le macerie dal 6 aprile 2009

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pellarorc
Forumino Malatissimo
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Iscritto il: 11/05/2011, 14:22

L'aquila.
Città che ha subito gravi danni al centro storico.
Ancora dopo più di due anni (del 6 aprile 2009) nn hanno tolto le macerie dal centro.
Non è stato ricostruito nulla. Chiede e palazzi antichi sono ancora lì con i puntelli, in attesa di nn si sa cosa.
Militari a vigilare.
Il centro pieno di macerie e nn si capisce perchè nn vengano tolte.
Una ruspa, un camion...niente di niente. Tutto fermo.

Solo un uomo è rimasto nel centro storico doev cno 3500 euro ha messo in sicurezza la propria casa. Ora è lì, solo, esce di casa e passa tra le montagne di macerie, le chiede distrutte, i palazzi antichi squarciati e in terra solo cemento, pietre e macerie di ogni genere anche alte 2 metri.
neanche i cani sono rimasti in centro. Gatti e cani randaggi sono andati altrove.

Un bella cittadina abbandonata e nn si sa perchè. quando le toglieranno le macerie?
Quando decideranno di buttare giù e ricostruire?lo stato, il comune, la regione...dove sono???
suonatore Jones

”Parlare di condono, di per sé, provoca l’orticaria”. Così, a margine di un incontro al Saie di Bologna su nuove politiche edilizie per la città e il territorio, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha replicato a chi gli chiedeva un commento sull’eventualità di un condono edilizio da inserire nel decreto sviluppo da parte del governo.

“Sarebbe – ha proseguito – un’ennesima violenza al territorio”. Questa misura “fa venire meno il criterio di fondo: costruire in modo sicuro, il condono è la contraddizione di tutto questo”.

Il sindaco della città abruzzese, sconvolta dal sisma del 6 aprile 2009, ha poi toccato anche il tasto della ricostruzione del centro abitato. “Berlusconi? In Abruzzo non si è più visto. E neppure l’ho sentito. I miei contatti si limitano a Gianni Letta. Nel 2010 – ha osservato – abbiamo avuto il picco edilizio con 10.000 persone impiegate, 8.000-8.500 nel comune dell’Aquila”. Poi, ha proseguito, “nel 2011 non s’è fatto nulla”tanto che, ha sottolineato, si sono avuti “1.200 operai edili in cassa integrazione. Nel 2011 non s’è fatto nulla: dal febbraio 2010 – ha concluso – il governo non c’è più”.

Sull’ipotesi di un condono fiscale ed edilizio da inserire nel decreto sviluppo al vaglio del governo è intervenuto, sempre a margine di un incontro del Saie a Bologna, il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle regioni, Vasco Errani.


“E’ triste pensare che dopo annunci e annunci relativi al decreto sulla crescita che è il primo problema di questo paese – ha osservato – dopo due manovre che non affrontano in nessun modo la crescita ma che anzi sono recessive, da questo grande dibattito riemerga il condono”.

Un dato, secondo il presidente emiliano romagnolo, “veramente negativo. Io insisto: bisogna cambiare strada, la strada è quella delle riforme. La strada – ha aggiunto ancora Errani – è quella di costruire nuove politiche industriali, quella di promuovere innovazione per costruire nuove filiere industriali. Non vedo, ad oggi nel governo – ha concluso – la condizione per fare questo discorso”. A giudizio di Errani la strada daintraprendere, e “la scelta strategica, è certamente la riqualificazione urbana, la valorizzazione di una serie di interventi che possano farci fare un salto di qualità”.

Inoltre, secondo Errani, “se si costruisce una politica seria nazionale di defiscalizzazione rispetto a interventi volti alla riqualificazione e all’efficienza energetica, faremmo un passo in avanti”.


il fatto quotidiano.


delinquenti.
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