E' Nitto Palma il nuovo Guardasigilli
Inviato: 27/07/2011, 18:39
E' Francesco Nitto Palma il nuovo ministro della Giustizia. Il presidente Giorgio Napolitano, dopo una mezz'ora di colloquio con il premier Berlusconi al Quirinale, ha firmato il decreto per l'avvicendamento alla guida del ministero di via Arenula, dopo che in giornata c'era stata la formalizzazione delle proprie dimissioni dall'incarico di governo da parte di Angelino Alfano, neo segretario politico del Pdl. La nomina a ministro fa decadere quella a sottosegretario all'Interno, sino ad oggi ricoperta. Nella stessa occasione Anna Maria Bernini è stata nominata nuovo ministro delle Politiche comunitarie.
«FERMI IL PROCESSO LUNGO» - Al neo ministro ha inviato le proprie congratulazioni anche quello che una volta si sarebbe definito il suo «ministro ombra», ovvero il responsabile Giustizia del Pd, Andrea Orlando. Che nel passaggio di testimone spera di vedere anche un cambiamento di linea, in particolare sulla legge del cosiddetto «processo lungo» in discussione al Senato. «Mi auguro che il primo atto del ministro sia quello di fermare questa legge obbrobriosa - ha sottolineato Orlando -. Si tratta dell'ennesima legge ad personam a favore di Silvio Berlusconi. La giustizia italiana ha invece bisogno di interventi urgenti e strutturali nella sua organizzazione. Spero per questo che il cambio alla guida del dicastero implichi un radicale cambio di agenda che accantonasse fantasmagoriche riforme epocali e affronti le vere emergenze del sistema giudiziario italiano: le condizioni del sistema carcerario, il funzionamento della giustizia civile, l'organizzazione e le risorse per uffici giudiziari sul territorio». Non nutre però molte speranze, da questo punto di vista, Massimo Donadi dell'Idv: «Con la nomina a ministro della Giustizia di Nitto Palma, che negli anni passati lasciò traccia di sè in Parlamento solo per essersi reso promotore di alcune norme ad personam a tutela di Cesare Previti, possiamo dire che, per quanto riguarda la giustizia, il centrodestra continua a percorrere la solita strada. Con lui o con Alfano non cambia nulla a Via Arenula. Una nomina in assoluta coerenza con chi lo ha preceduto».
LA LETTERA - Il Pdl nel frattempo ha reso nota la lettera con cui Alfano ha rassegnato le proprie dimissioni dall'incarico nel governo, ritenuto non sovrapponibile a quello di guida del partito. «Carissimo Presidente - si legge nella lettera -, a ragione dell'incarico di Segretario politico del Pdl, di recente conferitomi, rassegno le mie dimissioni dalla carica di Ministro della Giustizia, in considerazione della specificità e dei compiti che allo stesso sono riconosciuti dalla nostra Carta Costituzionale e che mi fanno ritenere tale funzione di Governo incompatibile con un così rilevante incarico politico».
corriere.it
«FERMI IL PROCESSO LUNGO» - Al neo ministro ha inviato le proprie congratulazioni anche quello che una volta si sarebbe definito il suo «ministro ombra», ovvero il responsabile Giustizia del Pd, Andrea Orlando. Che nel passaggio di testimone spera di vedere anche un cambiamento di linea, in particolare sulla legge del cosiddetto «processo lungo» in discussione al Senato. «Mi auguro che il primo atto del ministro sia quello di fermare questa legge obbrobriosa - ha sottolineato Orlando -. Si tratta dell'ennesima legge ad personam a favore di Silvio Berlusconi. La giustizia italiana ha invece bisogno di interventi urgenti e strutturali nella sua organizzazione. Spero per questo che il cambio alla guida del dicastero implichi un radicale cambio di agenda che accantonasse fantasmagoriche riforme epocali e affronti le vere emergenze del sistema giudiziario italiano: le condizioni del sistema carcerario, il funzionamento della giustizia civile, l'organizzazione e le risorse per uffici giudiziari sul territorio». Non nutre però molte speranze, da questo punto di vista, Massimo Donadi dell'Idv: «Con la nomina a ministro della Giustizia di Nitto Palma, che negli anni passati lasciò traccia di sè in Parlamento solo per essersi reso promotore di alcune norme ad personam a tutela di Cesare Previti, possiamo dire che, per quanto riguarda la giustizia, il centrodestra continua a percorrere la solita strada. Con lui o con Alfano non cambia nulla a Via Arenula. Una nomina in assoluta coerenza con chi lo ha preceduto».
LA LETTERA - Il Pdl nel frattempo ha reso nota la lettera con cui Alfano ha rassegnato le proprie dimissioni dall'incarico nel governo, ritenuto non sovrapponibile a quello di guida del partito. «Carissimo Presidente - si legge nella lettera -, a ragione dell'incarico di Segretario politico del Pdl, di recente conferitomi, rassegno le mie dimissioni dalla carica di Ministro della Giustizia, in considerazione della specificità e dei compiti che allo stesso sono riconosciuti dalla nostra Carta Costituzionale e che mi fanno ritenere tale funzione di Governo incompatibile con un così rilevante incarico politico».
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