PAOLO FICARA............SPLENDIDO!!!!!
Inviato: 01/05/2015, 12:43
Carissimo Paolo,
in questi ultimi periodi ho molte volte scritto "contro" di te,ma non x questioni personali,ti conosco poco e x un altro spazio social,e non mi permetterei mai di giudicare una persona da dietro un pc,ma perché alcuni modi e tempi di alcuni articolo non mi trovavano d accordo.
Ecco,quello che hai scritto,penso con il CUORE IN MANO,è qualche cosa che condivido punto x punto,con un pizzico di commozione.
COMPLIMENTI!!!!!
Generale, la guerra è (quasi) finita. Nel momento in cui scriviamo, Nick Scali non ha ancora firmato alcunché e viene dato in pausa di riflessione, forse in attesa dei prossimi risultati sul campo. Mentre un po' tutti noi (giornalisti, tifosi) ci affanniamo a capire se firmerà, se non firmerà, se ci sarà un ritorno di fiamma di Vince Foti (attualmente distante), il momento in cui avverrà la fumata o bianca o nera, ed i nomi dei componenti di questa presunta cordata esagonale o eptagonale, un pensiero dolceamaro ci assale: Reggina-Catanzaro potrebbe essere l'ultima partita interna di Lillo Foti da presidente.
Già nel momento in cui sono venuti fuori i primi elementi significativi della missione australiana, è stato difficile trattenere i ricordi e le emozioni legati all'uomo emblema di un'epoca. 29 anni, di cui 24 da leader incontrastato, sono tanti. Il peso specifico aumenta, nella centenaria storia della Reggina, se sono condensati da 9 stagioni nella massima serie più due campionati di B vinti.
Se la nostra generazione potrà raccontare ai propri figli, nipoti o pronipoti i tanti aneddoti della Reggina in Serie A, il merito è soprattutto di Lillo Foti.
Quel sogno accarezzato nel 1989, e diventato realtà 10 anni dopo, ha rappresentato l'apoteosi sociale e sportiva di una città intera. Un successo di portata indescrivibile, capace di decuplicare l'interesse attorno alla squadra e di aggregare migliaia di tifosi sparsi per l'Italia e non solo. Recarsi in massa alle trasferte è presto diventato motivo di vanto. Chi ha conservato il biglietto di Roma-Reggina 0-2 del marzo '99, è come se detenesse una medaglia.
Foti ha avuto l'abilità e la fortuna di catapultarsi in Serie A nel periodo d'oro. I calciatori più forti del mondo (Zidane, Ronaldo, Shevchenko) erano tutti nel Bel Paese, la presenza delle cosiddette "sette sorelle" rendeva affascinante la lotta per lo scudetto. E dalla pay tv arrivavano soldi a palate.
L'acquisto del giapponese Nakamura, avvenuto nell'estate del 2002 per "festeggiare" il ritorno in Serie A, rappresenta una genialata. La Reggina non è stata la prima a portare un calciatore dagli occhi a mandorla in Italia, ma ha sicuramente ingaggiato il più popolare del Sol Levante. Le difficoltà dei vari allenatori nel trovargli l'esatta collocazione in campo, non hanno consentito che esprimesse tutto il proprio valore. Ma a livello di immagine, Foti ha fatto pienamente centro: il marchio Reggina ha conosciuto un'impennata inimmaginabile, per una squadra con un bacino d'utenza ed una bacheca trofei certamente più limitata rispetto a tante altre contendenti del più importante campionato italiano.
In quegli anni, alla Reggina è mancata solo la tranquillità interna (vedi la quantità di esoneri tra il 2002 ed il 2004) per raggiungere, o almeno avvicinarsi, al traguardo della qualificazione alle coppe europee. Uno spogliatoio spesso in ebollizione, portava organici di valore a giocarsi la salvezza o allo spareggio, o comunque fino all'ultima giornata. Il triennio con uno dei migliori allenatori nella storia del club, pur essendo stato in diminuendo nei risultati (cominciato con un 10° posto, concluso con una salvezza all'ultimo turno), ha rappresentato l'ultimo crescendo di emozioni.
Le grandi sono state battute sul campo, e quasi mai nelle ultime giornate. Ma le perle di Walter Mazzarri non sono le vittorie contro Juventus o Roma: il tecnico di San Vincenzo si è incarnato sempre più nella pelle del reggino, arrivando a mischiare il proprio DNA col nostro, per tirare fuori il meglio di sé stesso dal 30 aprile 2006 in poi. Se quel 3-0 valso contemporaneamente una salvezza per noi, ed una retrocessione sul campo per il povero Messina, rappresenterà per sempre una ricorrenza a Reggio Calabria, il campionato successivo è un condensato di valori che vanno oltre lo sport.
Lo zampino di Lillo Foti sta nell'aver messo in discussione Mazzarri, resistendo però all'esonero nel 2004. Nella stagione 2006-07, il presidente si è ritrovato un gruppo di uomini capaci di mettere a frutto la sua tenacia nel voler salvare la Reggina sia sotto il profilo sportivo, che economico. Ad Empoli, penultima giornata, servirono la diplomazia di Bigon, l'impeto del mister, la classe di Amoruso ed i ceffoni di Lucarelli e dell'intera squadra, per impedire lo scivolone che avrebbe vanificato la corsa contro quel maledetto -11, alla fine sbattuto in faccia a tutti.
Quel che è avvenuto dopo quella meravigliosa annata, rappresenta una lenta agonia. Non ci rimangiamo nessuna delle critiche mosse al massimo dirigente, negli ultimi anni. Aver conosciuto ed apprezzato un Lillo Foti vincente, ci ha forse reso insopportabile la sua immagine da perdente. Ma il suo nome e quello del club, saranno sempre legati a doppio filo: dici Juventus e pensi ad Agnelli, dici Ascoli o Pisa e pensi a Rozzi o Anconetani, dici Reggina e non puoi non pensare a questo omone col sigaro ed ai suoi discorsi su simpatia ed importanza; a quella conferenza stampa nella vecchia sede in via Gulli, quando esclamò "abbiamo parlato tanto di A, dopo la lettera A viene la lettera B" per introdurre l'argomento della trattativa con Roberto Baggio, nell'estate del 2000; o a quella volta che invitò sardonicamente Attilio Tesser, allenatore del rivale Novara, a sorridere in diretta tv.
Difficilmente lo rivedremo presidente, nella prossima stagione. Ben venga un accordo per la cessione della maggioranza societaria, nella speranza che l'acquirente si concentri sul calcio e poi un giorno, dopo aver ottenuto risultati, si metta a parlare di stadio senza insistere su roba come alberghi e parcheggi che servono solo per lucrare. Se, il 6 maggio, il giudice Campagna non dovesse giudicare sufficienti i preaccordi per il subentro di Nick Scali in società, gli scenari potrebbero essere diversi.
Ripetiamo, Reggina-Catanzaro potrebbe essere l'ultima partita al 'Granillo' con Lillo Foti presidente, salvo miracolo della qualificazione ai playout. Proprio davanti a quel Catanzaro, primo club calabrese ad aver assaggiato la massima serie, è giusto trattarlo per come merita: grazie a lui abbiamo superato il numero di campionati in A dei cugini giallorossi. Adesso stiamo vivendo di ricordi, esattamente come loro, ma l'aver battuto quel "record calcistico regionale" è uno dei tanti vessilli da poter sventolare sul campanile.
Ci ha regalato troppe gioie, forse, nonostante tutto, superiori alle recenti grosse amarezze, per salutarlo con striscioni o cori denigratori. Per una volta, la Reggina torni ad essere elemento di unione: se vi scorre nella mente almeno uno della miriade di ricordi positivi nell'epopea Foti, si meriterà un applauso possibilmente in piedi. Prima di riservare accoglienze a chi ancora non si è presentato, c'è da salutare degnamente chi, volente o nolente, abbandonerà. O magari si defilerà, mettendosi dietro le quinte.
"Generale, la guerra è finita. Il nemico è scappato, è vinto, è battuto, dietro la collina non c'è più nessuno". Caro Presidente Lillo Foti, Lei è stato il nostro generale. Invincibile, per molti tratti. Diversi i nemici sconfitti sul campo, peccato per i nemici immaginari che si è voluto creare all'interno della Sua città. Siamo convinti che farà di tutto per arrivare ai playout, una bella salvezza ancora contro il Messina sarebbe la degna conclusione della Sua era, a prescindere dalla categoria. In ogni caso, onore a Lei. E nessuno si dimentichi di dirLe grazie.
in questi ultimi periodi ho molte volte scritto "contro" di te,ma non x questioni personali,ti conosco poco e x un altro spazio social,e non mi permetterei mai di giudicare una persona da dietro un pc,ma perché alcuni modi e tempi di alcuni articolo non mi trovavano d accordo.
Ecco,quello che hai scritto,penso con il CUORE IN MANO,è qualche cosa che condivido punto x punto,con un pizzico di commozione.
COMPLIMENTI!!!!!
Generale, la guerra è (quasi) finita. Nel momento in cui scriviamo, Nick Scali non ha ancora firmato alcunché e viene dato in pausa di riflessione, forse in attesa dei prossimi risultati sul campo. Mentre un po' tutti noi (giornalisti, tifosi) ci affanniamo a capire se firmerà, se non firmerà, se ci sarà un ritorno di fiamma di Vince Foti (attualmente distante), il momento in cui avverrà la fumata o bianca o nera, ed i nomi dei componenti di questa presunta cordata esagonale o eptagonale, un pensiero dolceamaro ci assale: Reggina-Catanzaro potrebbe essere l'ultima partita interna di Lillo Foti da presidente.
Già nel momento in cui sono venuti fuori i primi elementi significativi della missione australiana, è stato difficile trattenere i ricordi e le emozioni legati all'uomo emblema di un'epoca. 29 anni, di cui 24 da leader incontrastato, sono tanti. Il peso specifico aumenta, nella centenaria storia della Reggina, se sono condensati da 9 stagioni nella massima serie più due campionati di B vinti.
Se la nostra generazione potrà raccontare ai propri figli, nipoti o pronipoti i tanti aneddoti della Reggina in Serie A, il merito è soprattutto di Lillo Foti.
Quel sogno accarezzato nel 1989, e diventato realtà 10 anni dopo, ha rappresentato l'apoteosi sociale e sportiva di una città intera. Un successo di portata indescrivibile, capace di decuplicare l'interesse attorno alla squadra e di aggregare migliaia di tifosi sparsi per l'Italia e non solo. Recarsi in massa alle trasferte è presto diventato motivo di vanto. Chi ha conservato il biglietto di Roma-Reggina 0-2 del marzo '99, è come se detenesse una medaglia.
Foti ha avuto l'abilità e la fortuna di catapultarsi in Serie A nel periodo d'oro. I calciatori più forti del mondo (Zidane, Ronaldo, Shevchenko) erano tutti nel Bel Paese, la presenza delle cosiddette "sette sorelle" rendeva affascinante la lotta per lo scudetto. E dalla pay tv arrivavano soldi a palate.
L'acquisto del giapponese Nakamura, avvenuto nell'estate del 2002 per "festeggiare" il ritorno in Serie A, rappresenta una genialata. La Reggina non è stata la prima a portare un calciatore dagli occhi a mandorla in Italia, ma ha sicuramente ingaggiato il più popolare del Sol Levante. Le difficoltà dei vari allenatori nel trovargli l'esatta collocazione in campo, non hanno consentito che esprimesse tutto il proprio valore. Ma a livello di immagine, Foti ha fatto pienamente centro: il marchio Reggina ha conosciuto un'impennata inimmaginabile, per una squadra con un bacino d'utenza ed una bacheca trofei certamente più limitata rispetto a tante altre contendenti del più importante campionato italiano.
In quegli anni, alla Reggina è mancata solo la tranquillità interna (vedi la quantità di esoneri tra il 2002 ed il 2004) per raggiungere, o almeno avvicinarsi, al traguardo della qualificazione alle coppe europee. Uno spogliatoio spesso in ebollizione, portava organici di valore a giocarsi la salvezza o allo spareggio, o comunque fino all'ultima giornata. Il triennio con uno dei migliori allenatori nella storia del club, pur essendo stato in diminuendo nei risultati (cominciato con un 10° posto, concluso con una salvezza all'ultimo turno), ha rappresentato l'ultimo crescendo di emozioni.
Le grandi sono state battute sul campo, e quasi mai nelle ultime giornate. Ma le perle di Walter Mazzarri non sono le vittorie contro Juventus o Roma: il tecnico di San Vincenzo si è incarnato sempre più nella pelle del reggino, arrivando a mischiare il proprio DNA col nostro, per tirare fuori il meglio di sé stesso dal 30 aprile 2006 in poi. Se quel 3-0 valso contemporaneamente una salvezza per noi, ed una retrocessione sul campo per il povero Messina, rappresenterà per sempre una ricorrenza a Reggio Calabria, il campionato successivo è un condensato di valori che vanno oltre lo sport.
Lo zampino di Lillo Foti sta nell'aver messo in discussione Mazzarri, resistendo però all'esonero nel 2004. Nella stagione 2006-07, il presidente si è ritrovato un gruppo di uomini capaci di mettere a frutto la sua tenacia nel voler salvare la Reggina sia sotto il profilo sportivo, che economico. Ad Empoli, penultima giornata, servirono la diplomazia di Bigon, l'impeto del mister, la classe di Amoruso ed i ceffoni di Lucarelli e dell'intera squadra, per impedire lo scivolone che avrebbe vanificato la corsa contro quel maledetto -11, alla fine sbattuto in faccia a tutti.
Quel che è avvenuto dopo quella meravigliosa annata, rappresenta una lenta agonia. Non ci rimangiamo nessuna delle critiche mosse al massimo dirigente, negli ultimi anni. Aver conosciuto ed apprezzato un Lillo Foti vincente, ci ha forse reso insopportabile la sua immagine da perdente. Ma il suo nome e quello del club, saranno sempre legati a doppio filo: dici Juventus e pensi ad Agnelli, dici Ascoli o Pisa e pensi a Rozzi o Anconetani, dici Reggina e non puoi non pensare a questo omone col sigaro ed ai suoi discorsi su simpatia ed importanza; a quella conferenza stampa nella vecchia sede in via Gulli, quando esclamò "abbiamo parlato tanto di A, dopo la lettera A viene la lettera B" per introdurre l'argomento della trattativa con Roberto Baggio, nell'estate del 2000; o a quella volta che invitò sardonicamente Attilio Tesser, allenatore del rivale Novara, a sorridere in diretta tv.
Difficilmente lo rivedremo presidente, nella prossima stagione. Ben venga un accordo per la cessione della maggioranza societaria, nella speranza che l'acquirente si concentri sul calcio e poi un giorno, dopo aver ottenuto risultati, si metta a parlare di stadio senza insistere su roba come alberghi e parcheggi che servono solo per lucrare. Se, il 6 maggio, il giudice Campagna non dovesse giudicare sufficienti i preaccordi per il subentro di Nick Scali in società, gli scenari potrebbero essere diversi.
Ripetiamo, Reggina-Catanzaro potrebbe essere l'ultima partita al 'Granillo' con Lillo Foti presidente, salvo miracolo della qualificazione ai playout. Proprio davanti a quel Catanzaro, primo club calabrese ad aver assaggiato la massima serie, è giusto trattarlo per come merita: grazie a lui abbiamo superato il numero di campionati in A dei cugini giallorossi. Adesso stiamo vivendo di ricordi, esattamente come loro, ma l'aver battuto quel "record calcistico regionale" è uno dei tanti vessilli da poter sventolare sul campanile.
Ci ha regalato troppe gioie, forse, nonostante tutto, superiori alle recenti grosse amarezze, per salutarlo con striscioni o cori denigratori. Per una volta, la Reggina torni ad essere elemento di unione: se vi scorre nella mente almeno uno della miriade di ricordi positivi nell'epopea Foti, si meriterà un applauso possibilmente in piedi. Prima di riservare accoglienze a chi ancora non si è presentato, c'è da salutare degnamente chi, volente o nolente, abbandonerà. O magari si defilerà, mettendosi dietro le quinte.
"Generale, la guerra è finita. Il nemico è scappato, è vinto, è battuto, dietro la collina non c'è più nessuno". Caro Presidente Lillo Foti, Lei è stato il nostro generale. Invincibile, per molti tratti. Diversi i nemici sconfitti sul campo, peccato per i nemici immaginari che si è voluto creare all'interno della Sua città. Siamo convinti che farà di tutto per arrivare ai playout, una bella salvezza ancora contro il Messina sarebbe la degna conclusione della Sua era, a prescindere dalla categoria. In ogni caso, onore a Lei. E nessuno si dimentichi di dirLe grazie.