Le mani dell'ndrangheta sui negozi di ottica

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goldenboy
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http://www.repubblica.it/cronaca/2011/0 ... ef=HREC1-6



REGGIO CALABRIA
Le mani dell'ndrangheta sui negozi di ottica
5 indagati e sequestri per 15 mln di euro
Operazione della Dda di Reggio Calabria: la cosca dei Condello utilizzava dei prestanome e investiva in una catena di punti vendita. La svolta nelle indagini grazie al pentito Antonino Lo Giudice
di GIUSEPPE BALDESSARRO


REGGIO CALABRIA – Colpo dell'antimafia di Reggio Calabria contro la cosca dei Condello: questa mattina, con un’operazione congiunta di Carabinieri e Guardia di Finanza, è stato eseguito un decreto d’urgenza, emesso dalla Dda reggina, per il sequestro preventivo di quattro imprese, quattro punti vendita di ottica, un immobile e numerosi conti correnti, per un valore di oltre 15 milioni di euro. Cinque gli indagati, accusati di essere prestanome delle cosche della ‘ndrangheta.

I Condello avevano messo le mani su una catena di negozi di ottica: un’attività imprenditoriale particolarmente redditizia, che erano riusciti ad incrementare grazie al solido rapporto con Santo Cuzzola, proprietario di una società titolare di alcuni punti vendita a Reggio Calabria.

L’imprenditore, secondo l’indagine del pm Giuseppe Lombardo, grazie a questo rapporto aveva fatto fortuna. Dai primi anni del 2000 aveva iniziato ad inaugurare un negozio dopo l’altro e a fare investimenti importanti. La chiave di volta della fortuna commerciale di Cuzzola sarebbe arrivata grazie all’incontro con Pasquale Condello detto “il supremo”, super latitante della ‘ndrangheta (poi arrestato nel 2008). A portare l’uomo dal capocosca era stato Antonino Lo Giudice, diventato poi collaboratore di giustizia, che oggi lo indica come prestanome del clan.

Lo Giudice ha raccontato alla Dda di Reggio Calabria che Cuzzola aveva nascosto “il supremo” per un certo periodo di tempo in una sua abitazione. Un atto “di rispetto”, in un momento di bisogno come è la latitanza, che avrebbe saldato l’alleanza economico-mafiosa tra il padrino e l’imprenditore.

Dall’inchiesta dei carabinieri del Ros e della Guardia di Finanza, che ha portato al sequestro di beni per 15 milioni di euro, emerge che in ognuno dei punti vendita era stata piazzata una persona di fiducia della ‘ndrangheta. In alcuni casi si trattava proprio di parenti stretti di Pasquale Condello o di suo cugino Domenico (latitante da un ventennio), in altri di uomini di vicini alla cosca. Uomini e donne spesso assunti con mansioni generiche.

La svolta dell’inchiesta proprio con il pentimento di Lo Giudice dell’ottobre scorso, che ha raccontato tutto al Procuratore Giuseppe Pinatone e ai suoi sostituti. Quando la notizia della collaborazione di Lo Giudice si sparge, gli affari si bloccano e Cuzzola, impaurito dalle possibili dichiarazioni dell’ex amico, inizia a cedere le attività ai propri dipendenti. Un’operazione “solo sulla carta”. Tant’è che l’uomo, indicato come fiduciario dei clan del quartiere Archi, anche negli ultimi mesi resta di fatto il titolare di tutti i punti vendita e continua a svolgere, sia pure in maniera meno evidente, un ruolo direttivo.
army
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la domanda sarebbe quali attivita commerciali non sono legate alla ndrangheta? :sad:
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pellarorc
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army ha scritto:la domanda sarebbe quali attivita commerciali non sono legate alla ndrangheta? :sad:
nessuna.
Ricordiamoci che il danno per il meridione è moltiplicato per due.
Perchè le cosche i soldi che accumulano qui li investono da altre parti grazie ai prestanome. Quindi la quantità di soldi che vengono presi e spostati nn girano nella citta di reggio o palermo ecc ecc ma girano altrove.
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oramai non mi stupisco più a queste notizie...è la normalità per questa città avere attività redditizie,che poi si scoprono facenti parte a certe organizzazioni malavitose..
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pellarorc
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Motociclista ha scritto:oramai non mi stupisco più a queste notizie...è la normalità per questa città avere attività redditizie,che poi si scoprono facenti parte a certe organizzazioni malavitose..
ma io tempo fà avevo letto di una pratica assai diffusa in alcune città di ndrangheta.
Un negozio che sta per fallire, che nn vende più è un attività da monitorare.
Lo ndraghetista si presenta dal negoziante e patteggia un importo mensile da versare come "stipendio" a patto che faccia ordini dai rappresentanti con i loro soldi.
A questo punto il negoziante con i soldi sporchi compra merce continuamente. La merce rimane invenduta perchè non se ne vende, allora a questo punto viene data agli ndranghetisti che la riutilizzano.
Il commerciante quindi tira fuori la merce da magazzino e stampa scontrini a go go per determinati importi. Ciò poco dopo giustificherà decine decine di migliaia di euro che il negoziante verserà sul suo conto in banca e che poi ritirerà per girarli a chi di dovere.
Pertanto in conclusione la ndrangheta perde qualcosina ma i soldi attraverso questo giro vengono ripuliti. Entrano nel conto del negoziante giustificati dai falsi guadagni del negozio e ne escono puliti.

Ora guardatevi attorno a reggio e scoprirete che casi come questi sono numerosi. Ora...io nn posso sapere quali siano i negozi interessati ma dopo avere letto questo articolo di certo il negoziante con il negozio sempre vuoto ma con figli con l'audi lo guarderò con più sospetto.

W l'italia.
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bene, avanti così, di queste operazioni ce ne vorrebbero 2-3 al giorno per i prossimi anni...

bisogna colpire le cosche, i loro prestanomi e fiancheggiatori dove fa più male, cioè togliendo loro la disponibilità economica...

senza soldi non contano niente...
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st.george legion
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pellarorc ha scritto:
Motociclista ha scritto:oramai non mi stupisco più a queste notizie...è la normalità per questa città avere attività redditizie,che poi si scoprono facenti parte a certe organizzazioni malavitose..
ma io tempo fà avevo letto di una pratica assai diffusa in alcune città di ndrangheta.
Un negozio che sta per fallire, che nn vende più è un attività da monitorare.
Lo ndraghetista si presenta dal negoziante e patteggia un importo mensile da versare come "stipendio" a patto che faccia ordini dai rappresentanti con i loro soldi.
A questo punto il negoziante con i soldi sporchi compra merce continuamente. La merce rimane invenduta perchè non se ne vende, allora a questo punto viene data agli ndranghetisti che la riutilizzano.
Il commerciante quindi tira fuori la merce da magazzino e stampa scontrini a go go per determinati importi. Ciò poco dopo giustificherà decine decine di migliaia di euro che il negoziante verserà sul suo conto in banca e che poi ritirerà per girarli a chi di dovere.
Pertanto in conclusione la ndrangheta perde qualcosina ma i soldi attraverso questo giro vengono ripuliti. Entrano nel conto del negoziante giustificati dai falsi guadagni del negozio e ne escono puliti.

Ora guardatevi attorno a reggio e scoprirete che casi come questi sono numerosi. Ora...io nn posso sapere quali siano i negozi interessati ma dopo avere letto questo articolo di certo il negoziante con il negozio sempre vuoto ma con figli con l'audi lo guarderò con più sospetto.

W l'italia.
A questo punto il negoziante con i soldi sporchi compra merce continuamente. La merce rimane invenduta perchè non se ne vende, allora a questo punto viene data agli ndranghetisti che la riutilizzano.
Il commerciante quindi tira fuori la merce da magazzino e stampa scontrini a go go per determinati importi. Ciò poco dopo giustificherà decine decine di migliaia di euro che il negoziante verserà sul suo conto in banca e che poi ritirerà per girarli a chi di dovere.


spiegati meglio su questo punto che non ho capito bene....
dopo che rimane invenduta viene data sottobanco ai ndranghetisti che la ripiazzano in nero giusto? poi stampa scontrini a gogo' e i soldi per depositare in banca dove sono ? glieli ridanno gli ndranghetisti oltre a quelli dati per l'investimento della merce iniziale? quindi in pratica danno soldi 2 volte?
« Ecco l'antica Reggio, le cui origini si perdono nella notte dei tempi! Ecco la Reggio della Magna Grecia. »
(Papa Giovanni Paolo II, Reggio Cal, 7 ottobre 1984)
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che poi sto Cuzzola aveva negozi in diverse città,in cui ovviamente lavoravano(come risulta dalle indagini svolte)parenti,amici e compari dei Condello e simili...
Quindi sto tizio non portava nulla di buono,nemmeno creando posti di lavoro a gente onesta e bisognosa..
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pellarorc
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st.george legion ha scritto:
pellarorc ha scritto:
Motociclista ha scritto:oramai non mi stupisco più a queste notizie...è la normalità per questa città avere attività redditizie,che poi si scoprono facenti parte a certe organizzazioni malavitose..
ma io tempo fà avevo letto di una pratica assai diffusa in alcune città di ndrangheta.
Un negozio che sta per fallire, che nn vende più è un attività da monitorare.
Lo ndraghetista si presenta dal negoziante e patteggia un importo mensile da versare come "stipendio" a patto che faccia ordini dai rappresentanti con i loro soldi.
A questo punto il negoziante con i soldi sporchi compra merce continuamente. La merce rimane invenduta perchè non se ne vende, allora a questo punto viene data agli ndranghetisti che la riutilizzano.
Il commerciante quindi tira fuori la merce da magazzino e stampa scontrini a go go per determinati importi. Ciò poco dopo giustificherà decine decine di migliaia di euro che il negoziante verserà sul suo conto in banca e che poi ritirerà per girarli a chi di dovere.
Pertanto in conclusione la ndrangheta perde qualcosina ma i soldi attraverso questo giro vengono ripuliti. Entrano nel conto del negoziante giustificati dai falsi guadagni del negozio e ne escono puliti.

Ora guardatevi attorno a reggio e scoprirete che casi come questi sono numerosi. Ora...io nn posso sapere quali siano i negozi interessati ma dopo avere letto questo articolo di certo il negoziante con il negozio sempre vuoto ma con figli con l'audi lo guarderò con più sospetto.

W l'italia.
A questo punto il negoziante con i soldi sporchi compra merce continuamente. La merce rimane invenduta perchè non se ne vende, allora a questo punto viene data agli ndranghetisti che la riutilizzano.
Il commerciante quindi tira fuori la merce da magazzino e stampa scontrini a go go per determinati importi. Ciò poco dopo giustificherà decine decine di migliaia di euro che il negoziante verserà sul suo conto in banca e che poi ritirerà per girarli a chi di dovere.


spiegati meglio su questo punto che non ho capito bene....
dopo che rimane invenduta viene data sottobanco ai ndranghetisti che la ripiazzano in nero giusto? poi stampa scontrini a gogo' e i soldi per depositare in banca dove sono ? glieli ridanno gli ndranghetisti oltre a quelli dati per l'investimento della merce iniziale? quindi in pratica danno soldi 2 volte?
esattamente danno soldi 2 volte.
Ma quelli della prima volta ritornano sottoforma di merce, la seconda entrano ed escono dalla banca.
Ma la mafia..nel riciclare è cosciente di perdere una percentuale dei soldi investiti ma visto che sono soldi sporchi e sicuramente non fatti con iol sudore alla fronte non ha molta importanza.
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Motociclista ha scritto:che poi sto Cuzzola aveva negozi in diverse città,in cui ovviamente lavoravano(come risulta dalle indagini svolte)parenti,amici e compari dei Condello e simili...
Quindi sto tizio non portava nulla di buono,nemmeno creando posti di lavoro a gente onesta e bisognosa..
infatti..meglio cosi...
NOI SIAMO REGGIO CALABRIA !!!
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