Scajola: finanziamento illecito al partito

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L'INCHIESTA
Finanziamento illecito, Scajola indagato a Roma
L'ex ministro: "Sarà chiarita la mia estraneità"

L'accusa in relazione all'acquisto dell'appartamento in via del Fagutale, a Roma, che sarebbe stato acquistato, in parte, da Anemone, fra i personaggi chiave dell'inchiesta sugli appalti del G8. Scajola: "Sono sereno"



ROMA - Violazione della legge sul finanziamento dei partiti politici. Questa l'accusa che è stata ipotizzata a carico dell'ex ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola. La contestazione degli inquirenti della Procura di Roma è connessa all'acquisto, da parte dell'esponente Pdl, di un appartamento in Via del Fagutale 1, poco distante dal Colosseo. Gli accertamenti, avviati nei mesi scorsi, sono stati sviluppati dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza.

"Sono sereno - ha dichiarato l'ex ministro - sarà chiarita la mia estraneità. Apprendo dalle agenzie che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo su una vicenda per la quale la Procura di Perugia, dopo un anno e mezzo di indagini, non ha ritenuto di dovermi indagare. Attendo, comunque, con la stessa serenità e la medesima riservatezza che hanno sinora contraddistinto il mio comportamento, che i magistrati romani portino a termine il loro lavoro, nella convinzione che verrà certamente chiarita la mia estraneità ai fatti''.

A maggio, l'ex ministro, aveva accolto la decisione della Procura di Perugia 3 di chiudere le indagini su di lui dichiarando: "Mi sono sempre proclamato totalmente estraneo a questa vicenda. Oggi, la chiusura dell'inchiesta, lo conferma in modo ufficiale e definitivo".

4Secondo quanto si è appreso il fascicolo, rubricato a Roma, per questo "episodio", chiama in causa il solo Scajola. I magistrati della capitale hanno sviluppato le verifiche e le indagini, sulla base degli atti trasmessi dalla Procura di Perugia. Il procuratore capo Giovanni Ferrara e l'aggiunto Alberto Caperna coordinano ulteriori indagini che sono state avviate sulla cosiddetta 'lista' di favori 5 attribuita all'imprenditore Diego Anemone.

''Prendiamo atto dell'iniziativa della procura di Roma ed attendiamo serenamente che i magistrati facciano il loro lavoro convinti che tutto sarà chiarito'', ha dichiarato l'avvocato Giorgio Perroni, difensore dell'ex ministro Claudio Scajola, alla notizia dell'iscrizione del suo assistito nel registro degli indagati della procura di Roma per violazione della legge sul finanziamento dei partiti.

fonte: http://www.repubblica.it


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Dalla caparra alla ristrutturazione
le prove dei pm sulla casa di Scajola

La nuova lista Anemone da oggi al vaglio della procura di Roma. Dopo dodici mesi di indagini, sono evidenti le anomalie nella compravendita dell'appartamento con vista sul Colosseo. Umiliata la tesi dell'acquisto "incosapevole"
dal nostro inviato CARLO BONINI


PERUGIA - Il fantasma del Fagutale, il mezzanino da 1 milione 700 mila euro vista Colosseo abitato dall'"inconsapevole" proprietario Claudio Scajola e acquistato per due terzi con denaro altrui, torna ad afferrare l'ex ministro. La Procura di Roma riceverà forse già oggi le novecento pagine della "nuova" contabilità segreta estratta dai computer di Diego Anemone, il Grande Elemosiniere del sistema degli appalti pubblici. E una partita che Scajola aveva dato frettolosamente e strumentalmente per archiviata (da quando aveva ritenuto che il tempo del suo breve purgatorio politico si fosse esaurito, ripeteva di essere stato "scagionato") riprenderà esattamente dal punto in cui l'avevamo lasciata. Con una differenza sostanziale, rispetto ai giorni dell'aprile 2010, quando il caso scoppiò. Che dodici mesi di indagini dei pm umbri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, il patteggiamento e le ammissioni dell'architetto Angelo Zampolini, "corriere" e "spicciafaccende" di Anemone, hanno fissato documentalmente - e dunque in modo incontrovertibile - le anomalie di quella compravendita, umiliando la tesi dell'"acquisto inconsapevole".

Il procuratore di Roma, Giovanni Ferrara, ripete da ieri che "ogni valutazione sulla posizione di Scajola è prematura". Che la decisione che dovranno prendere il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Ilaria Calò non può prescindere dall'esame delle nuove emergenze istruttorie di Perugia. A cominciare
dalla prova documentale che, nel maggio del 2004, Anemone versò 200 mila euro in contanti (oltre ai 30 mila per la mediazione dell'agenzia), per chiudere il preliminare di acquisto di via del Fagutale. Circostanza, questa, che, da sola, rende inverosimile l'ipotesi di un acquirente (Scajola) che, al momento del rogito (6 luglio 2004), non si accorge, peggio "non sa", che per la casa che sta comprando le venditrici hanno già ricevuto parte del prezzo.

I pm umbri, a lungo incerti se iscrivere Scajola al registro degli indagati per il reato di corruzione (a oggi, resta "persona informata sui fatti"), alla fine hanno deciso che, non essendo questa l'unica strada percorribile, sarà Roma a decidere sulla qualificazione giuridica della posizione del ministro, per il quale sarebbe ipotizzabile anche il reato di riciclaggio. È un fatto che se un primo orientamento si sta facendo strada a Roma, questo è quello di "stralciare" la posizione del ministro dalle decine di posizioni minori emerse nell'inchiesta di Perugia e già trasmesse a Roma, per farne un fascicolo autonomo. Procedura che, normalmente, prelude a un'iscrizione e che, comunque, segnala la presenza di una prima massa critica di indizi. Che infatti non mancano.

A dispetto delle parole dell'ex ministro che insiste nel denunciare una "campagna di fango e illazioni". E a cominciare dalle dichiarazioni dell'architetto Zampolini, il professionista che per conto e con denaro di Diego Anemone paga in contanti la caparra di 200 mila euro per l'acquisto di via del Fagutale e che, al momento del rogito, trasforma l'ulteriore provvista nera di 900 mila euro in contanti messa a disposizione dal costruttore in 80 assegni circolari.

Interrogato il 18 maggio dello scorso anno, Zampolini dà infatti le prime due decisive martellate alla già pericolante difesa di Scajola. "Si dava del tu con Anemone, che accompagnai anche a casa sua", racconta. Di più: "Il giorno del rogito, il notaio certamente non poteva non sapere che la casa di via del Fagutale valeva di più di quanto dichiarato dall'atto (610 mila euro, ndr.). Ricordo che, a un certo punto, il notaio pronunciò una frase del tipo "regolatevi come volete"". Dalle indagini del nucleo tributario della Guardia di Finanza (depositate a Perugia, prima, e ora a Roma), sappiamo come Scajola si regolò. Le due sorelle Papa, Barbara e Beatrice, le venditrici della casa, ricevettero dalle mani del ministro assegni circolari per 600 mila euro (il mutuo che aveva acceso) e da quelle di Zampolini assegni per altri 900 mila euro. Il ministro non se ne accorse?

I carabinieri del Ros e la Finanza hanno documentato in questi mesi qualcosa in più (anche questi sono atti depositati). I lavori di ristrutturazione di via del Fagutale vennero diretti dalla società "Medea", di proprietà di Anemone e Mauro Della Giovampaola (braccio destro del provveditore alle opere pubbliche Angelo Balducci), e gli artigiani che lavorarono nell'appartamento, dall'impiantistica, agli stucchi, ai servizi, vennero saldati da Anemone, con fatture caricate su un appalto pubblico che aveva vinto (la caserma dell'allora Sisde di piazza Zama) e di cui gonfiò i costi. Possibile, verosimile, ragionevole, che il ministro non si accorse di non aver saldato neppure una fattura a un elettricista? Sicuramente Scajola finì per non badare ai dettagli. Come un trasformatore da 96 euro e un frullatore da 100.

fonte: http://www.repubblica.it


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suonatore Jones

no, dai, evitiamo di scrivere "latriceddhi" a fine post anche in questo topic perché diventa pesante. pesante. (cit.)
Ultima modifica di suonatore Jones il 30/08/2011, 11:51, modificato 1 volta in totale.
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suonatore Jones ha scritto:no, dai, evitiamo di scrivere latriceddhi a fine post anche in questo topic perché diventa pesante. pesante. (cit.)

E non mi cazziare... :sad: :sad:
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suonatore Jones

UnVeroTifoso ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:no, dai, evitiamo di scrivere latriceddhi a fine post anche in questo topic perché diventa pesante. pesante. (cit.)

E non mi cazziare... :sad: :sad:
ahahahhahahah, non mi permetterei mai :mrgreen:
rca
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UnVeroTifoso ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:no, dai, evitiamo di scrivere latriceddhi a fine post anche in questo topic perché diventa pesante. pesante. (cit.)

E non mi cazziare... :sad: :sad:
Tu meriti la cazziata a prescindere.

Tornando al topic, che dire: come per penati, che si vada a fondo e che si faccia piazza pulita. Questo, poi, non doveva nemmeno poter essere eletto, vergogna.
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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rca ha scritto: Questo, poi, non doveva nemmeno poter essere eletto, vergogna.
Perchè? :scratch
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UnVeroTifoso ha scritto:
rca ha scritto: Questo, poi, non doveva nemmeno poter essere eletto, vergogna.
Perchè? :scratch
Biagi, rompicoglioni, dimissioni...do you remeber?
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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rca ha scritto:
UnVeroTifoso ha scritto:
rca ha scritto: Questo, poi, non doveva nemmeno poter essere eletto, vergogna.
Perchè? :scratch
Biagi, rompicoglioni, dimissioni...do you remeber?
Vero! Avevo rimosso! :thumright
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Scajola indagato a Roma per la casa acquistata al Colosseo “a sua insaputa”
Aveva detto che la casa era stata acquistata “a sua insaputa”. Ora l’ex ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, è indagato dalla Procura di Roma per violazione della legge sul finanziamento ai partiti politici in relazione all’acquisto di un appartamento a pochi metri dal Colosseo. Lui ripete di essere sereno: “Verrà chiarita la mia estraneità”. L’immobile in via del Fagutale, secondo l’ipotesi degli inquirenti, è stato pagato in parte (anche se l’ex ministro sostiene di esserne stato all’oscuro), dall’imprenditore Diego Anemone, uno dei personaggi chiave dell’inchiesta sugli appalti del G8. Il fascicolo per questo “episodio” chiama per ora in causa il solo Scajola, intervistato recentemente da ilfattoquotidiano.it proprio sotto il “mezzanino” nel centro di Roma (video). I magistrati della Capitale hanno sviluppato le verifiche e le indagini, sulla base degli atti trasmessi dalla Procura di Perugia. Il procuratore capo Giovanni Ferrara e l’aggiunto Alberto Caperna coordinano ulteriori indagini che sono state avviate sulla cosiddetta lista di favori attribuita all’imprenditore Diego Anemone.

L’ex ministro, che proprio a seguito di questa vicenda rassegnò le dimissioni pur dicendo di non saperne nulla, continua a rispedire al mittente le accuse e attacca i pm romani: “Apprendo dalle agenzie – dice – che la procura di Roma ha aperto un fascicolo su una vicenda per la quale la procura di Perugia, dopo un anno e mezzo di indagini, non ha ritenuto di dovermi indagare. Attendo, comunque, con la stessa serenità e la medesima riservatezza che hanno sinora contraddistinto il mio comportamento, che i magistrati romani portino a termine il loro lavoro, nella convinzione che verrà certamente chiarita la mia estraneità ai fatti”. Stessa linea da parte del suo avvocato, Giorgio Perroni: ”Prendiamo atto dell’iniziativa della procura di Roma ed attendiamo serenamente che i magistrati facciano il loro lavoro convinti che tutto sarà chiarito”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08 ... ta/154092/
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Mafie in Liguria… a insaputa di ScajolaBy ilsimplicissimus
Scajola dopo più di un anno continua ad essere inconsapevole: encefalogramma etico piatto. Non che da un rubagalline di scuola democristiana ci si possa attendere un risveglio alla consapevolezza o da un berlusconiano una briciola di verità. Ma insomma questo coma profondo del non sapevo sta attingendo alla comicità stralunata di Buster Keaton.

Anche adesso che è finalmente indagato per quella casa che l’imprenditore Anemone gli aveva comprato per due terzi, versando persino una consistente caparra. Ad insaputa dell’ex ministro ovviamente, troppo occupato per sapere che qualcuno gli compra casa, come del resto erano stati fatti a sua insaputa alcuni lavori di ristrutturazione ed erano giunti, sempre misteriosamente, molti regali tra cui persino un frullatore da 100 euro. Si anche adesso, rimane inconsapevole, forse vivo solo grazie alla sturmentazione del potere: “Attendo con la stessa serenità e la medesima riservatezza che hanno sinora contraddistinto il mio comportamento, che i magistrati romani portino a termine il loro lavoro, nella convinzione che verrà certamente chiarita la mia estraneità ai fatti.”

Questo dichiara l’ex ministro Ma come può essere estraneo a fatti che riguardano soltanto lui e che peraltro sono stati accertati? Possibile che quest’uomo non sappia inventarsi qualcosa di meno ridicolo, che non sappia uscire dal rito delle frasi rituali anche quando suonano come una barzelletta? Possibile che non si renda conto che le sue assurde dichiarazioni sono offensive per l’intelligenza e il buon gusto, anche se dubito che Scajola abbia mai frequentato queste due caratteristiche umane?

Tuttavia, per quanto la figura di Scajola sia modesta e mediocre, la “riservatezza” di cui parla è comica nella forma, ma indegna nella sostanza perché serve a coprire cricche e giri opachi, evidentemente così vicini al cuore del potere che vale la pena anche di passare per cretini. Per Anemone lo sappiamo: la protezione civile di Bertolaso & C e per li rami personaggi dei servizi segreti, dell’informazione, delle forze dell’ordine, compresa la Guardia di Finanza.

Ma forse c’è di più, forse Scajola deve saper dimostrare a qualcun altro che lui è uno di quelli che “parlen not”. La vicenda verminosa del porto di Imperia, in cui l’ex ministro è implicato come capo di un’associazione a delinquere che coinvolge persino il procuratore capo della città con un’accusa di corruzione, rende inquietanti i contorni di questa impudente riservatezza. Già perché le perquisizioni svolte nei mesi scorsi presso gli uffici del porto sono state effettuate dall’antimafia e ci sono magistrati come Anna Canepa, coordinatrice dell’antimafia per Lombardia e Liguria, che mettono direttamente in relazione le colate di cemento al porto con l’assalto della criminalità organizzata nel Ponente Ligure, tanto che si è arrivati a dover sciogliere il consiglio comunale di Bordighera.

Ora mi chiedo quali migliori garanzie di “discrezione” può offrire uno che non vede non sente e non parla, nemmeno se gli comprano casa? Ominicchio sì, ma d’onoricchio.


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