DIRITORNO ha scritto:qualcuno sa dirmi se ci sono novitá ? perché non ne sento piu parlare ?
Notizie fresche fresche ma nulla di nuovo sulla sua sorte.
http://www.repubblica.it/esteri/2011/08 ... ef=HREC1-6
EMERGENCY
"Sospetti sui rapitori di Azzarà"
Ma resta un sequestoro anomalo
Sud Darfur, ancora nessun contatto con chi trattiene l'operatore italiano di Emergency di cui non si hanno notizie dal 14 agosto a Nyala. Ma le forze dell'ordine battono la pista di un'azione a scopo estorsivo di JAIME D'ALESSANDRO
Francesco Azzarà
ROMA - Ancora nessuna notizia ufficiale su Francesco Azzarà 1, l'operatore trentaquattrenne di Emergency rapito il 14 agosto a Nyala, capitale del Sud Darfur. Ma forse qualcosa nelle indagini si muove. "Le autorità sudanesi si stanno dando un gran da fare e credo abbiano dei sospetti", spiega Rossella Miccio da Roma, coordinatrice dell'ufficio umanitario della associazione fondata da Gino Strada. "In quella zona si può esser rapiti da gruppi che vogliono qualcosa in cambio, richieste politiche, oppure semplicemente per soldi. La nostra sensazione è che sia quest'ultimo il motivo più probabile nel caso di Francesco. Altrimenti i rapitori si sarebbe fatti già sentire".
Insomma, Azzarà non sarebbe stato preso per la sua appartenenza ad Emergency, ma solo come fonte di guadagno in quanto occidentale. "E' il frutto dell'instabilità di quell'area", continua la Miccio. "E il fatto che non sia arrivata la richiesta di denaro, probabilmente si deve anche alla stagione delle piogge che rende comunicazioni e spostamenti difficili". Le autorità italiane e quelle sudanesi, assicura la coordinatrice, stanno comunque dando il massimo. Insomma, non resta che attendere il primo contatto con i rapitori di Francesco Azzarà che potrebbe avvenire a breve.
Quello di Francesco resta comunque un rapimento anomalo, che ha lasciato
sbigottiti i suoi colleghi abituati a vivere fra miseria e violenza: "Non sappiamo nulla, né se sta bene né chi sono i rapitori e qual è il movente del sequestro". spiega Attilia Serpelloni, medico coordinatore di Emergency. "Con Francesco abbiamo lavorato gomito a gomito a lungo", continua l'infermiera che abbiamo raggiunto per telefono a Port Sudan, a 675 chilometri Khartum, dove ora si è trasferita dopo aver passato nove mesi a Nyala. "Quello di Nyala, che è una piccola città, è un ospedale pediatrico con quattro persone: oltre Francesco che operava come logista e si occupava dell'amministrazione, ci sono due infermieri e un medico. Venti posti letto, sempre pieni, e fra i sessanta e i settanta bambini visitati ogni giorno. Mai avuto problemi con la popolazione. Nessun furto o tentativo di scasso. Anzi, ci portavano regali, i vicini soprattutto. Francesco poi da questo punto di vista era speciale: non un solo screzio o una litigata. E' una persona davvero paziente".
Ecco la prima anomalia di questo sequestro, che non è certo l'unico avvenuto nella minuscola capitale del Sud Darfur. Altri occidentali in passato, russi, tedeschi, francesi e anche l'italiano Mauro D'Ascanio 2 di Medici senza frontiere, hanno attraversato la stessa esperienza. Ma in genere sono stati rapiti in zone periferiche, di notte, e sempre liberati nel giro di pochi giorni. "Francesco invece è stato preso di giorno", sottolinea la Serpelloni. "Sulla strada verso l'aeroporto che è larga ed esposta. Insomma, non era in una zona a rischio e lui non aveva soldi con sé".
La sicurezza è sempre stata in cima alle proprietà nell'ospedale di Emergency di Nyala, soprattutto per Azzarà che aveva la responsabilità della logistica. Attilia Serpelloni lo descrive come un ragazzo metodico, tranquillo, scrupoloso. Uno che in tante settimane non ha mai fatto sciocchezze né perso le staffe. Il personale, lui compreso, non usciva mai di sera. "Al massimo - spiega la Serpelloni - ci guardavamo un film. E in ogni caso c'è sempre stato un rapporto tale con la popolazione che non pensavamo di correre rischi".
(23 agosto 2011)© Riproduzione riservata