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la Rivoluzione Taciuta dai Media

Inviato: 19/07/2011, 18:06
da Yureggino
2006 - Nonostante le principali agenzie di rating considerino l'Islanda e il suo debito sovrano AAA (e quindi nel modo più positivo possibile), nelle principali banche commerciali del Paese iniziano i primi episodi di insolvenza.



2008 - Viene nazionalizzata la principale banca islandese, la Glitnir Bank. Di conseguenza la moneta crolla, la Borsa viene sospesa e il paese dichiarato in bancarotta. Per inciso: secondo gli "esperti" di Moody's, a poche settimane dalla bancarotta, il giudizio sull'Islanda era ancora AAA.



2009 - I cittadini scendono in piazza e il governo si dimette in blocco. Il parlamento propone di pagare i 3,5 miliardi di euro di debiti nei confronti di Olanda e Gran Bretagna.



2010 - Gli islandesi tornano in piazza e chiedono di sottoporre a Referendum la decisione di pagare il debito nei confronti dei creditori.



2011 - A marzo di quest'anno si vota e i No al pagamento del debito ottengono il 93% dei voti.



Giustizia - In tutto questo, non va dimenticato che il governo ha avviato delle indagini per cercare di individuare i responsabili del disastro economico e finanziario del paese. Verso la metà di giugno sono stati emessi i primi mandati d'arresto nei confronti di nove persone considerate responsabili della bancarotta islandese. Si, perchè l'obiettivo degli islandesi non è tanto di non pagare il proprio debito, ma di farlo pagare ai veri responsabili del disastro.



Rilancio - Ora, a distanza di soli tre anni dal terribile baratro in cui era precipitata, l'Islanda si sta rilanciando in maniera incredibile. Nel 2011 il Pil è aumentato del 2,2% e per il 2012 è prevista un'ulteriore crescita del 2,9%. Numeri che Tremonti se li sogna la notte. Come se non bastasse, l'Ocse ha anche certificato che il deficit pubblico è calato dell'1,4% rispetto al Pil. Insomma, a Reykyavik sembra filare tutto per il meglio: mancherebbe giusto la certificazione dei soliti "esperti" di rating. Ma stavolta, contrariamente a tutte le previsioni, Standard & Poor's (BBB-) e Moody's (Baa3) bocciano l'Islanda: il rating è poco poco meglio dei "junk bond", quelli cioè considerati spazzatura. Secondo alcuni analisti, a rallentarne la definitiva ripresa sarebbero proprio i giudizi troppo negativi delle agenzie di rating. Un fatto che preoccupa molto anche la Banca centrale europea, secondo cui le società che dovrebbero certificare la salute di paesi e aziende, in realtà "condizionano la mente degli investitori". Anche per questo si rende sempre più necessario rivedere al più presto il modo in cui operano, perchè sembrerà strano, ma un giudizio giusto o sbagliato, favorevole o negativo, può benedire o condannare un paese, ma anche milioni di risparmiatori. Nonostante ciò, l'Islanda sta piano piano tornando nel giro che conta. Come? Grazie al fatto che gli investitori, in un modo o nell'altro, stanno cominciando ad agire indipendentemente da ciò che dicono i "santoni" dell'economia.



Internet - Per finire, ma forse è proprio questa la cosa più clamorosa, l'Islanda si sta dotando di una nuova Costituzione. La cosa eccezionale, chiaramente, non è il fatto che si sta scrivendo una nuova Magna Carta, ma la modalità con cui si sta procedendo alla sua stesura. A scriverla, infatti, non saranno i soliti "saggi" o peggio ancora le solite lobby economico-finanziarie. No, signori: a decidere il futuro degli islandesi saranno tutti gli islandesi. Come? Innanzitutto attraverso l'elezione di un'Assemblea Costituzionale formata da 25 cittadini (su 522 candidati) che hanno tre caratteristiche principali: sono maggiorenni, dispongono delle firme di 30 sostenitori e soprattutto non sono iscritti a nessun partito. sarà poi compito dei Costituenti riuscire a dare spazio a tutte le proposte arrivate da tutte le assemblee popolari classiche, ma anche dai vari forum e gruppi di discussioni nati sul web. La Costituzione islandese potrebbe essere e, anzi, sarà la prima 2.0. Non solo: sarà la prima in cui, grazie proprio a internet e ai social networks, si sperimenterà una democrazia davvero diretta e rivoluzionaria. Forse è proprio questo il fatto che spaventa di più chi evita accuratamente che si parli di ciò che accade a Reykyavik e dintorni. Immaginate cosa vuol dire una Costituzione fatta in questo modo, in cui sono di nuovo (o forse per la prima volta) i cittadini ad essere al centro di tutto? Immaginate cosa accadrebbe se i cittadini di Grecia e Portogallo, ma anche noi italiani e piano piano tutti gli altri prendessimo esempio dagli islandesi? Forse chi è al "potere" se l'è immaginato davvero cosa potrebbe significare tutto ciò e preferisce che si vada avati così, con il Grande Fratello, con Tamarreide e roba simile. Il giorno in cui riusciremo a prendere tutti coscienza della nostra importanza, il giorno in cui riusciremo davvero ad indignarci per come siamo trattati, forse l'esempio islandese potrà aiutarci ad essere più forti e consapevoli che non siamo solo un numero, non siamo solo "junk citizen". Siamo molto di più, siamo molti di più.