la Rivoluzione Taciuta dai Media

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Yureggino
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2006 - Nonostante le principali agenzie di rating considerino l'Islanda e il suo debito sovrano AAA (e quindi nel modo più positivo possibile), nelle principali banche commerciali del Paese iniziano i primi episodi di insolvenza.



2008 - Viene nazionalizzata la principale banca islandese, la Glitnir Bank. Di conseguenza la moneta crolla, la Borsa viene sospesa e il paese dichiarato in bancarotta. Per inciso: secondo gli "esperti" di Moody's, a poche settimane dalla bancarotta, il giudizio sull'Islanda era ancora AAA.



2009 - I cittadini scendono in piazza e il governo si dimette in blocco. Il parlamento propone di pagare i 3,5 miliardi di euro di debiti nei confronti di Olanda e Gran Bretagna.



2010 - Gli islandesi tornano in piazza e chiedono di sottoporre a Referendum la decisione di pagare il debito nei confronti dei creditori.



2011 - A marzo di quest'anno si vota e i No al pagamento del debito ottengono il 93% dei voti.



Giustizia - In tutto questo, non va dimenticato che il governo ha avviato delle indagini per cercare di individuare i responsabili del disastro economico e finanziario del paese. Verso la metà di giugno sono stati emessi i primi mandati d'arresto nei confronti di nove persone considerate responsabili della bancarotta islandese. Si, perchè l'obiettivo degli islandesi non è tanto di non pagare il proprio debito, ma di farlo pagare ai veri responsabili del disastro.



Rilancio - Ora, a distanza di soli tre anni dal terribile baratro in cui era precipitata, l'Islanda si sta rilanciando in maniera incredibile. Nel 2011 il Pil è aumentato del 2,2% e per il 2012 è prevista un'ulteriore crescita del 2,9%. Numeri che Tremonti se li sogna la notte. Come se non bastasse, l'Ocse ha anche certificato che il deficit pubblico è calato dell'1,4% rispetto al Pil. Insomma, a Reykyavik sembra filare tutto per il meglio: mancherebbe giusto la certificazione dei soliti "esperti" di rating. Ma stavolta, contrariamente a tutte le previsioni, Standard & Poor's (BBB-) e Moody's (Baa3) bocciano l'Islanda: il rating è poco poco meglio dei "junk bond", quelli cioè considerati spazzatura. Secondo alcuni analisti, a rallentarne la definitiva ripresa sarebbero proprio i giudizi troppo negativi delle agenzie di rating. Un fatto che preoccupa molto anche la Banca centrale europea, secondo cui le società che dovrebbero certificare la salute di paesi e aziende, in realtà "condizionano la mente degli investitori". Anche per questo si rende sempre più necessario rivedere al più presto il modo in cui operano, perchè sembrerà strano, ma un giudizio giusto o sbagliato, favorevole o negativo, può benedire o condannare un paese, ma anche milioni di risparmiatori. Nonostante ciò, l'Islanda sta piano piano tornando nel giro che conta. Come? Grazie al fatto che gli investitori, in un modo o nell'altro, stanno cominciando ad agire indipendentemente da ciò che dicono i "santoni" dell'economia.



Internet - Per finire, ma forse è proprio questa la cosa più clamorosa, l'Islanda si sta dotando di una nuova Costituzione. La cosa eccezionale, chiaramente, non è il fatto che si sta scrivendo una nuova Magna Carta, ma la modalità con cui si sta procedendo alla sua stesura. A scriverla, infatti, non saranno i soliti "saggi" o peggio ancora le solite lobby economico-finanziarie. No, signori: a decidere il futuro degli islandesi saranno tutti gli islandesi. Come? Innanzitutto attraverso l'elezione di un'Assemblea Costituzionale formata da 25 cittadini (su 522 candidati) che hanno tre caratteristiche principali: sono maggiorenni, dispongono delle firme di 30 sostenitori e soprattutto non sono iscritti a nessun partito. sarà poi compito dei Costituenti riuscire a dare spazio a tutte le proposte arrivate da tutte le assemblee popolari classiche, ma anche dai vari forum e gruppi di discussioni nati sul web. La Costituzione islandese potrebbe essere e, anzi, sarà la prima 2.0. Non solo: sarà la prima in cui, grazie proprio a internet e ai social networks, si sperimenterà una democrazia davvero diretta e rivoluzionaria. Forse è proprio questo il fatto che spaventa di più chi evita accuratamente che si parli di ciò che accade a Reykyavik e dintorni. Immaginate cosa vuol dire una Costituzione fatta in questo modo, in cui sono di nuovo (o forse per la prima volta) i cittadini ad essere al centro di tutto? Immaginate cosa accadrebbe se i cittadini di Grecia e Portogallo, ma anche noi italiani e piano piano tutti gli altri prendessimo esempio dagli islandesi? Forse chi è al "potere" se l'è immaginato davvero cosa potrebbe significare tutto ciò e preferisce che si vada avati così, con il Grande Fratello, con Tamarreide e roba simile. Il giorno in cui riusciremo a prendere tutti coscienza della nostra importanza, il giorno in cui riusciremo davvero ad indignarci per come siamo trattati, forse l'esempio islandese potrà aiutarci ad essere più forti e consapevoli che non siamo solo un numero, non siamo solo "junk citizen". Siamo molto di più, siamo molti di più.
La legge sul Bavaglio limita la liberta di stampa
Forza Reggina!
La reggina è unicAAAAAAA,insostitubile,sempre nel mio cuore amaranto

http://www.youtube.com/watch?v=hOFwNeZzI94
http://www.youtube.com/watch?v=OPOCL7OXmFs
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