Ecco quanto avverrà, secondo repubblica, dopo quanto proposto dal governo sul tema pensioni:
http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... -21047733/
ROMA - I nuovi interventi sulle pensioni, messi a punto con il vertice di maggioranza, rischiano di dare il via a migliaia di cause contro l'Inps e l'Inpdap. Se, infatti, non verranno chiariti alcuni punti, come denunciato oggi anche dal segretario della Cgil, Susanna Camusso, potrebbero essere numerosissimi i lavoratori che, rischiando di perdere quanto versato per il riscatto della laurea (e i contributi figurativi per l'anno di servizio militare), potrebbero aprire un contenzioso con gli istituti di previdenza ed anche sollevare questioni di legittimità costituzionale. Ecco, nel dettaglio, i punti su cui si rischiano di più i ricorsi.
Sistema retribuivo - Chi va in pensione con il sistema retributivo a 40 anni di anzianità può al massimo ricevere l'80% della media retribuzione degli ultimi anni: di fatto, quindi, questi lavoratori non solo dovranno restare un anno in più (o cinque nel caso abbiano da "recuperare" gli anni riscattati per la laurea), ma perderanno quanto versato come riscatto di questi periodi, poiché nel calcolo della pensione con questo metodo il rendimento massimo è l'80%.
Nodo riforma Dini - Cosa succederà per coloro che a fine 1995 avevano più di 18 anni di contributi e quindi mantenevano il metodo di calcolo retributivo (chi ne aveva meno ricadeva nel misto, mentre gli assunti dal 1996 hanno il metodo contributivo)? L'anno di servizio militare e gli anni di laurea verranno considerati al di fuori di quegli anni?
Statali
- C'è una norma nel decreto 78/2010 che prevede la possibilità per le amministrazioni pubbliche di interrompere il rapporto con i lavoratori che hanno 40 anni di anzianità. Gli anni che ora la nuova manovra esclude (servizio militare e laurea) saranno considerati o no nel calcolo per arrivare a 40?
40 anni e quote, rischio iniquità - Altro nodo da sciogliere, la differenziazione tra chi va in pensione con le quote (60 anni di età e 36 di contributi nel 2010, dei quali nel caso 32 di effettivo lavoro oltre agli anni di laurea) e mantiene il diritto a fare valere gli anni riscattati, rispetto a chi va con 40 che si troverebbe invece a lavorare 40 anni effettivi (non valendo ai fini dell'uscita gli anni riscattati).
(30 agosto 2011)
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.