suicida il vice di don verzè

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San Raffele, suicida il vice di don Verzè
Il suo avvocato: “Non era indagato”
Mario Cal si è sparato nel suo ufficio presso l'ospedale milanese, di cui era il massimo responsabile finanziario. Pochi giorni fa era strato sentito dal pm che indaga sul buco da un miliardo di euro nei conti dell'ente. "Ma non era indagato", afferma il suo avvocato. Il manager era stato coinvolto in due inchieste ai tempi di Mani pulite
L’ex vicepresidente del SanRaffaele, Mario Cal, si è suicidato con un colpo di pistola nel suo ufficio all’interno dell’ospedale milanese, dove lavorava da circa trent’anni. Trevigiano, 71 anni, nei giorni scorsi era stato ascoltato dalla procura di Milano in relazione al buco da oltre un miliardo di euro nei conti del gruppo. Il numero due del fondatore don Luigi Verzè è stato negli ultimi anni l’anima finanziaria del San Raffaele e della Fondazione Monte Tabor, il protagonista di investimenti milionari in tutto il mondo, a volte azzardati. Pochi mesi fa, don Verzè lo aveva definito “un amico fraterno”.

“Cal non era indagato, i magistrati milanesi lo hanno sentito soltanto come persona informata sui fatti”, ha detto il suo avvocato Rosario Minniti, “e il San Raffaele non è coinvolto in alcuno scandalo finanziario”. Secondo Minniti, il colloquio con il pm Luigi Orsi ha riguardato semplicemente “la crisi finanziaria” dell’ente ospedaliero.

Il manager si è sparato con una calibro 38 regolarmente detenuta, dopo essere arrivato in ufficio per raccogliere gli effetti personali, visto che era dimissionario. Dopo aver salutato la segretaria, ha chiuso la porta e si è sentito il colpo. L’ex vice presidente ha lasciato due lettere, una destinata alla moglie e una alle sue segretarie. Poche righe ciascuna in cui non ci sarebbe riferimento, secondo le prime informazioni, alle vicende dell’ospedale, ma solo parole di commiato.

Sembrano destinati a diradarsi, invece, i dubbi sul ritrovamento della pistola, rinvenuta in un sacchetto di plastica lontano dal corpo di Cal. Secondo la prima ricostruzione, a spostare l’arma sarebbe stato un inserviente della struttura. L’uomo sarà sentito dai pm.

Poche parole intanto sono arrivate dalla struttura medica: “Mario Cal è deceduto alle ore 10.57 presso il pronto soccorso dell’ospedale San Raffaele, dove era stato portato alle ore 10.21″, afferma in un comunicato il primario dell’emergenza Michele Carlucci. “E’ stato immediatamente rianimato”, continua, “le sue condizioni sono apparse subito critiche ci sono stati periodi di stabilizzazione dei parametri vitali, tuttavia Cal è deceduto”.

“Non era preoccupato per l’inchiesta giudiziaria, ma per i debiti accumulati dal San Raffaele, che non aveva mezzi per far fronte al pagamento dei creditori”, ha dichiarato l’avvocato Minniti. Anche se pochi giorni fa è entrato in carica un nuovo consiglio d’amministrazione, guidato da Giuseppe Profiti del Bambin Gesù di Roma, sostenuto dal Vaticano e da un nutrito pool di banche.

Negli anni Novanta, Mario Cal era stato coinvolto in due inchieste del filone Mani pulite: quella sui terreni venduti sottocosto dall’ente assistenziale Ipab, guidato dal socialista Matteo Carriera, e per una storia di corruzione alla Guardia di finanza, per ordine dell’allora magistrato Antonio Di Pietro.

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Milano, suicida il vice di don Verzè
un colpo di pistola nel San Raffaele
Il braccio destro del fondatore si è tolto la vita nel suo ufficio all'interno dell'ospedale
L'avvocato: "Era preoccupato perché non c'era più la liquidità per pagare i fornitori"
Mario Cal (a destra) con don Luigi Verzè

A Milano si è tolto la vita Mario Cal, 71 anni, numero due di don Luigi Verzè al San Raffaele. Nei giorni scorsi era stato ascoltato come testimone, in Procura, per la vicenda del maxi buco che ha coinvolto la struttura sanitaria milanese. La convocazione di Cal in Procura aveva segnato l’apertura di un nuovo e delicato fronte per il San Raffaele. Cal si è esploso un colpo di pistola alla testa, intorno alle 10.30, nel suo ufficio al San Raffaele, dove è stato immediatamente ricoverato in condizioni disperate, ed è deceduto poco dopo. Aveva il porto d'armi e portava sempre con sé la pistola.

Il grande regista delle finanze

Il bollettino. "Mario Cal dopo ripetute manovre rianimatorie è deceduto alle 10.57 al pronto soccorso del San Raffaele, dove era stato portato alle 10.21", ha fatto sapere il primario Michele Carlucci. "Il vicepresidente è stato immediatamente soccorso e rianimato. Le sue condizioni sono apparse subito critiche e dopo un periodo di stabilizzazione dei parametri vitali, purtroppo, l'evoluzione non è stata favorevole".

La pistola spostata. L'arma adoperata da Cal per suicidarsi è stata spostata "indebitamente da un non meglio precisato addetto nell'ospedale". Lo riferiscono qualificate fonti della Procura di Milano, precisando che è intenzione di Maurizio Ascione, pm di turno che ha aperto un fascicolo sul caso, effettuare accertamenti per "capire chi l'abbia autorizzato a spostare l'arma". L'ipotesi più probabile è che si tratti di un'ingenuità da parte di una persona non esperta di rilievi e di procedure della polizia scientifica. L'uomo, tuttavia, verrà convocato al più presto in Procura per fornire la sua versione dei fatti. La Procura ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di istigazione al suicidi: un atto dovuto per procedere agli accertamenti. I pubblici ministeri Luigi Orsi e Laura Pedio hanno ispezionato con la guardia di finanza la documentazione finanziaria sulla situazione del San Raffaele.

L'ogiva mancante. Qualificate fonti giudiziarie hanno spiegato che Cal ha esploso un solo colpo,e che l'ogiva - vale a dire la sezione anteriore del proiettile che normalmente viene espulsa al momento dello sparo - non è stata trovata dagli inquirenti che hanno passato al setaccio l'ufficio.

Le lettere d'addio. Il pm Luigi Orsi, che l'aveva sentito nell'ambito dell'inchiesta sui conti dell'ospedale, si è recato immediatamente sul posto: con lui è atteso anche il procuratore Edmondo Bruti Liberati. Cal ha lasciato due lettere: una alla moglie e una alla segretaria. Per ora, tuttavia, non è noto il contenuto delle due lettere, perché la polizia scientifica sta prendendo le impronte digitali. "Era preoccupato per la situazione del San Raffaele perché non c'era più la liquidità per pagare i fornitori", ha ricordato il suo avvvocato e amico Rosario Minniti. "Per me è un grande dolore perché Mario Cal era un amico che ho sorretto nei momenti difficili, ma questa volta non ce l'ho fatta".

L'uscita di scena. Originario di Treviso, Cal aveva per anni affiancato il fondatore dell'ospedale milanese. Storico braccio destro di don Verzè e vicepresidente della Fondazione San Raffaele, solo venerdì scorso era stata sancita la sua uscita di scena con l'elezione di un nuovo cda per la fondazione e la nomina a vicepresidente di Giuseppe Profiti, presidente del Bambin Gesù di Roma, cui sono passate le deleghe operative per la gestione del gruppo ospedaliero.

"Un grande mediatore". La carriera lavorativa di Cal a Milano inizia nel ciclismo, alla Bianchi Colnago, come manager sportivo. Successivamente gestisce anche un impianto sportivo, l'Accademia del tennis di Milano, insieme con alcune altre piccole iniziative imprenditoriali. E' in questo periodo che conosce don Verzè e ne diventa il contraltare. Chi lo ha frequentato lo descrive come "un grande mediatore, anche a livello dei consigli di amministrazione; riusciva a portare a casa il massimo dalle situazioni complesse, a volte addirittura l'insperato". Ma era anche visto come "una persona gioviale, di ottima compagnia - dicono di lui - Abitava in una zona centralissima di Milano e fino a poco tempo fa si concedeva una pausa pranzo di un'ora e mezzo in un'osteria dietro la Rai, a mangiare qualcosa e fare partita a briscola con vecchi amici di sempre, per poi tornare al lavoro fino alle 20".

Don Verzè si tira fuori, il Vaticano nel San Raffaele

I nuovi vertici. Un netto cambiamento al vertice della fondazione era stato richiesto dalle banche creditrici del San Raffaele, gravato da poco meno di un miliardo di debiti. Al timone sono passati gli uomini indicati dalla Santa Sede (insieme con Profiti ci sono Giovanni Maria Flick, Ettore Gotti Tedeschi e Vittorio Malacalza), Maurizio Pini, docente dell'università Bocconi, e Massimo Clementi, preside dell'ateneo Vita-Salute.

La riunione del cda. La riunione del nuovo consiglio d'amministrazione del San Raffaele targato Vaticano è confermato per venerdì prossimo. Lo riferiscono fonti qualificate, precisando che l'appuntamento è ancor più indispensabile con la tragica scomparsa di Cal. In agenda c'è anche l'ipotesi di affidare un mandato a Enrico Bondi come superconsulente esterno del gruppo ospedaliero. Quanto al piano di salvataggio, viene spiegato che la domanda di concordato preventivo difficilmente verrà depositata dopodomani in tribunale, come previsto in precedenza, considerato che il nuovo cda non ha ancora esaminato le carte. E' presumibile che al board, ora guidato dal nuovo vicepresidente Profiti, possa servire qualche settimana

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l'ex viceprePRESIDENTE SUICIDA LASCIA due lettere, una alla moglie una alla segretaria
«Era molto preoccupato per il S. Raffaele» E spunta il «giallo» della pistola
L'avvocato di Cal: «Sapeva che non c'erano i mezzi per far fronte ai debiti». Spostata l'arma del suicidio
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L'avvocato di Cal: «Sapeva che non c'erano i mezzi per far fronte ai debiti». Spostata l'arma del suicidio


Mario Cal (Imagoeconomica)
MILANO - Non conosce i motivi del suicidio. Ma conosceva bene lo stato d'animo di Mario Cal l'ex vicepresidente della Fondazione San Raffaele che si è ucciso con un colpo di pistola oggi a Milano. «Cal era molto preoccupato, non tanto per l'inchiesta, quanto per la situazione del San Raffaele» ha detto il suo avvocato, Rosario Minniti, che segue la vicenda del noto ospedale milanese e che questa mattina si trovava in Procura a Milano. «Era preoccupato per la situazione del San Raffaele perché non c'era più la liquidità per pagare i fornitori» ha aggiunto Minniti. Cal era stato sentito tempo fa solo come persona informata sui fatti dal pubblico ministero Luigi Orsi nell'ambito di un procedimento conoscitivo sui conti in rosso dell'istituto di ricovero e cura a carattere scientifico milanese. Il gruppo ospedaliero, indebitato per circa 900 milioni di euro, è alle prese con un nuovo piano industriale, una ristrutturazione finanziaria e una contemporanea riorganizzazione aziendale con una probabile apertura a nuovi soci, in particolare il Vaticano, che si è offerto di ripianare i debiti. Lo scorso 7 luglio sono entrati nel consiglio di amministrazione della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, il docente dell'università Bocconi Maurizio Pini, il preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell'università Vita-Salute San Raffaele Massimo Clementi, l'ex ministro Giovanni Maria Flick, l'imprenditore Vittorio Malacalza e il presidente dell'ospedale Bambin Gesù di Roma Giuseppe Profiti, diventato una settimana dopo vice-presidente, «delegato con tutti i poteri».

PREOCCUPATO - Secondo Minniti a preoccupare Cal non era quindi tanto la situazione debitoria, quanto il fatto che i crediti contratti dal nosocomio, della cui Fondazione era stato vicepresidente, non rientrassero. Di fatto, spiega il legale «non c'erano i mezzi per far fronte al pagamento dei debiti». L'avvocato si è detto «molto dispiaciuto per la perdita di un caro cliente e un amico a cui sono stato vicino nei momenti di difficoltà, ma questa volta non mi è stato possibile».

LA DINAMICA DEL SUICIDIO - Cal si era presentato nel suo ex ufficio intorno alle 10.30, ha salutato la segretaria e si è chiuso dentro per alcuni minuti per raccogliere i suoi effetti personali dato che era dimissionario dalla settimana scorsa. Alcuni minuti dopo è risuonato il colpo di pistola. La segretaria, ancora in stato di choc, ha sentito un’esplosione provenire dall’interno della stanza, ha aperto la porta e ha trovato l’uomo steso a terra in una pozza di sangue. Cal si è sparato con una pistola a tamburo Smith and Wesson regolarmente detenuta che portava sempre con sè per paura di aggressioni.

LE LETTERE - Mario Cal ha lasciato due lettere. Una è indirizzata alla moglie, l'altra, stando alla prime informazioni, alla segretaria. Da quanto si è saputo le due lettere, di poche righe, sono state scritte a mano probabilmente poco prima che l'ex amministratore si togliesse la vita. Le due missive avrebbero più che altro un contenuto affettivo e, da quanto è stato riferito, non conterrebbero alcun riferimento alla grave situazione economica del San Raffaele. La moglie di Cal ha detto di non avere avuto «nei giorni scorsi sentore né avvisaglie, anche perché era un uomo forte». Neppure le più strette collaboratrici di Cal avevano avuto la percezione di quanto stava per accadere.

IL «GIALLO» DELLA PISTOLA - Nell'inchiesta aperta come di prassi dalla procura, spunta anche «il giallo» della pistola. L'arma con cui l'ex vice presidente del San Raffaele, Mario Cal, è stata infatti spostata e infilata in un sacchetto da una persona che deve essere ancora identificata, probabilmente una delle prime ad entrare nella stanza dove l'ex braccio destro di Don Verzè si è ucciso. Inoltre il pm di turno, Maurizio Ascione, ha disposto accertamenti sulla pistola usata da Cal per appurare il perchè sia stata spostata da un dipendente e infilata in un sacchetto, anche se qualcuno sostiene che l'arma sia stata spostata durante l'intervento per soccorrere Cal che è morto poco dopo in rianimazione.

PIANO DI SALVATAGGIO - Sulla morte dell'ex vice Don Verzè è intervenuto anche Giovanni La Croce , l'attestatore del piano di salvataggio del gruppo ospedaliero per il quale la scomparsa di Cal, «è un evento tragico che rende ancor più improcrastinabile il deposito della domanda di concordato preventivo (l'intesa con i creditori che evita il fallimento, ndr) in tribunale».

IL VATICANO- La Santa Sede ha preso in mano la questione del salvataggio del San Raffaele, insediando nel consiglio d'amministrazione il nuovo vice presidente Giuseppe Profiti. Da Oltretevere però nessun commento. E soprattutto i media legati al Vaticano non hanno dato notizia del suicidio di Cal. Una notizia che ha ha sicuramente suscitato dolore e sgomento.

Redazione online

corriere della sera
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