Arena: "Una città che perde fiducia rischia il declino"
Inviato: 13/09/2011, 12:26
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Arena: "Una città che perde fiducia rischia il declino"
Martedì 13 Settembre 2011 11:36
Di seguito il discorso pronunciato in Cattedrale dal Sindaco di Reggio, Demetrio Arena, in occasione della consegna del cero votivo in onore della Madonna della Consolazione
Eccellenze Reverendissime, Capitolo Metropolitano, Sacerdoti,
Religiosi, Autorità Civili e Militari, Concittadini, è con profonda emozione che, a pochi mesi dal mio insediamento, rinnovo l’antico voto fatto dalla città di Reggio verso la Venerata Effigie della Madonna della Consolazione.
E’ un evento che si fonda su una tradizione secolare, da quando i nostri antenati avvertirono forte il bisogno di manifestare la propria gratitudine verso Colei che, più volte e in più modi, ha abbracciato con la sua materna protezione l’intera città e i suoi figli.
Per me, in particolare, l’offerta del Cero rappresenta l’occasione per una riflessione sul senso profondo del mio mandato, del ruolo che sono stato chiamato a svolgere e sul futuro della nostra amata città.
In questi pochi mesi ho preso atto di quali e quanti siano i problemi che preoccupano ogni giorno i nostri concittadini a causa della difficile congiuntura che affligge il nostro Paese. Ma da Sindaco, l’aspetto che maggiormente mi assilla è il pericolo che tutto ciò possa determinare la perdita della fiducia e della speranza di proseguire nel percorso di crescita intrapreso. Questo non possiamo permettercelo perché una città che perde la fiducia rischia il declino.
Nella vita di ciascun individuo, così come in ogni famiglia, si affrontano momenti difficili: lo stesso avviene in una città. Ma é proprio in questi momenti che si manifesta la grandezza di una comunità, dei suoi amministratori e dei suoi cittadini: quando - dinanzi ai problemi - non ci si nasconde, né si cercano scorciatoie, ma si ha il coraggio di affrontarli a viso aperto, con l’umiltà di chi ne conosce il peso e l’onestà di chi ha il dovere della chiarezza.
Ed è in un momento così delicato e difficile che un’Amministrazione attenta deve guardare verso chi, maggiormente, rischia di perdere la fiducia e la speranza: i giovani, i disoccupati, gli emarginati, coloro che vivono situazioni di disagio.
Credo sia dovere di ogni persona impegnata nella “res publica”- siano essi governanti, controllori o dipendenti - porre alla base di ogni azione il soddisfacimento delle esigenze dell’intera collettività.
E per ridare fiducia credo - che prima di fare promesse - un’amministrazione debba operare, nella prassi di ogni giorno, a tutti i livelli, con due parole semplici ma significative: credibilità e legalità!
Si è credibili solo se si lavora in maniera seria, leale, con professionalità e impegno ma anche con sofferenza e fatica, condividendo con l’intera cittadinanza, nelle forme più opportune, la conoscenza dello stato delle cose e gli obiettivi che ci si prefigge. E’ questo il “modus operandi” che immagino per guidare la nostra città, in cui gli amministratori sono al servizio della gente e mai di poteri palesi o occulti. Solo così la città prende forza e fiducia nell’avvenire.
Alla Nostra Avvocata, Protettrice della Città, Madre amata da tutti, rivolgo la mia prima preghiera affinché illumini il nostro cammino improntandolo all’umiltà, al sacrificio e allo spirito di servizio.
Sono proprio questi gli elementi su cui fondare il nuovo modo di concepire la gestione degli Enti Locali, nel rispetto del dettato Costituzionale.
Il Federalismo, più che una imposizione dall’alto deve essere vissuto come un’ opportunità, che consente alla cittadinanza di ritrovare il senso di appartenenza alla collettività intesa come unione di uomini e di idee, di risorse materiali e di intelligenze che, tutte insieme e da sole, possano rendere una comunità di persone degna di essere chiamata città.
Con il Federalismo inizia una nuova fase in cui l’assunzione di responsabilità diventa inderogabile.
Oggi più che mai i Reggini devono essere artefici del proprio destino, protagonisti del cambiamento, costruendo, mattone dopo mattone, il futuro di una città migliore: alla Politica, agli Amministratori, alla società reggina, a cui non mancano qualità umane e spessore intellettuale, s’impone il compito di valorizzare potenzialità ancora inespresse; ai cittadini il compito di rispettare semplici ma fondamentali regole del vivere civile.
La politica è passione, abnegazione, ma anche coscienza e rispetto della legge: quella coscienza e quel rispetto che portano al centro dell’azione amministrativa la persona e la dignità di chi lavora e produce.
Purtroppo il dibattito politico attuale rischia di essere dominato, come dice il Cardinale Bagnasco, “da un movimento ego-logico, tendente all’affermazione egocentrica-narcisistica dell’io, che genera violenza”.
Le sue parole rappresentano bene questa situazione:
“La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più. Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualità, sembrano cadere nel vuoto. ….. Dalla crisi oggettiva in cui si trova, il Paese non si salva con le esibizioni di corto respiro, nè con le slabbrature dei ruoli o delle funzioni, nè col paternalismo variamente vestito, ma solo con un soprassalto diffuso di responsabilità che privilegi il raccordo tra i soggetti diversi e il dialogo costruttivo.
Se ciascuno attende la mossa dell’altro per colpirlo, o se ognuno si limita a rispondere tono su tono, non se ne esce, tanto più che la tendenza frazionistica si fa sempre più vistosa nello scenario generale come all’interno delle singole componenti".
Nella storia della nostra città è presente una cultura che ha aggregato gruppi che hanno lottato e lottano contro l’unità e il progresso di Reggio e dei suoi cittadini: contro qualcuno, più che per qualcosa, perseguendo solo fini personali dettati da livore, carrierismo e utilitarismo.
Affidiamo a Maria anche i loro cuori, affinché le energie possano essere convertite al bene comune superando tutti gli steccati.
Chiediamo anche a Maria di darci la forza di affrontare, con serenità ed equilibrio, le difficili scelte dettate dalla crisi mondiale.
In un momento così delicato, è dovere della Amministrazione che ho l’onore di guidare, ricercare ogni soluzione affinché i giovani reggini possano trovare nella loro città adeguati sbocchi lavorativi. La storia ce lo insegna: la nostra forza lavoro e le nostre capacità professionali hanno contribuito alla fortuna di altre regioni e anche di altri Paesi; ora occorre attivare percorsi virtuosi perché questo possa verificarsi anche a Reggio. Abbandonare la propria terra non dovrà più essere una dolorosa necessità, ma solo eventualmente il frutto di una libera scelta.
Proprio per questo è necessario plasmare un modello di governo cittadino che valorizzi la famiglia e la scuola, nuclei fondanti della società. L’istruzione e la formazione dei giovani sono da considerarsi quindi perno indiscusso di una società che guarda al futuro con ottimismo e voglia di riscatto.
In un territorio, provato da un’economia debole e precaria, abbiamo il dovere di "creare" percorsi formativi e lavorativi che aprano scenari economici duraturi, valorizzando la nostra posizione baricentrica nel Mediterraneo, riuscendo ad accogliere le esigenze della globalizzazione e a mantenere contemporaneamente la nostra identità senza per questo scadere in uno sterile quanto anacronistico provincialismo.
La preghiera più importante, però, che rivolgiamo infine alla Madre Celeste, è quella di sostenere la nostra comunità nella lotta alla criminalità che ha inferto ferite profonde al nostro tessuto sociale, mettendo in ginocchio un territorio laborioso e appassionato, nel quale oggi si scorge l’esigenza e la voglia di riscatto.
Lo Stato, mai come in questo momento, ha fatto sentire la sua presenza al fianco dei cittadini mettendo a segno “vittorie” fondamentali contro la criminalità. Il nostro compito è quello di affiancare quest’ attività, vivendo a pieno il ruolo che ci compete, assumendoci l’onere di chi crede e lavora per un cambiamento radicale.
Un cambiamento che - é doveroso dirlo - passa inevitabilmente da un rapporto sinergico fra tutte le agenzie formative laiche e religiose: è nei luoghi del sapere che crescono le nuove generazioni; ed è qui che bisogna riporre la fiducia per una nuova coscienza nella nostra comunità, lontana da ogni tipo di contaminazione criminale, consapevole dei diritti e dei doveri, che non accetta soprusi e cresca con la cultura della legalità.
Eccellenze, Autorità, Sacerdoti, Concittadini, vorrei concludere questo mio saluto per la rituale offerta del Cero, citando una frase che si trova nel giuramento che i Sindaci di Reggio pronunciavano nei tempi più antichi al momento della loro ascesa alla carica pubblica: “Giuro di esercitare il mio governo, lealmente e fedelmente, con tutta efficacia e con paterno zelo, per difendere e mantenere l’osservanza dei privilegi, delle prerogative e dei diritti a questa città dovuti, e che le spettano, tanto secondo la legge, quanto secondo la consuetudine, e a qualsiasi altro titolo.”
E prego Maria, Madre della Consolazione, di essermi sempre accanto in questo mio impegno, per il bene della nostra amata Città e perché io possa essere strumento della benevolenza celeste verso Reggio, che ama Maria, ed è incondizionatamente riamata.
Arena: "Una città che perde fiducia rischia il declino"
Martedì 13 Settembre 2011 11:36
Di seguito il discorso pronunciato in Cattedrale dal Sindaco di Reggio, Demetrio Arena, in occasione della consegna del cero votivo in onore della Madonna della Consolazione
Eccellenze Reverendissime, Capitolo Metropolitano, Sacerdoti,
Religiosi, Autorità Civili e Militari, Concittadini, è con profonda emozione che, a pochi mesi dal mio insediamento, rinnovo l’antico voto fatto dalla città di Reggio verso la Venerata Effigie della Madonna della Consolazione.
E’ un evento che si fonda su una tradizione secolare, da quando i nostri antenati avvertirono forte il bisogno di manifestare la propria gratitudine verso Colei che, più volte e in più modi, ha abbracciato con la sua materna protezione l’intera città e i suoi figli.
Per me, in particolare, l’offerta del Cero rappresenta l’occasione per una riflessione sul senso profondo del mio mandato, del ruolo che sono stato chiamato a svolgere e sul futuro della nostra amata città.
In questi pochi mesi ho preso atto di quali e quanti siano i problemi che preoccupano ogni giorno i nostri concittadini a causa della difficile congiuntura che affligge il nostro Paese. Ma da Sindaco, l’aspetto che maggiormente mi assilla è il pericolo che tutto ciò possa determinare la perdita della fiducia e della speranza di proseguire nel percorso di crescita intrapreso. Questo non possiamo permettercelo perché una città che perde la fiducia rischia il declino.
Nella vita di ciascun individuo, così come in ogni famiglia, si affrontano momenti difficili: lo stesso avviene in una città. Ma é proprio in questi momenti che si manifesta la grandezza di una comunità, dei suoi amministratori e dei suoi cittadini: quando - dinanzi ai problemi - non ci si nasconde, né si cercano scorciatoie, ma si ha il coraggio di affrontarli a viso aperto, con l’umiltà di chi ne conosce il peso e l’onestà di chi ha il dovere della chiarezza.
Ed è in un momento così delicato e difficile che un’Amministrazione attenta deve guardare verso chi, maggiormente, rischia di perdere la fiducia e la speranza: i giovani, i disoccupati, gli emarginati, coloro che vivono situazioni di disagio.
Credo sia dovere di ogni persona impegnata nella “res publica”- siano essi governanti, controllori o dipendenti - porre alla base di ogni azione il soddisfacimento delle esigenze dell’intera collettività.
E per ridare fiducia credo - che prima di fare promesse - un’amministrazione debba operare, nella prassi di ogni giorno, a tutti i livelli, con due parole semplici ma significative: credibilità e legalità!
Si è credibili solo se si lavora in maniera seria, leale, con professionalità e impegno ma anche con sofferenza e fatica, condividendo con l’intera cittadinanza, nelle forme più opportune, la conoscenza dello stato delle cose e gli obiettivi che ci si prefigge. E’ questo il “modus operandi” che immagino per guidare la nostra città, in cui gli amministratori sono al servizio della gente e mai di poteri palesi o occulti. Solo così la città prende forza e fiducia nell’avvenire.
Alla Nostra Avvocata, Protettrice della Città, Madre amata da tutti, rivolgo la mia prima preghiera affinché illumini il nostro cammino improntandolo all’umiltà, al sacrificio e allo spirito di servizio.
Sono proprio questi gli elementi su cui fondare il nuovo modo di concepire la gestione degli Enti Locali, nel rispetto del dettato Costituzionale.
Il Federalismo, più che una imposizione dall’alto deve essere vissuto come un’ opportunità, che consente alla cittadinanza di ritrovare il senso di appartenenza alla collettività intesa come unione di uomini e di idee, di risorse materiali e di intelligenze che, tutte insieme e da sole, possano rendere una comunità di persone degna di essere chiamata città.
Con il Federalismo inizia una nuova fase in cui l’assunzione di responsabilità diventa inderogabile.
Oggi più che mai i Reggini devono essere artefici del proprio destino, protagonisti del cambiamento, costruendo, mattone dopo mattone, il futuro di una città migliore: alla Politica, agli Amministratori, alla società reggina, a cui non mancano qualità umane e spessore intellettuale, s’impone il compito di valorizzare potenzialità ancora inespresse; ai cittadini il compito di rispettare semplici ma fondamentali regole del vivere civile.
La politica è passione, abnegazione, ma anche coscienza e rispetto della legge: quella coscienza e quel rispetto che portano al centro dell’azione amministrativa la persona e la dignità di chi lavora e produce.
Purtroppo il dibattito politico attuale rischia di essere dominato, come dice il Cardinale Bagnasco, “da un movimento ego-logico, tendente all’affermazione egocentrica-narcisistica dell’io, che genera violenza”.
Le sue parole rappresentano bene questa situazione:
“La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più. Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualità, sembrano cadere nel vuoto. ….. Dalla crisi oggettiva in cui si trova, il Paese non si salva con le esibizioni di corto respiro, nè con le slabbrature dei ruoli o delle funzioni, nè col paternalismo variamente vestito, ma solo con un soprassalto diffuso di responsabilità che privilegi il raccordo tra i soggetti diversi e il dialogo costruttivo.
Se ciascuno attende la mossa dell’altro per colpirlo, o se ognuno si limita a rispondere tono su tono, non se ne esce, tanto più che la tendenza frazionistica si fa sempre più vistosa nello scenario generale come all’interno delle singole componenti".
Nella storia della nostra città è presente una cultura che ha aggregato gruppi che hanno lottato e lottano contro l’unità e il progresso di Reggio e dei suoi cittadini: contro qualcuno, più che per qualcosa, perseguendo solo fini personali dettati da livore, carrierismo e utilitarismo.
Affidiamo a Maria anche i loro cuori, affinché le energie possano essere convertite al bene comune superando tutti gli steccati.
Chiediamo anche a Maria di darci la forza di affrontare, con serenità ed equilibrio, le difficili scelte dettate dalla crisi mondiale.
In un momento così delicato, è dovere della Amministrazione che ho l’onore di guidare, ricercare ogni soluzione affinché i giovani reggini possano trovare nella loro città adeguati sbocchi lavorativi. La storia ce lo insegna: la nostra forza lavoro e le nostre capacità professionali hanno contribuito alla fortuna di altre regioni e anche di altri Paesi; ora occorre attivare percorsi virtuosi perché questo possa verificarsi anche a Reggio. Abbandonare la propria terra non dovrà più essere una dolorosa necessità, ma solo eventualmente il frutto di una libera scelta.
Proprio per questo è necessario plasmare un modello di governo cittadino che valorizzi la famiglia e la scuola, nuclei fondanti della società. L’istruzione e la formazione dei giovani sono da considerarsi quindi perno indiscusso di una società che guarda al futuro con ottimismo e voglia di riscatto.
In un territorio, provato da un’economia debole e precaria, abbiamo il dovere di "creare" percorsi formativi e lavorativi che aprano scenari economici duraturi, valorizzando la nostra posizione baricentrica nel Mediterraneo, riuscendo ad accogliere le esigenze della globalizzazione e a mantenere contemporaneamente la nostra identità senza per questo scadere in uno sterile quanto anacronistico provincialismo.
La preghiera più importante, però, che rivolgiamo infine alla Madre Celeste, è quella di sostenere la nostra comunità nella lotta alla criminalità che ha inferto ferite profonde al nostro tessuto sociale, mettendo in ginocchio un territorio laborioso e appassionato, nel quale oggi si scorge l’esigenza e la voglia di riscatto.
Lo Stato, mai come in questo momento, ha fatto sentire la sua presenza al fianco dei cittadini mettendo a segno “vittorie” fondamentali contro la criminalità. Il nostro compito è quello di affiancare quest’ attività, vivendo a pieno il ruolo che ci compete, assumendoci l’onere di chi crede e lavora per un cambiamento radicale.
Un cambiamento che - é doveroso dirlo - passa inevitabilmente da un rapporto sinergico fra tutte le agenzie formative laiche e religiose: è nei luoghi del sapere che crescono le nuove generazioni; ed è qui che bisogna riporre la fiducia per una nuova coscienza nella nostra comunità, lontana da ogni tipo di contaminazione criminale, consapevole dei diritti e dei doveri, che non accetta soprusi e cresca con la cultura della legalità.
Eccellenze, Autorità, Sacerdoti, Concittadini, vorrei concludere questo mio saluto per la rituale offerta del Cero, citando una frase che si trova nel giuramento che i Sindaci di Reggio pronunciavano nei tempi più antichi al momento della loro ascesa alla carica pubblica: “Giuro di esercitare il mio governo, lealmente e fedelmente, con tutta efficacia e con paterno zelo, per difendere e mantenere l’osservanza dei privilegi, delle prerogative e dei diritti a questa città dovuti, e che le spettano, tanto secondo la legge, quanto secondo la consuetudine, e a qualsiasi altro titolo.”
E prego Maria, Madre della Consolazione, di essermi sempre accanto in questo mio impegno, per il bene della nostra amata Città e perché io possa essere strumento della benevolenza celeste verso Reggio, che ama Maria, ed è incondizionatamente riamata.