MILAN 500 MILIONI DALLA RUSSIA (ANCHE IL QUATAR SUL MILAN)

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ERIK LARSSON ©
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Come ribadito già da almeno due anni oggi arriva la notizia da Sportmediaset.

Milan ai russi, Milan agli arabi. Sono voci che si diffondono da qualche mese, ma il 2013 potrebbe essere l'anno decisivo per una clamorosa vendita, anche se parziale, delle azioni in mano al presidente Berlusconi. La cessione di Thiago Silva ed Ibrahimovic al Psg di proprietà di Hamad bin Khalifa Al Thani, il ricco emiro del Qatar, 2 miliardi di dollari il suo patrimonio, che è entrato anche nel calcio francese con la sua Al Jazeera, oggi con BeIN Sport l'unica emittente che trasmette il calcio in Francia, aveva contribuito ad alimentare voci su ampi scenari futuri anche non calcistici su una piu stretta collaborazione tra Silvio Berlusconi e lo sceicco.

L'invito in Russia di Putin in occasione del suo compleanno, festeggiato nel week end scorso, potrebbe aver permesso un incontro tra un oligarca russo nel campo delle miniere e proprietario delle azioni dell'Amkar Perm, squadra di Prima Divisione russa, e Silvio Berlusconi. Indiscrezioni parlano di una offerta di 500 milioni di euro da parte del magnate russo. Difficile ipotizzare il nome, forse Oleg Deripaska, proprietario della Russiski alumini, il capitale del quale viene calcolato dalla rivista Forbes in 16,8 miliardi di euro, il nono uomo piu ricco del mondo.

Il 2013 potrebbe vedere anche una rivoluzione anche sul piano calcistico con l'arrivo di Pep Guardiola come direttore tecnico. Come già detto, l'ex allenatore del Barcellona non vuole esaminare proposte fino a gennaio, ma rimane lui il grande obiettivo di Berlusconi che, con l'immissione di denaro fresco, potrebbe accontentare in toto l'ambizioso progetto di Guardiola. Quindi i plenipotenziari rossoneri hanno tempo di concentrarsi e di stare vicino a Massimiliano Allegri, che in questo momento è l'allenatore del Milan e lo sarà anche nei prossimi mesi, salvo un filotto di risultati negativi che viste anche le ultime prestazioni i dirigenti del Milan tendono ad escludere.

Quindi niente ultima spiaggia fuori stagione e avanti con Allegri. Solo con un sorriso sono state accolte intanto le dichiarazioni di Ibrahimovic, che dal ritiro della Svezia ha espresso il suo amore per il Milan. "Tornerei subito, se vogliono sanno dove sono". Non è nuovo lo svedese a questo tipo di clamorose confessioni, ma nessuno si illuda: Ibrahimovic appartiene al passato, anche se il campionato francese emoziona Ibra come un bacio ad una sorella.

http://www.sportmediaset.mediaset.it/ca ... dere.shtml
Ultima modifica di ERIK LARSSON © il 12/10/2012, 14:16, modificato 2 volte in totale.
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pellarorc
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Ma...non si capisce tanto.

Pier SIlvio dice che vuole vendere, poi Barbara dice di no perchè sostituirà il padre.
Qualche mese fà spunta Ferrero che vuole entrare ne circus del calcio.
Ora gli oligarchi...
boh...
finchè non vedo non credo.


Ibra forse si è reso conto che il campionato francese è quello che è...
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http://www.corrieredellosport.it/calcio ... ioni+russi


MILANO - Inizio 2013. E' questo l'orizzonte temporale che dovrebbe portare all'ingresso di capitali stranieri nel Milan. A progettarlo è lo stesso Silvio Berlusconi, che, dopo aver avvicinato il pareggio di bilancio grazie alle cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva, adesso vorrebbe rilanciare il club per riportarlo sui livelli del passato più o meno recente. Il problema è che per farlo non può più ricorrere a risorse interne, ma deve per forza guardare all'esterno. «Investitori stranieri? Le porte sono aperte», aveva ammesso il patron rossonero la scorsa estate. E il risultato è che nell'ultimo periodo diversi canali si sono aperti e i contatti si sono moltiplicati. Uno dei fronti è quello arabo - con il coinvolgimento di Hamad bin Khalifa Al Thani, l'emiro del Qatar già proprietario del Paris Saint Germain -, ma la più stretta attualità sembra coinvolgere quello russo. Lo scorso week-end, infatti, il Cavaliere è volato a Mosca per celebrare il compleanno del suo amico Putin. Qualcuno si è stupito della scelta di mancare proprio nel derby, ma il viaggio si sarebbe rivelato molto utile, visto che Berlusconi avrebbe avuto l'opportunità di incontrare Oleg Deripaska, amico del presidente russo, tra gli uomini più ricchi del mondo e del quale si riferisce a parte.

SMENTITA DOVUTA - Ebbene, sembra che l'incrocio abbia già portato a sviluppi importanti. Deripaska avrebbe manifestato il suo interesse ad entrare nell'azionariato rossonero e con il Cavaliere avrebbe già cominciato a parlare di numeri e cifre. Sul tavolo ci sarebbero il 30% delle quote e addirittura 500 milioni di euro. Per il momento però si tratta soltanto di voci e indiscrezioni, sui cui non esistono conferme. Anzi, sono le smentite a fioccare, come quelle di Galliani a Sky: «Cessione di quote? Non c'è nulla di vero». Ma sono reazioni del tutto logiche, anche perché qualsiasi minima ammissione rischierebbe di avere ripercussioni a livello più alto del Milan, nel senso che finirebbe per essere influenzata anche la Fininvest, ovvero la holding di cui il club rossonero fa parte e che è quotata in Borsa.
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Milan d'Arabia: 250 milioni per il 30%

Club, stadio e tv: dagli sceicchi pronti 250 milioni di euro.
Milan, si fa avanti il Qatar.
Possibile una cessione del 30% della società rossonera al Fondo Sovrano della famiglia Al Thani, la stessa che controlla il Psg.

Un piano per tornare al top, in tempi brevi. Un Milan d'Arabia per convogliare capitale fresco nelle casse rossonere e avere un budget di spesa degno di un club che secondo la rivista Forbes vale oltre 764 milioni di euro. Berlusconi valuta la sua creatura un po' di più (circa 800 milioni), ma non intende cederla completamente. Esiste invece un progetto di cessione di una quota di minoranza, intorno al 30 per cento, e i contatti con il Fondo Sovrano del Qatar sono ormai costanti. L'obiettivo è di avere denari freschi per 250 milioni di euro. Ma allo studio ci sono più varianti.

Rilancio - All'inizio possono esserci in comune progetti immobiliari. È la formula scelta dall'Inter per far entrare un gruppo cinese in società: il Milan potrebbe fare lo stesso con il fondo arabo e lanciare così anche il progetto stadio nuovo che tanto sta a cuore a Barbara Berlusconi. Stadio nuovo o San Siro rimesso a nuovo. Ma questo sarebbe soltanto l'inizio, perché al gruppo qatariota interessa entrare non soltanto nel calcio italiano (possiede già il Psg), ma anche nel mercato televisivo. Grandi movimenti finanziari si sviluppano intorno al Milan. Il sentiero è tracciato: visti i bilanci della galassia Fininvest, difficilmente il Milan potrà permettersi di tornare alle spese di un tempo, a meno di ricorrere al patrimonio personale dei membri della famiglia Berlusconi. Cercare di coinvolgere investitori stranieri in grandi progetti, mantenendo di fatto il controllo del club, è considerata la scelta migliore. Certo, investire in un settore in perdita come il calcio italiano (peraltro con una quota di minoranza), non è nello stile dei magnati del Qatar. Ma quel che interessa è un'espansione nel settore della comunicazione. Investire nel Milan significa interagire con Mediaset. Non a caso di recente s'è parlato di una collaborazione tra la tv di Cologno Monzese e Al-Jazeera, il colosso televisivo della famiglia Al Thani, autentico ponte mediatico tra il mondo arabo e l'Occidente.

Pazienza - Serve discrezione per operazioni tanto delicate. Così si sa e si saprà sempre poco delle trattative in corso, e Galliani ieri si è limitato a una dichiarazione quasi noncurante: «Non c'è niente di vero, ma non si può stare a smentire tutto». Si riferiva all'affare arabo, ma anche alle indiscrezioni su un'offerta arrivata dalla Russia. La trasferta di piacere di Silvio Berlusconi a casa Putin infatti ha riacceso le voci sull'interessamento di Gazprom e altri investitori russi. Però al momento sono arabi i candidati più vicini a un ingresso in società.

Decisioni - Il piano arabo potrebbe portare circa 250 milioni nelle casse del Milan, nelle quali lo scorso anno la famiglia Berlusconi ha depositato altri 80 milioni per ripianare i conti. Le cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic hanno fatto il resto, con il conseguente pareggio di bilancio. Ma questa politica non va necessariamente d'accordo con grandi risultati sportivi. Altre volte il Milan ha imboccato e poi abbandonato la via dell'austerity. Nel 2001, quando già i conti delle sue società consigliavano moderazione, arrivò il sussulto di Silvio Berlusconi, che a sorpresa acquistò Rui Costa per 35 milioni di euro, l'affare più costoso della sua storia. E un paio d'anni fa, in momenti di proclamata necessità di risparmio spuntarono dal cilindro Ibra e Robinho. Adesso l'austerità sembra totale, ma Berlusconi non si rassegna a un ruolo di secondo piano nel calcio. L'antidoto è proprio la caccia ai capitali stranieri.


http://www.calciomercato.com/rassegna-s ... -30-942901

(Il sottolineato non è a caso)
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