Interviste a Padova e Zampogna

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Hurricane82
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Viola, Padova applaude i tifosi
«Che spettacolo il Pentimele. Gli infortuni hanno condizionato il mio rendimento»



Valerio Chinè
REGGIO CALABRIA
In un campionato avaro di "under" di cristallino talento, probabilmente Andrea Padova è tra quelli (con tutte le attenuanti del caso) che è andato meglio. Eppure la sua stagione, costellata d'infortuni singolari e di contrattempi da guinness dei primati della "sfortuna", alla fine sembra esser quella del "vorrei ma non posso". Di sicuro la guardia varesina, ha tutte le carte in regola per poter divenire un giocatore completo (anche il prossimo anno sarà un "under"), non solo nei fondamentali (in attacco e difesa è già abbastanza incisivo) ma pure nell'approccio al lavoro. Urge un sostanziale potenziamento fisico, anche perchè la sua annata è stata una rincorsa continua alla migliore condizione che, ogni qualvolta giungeva, doveva subito salutare per lasciare il posto ai cicli riabilitativi.
«Mi dispiace perché avrei voluto fare molto di più – dice il ragazzo - , ma capisci bene che ci sono cose che non dipendono dalle volontà individuali. I tanti infortuni mi hanno condizionato, quando stavo girando il "fuoco di Sant'Antonio", mi ha buttato giù fisicamente. Ho solo bevuto acqua per una settimana e assunto antibiotici devastanti. Grazie alle cure dei medici e dello staff ho recuperato, ma che fatica».
Dopo la promozione dello scorso anno, credevamo fossi pronto al bis, invece...
«A parte che l'annata scorsa è stata davvero strepitosa sotto molti punti di vista, quest'anno siamo stati sfortunati in tanti frangenti, basti pensare che solo in due gare su oltre trenta abbiamo giocato al completo. Nonostante ciò, ci siamo chiusi a riccio, abbiamo formato un bel gruppo e i risultati sono arrivati. In finale abbiamo portato l'Upea fino a gara tre, ma sul loro campo quella è un'altra squadra, sicuramente superiore alla nostra».
Il ripescaggio forse potrebbe lenire la riduzione da due a una sola promossa?
«Effettivamente con una sola promozione è pesante, ti giochi un anno di preparazione, di piani societari in quaranta minuti. È troppo limitativo, non hai seconde opportunità».
Per un ragazzo di Varese non è nuova la passione coinvolgente di Reggio Calabria, sei riuscito anche tu a riassaporarla?
«Nei playoff abbiamo respirato questa grande passione, vedere i parterre bassi sempre pieni è stato davvero bello. Immagino come fosse questo palasport quand'era pieno come vedo nelle immagini di repertorio. La gente ha partecipato con grande trasporto, ha dimostrato di profondere un tifo caldo e passionale, ma soprattutto competente. Non è facile trovare il tifoso che non applaude solo al canestro, c'è una cultura di basket. Non dimentichiamoci che eravamo in B2, per cui abbiamo assistito ad un risultato straordinario, spero che quest'anno abbiamo dato accensione alla miccia e il prossimo anno possa continuare a bruciare per diventare qualcosa di più grande».

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Viola, Zampogna vuole restare
«Per me è stata una stagione super ma è mancata la ciliegina sulla torta»


Valerio Chiné
REGGIO CALABRIA
Stefano Zampogna è tra i pochi che non ha necessità di fare le valigie. Lui, palmese doc, neroarancio sin da quando muoveva i primi passi importanti dentro un court di basket, è già a casa. Per il play ritornato nella sua alma mater, dopo tanti anni in giro per l'Italia, s'è appena conclusa una stagione straordinaria. «numeri importanti, per il regista di una delle due dominatrici del girone, ma soprattutto tanta energia ed iniziative che spesso hanno dato il via ai break decisivi.
«Di questa stagione serberò sempre tanti e bei ricordi – ci ha detto Stefano - . La società ha compiuto un lavoro eccezionale, ha creato una squadra super, non solo come assortimento tecnico ma perché è diventata un ottimo gruppo. La scelta intelligente è stata aver tenuto me, Sebi (Grasso) e Domenico (De Marco) che siamo reggini e quindi abbiamo dato anche agli altri l'idea di cosa significhi tenere alla maglia che s'indossa, perché è la tua. È stato un mix importante, perché le nostre motivazioni hanno reso meglio e trasmesso agli altri e al pubblico questa voglia di vincere».
Un anno straordinario, magari da replicare, anche se sarà dura?
«Sono contento di quest'anno, mi resta l'entusiasmo favoloso, soprattutto alla fine, ma tutto l'anno mi sono sentito soddisfatto di giocare qui, anche voi giornalisti – tutti e nessuno escluso - avete fatto un buon lavoro, avete dato gran risalto mediatico alla stagione che si stava costruendo. Sarebbe bello replicare, fare meglio. Non credo sia difficile»
Il tuo futuro?
«Non so, non abbiamo parlato con la società. Io qui sto benissimo, la mia famiglia è a casa, bisogna vedere i programmi della società e chi sarà l'allenatore, in base al programma saranno loro a scegliere, da parte mia sapete quale sarebbe la risposta in caso di richiamata. Mi piacerebbe rimanere, ma non dipende da me»
Un bilancio positivo, ti confermi tra i registi più forti della cadetteria.
«Aldilà delle cifre, è vero che assist, recuperi o tiri sono importanti, ma solo quando questi sono al servizio della squadra. Per me nel complesso è stato un anno super, è mancata ciliegina sulla torta, ma personalmente e cestisticamente mi son trovato benissimo».
Il rapporto con Fantozzi: immagino che per nessun play sarebbe facile avere come coach uno dei migliori play italiani degli ultimi trent'anni?
«Ho imparato tantissime cose, è andata bene, si vede che è stato grandissimo giocatore, mi ha dato tante dritte sui movimenti e le posizioni, gli spazi da occupare, come leggere una partita. Non è stato facile perché alcune volte sembrava che lui volesse farmi giocare come avrebbe fatto lui da giocatore, ma credo che questa sia una cosa normale. Alla fine i risultati si sono visti, credo che sia stato un anno che mi ha anche migliorato, aggiungendo nel mio bagagli d'esperienza qualcosa d'importante. È chiaro che la vorrei spendere ancora al servizio della Viola, ma l'ho già detto, non dipende solo da me...».
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