IL TAGLIO DELLE TASSE

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reggino
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Il Governo presenta la riforma costituzionale
La bozza leghista annunciata a Pontida
Il testo cancella anche la figura dei cinque senatori a vita che ad oggi il presidente della Repubblica può scegliere tra coloro che abbiano "illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario"
Riduzione dei parlamentari e Senato federale. A dar credito alla Lega il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto approvare già due settimane fa la bozza di riforma Costituzionale presentata oggi da Roberto Calderoli. Lo aveva gridato Umberto Bossi dal palco di Pontida. Davanti a migliaia di leghisti che invocavano Roberto Maroni presidente del Consiglio, il senatùr, affiancato dal fido Calderoli, lesse un volantino dall’inequivocabile titolo “fatti in tempi certi”, e garantì: “Entro due settimane da oggi Berlusconi deve far approvare il Senato federale “. Era il 19 giugno. E’ passato un mese. E soltanto, oggi, lunedì 18 luglio Calderoli ha presentato il testo da discutere martedì non in Consiglio, ma nel preconsiglio dei ministri. Insomma, a dar credito alle parole spese a Pontida da Bossi da questo momento il governo dovrebbe non esistere più.

“Si fa come diciamo noi”, disse dal palco il senatùr. “Tempi certi altrimenti tutti a casa”, gridò. E dei 12 punti elencati nel volantino “fatti in tempi certi” il governo è inciampato proprio nel primo. Neanche a dire, il terzo o il secondo. Proprio sul primo punto è arrivato con un ritardo di tre settimane. Nonostante ci sia stata l’opportunità, durante la discussione per la manovra finanziaria, di tagliare almeno il numero dei parlamentari. O mettere mano agli “enormi costi dei palazzi romani”. Macché. Nel frattempo Calderoli si è preoccupato di aprire nuovi Palazzi romani a Monza. Sabato 23 luglio, ci sarà l’inaugurazione.

Poco male, secondo i vertici del Carroccio (ma un po’ meno per la loro base). E poco male soprattutto per Silvio Berlusconi. Perché la bozza ideata da l’autore de “la porcata”, ovvero della legge elettorale che regala a chi vince un enorme premio di maggioranza e toglie ai cittadini la possibilità di scegliere i propri parlamentari, prevede quanto annunciato dalla Lega, ma anche quanto desiderato dal premier: un rafforzamento dei suoi poteri. La ratio della riforma costituzionale, si legge nella relazione illustrativa del testo è, infatti, quella di voler “garantire una maggiore stabilita’ di Governo ed un rafforzamento del premier, che assume la denominazione di Primo Ministro”. Alla faccia dei mercati che, stando a quanto ha scritto il Financial Times la scorsa settimana, puniscono l’Italia e gli italiani perché non riescono a far mollare al Cavaliere la poltrona.

Per Calderoli, comunque, la proposta “dimezza i costi della politica”. Noi, ha spiegato, ”portiamo fatti, non parole”. Perché, dice, “a parole in questi giorni si stanno spendendo tutti, noi invece siamo passati ai fatti, mettendo nero su bianco una riforma costituzionale che prevede il dimezzamento del numero dei parlamentari e conseguentemente il dimezzamento dei costi dell’intera struttura parlamentare”. Non solo, sostiene Calderoli, “con questa riforma superiamo lo storico sistema bicamerale perfetto, ovvero due Camere che svolgono le stesse funzioni, tramite l’introduzione di un Senato Federale rappresentativo dei territori: in questo modo avremo anche un importante snellimento dei tempi e dell’iter parlamentare dei provvedimenti, con un altrettanto importante risparmio in termini di risorse”. E inoltre “abbassiamo l’età dei parlamentari, eliminiamo la circoscrizione estero, introduciamo altre modifiche che renderanno più efficiente e veloce il nostro sistema parlamentare”.

Una proposta che arriva fuori tempo massimo, secondo l’opposizione. “In ritardo di tre anni”, dice Massimo D’Alema. Mentre Aldo Di Biagio di Futuro e Libertà sostiene che sia soltanto “un altro porccellum di Calderoli”. Antonio Di Pietro invece continua a giocare a fare il moderato. “Ci auguriamo che non sia la solita boutade estiva di un governo ormai ridotto al lumicino che si comporta come quei venditori ambulanti che cercano di piazzare la merce all’ultimo minuto”, ha detto il leader dell’Idv. E annuncia: “Valuteremo la bozza Calderoli con attenzione”.

Tagliare i costi della politica e farlo il prima possibile (sembra) essere l’intento bipartisan. Pochi giorni dopo l’approvazione di una manovra che lo ha rimandato alla prossima legislatura, appare difficile però prendere sul serio le dichiarazioni di intenti. A parole, dunque, tutti pronti a ridurre e tagliare. Calderoli parla di fatti. Ma al momento gli unici fatti certi sono due: una manovra lacrime e sangue per tutti tranne che per la Casta e l’inaffidabilità delle parole leghiste.



ilfatto
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Casta, la Lega urla “Roma ladrona”
Ma in parlamento la difende a oltranza
Da sempre il Carroccio urla contro gli sprechi della politica capitolina. Eppure per quattro volte, a partire dal 1996. Il 21 settembre scorso Bossi e compagnia hanno votato contro una proposta dell'Idv che da subito avrebbe tagliato di 15 miliardi i costi della politica
Secessione. Roma ladrona. Sicurezza. Sprechi. Sono le quattro parole del leghista. Mentre Roberto Calderoli presenta una proposta di riforma costituzionale per ridurre i costi della politica, Umberto Bossi, da Piacenza, grida che i suoi sì che sarebbero disposti a ridursi lo stipendio, “ma è colpa degli altri se non è mai stato possibile”.

Smentire il senatùr è fin troppo facile. Basta ricordarsi quanto avvenuto in parlamento il 21 settembre scorso. L’Italia dei Valori, con il vicecapogruppo alla Camera, Antonio Borghesi, presenta una proposta per ridurre stipendi e pensioni ai parlamentari. Un pacchetto che avrebbe fatto risparmiare 15 miliardi di euro, tra cui il dimezzamento dei parlamentari, la riduzione delle province, delle auto blu e delle consulenze. Di Pietro e i suoi restano isolati: gli votano contro la Lega, appunto, il Pdl, il Pd e l’Udc. Il pacchetto prevedeva anche un ritocco sui compensi agli assenti, come oggi spiega Calderoli. Finisce 498 su 525 contrari. E i più irritati sono proprio quelli della Lega.

È già accaduto altre tre volte, a partire dal 1996, che la Lega, forza di governo o di opposizione, si sia espressa contro i tagli alla Casta e ai privilegi romani. A partire da uno stipendio che per ogni parlamentare, a oggi, è di 19.150 euro netti al mese. A questo vanno aggiunti i benefit: aereo gratis, treno gratis, traghetto gratis, niente spese per i francobolli, assicurazione sugli infortuni e in caso di morte, ma sempre gratis, così come la convenzione sanitaria. Gratis. Più altri piccoli e grandi privilegi. Tutte cose che la Lega, da quando è nata, non ha mai contestato. Anzi. La Freccia Alata, l’esclusivo club Alitalia che altro non è che una sala d’attesa di prima classe, era piena di leghisti. Ospite fisso, per citarne uno, Erminio Boso, costretto a fare il pendolare col Veneto, visto che all’epoca la sua compagna viveva a Feltre.

Insomma, Roma sarà anche ladrona, ma poi non si alloggia così male, visti gli agi. A proposito: anche i ristoranti sono gratis e nel 1999 le “colazioni di lavoro” dei parlamentari sono costate qualcosa come 1 milione e mezzo di euro. Contando i nove anni trascorsi, meglio non aggiornare il conto.

Anche nella verde terra padana i conti sono in rosso. Non solo a Roma i leghisti si adeguano. Prendiamo il Veneto, la roccaforte guidata da Luca Zaia. Il 18 maggio 2004, quando ancora era un emergente nel Carroccio, alla guida della Provincia di Treviso, decide che è il tempo di cambiare sede. La Provincia – ente bollato come inutile ma difeso trasversalmente, da destra a sinistra, che Zaia guida – firma il contratto e si indebita fin sopra i capelli.

Non quelli di Zaia, ovvio: con 9.022.598 euro si assicura quello che era un vecchio manicomio dell’Asl. Il preliminare unificato viene approvato il giorno 11 novembre 2004. Prevede un primo stralcio per il restauro e la ristrutturazione urbanistica e un secondo stralcio per la viabilità di accesso all’area. Importo complessivo: 67,1 milioni di euro. Il 21 novembre 2005 si approva il progetto definitivo integrato dei lavori di ristrutturazione (esclusa la viabilità) per 57,1 milioni di euro, pagabili attraverso 42,9 milioni (in parte attraverso trasferimento di beni per 18 milioni) e 14,1 con somme a disposizione dell’ente.

Ma Zaia, uomo di classe, spende in un colpo solo per sedie, tavolo da lavoro e lampadari 2 milioni e 52 mila euro più Iva. Costo totale dell’operazione: 90 milioni di euro.

La Lega, del resto, ha sempre gridato allo scandalo per gli sperperi di Roma. Anche i finanziamenti ai giornali. Ma li riceve. In 16 anni di finanziamento pubblico ai giornali, 598 milioni di euro, in testa alla lista c’è l’Unità. A seguire la Padania, che dal dipartimento per l’editoria della presidenza del consiglio dei ministri ha preso 50 milioni di euro.

Per tornare agli arredi, invece, non serve spostarsi dal Veneto: a Venezia la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto ha speso 9.250 euro per un lume. Niente in confronto a Zaia, ma la sua bella figura l’ha fatta anche lei. Ancora dal Triveneto. Sono di nuovo leghisti i recordman certificati del doppio e triplo incarico. Un esempio su tutti, per l’inebriamento da potere, lo ha dato Edouard Ballaman: leghista della prima ora, parlamentare per tre volte e poi presidente del consiglio regionale in Friuli Venezia Giulia, a cui ora la procura della Corte dei Conti contesta un danno erariale di quasi 23 mila euro.

Uomo di ferro tra i bossiani, il più rigido, ricordano i compagni di partito, Ballaman è finito sotto inchiesta per 57 viaggi personali fatti da lui e la fidanzata (poi diventata moglie), a bordo dell’auto blu che la Regione gli metteva a disposizione. Anzi, più di una vettura, visto che prima si spostava con una Lancia Thesis, poi ha scelto una più robusta Audi A6, ammiraglia della casa tedesca. Secondo la Corte dei Conti, Ballaman avrebbe creato un danno erariale di 22.877 euro. Una spesa divisa tra carburante, pedaggi autostradali, gestione delle autovetture e compensi agli autisti.


ilfatto
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19.150 euro di stipendio...bastardi
Come si dorme non è importante, come si è svegli è importante

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