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aquamoon ha scritto:
chimmafocu ha scritto:
spiny79 ha scritto:
i primi due sono stati sequestrati quando ancora non esisteva questa legge, i gazebo non erano ancora ultimati e cmq ritenuti abusivi, quindi pur volendo non li potevano affidare a nessuno...
Spiny,non mi sono spiegato,che avviino immeditamente le pratiche per l'asta dei beni e chi li prende ha l'obbligo entro tot anni di rimetterle in sesto altrimenti che tornino nelle mani dello stato.
Non è possibile vedere questa situazione che si vede solo in questa città.
Tra l'arresto dei maluommini e la possibilità di esitare all'asta o altra forma di cessione/alienazione dei beni CONFISCATI, con la normativa vigente passano dai 6 ai 10 anni.
Fino alla CONFISCA non è possibile (praticamente) fare nulla.
Occorrerebbe velocizzare i tempi della Giustizia, intervenendo SERIAMENTE con una riforma del sistema giudiziario.
Non sono i giudici a stabilire le tempistiche, sono le Norme e le Norme come è noto le stabilisce il Parlamento.
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Aqua io non lo so da chi dipende,ci sono le norme,ok,mi sta bene,che le cambino.
Scrivo meno per troppi impegni :)
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chimmafocu ha scritto: Scrivo meno per troppi impegni :)
E' tornato! :cheers :cheers
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chimmafocu ha scritto:
syrupy ha scritto:Rappoccio lo conosciamo bene, ma Siclari chi è? che fa? mi sfugge

cmq... :thumleft
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chimmafocu ha scritto: Scrivo meno per troppi impegni :)

Bentornato chimma... :salut
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Ciao Filippo...

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spiny79 ha scritto:
chimmafocu ha scritto:
syrupy ha scritto:...mi auguro anche che le strutture sequestrate non diventino ricettacolo di topi,spazzatura e marocchini per decenni.

solitamente vengono affidate ad un amministratore giudiziario per farne continuare l'attività e non far perdere il lavoro ai dipendenti...

Un'attività sequestrata a soggetti vicini al malaffare funziona nella misura in cui gode e beneficia del sostegno del malaffare.
99 su 10 quando questa distorsione cessa anche l'attività che non ha più motivo di esistere. Soprattutto se e quando lavora con enti della pubblica amministrazione.
I due soggetti indicati nell'articolo danno da lavorare a centinaia di persone, non sò se i provvedimenti giudiziari si fermeranno alle attività menzionate poste sotto sequestro o se ancora i magistrati hanno altro in serbo.
Ultima modifica di doddi il 06/10/2011, 16:11, modificato 1 volta in totale.
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L'ombra dei Condello dietro la discoteca ''Limoneto'': in manette l'imprenditore Pasquale Rappoccio
Giovedì 06 Ottobre 2011 12:31

di Claudio Cordova - ‘Ndrangheta di alto livello e imprenditori capaci di muoversi nell’ombra per sfruttare le proprie connivenze. Oltre a indebolire la rete di favoreggiatori del latitante Domenico Condello, “Micu u pacciu” (nella foto), l’operazione “Reggio Nord”, eseguita dai Carabinieri del Ros di Reggio Calabria, comandati dal Tenente Colonnello Stefano Russo, apre scenari interessanti sulle attività di alcuni noti imprenditori della città, come Pietro Siclari e Pasquale Rappoccio.

I Carabinieri hanno dunque dato esecuzione a un provvedimento di fermo firmato dai sostituti procuratori della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo e Valeria Sottosanti. I soggetti coinvolti sarebbero esponenti delle famiglie Condello, Tegano, Libri, Garonfolo, Zito e Bertuca, tutte operanti nella zona nord della città o nei comuni di Campo Calabro e Villa San Giovanni. Un’indagine che si basa soprattutto su un numero importante di intercettazioni telefoniche e che è una propaggine investigativa delle ricerche, incessanti, con cui il Ros di Reggio Calabria sta tentando di catturare il latitante Domenico Condello, detto “Micu u pacciu”. L’uomo, uccel di bosco dal 1991, è il cugino del più noto Pasquale Condello, catturato, nel febbraio 2008, proprio dagli uomini del Ros dei Carabinieri.

Nell’ottica degli inquirenti, un anello di congiunzione sarebbe Bruno Antonino Tegano, cognato di “Micu u pacciu”. Ma la cosca Condello sarebbe riuscita a far quattrini anche grazie alle connivenze con due imprenditori, Pietro Siclari e Pasquale Rappoccio. Il primo è già in carcere da mesi, essendo stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Entourage”, il secondo, invece, è un soggetto che da anni è stato interessato da indagini, soprattutto con riferimento al settore sanitario. E’, in particolare, un’informativa di qualche anno fa, a opera della Guardia di Finanza, a puntare l’attenzione sulle attività di Rappoccio: telefonate, sms e incontri personali, politici, di destra e di sinistra, massoni, imprenditori, persino Lele Mora. Sono rappresentate tutte le categorie nell’agenda di Pasquale Rappoccio, massone, titolare dell’impresa di fornitura di medicinali Medinex di Reggio Calabria, già proprietario della squadra di pallavolo della città. E già in quell’informativa, datata 2007, si parlava dei rapporti di Rappoccio con le cosche e con l’altro imprenditore coinvolto nell’indagine “Reggio Nord”, Pietro Siclari: “Unitamente al fratello Vincenzo, attraverso il controllo, esclusivo o compartecipato, di numerose strutture societarie attive, oltre che nel settore delle forniture sanitarie, anche in quello turistico alberghiero, svolgerebbero, per conto dei Libri, un’intensa attività di reimpiego di capitali di illecita provenienza, avvalendosi anche della collaborazione di altri imprenditori. In tale contesto, Rappoccio Pasquale avrebbe creato alcune società con Siclari Pietro personaggio collegato anche alle famiglie reggine Alvaro e Serraino”.

I due imprenditori rispondono di intestazione fittizia di beni, aggravata dalle modalità mafiose: sarebbero stati, insieme ad altri soggetti, dei prestanome delle cosche, con particolare riferimento alla proprietà e gestione della discoteca “Limoneto”, ubicata nella zona di Catona, assai nota in città, frequentata, come spesso accade, anche da rampolli della “Reggio bene”. Stando alle indagini del Ros, sarebbero tre le società-satellite del clan Condello proprietarie della discoteca “Limoneto”: la WELCOME INVESTMENTS ITALIA S.R.L., di Pasquale Rappoccio, la KATA SAS di Robertino Morgante e la GRANDI ALBERGHI S.R.L. Le tre società, peraltro, sono state poste sotto sequestro, grazie a un’attività sinergica svolta dai Carabinieri con la Guardia di Finanza. Circostanza particolare, peraltro, è rappresentata dal fatto che, dopo l’acquisizione del “Limoneto” da parte del gruppo, facente capo ai Condello, gli intestatari fittizi ricevettero una lettera di minacce: un fatto che lasciò sbigottiti i protagonisti della vicenda, visto che “tutti” avrebbero dovuto sapere chi c’era dietro la gestione del “Limoneto”. Lo stesso Cosimo Alvaro, boss di Sinopoli, coinvolto nell’indagine “Meta” a causa del controllo occulto che avrebbe esercitato sul lido-discoteca “Calajunco”, avrebbe fatto cadere il proprio interessamento per il “Limoneto”, dopo aver appreso della “regia occulta” dei Condello sulla struttura. L’inaspettata lettera di minacce, dunque, portò Francesco Belfiore, Robertino Morgante e Fabio Pasqualino Scopelliti, tutti “soggetti puliti”, coinvolti nell’indagine, a effettuare una vera e propria istruttoria con i responsabili criminali dei quartieri della zona nord di Reggio Calabria. Fasi captate dalle cimici del Ros che hanno permesso l’esecuzione dei fermi che adesso dovranno essere convalidati dal Gip.

L’indagine “Reggio Nord” non svela alcun collegamento con la politica (sebbene Rappoccio sia stato, negli anni, in rapporti anche con l’ex sindaco e oggi Governatore Giuseppe Scopelliti), ma di certo apre uno squarcio sulle alleanze tra imprenditoria e cosche, tra “zona grigia” e ala armata della ‘ndrangheta.

E forse, da oggi, Domenico Condello, nella sua latitanza, è un po’ più solo
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@ily,unverotifoso e mariotta:bontà vostra :)
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@chimma: :thumleft


Per il resto: e mica avevo capito che era il Rappoccio della Medinex :-|
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quanti imprenditori vicini al principe delle calabrie....
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army ha scritto:quanti imprenditori vicini al principe delle calabrie....
Come se il principe delle calabrie fosse responsabile di quello che fanno gli altri.
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