Inghilterra: riecco gli hooligans

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Alcol, droga e disagio: l'Inghilterra riscopre la paura degli hooligans
Due spaventose risse, a Wembley e Newcastle, hanno macchiato il weekend calcistico inglese. "Un passo verso il cupo passato", titolano i giornali. Stupefacenti in tribuna, tifosi ubriachi: la violenza torna protagonista in un periodo di crisi

LONDRA - "Il ritorno dei violenti", titola un tabloid. "Un passo verso il cupo passato", titola un altro. Due spaventose risse in due giorni, sugli spalti e fuori dagli stadi, resuscitano in Inghilterra lo spettro degli hooligans: gli ultrà del pallone, che erano diventati il simbolo e la malattia del calcio inglese negli anni '70-'80, provocando tragedie e mettendo in crisi lo sport nazionale. Gli incidenti sono avvenuti dapprima sabato nella semifinale della Coppa d'Inghilterra a Wembley tra il Millwall e il Wigan, quindi domenica a Newcastle dove la squadra di casa ospitava il Sunderland ora allenato da Paolo Di Canio. In entrambi i casi ci sono stati scontri sulle gradinate e in città, decine di arresti, feriti, cariche della polizia a piedi e a cavallo, un pandemonio come non si vedeva da molto tempo in questo paese. Con l'aggravante, per quanto riguarda la partita a Wembley, di tifosi che sniffavano cocaina e fumavano spinelli apertamente, davanti ai bambini, e che sono stati poi fermati dalle forze dell'ordine anche per possesso di sostanze illecite.

Proprio l'uso di stupefacenti, insieme all'evidente stato di ubriachezza, sembra essere stato la miccia che ha scatenato a disordini nella semifinale di Coppa d'Inghilterra, tanto è vero che all'inizio i fans del Millwall, una "Cenerentola" delle serie minori approdata al palcoscenico del più glorioso stadio inglese dopo avere eliminato a sorpresa vari club di Premier League, hanno cominciato a fare a botte tra di loro, tanta era la voglia di menare le mani. Poi però, durante e dopo il match, se la sono presa anche con i sostenitori del Wigan, che vincendo l'incontro ha messo fine al loro sogno di andare in finale (a cui si è qualificato anche il Manchester City, battendo ieri nell'altra semifinale il Chelsea). E le violenze sono proseguite fuori dallo stadio. Alla fine la polizia ha arrestato 14 persone, tra cui 12 tifosi del Millwall e 2 del Wigan: quattro agenti sono stati ricoverati in ospedale per lievi ferite. Tra i fattori citati come causa degli incidenti c'è anche l'orario di inizio della partita, una questione reminiscente degli incidenti che turbano il football pure in Italia: il match è infatti cominciato alle 5:15 del pomeriggio, dando troppo tempo ai tifosi di bere (prevalentemente birra, com'è tradizione), cosicché al fischio d'inizio erano alterati dall'alcol, per non parlare della cocaina. Le esigenze televisive avevano consigliato di fare iniziare la partita un po' più tardi.

Violenze ancora più gravi sono scoppiate domenica in occasione di Newcastle-Sunderland, vinta contro pronostico, per 3-0, dagli ospiti, che lottano per la salvezza e hanno trovato in Di Canio un allenatore a quanto pare capace di ricaricare le batterie della squadra, a dispetto delle polemiche sui suoi saluti fascisti e tatuaggi inneggianti al Duce al tempo in cui giocava nella Lazio. Proprio Di Canio, al termine del match, ha fatto grandi gesti verso i tifosi del Sunderland, ringraziandoli per l'appoggio incessante ai suoi giocatori. Ma quando i fans sono usciti dallo stadio hanno trovato ad aspettarli gruppi di tifosi del Newcastle, molti dei quali non erano neanche entrati nell'arena, limitandosi a guardare il match nei pub vicini. La polizia è prontamente intervenuta per difendere i tifosi della squadra ospite, ma gli ultrà del Newcastle a questo punto hanno rivolto la loro rabbia contro gli agenti, attaccandoli con bastoni, biglie di ferro, sassi e bottiglie. Le forze dell'ordine hanno risposto con una carica della polizia a cavallo, ma neanche questa è bastata a riportare immediatamente la calma: un hooligan ha lasciato di stucco tutti prendendo a pugni sul muso un cavallo e facendolo imbizzarrire per il dolore. Anche lì ci sono stati numerosi arresti e feriti.

Una brutta giornata per il calcio inglese, che provocherà certamente provvedimenti disciplinari nei confronti delle società coinvolte e giudiziari verso i tifosi arrestati. Il cui numero è destinato a crescere, sulla base delle identificazioni che saranno fatte grazie alle telecamere a circuito chiuso. L'Inghilterra aveva sconfitto l'hooliganismo con un sistema a base di stadi dai prezzi più alti e dalle poltroncine più comode in ogni settore, cambiando il profilo sociale dei tifosi, e con severissime punizioni per i trasgressori, che possono ricevere un bando a vita a recarsi allo stadio. Ma il germe della violenza evidentemente non è del tutto estirpato e forse non è un caso che salti fuori di nuovo in tempi di crisi economica come questi, in cui il disagio sociale è più alto e più diffuso.

Enrico Franceschini - repubblica.it
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In vacanza a Londra,andai a vedere il Millwall qualche anno fa al New Den, nella gradinata sud dietro la porta, quella dei tifosi più accesi. A giudicare dal pre e dal post partita sembrava proprio che della "tifoseria più violenta d'Inghilterra", quella che negli anni '70 e '80 aveva seminato il panico in qualunque stadio si recasse,non fosse rimasto davvero nulla se non qualche faccino poco raccomandabile che avevo adocchiato un paio di file sotto alla mia.
In realtà mi sbagliai, perchè qualche mese dopo ci fu un derby in coppa di Lega con l'odiato West Ham e successe di tutto. Peccato. Speriamo siano solo episodi isolati, ma ne dubito perchè i media, inglesi e non solo, stanno dando grande risalto al ritorno della violenza in Inghilterra, e questi teppisti non aspettano altro.
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