Quell'ospedale di Locri è davvero uno spettacolo, con tutto il parentume di delinquenti che c'è là dentro, basta leggere la relazione della commissione d'inchiesta per farsi un'idea
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Caccia ad Antonio Pelle, il fuggitivo
Giovedì 15 Settembre 2011 14:41
di Claudio Cordova - Nei circa 150 giorni vissuti agli arresti domiciliari, aveva subito oltre 170 controlli. Sono bastati, però, alcuni giorni di "quiete", per permettergli la fuga. L’ultimo controllo, infatti, lo aveva subito il 10 settembre scorso. La mattina successiva si era fatto ricoverare, senza avvertire i Carabinieri, all’interno dell’ospedale di Locri per una gastroenterite anoressica. Da ieri, infine, ha fatto perdere le sue tracce.
Questi gli ultimi giorni vissuti da Antonio Pelle, detto “la mamma”, in regime di arresti domiciliari.
L’uomo è ritenuto uno degli elementi più carismatici della ‘ndrangheta di San Luca, appartenente al ramo dei “Vancheddi”, che, a dispetto dell’omonimia, non hanno nessuna parentela col ramo dei “Gambazza”. Pelle ha ottenuto, qualche mese fa, gli arresti domiciliari da parte della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, che lo stava giudicando nell’ambito del processo “Fehida”, che aveva puntato l’attenzione sui fatti della cosiddetta faida di San Luca. In quella sede il sostituto procuratore generale, Adriana Fimiani, e il pm applicato al processo, Federico Perrone Capano, lottarono con il coltello tra i denti per dimostrare come Pelle fosse compatibile con il regime carcerario. Il perito della Corte, però, oltre a disporre i domiciliari per il boss, ritenne anche che Pelle fosse impossibilitato ad affrontare il processo coscientemente.
La sua posizione, dunque, fu stralciata.
L’uomo, dopo una latitanza di oltre un anno, fu arrestato dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria nell’ottobre del 2008: nel tempo ha rimediato una condanna a dieci anni per coltivazione di droga e a tredici anni proprio nel primo grado del processo “Fehida”. Dei ventitré anni complessivi, però, Pelle ha trascorso in carcere circa due anni. E’ ritenuto dagli inquirenti il capo dello schieramento che avrebbe portato all’omicidio di Maria Strangio, avvenuto nel giorno di Natale del 2006: il bersaglio designato, il marito della donna, Giovanni Luca Nirta, si salvò, ma la faida di San Luca si riacutizzò con la mattanza di Duisburg, avvenuta nel Ferragosto del 2007.
Pelle è lo zio di quel Francesco Pelle, detto “Ciccio Pakistan”, rimasto paralizzato su una sedia a rotelle, in seguito a un agguato avvenuto nel luglio del 2006. A causa delle sue condizioni di salute, dunque, Antonio Pelle, 49 anni, ha prima ottenuto gli arresti domiciliari e poi la sospensione del procedimento a suo carico.
Pelle, infatti, è affetto da anoressia. Una patologia che, a detta del suo ex compagno di cella, il boss si sarebbe procurato da solo, in maniera intenzionale, proprio per ottenere gli arresti domiciliari. Stando ai medici che hanno visionato la sua cartella clinica, però, dalla condizione iniziale di volontarietà, Pelle avrebbe poi perso il controllo della situazione, finendo inghiottito nel tunnel della malattia. Una situazione che avrebbe compromesso anche alcune delle sue funzioni psicologiche.
Ieri, dunque, quando i Carabinieri hanno bussato alla porta della sua abitazione, dopo alcuni giorni di “silenzio”, hanno appreso la notizia che Pelle fosse stato ricoverato in ospedale, senza, però, aver fornito alcuna comunicazione alle forze dell’ordine. Già altre volte il boss era stato trasportato in ospedale e aveva avvertito i Carabinieri che lo avevano piantonato per tutto il tempo trascorso all’interno del nosocomio di Locri. Ieri, invece, nella stanza assegnatagli al momento del ricovero, i medici e i militari dell’Arma non hanno trovato nessuno.
E mentre i Carabinieri si sono immediatamente messi sulle tracce del boss, la Procura della Repubblica di Locri, sotto l’occhio attento della Dda di Reggio Calabria, ha aperto un fascicolo sull’accaduto. L’obiettivo è quello di accertare se nella fuga vi siano state eventuali complicità all’interno dell’ospedale di Locri e le modalità con cui Pelle sarebbe riuscito ad andare via. Probabilmente aiutato da familiari o membri del clan, viste le sue condizioni di salute.
E, magari, sarà anche uscito dalla porta principale.