Pignatone ed i veleni tra procure

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doddi
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Regmi ha scritto:
doddi ha scritto:
doddi ha scritto:

Qualsiasi tipo di istituzione di ogni Stato deve essere controllata, è nella natura dell'uomo sbagliare. Nessuno può essere messo sull'altare se di natura umana.
La storia, anche recente ha dimostrato che anche là c'è del marcio, i soldi fanno comodo a tutti, e i nemici ne hanno tanti da non sapere dove metterli. Poi ci sono le disfunzioni date dalla politicizzazione riconosciute da parecchi componenti dell'organo. Non deve essere delegittimata nel suo insieme, come qualsiasi altra Istituzione ma ripulita ogni qualvolte ve ne sia la necessità.
Questo è sempre stato il mio pensiero e non vedo in cosa possa o debba mutare.



Rilevare errori/orrori e disfunzioni ed esagerazioni non vuol dire non aver fiducia nell'organo istituzionale. Chi l'ha stabilito? Dove stà scritto?

C'è qualcosa che mi sfugge che dovrebbe attestare che la tua visione sia corretta e la mia sbagliata? O una migliore (la tua) e l'altra peggiore e dunque risibile ?
Non puoi prendere atto della diversità e spicciarla con queste inquisizioni e processi alle streghe ? :read:
Il processo alle streghe lo fa da 17 anni chi è stato condannato e tutt'ora è sotto processo per dei reati infamanti che tu appoggi e condividi nella sua linea fino ad averla assimilata a tutto tondo.

Tutte le invettive che sono e vengono indirizzate alla magistratura, con il solo scopo di sfuggire ai processi, di fatto e appunto la delegittimano nella sua interezza.Punto
Tanto è vero che mai come oggi, e tu ne sei un fiero corresponsabile e testimone, il prestigio della stessa nel Paese è stato così basso.

Le toghe rosse (che poi sostanzialmente - e come da te scritto - non sono altro che quelli che hanno avuto la sventura di occuparsi dei suoi processi) è una pura invenzione utile allo scopo e se non si vuole delegitimarli bisogna avere il coraggio (a me non manca) di affermare che ci sono solo magistrati che applicano, a volte, come tutti gli esseri umani, sbagliando, le leggi esistenti senza distinzione alcuna.

Cosa viene dopo la delegitimazione è già scritto. Appunto

Inoltre ti prego di risparmiarci queste contumelie e nello stesso tempo preoccuparsi della loro delegittimazione. Non intenerisci nessuno
Anche a Palermo, a detta dei parenti vittime della delegittimazione stessa, quelli che loro considerano i responsabili morali si battono ancora le mani sul petto.
Confiteor Deo omnipotenti,
beatæ Mariæ semper Virgini,
beato Michaeli Archangelo,
beato Ioanni Baptistæ,
sanctis Apostolis Petro et Paulo,
omnibus Sanctis, et vobis, fratres (et tibi pater),
quia peccavi
nimis cogitatione, verbo et opere:
mea culpa,
mea culpa,
mea maxima culpa.
Ideo precor beatam Mariam
semper Virginem,
beatum Michaelem Archangelum,
beatum Ioannem Baptistam,
sanctos Apostolos Petrum et Paulum,
omnes Sanctos, et vos, fratres (et te, pater),
orare pro me ad Dominum Deum nostrum.
Amen.

:emo_pic_18:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Regmi
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Ora pro nobis

:ola:


:bye2:
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Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
doddi
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Lettere Spadaro Tracuzzi, Pignatone: ''Saranno indagini a parlare''
Mercoledì 10 Agosto 2011 13:03

di Claudio Cordova - “Saranno le indagini a parlare”. La conferenza stampa indetta per l’arresto di Francesco Pesce, latitante dello storico casato di ‘ndrangheta di Rosarno, è anche l’occasione, per il Procuratore Capo, Giuseppe Pignatone, di fare alcune precisazioni, rispetto alle lettere con cui il Capitano dei Carabinieri, Saverio Spadaro Tracuzzi, accusato di collusione con il clan Lo Giudice di Reggio Calabria, ha gettato fango non solo su Pignatone stesso, ma anche sui due investigatori più validi della città, il Capo della Squadra Mobile, Renato Cortese, e il Comandante del Ros, il Tenente Colonnello Stefano Russo. A detta di Spadaro Tracuzzi, Cortese e Russo avrebbero tentato di estorcergli dichiarazioni false al fine di favorire Pignatone in una querelle tra magistrati, in cui, dall’altra parte della barricata, vi sarebbero il vice della Dna, Alberto Cisterna, e i due magistrati Franco Mollace e Franco Neri: “Ho il massimo rispetto per l’indagine di Santa Maria Capua Vetere – ha detto Pignatone – e ho già trasmesso degli atti che potrebbero essere utili al fine di accertare la verità”.

Le lettere di Spadaro Tracuzzi, infatti, hanno trovato fertile sponda su alcuni organi d’informazione: “Gli archivi dei Tribunali di Palermo, Milano, Napoli, Reggio Calabria, sono pieni di denunce d’ogni genere, da parte di mafiosi d’ogni genere – dice ancora Pignatone -, lo stesso Giovanni Falcone fu calunniato e fui io a rappresentare l’accusa e ottenere le condanne per i personaggi che lo avevano infangato”. A procedere è dunque la Procura di Santa Maria Capua Vetere, retta da Corrado Lembo: Spadaro Tracuzzi, infatti, è detenuto, da diversi mesi, all’interno del carcere militare, a causa dei propri rapporti con Luciano Lo Giudice, considerato l’anima imprenditoriale della cosca.

Sottolineando “la correttezza della Procura di Reggio Calabria e della sua Polizia Giudiziaria”, Pignatone ha però sottolineato come tali attacchi siano arrivati a partire da un determinato momento: “Si percepisce che le indagini vanno avanti, che arrivano le condanne e che non abbiamo pregiudizi né positivi, né negativi, su nessuno”.

Secondo il numero uno della Procura reggina, dunque, “saranno le indagini a parlare”. Ed è eloquente quanto afferma il Gip Francesco Petrone, rigettando l’istanza di scarcerazione avanzata dalla difesa di Spadaro Tracuzzi. Un passaggio inquietante, richiamato da Pignatone, in cui l’ufficiale viene definito un soggetto “naturalmente predisposto a delinquere”.

Una predisposizione che, evidentemente, non è bastata ad arginare la macchina del fango, in quello che lo stesso Pignatone ha definito un “Porta a porta provinciale, senza alcuna offesa per Bruno Vespa”.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Inchiesta su Cisterna: Procura Generale decide di non avocare il caso
Martedì 04 Ottobre 2011 15:21

La Procura generale di Reggio Calabria ha deciso di non avocare l'inchiesta coordinata dalla Dda reggina sul procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia Alberto Cisterna, indagato per corruzione in atti giudiziari dopo le dichiarazioni del boss pentito della 'ndrangheta Antonino Lo Giudice. L'avocazione era stata chiesta dallo stesso Cisterna. A rendere nota la decisione e' stato il procuratore generale Salvatore Di Landro. ''In data odierna - e' scritto nella nota di Di Landro - la Procura generale presso la Corte di appello di Reggio Calabria ha depositato il provvedimento con cui, allo stato degli atti, si e' determinata a non procedere ad avocazione ai sensi dell'art. 372 codice procedura penale del procedimento n. 4291/2001 RGNR, ritenendo, in esito alle informazioni fornite dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e della Procura della Repubblica di Catanzaro, insussistenti le condizioni di incompatibilita', individuate specificatamente dal comma 1 lett. b) dell'art.372 c.p.p., di uno dei pubblici ministeri assegnatari delle indagini, essendo l'altro titolare lo stesso procuratore della Repubblica, che ha mantenuto a se' la coassegnazione del procedimento. Il provvedimento e' stato emesso in esito all'esame dell'istanza-sollecitazione ad avocare presentata dal dott. Alberto Cisterna''. ''In tali casi - prosegue Di Landro - in presenza delle condizioni individuate dall'art.372 c.p.p., l'avocazione e' atto dovuto e prescinde dalle istanze di parte. La Procura generale e' stata tenuta informata delle indagini relative. Le informazioni fornite dagli Uffici inquirenti suindicati e l'esame degli atti del relativo procedimento, unitamente alla documentazione afferente i richiami alla posizione del pubblico ministero del quale si e' prospettata una incompatibilita', hanno consentito a questa Procura di ritenere insussistente una situazione di incompatibilita' del pubblico ministero di primo grado co-titolare del procedimento''. ''Il provvedimento, che dispone la non avocazione delle indagini - conclude Di Landro - e' adottato allo stato degli atti, restando peraltro la Procura generale in attesa delle ulteriori notizie sulla definizione dei procedimenti iscritti presso la Procura di Reggio Calabria sulla cosca Lo Giudice e sulla base delle dichiarazioni di taluni indagati e collaboratori di giustizia''. Nelle scorse settimane, la Corte di Cassazione aveva stabilito che la competenza dell'inchiesta rimanesse a Reggio Calabria.(
< Prec.



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Reggio, Cisterna: "Giudici terzi riscontrano anomalie in inchiesta nei miei confronti"
Martedì 04 Ottobre 2011 20:56


''Mi astengo da qualsiasi commento sul provvedimento adottato in data odierna dalla Procura generale di Reggio Calabria, non ritenendolo opportuno alla luce della grave minaccia patita dal collega Giuseppe Lombardo''.
E' quanto sostiene in una dichiarazione il procuratore aggiunto della Alberto Cisterna. ''Questo - ha aggiunto - e' il momento in cui ai magistrati di Reggio, e innanzitutto a Giuseppe Lombardo, vittima dell' ennesimo assalto mafioso, spetta ed e' dovuta una solidarieta' ampia e reale, come quella che io esprimo, perche' tutti possano lavorare in modo sereno a favore della collettivita'''. ''Non posso, comunque, nascondere la mia soddisfazione - ha sostenuto Cisterna - perche' constato che l'istanza di avocazione ha consentito di rimettere ordine nel fascicolo processuale a disposizione della Procura della Repubblica ed eliminare l''errore del brogliaccio' e l''errata trascrizione' di alcuni importanti atti che lo compongono ed ha consentito, altresi', di ottenere, sempre per merito del Procuratore generale, nuove trascrizioni, l'ultima delle quali depositata in data 28 settembre ossia appena cinque giorni or sono, su un file audio scopertosi addirittura incomprensibile''. ''Constato - ha concluso Cisterna - che ogniqualvolta un 'giudice terzo', sia esso la Procura generale della Cassazione, sia quella guidata dal dottor Salvatore Di Landro si accosta agli atti del procedimento che mi riguarda si riscontrano criticita' ed anomalie. In fondo era questa l'esigenza di controllo che aveva guidato la mia iniziativa per l'avocazione''. (ANSA).



Aggiungo: meno male che non si voleva commentare per solidarietà al collega... :read:
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