Simionato

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citrosodina
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Simionato, il riscatto dopo la caduta
''Insegno nel nome di Luther King''
L'ex velocista italiano, moschettiere della mitica staffetta azzurra argento ai mondiali di Helsinki '87, ha attraversato un momento durissimo (''mi chiusero la porta in faccia, non avevo i soldi per arrivare a fine mese'') prima di trovare nel calcio la chiave del riscatto. Oggi collabora alla preparazione dei giocatori della Sampdoria: ''Si vince solo se si è uniti''
di MASSIMO CALANDRI

ROMA - Ha corso con Carl Lewis, Pietro Mennea, Calvin Smith. Adesso basta. Adesso tocca agli altri, correre. Nel nome di Martin Luther King. E lui a bordo campo con il cronometro e il fischietto, a dettare tempi e recuperi per uno sprint lungo fino alla serie A. Carlo Simionato, 51 anni, velocista italiano specialista nei cento e duecento metri, moschettiere di quella mitica staffetta (Tilli-Simionato-Pavoni-Mennea) che nell'87 vinse l'argento ai Mondiali di Helsinki stabilendo un primato che ha retto per quasi trent'anni, non ha più voglia di mulinare le gambe. "Non faccio attività fisica di nessun tipo. Anche un somaro, dopo avere preso tante botte, non corre più", confessa, nascondendo un po' di amarezza. A scattare ora sono Angelo Palombo e gli altri giocatori della Sampdoria, perché Simionato da quest'estate collabora nella preparazione fisica del club blucerchiato. E ha tutta l'intenzione di vincere la sua nuova, personalissima gara.

Ne ha già vinta una, di gara e di battaglia, la più dura: quella con la vita e con la sua antica passione - l'atletica leggera - che lo aveva prima ricattato e poi tradito. "Nel 1984, dopo aver conquistato la semifinale olimpica, mi venne proposto di seguire una certa prassi nella preparazione. Mi spiego? Non assoggettandomi al doping, fui obbligato ad allenarmi cinque-sei ore al giorno per ottenere gli stessi risultati". Era il principio della sua fine sportiva. Primo Nebiolo, il presidente della Iaaf, lo definì il brigatista dell'atletica. E siccome le cose possono solo peggiorare, l'anno dopo si ruppe un tendine. "Continuai a gareggiare, senza risultati. Mi aiutò solo la mia società, la Pro Patria Milano. Fui operato, passai tre mesi su una sedia a rotelle e un altro mese cercando di tornare a deambulare. E tutti mi abbandonarono. A 25 anni, con una moglie e un figlio da mantenere, non avevo più niente. La riabilitazione la affrontai da solo, a letto, con elastici e corde". Il ritorno fallimentare, niente Olimpiade di Seul. "Gli anni più brutti della mia vita. Non avevo i soldi per arrivare a fine mese. Alla Federazione chiesi persino un posto da autista. Mi chiusero la porta in faccia".

Depressione, l'ombra nera del suicidio. Lo ha salvato il calcio. "Cominciai a lavorare nel settore giovanile del Ravenna e come collaboratore del tecnico di allora, Sergio Santarini. Atzori era un mio giocatore". La stagione passata alla Reggina con Gianluca Atzori, che lo ha voluto con sé in questa avventura blucerchiata nella serie cadetta. "Con Atzori e lo staff mi trovo bene. Credo nel rispetto reciproco e nella forza del gruppo. Nel calcio, come nella vita, si può ottenere qualche risultato se si è uniti. Da soli non si arriva da nessuna parte". Racconta che per lavorare meglio, ai giocatori ripete le parole di Martin Luther King: "Se non puoi essere il sole, sii una stella. Se non puoi essere il mare, sii un ruscello. Ma nella vita cerca di essere sempre il meglio di quello che sei". :thumleft
(18 ottobre 2011)
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grilloparlanterc
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due cose
1) i risultati si vedono (anche ora alla samp) suoi e di aztori (non hanno combinato mai una promozione in due semmai qualche esonero)
2) leggo poi
"Nel 1984, dopo aver conquistato la semifinale olimpica, mi venne proposto di seguire una certa prassi nella preparazione. Mi spiego? Non assoggettandomi al doping, fui obbligato ad allenarmi cinque-sei ore al giorno per ottenere gli stessi risultati"

se ho capito bene signor simionato perchè non ha denunciato il tentativo di farle fare il doping?
va be avrebbe avuto poi difficoltà nel mondo dell'atletica ma dato che questa intervista sembra resa da un santo

forse ho capito male io o sapeva di tentativi di fare fare il doping e non ha denunciato? (e lo viene pure a raccontare ai giornali)
GRAZIE V.E. SECONDO .GRAZIE PER AVERCI LIBERATO DAI CRIMINALI BORBONI ASSIEME AI BRIGANTI LORO ALLEATI.GRAZIE PER AVERCI RIDATO LA LIBERTA' ED AVERCI FATTO RIENTRARE TRA I POPOLI "EUROPEI".NO ALLE TRE DITTATURE BORBONICA-NAZISTA -FASCISTA!
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