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Che avrà voluto dire?
dichiarazioni di foti
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Niente avrà voluto dire, come al solito.
In effetti i problemi non sono di natura tecnica. O meglio non solo. Ci sono anche quelli di natura psicologica, di natura economica, di natura extra terrestre ecc...
Mai ad assumersi delle responsabilità dirette lui e il suo circo.
Mai fare un bel bagno di umiltà e dire le cose pane al pane e vino al vino.
In effetti i problemi non sono di natura tecnica. O meglio non solo. Ci sono anche quelli di natura psicologica, di natura economica, di natura extra terrestre ecc...
Mai ad assumersi delle responsabilità dirette lui e il suo circo.
Mai fare un bel bagno di umiltà e dire le cose pane al pane e vino al vino.
"I know I was born and I know that I'll die. The in between is mine. I AM MINE!" (Eddie Vedder)
Oltre ai noti limiti tecnici e di organico, la fragilità psicofisica è molto evidente; poi se c'è maretta nello spogliatoio potremmo anche non saperlo mai...
« Reggio è un grande giardino, uno dei luoghi più belli che si possano trovare sulla terra. »
(Edward Lear, Diario di un viaggio a piedi, 1847[1])
FORZA REGGINA SEMPRE E COMUNQUE!
(Edward Lear, Diario di un viaggio a piedi, 1847[1])
FORZA REGGINA SEMPRE E COMUNQUE!
La non esultanza di Gerardi puo' significare qualcosa.Per quanto riguarda Lillo ormai non e' piu' attendibile
I giornali molto tempo fa parlavano di Adejo vicino al Catania. Chissà come mai poi non se lo sono preso!Mave ha scritto:certo...non sono di natura tecnica, non è natura tecnica il fatto che Adejo e Maicon non siano capaci di rinviare un pallone come Dio comanda
Occasionale porti male (cit.)
vabbè la perla è di Gennaio...su Maicon lo Zenith San Pietroburgo, forse è per sto motivo chi licenziaru Spallettifuorisede ha scritto:I giornali molto tempo fa parlavano di Adejo vicino al Catania. Chissà come mai poi non se lo sono preso!Mave ha scritto:certo...non sono di natura tecnica, non è natura tecnica il fatto che Adejo e Maicon non siano capaci di rinviare un pallone come Dio comanda
Chiedeva troppo:'(fuorisede ha scritto:Bastava una spinta! A saperlo...cozzina1 ha scritto:ADEJO era vicinissimo al Palermo..
L'ignoranza è meno dannosa del confuso sapere.
Cesare Beccaria
un giorno senza un sorriso è un giorno perso(C.Chaplin)
Cesare Beccaria
un giorno senza un sorriso è un giorno perso(C.Chaplin)
Foti, la Reggina merita di più
20.03.2014 13.24 di Gianluigi Longari Twitter: @Glongari articolo letto 3563 volte
Fonte: Tuttob.com
© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com
Il portale dedicato alla serie cadetta, Tuttob.com, dedica una disamina interessante in merito alla situazione della Reggina. Un attacco frontale al presidente Foti che riportiamo di seguito.
C'era una volta la Reggina. C'era una volta una squadra che pur non smarrendo il suo status di provinciale è riuscita nel corso degli anni a ritagliarsi un posto al sole di assoluto rilievo nel panorama calcistico italiano. La Reggina non è un club come un altro. È uno di quei sodalizi "storici" del nostro calcio, una medaglia al merito guadagnato sul campo. Quel campo, il "Granillo", dove sono cadute le grandi e mosso i primi passi tecnici e calciatori che dalla Calabria hanno spiccato il volo verso lidi prestigiosi. Negli anni '80, giusto per fare due nomi, sulla panchina amaranto si sono accomodati allenatori del calibro di Albertino Bigon, Nevio Scala e Bruno Bolchi. Il primo, Bigon, ha vinto lo scudetto con il Napoli nel 1990. Scala ha guidato il Parma dei miracoli, quello bello sia in Italia che in Europa, e Bolchi specialmente in serie B è stato una specie di santone che ha ottenuto buoni risultati in quasi tutte le successive esperienze. Reggio Calabria vive per la Reggina. Alla fine degli anni '90 furono 23.000 i tifosi al seguito degli amaranto del grande bomber Onorato che a Pescara giocò e perse lo spareggio per approdare in A contro la Cremonese di Attilio Lombardo. Al di là del mancato risultato sportivo, nella storia del calcio resta un esodo epico. La serie A conquistata nella stagione '98-99 e difesa con le unghie e con i denti per 7 stagioni consecutive resta un meraviglioso ma lontano ricordo. È vero che nello sport, così come nella vita di tutti i giorni bisogna sempre guardare avanti. Ma a volte occorre anche aprire le pagine dei ricordi, sfogliarlo con cura, e vedere com'era la Reggina e com'è oggi. Da uno stadio pieno in ogni ordine di posto ad uno desolato ed abbandonato a se stesso. L'entusiasmo ha lasciato il posto alle continue amarezze, la regressione tecnica è stata costante. A tratti imbarazzante. Nell'anno del centenario il presidente Foti, lo stesso delle grandi stagioni, aveva promesso una squadra in grado di tenere alto il nome di un club glorioso come quello reggino. L'anno del centenario è stato, almeno fino a questo momento, uno dei più tristi. Altro che lotta per gli spareggi promozione e giocatori di livello per rispolverare i fasti del passato. La Reggina si barcamena nel disperato tentativo di salvaguardare la categoria. Lo fa in uno stadio perennemente vuoto e nella più totale incertezza tecnica. Basti vedere gli allenatori chiamati e poi esonerati da Foti. Si inizia con Atzori, sollevato dopo poche giornate da Castori e richiamato nuovamente alla guida dei calabresi al posto dell'allenatore marchigiano. Il bis è come la prima volta: un disastro. Con due tecnici in busta paga la soluzione la dirigenza la trova in casa, affidando il giocattolo a Franco Gagliardi e Diego Zanin, il trainer della Primavera. La piazza nuovamente delusa dalle promesse fatte in estate e non mantenute nei fatti ha scelto la via dell'indifferenza. Tanto che le presenze fatte registrare al "Granillo" sono fra le più basse del campionato. Un peccato. Reggio Calabria e la Reggina meritano di più. Deve capirlo il presidente Lillo Foti. Deve ricordare cos'era la Reggina e cosa ha rappresentato per il nostro calcio. Nell'anno del centenario era logico presentare ai nastri di partenza una formazione in grado di regalare ai tifosi un futuro radioso. E non far rimpiangere le squadre del passato.
CAPITO PRESIDENTE??????
20.03.2014 13.24 di Gianluigi Longari Twitter: @Glongari articolo letto 3563 volte
Fonte: Tuttob.com
© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com
Il portale dedicato alla serie cadetta, Tuttob.com, dedica una disamina interessante in merito alla situazione della Reggina. Un attacco frontale al presidente Foti che riportiamo di seguito.
C'era una volta la Reggina. C'era una volta una squadra che pur non smarrendo il suo status di provinciale è riuscita nel corso degli anni a ritagliarsi un posto al sole di assoluto rilievo nel panorama calcistico italiano. La Reggina non è un club come un altro. È uno di quei sodalizi "storici" del nostro calcio, una medaglia al merito guadagnato sul campo. Quel campo, il "Granillo", dove sono cadute le grandi e mosso i primi passi tecnici e calciatori che dalla Calabria hanno spiccato il volo verso lidi prestigiosi. Negli anni '80, giusto per fare due nomi, sulla panchina amaranto si sono accomodati allenatori del calibro di Albertino Bigon, Nevio Scala e Bruno Bolchi. Il primo, Bigon, ha vinto lo scudetto con il Napoli nel 1990. Scala ha guidato il Parma dei miracoli, quello bello sia in Italia che in Europa, e Bolchi specialmente in serie B è stato una specie di santone che ha ottenuto buoni risultati in quasi tutte le successive esperienze. Reggio Calabria vive per la Reggina. Alla fine degli anni '90 furono 23.000 i tifosi al seguito degli amaranto del grande bomber Onorato che a Pescara giocò e perse lo spareggio per approdare in A contro la Cremonese di Attilio Lombardo. Al di là del mancato risultato sportivo, nella storia del calcio resta un esodo epico. La serie A conquistata nella stagione '98-99 e difesa con le unghie e con i denti per 7 stagioni consecutive resta un meraviglioso ma lontano ricordo. È vero che nello sport, così come nella vita di tutti i giorni bisogna sempre guardare avanti. Ma a volte occorre anche aprire le pagine dei ricordi, sfogliarlo con cura, e vedere com'era la Reggina e com'è oggi. Da uno stadio pieno in ogni ordine di posto ad uno desolato ed abbandonato a se stesso. L'entusiasmo ha lasciato il posto alle continue amarezze, la regressione tecnica è stata costante. A tratti imbarazzante. Nell'anno del centenario il presidente Foti, lo stesso delle grandi stagioni, aveva promesso una squadra in grado di tenere alto il nome di un club glorioso come quello reggino. L'anno del centenario è stato, almeno fino a questo momento, uno dei più tristi. Altro che lotta per gli spareggi promozione e giocatori di livello per rispolverare i fasti del passato. La Reggina si barcamena nel disperato tentativo di salvaguardare la categoria. Lo fa in uno stadio perennemente vuoto e nella più totale incertezza tecnica. Basti vedere gli allenatori chiamati e poi esonerati da Foti. Si inizia con Atzori, sollevato dopo poche giornate da Castori e richiamato nuovamente alla guida dei calabresi al posto dell'allenatore marchigiano. Il bis è come la prima volta: un disastro. Con due tecnici in busta paga la soluzione la dirigenza la trova in casa, affidando il giocattolo a Franco Gagliardi e Diego Zanin, il trainer della Primavera. La piazza nuovamente delusa dalle promesse fatte in estate e non mantenute nei fatti ha scelto la via dell'indifferenza. Tanto che le presenze fatte registrare al "Granillo" sono fra le più basse del campionato. Un peccato. Reggio Calabria e la Reggina meritano di più. Deve capirlo il presidente Lillo Foti. Deve ricordare cos'era la Reggina e cosa ha rappresentato per il nostro calcio. Nell'anno del centenario era logico presentare ai nastri di partenza una formazione in grado di regalare ai tifosi un futuro radioso. E non far rimpiangere le squadre del passato.
CAPITO PRESIDENTE??????
E si spirdiru a Maestrelli e Mazzarri.Ma tanto ormai non legge piu' queste coseago ha scritto:Foti, la Reggina merita di più
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Fonte: Tuttob.com
© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com
Il portale dedicato alla serie cadetta, Tuttob.com, dedica una disamina interessante in merito alla situazione della Reggina. Un attacco frontale al presidente Foti che riportiamo di seguito.
C'era una volta la Reggina. C'era una volta una squadra che pur non smarrendo il suo status di provinciale è riuscita nel corso degli anni a ritagliarsi un posto al sole di assoluto rilievo nel panorama calcistico italiano. La Reggina non è un club come un altro. È uno di quei sodalizi "storici" del nostro calcio, una medaglia al merito guadagnato sul campo. Quel campo, il "Granillo", dove sono cadute le grandi e mosso i primi passi tecnici e calciatori che dalla Calabria hanno spiccato il volo verso lidi prestigiosi. Negli anni '80, giusto per fare due nomi, sulla panchina amaranto si sono accomodati allenatori del calibro di Albertino Bigon, Nevio Scala e Bruno Bolchi. Il primo, Bigon, ha vinto lo scudetto con il Napoli nel 1990. Scala ha guidato il Parma dei miracoli, quello bello sia in Italia che in Europa, e Bolchi specialmente in serie B è stato una specie di santone che ha ottenuto buoni risultati in quasi tutte le successive esperienze. Reggio Calabria vive per la Reggina. Alla fine degli anni '90 furono 23.000 i tifosi al seguito degli amaranto del grande bomber Onorato che a Pescara giocò e perse lo spareggio per approdare in A contro la Cremonese di Attilio Lombardo. Al di là del mancato risultato sportivo, nella storia del calcio resta un esodo epico. La serie A conquistata nella stagione '98-99 e difesa con le unghie e con i denti per 7 stagioni consecutive resta un meraviglioso ma lontano ricordo. È vero che nello sport, così come nella vita di tutti i giorni bisogna sempre guardare avanti. Ma a volte occorre anche aprire le pagine dei ricordi, sfogliarlo con cura, e vedere com'era la Reggina e com'è oggi. Da uno stadio pieno in ogni ordine di posto ad uno desolato ed abbandonato a se stesso. L'entusiasmo ha lasciato il posto alle continue amarezze, la regressione tecnica è stata costante. A tratti imbarazzante. Nell'anno del centenario il presidente Foti, lo stesso delle grandi stagioni, aveva promesso una squadra in grado di tenere alto il nome di un club glorioso come quello reggino. L'anno del centenario è stato, almeno fino a questo momento, uno dei più tristi. Altro che lotta per gli spareggi promozione e giocatori di livello per rispolverare i fasti del passato. La Reggina si barcamena nel disperato tentativo di salvaguardare la categoria. Lo fa in uno stadio perennemente vuoto e nella più totale incertezza tecnica. Basti vedere gli allenatori chiamati e poi esonerati da Foti. Si inizia con Atzori, sollevato dopo poche giornate da Castori e richiamato nuovamente alla guida dei calabresi al posto dell'allenatore marchigiano. Il bis è come la prima volta: un disastro. Con due tecnici in busta paga la soluzione la dirigenza la trova in casa, affidando il giocattolo a Franco Gagliardi e Diego Zanin, il trainer della Primavera. La piazza nuovamente delusa dalle promesse fatte in estate e non mantenute nei fatti ha scelto la via dell'indifferenza. Tanto che le presenze fatte registrare al "Granillo" sono fra le più basse del campionato. Un peccato. Reggio Calabria e la Reggina meritano di più. Deve capirlo il presidente Lillo Foti. Deve ricordare cos'era la Reggina e cosa ha rappresentato per il nostro calcio. Nell'anno del centenario era logico presentare ai nastri di partenza una formazione in grado di regalare ai tifosi un futuro radioso. E non far rimpiangere le squadre del passato.
CAPITO PRESIDENTE??????
- REGGIOVUNQUE
- Ehi cosa bella!
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mubald ha scritto:E si spirdiru a Maestrelli e Mazzarri.Ma tanto ormai non legge piu' queste coseago ha scritto:Foti, la Reggina merita di più
20.03.2014 13.24 di Gianluigi Longari Twitter: @Glongari articolo letto 3563 volte
Fonte: Tuttob.com
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Il portale dedicato alla serie cadetta, Tuttob.com, dedica una disamina interessante in merito alla situazione della Reggina. Un attacco frontale al presidente Foti che riportiamo di seguito.
C'era una volta la Reggina. C'era una volta una squadra che pur non smarrendo il suo status di provinciale è riuscita nel corso degli anni a ritagliarsi un posto al sole di assoluto rilievo nel panorama calcistico italiano. La Reggina non è un club come un altro. È uno di quei sodalizi "storici" del nostro calcio, una medaglia al merito guadagnato sul campo. Quel campo, il "Granillo", dove sono cadute le grandi e mosso i primi passi tecnici e calciatori che dalla Calabria hanno spiccato il volo verso lidi prestigiosi. Negli anni '80, giusto per fare due nomi, sulla panchina amaranto si sono accomodati allenatori del calibro di Albertino Bigon, Nevio Scala e Bruno Bolchi. Il primo, Bigon, ha vinto lo scudetto con il Napoli nel 1990. Scala ha guidato il Parma dei miracoli, quello bello sia in Italia che in Europa, e Bolchi specialmente in serie B è stato una specie di santone che ha ottenuto buoni risultati in quasi tutte le successive esperienze. Reggio Calabria vive per la Reggina. Alla fine degli anni '90 furono 23.000 i tifosi al seguito degli amaranto del grande bomber Onorato che a Pescara giocò e perse lo spareggio per approdare in A contro la Cremonese di Attilio Lombardo. Al di là del mancato risultato sportivo, nella storia del calcio resta un esodo epico. La serie A conquistata nella stagione '98-99 e difesa con le unghie e con i denti per 7 stagioni consecutive resta un meraviglioso ma lontano ricordo. È vero che nello sport, così come nella vita di tutti i giorni bisogna sempre guardare avanti. Ma a volte occorre anche aprire le pagine dei ricordi, sfogliarlo con cura, e vedere com'era la Reggina e com'è oggi. Da uno stadio pieno in ogni ordine di posto ad uno desolato ed abbandonato a se stesso. L'entusiasmo ha lasciato il posto alle continue amarezze, la regressione tecnica è stata costante. A tratti imbarazzante. Nell'anno del centenario il presidente Foti, lo stesso delle grandi stagioni, aveva promesso una squadra in grado di tenere alto il nome di un club glorioso come quello reggino. L'anno del centenario è stato, almeno fino a questo momento, uno dei più tristi. Altro che lotta per gli spareggi promozione e giocatori di livello per rispolverare i fasti del passato. La Reggina si barcamena nel disperato tentativo di salvaguardare la categoria. Lo fa in uno stadio perennemente vuoto e nella più totale incertezza tecnica. Basti vedere gli allenatori chiamati e poi esonerati da Foti. Si inizia con Atzori, sollevato dopo poche giornate da Castori e richiamato nuovamente alla guida dei calabresi al posto dell'allenatore marchigiano. Il bis è come la prima volta: un disastro. Con due tecnici in busta paga la soluzione la dirigenza la trova in casa, affidando il giocattolo a Franco Gagliardi e Diego Zanin, il trainer della Primavera. La piazza nuovamente delusa dalle promesse fatte in estate e non mantenute nei fatti ha scelto la via dell'indifferenza. Tanto che le presenze fatte registrare al "Granillo" sono fra le più basse del campionato. Un peccato. Reggio Calabria e la Reggina meritano di più. Deve capirlo il presidente Lillo Foti. Deve ricordare cos'era la Reggina e cosa ha rappresentato per il nostro calcio. Nell'anno del centenario era logico presentare ai nastri di partenza una formazione in grado di regalare ai tifosi un futuro radioso. E non far rimpiangere le squadre del passato.
CAPITO PRESIDENTE??????
che che se ne dica,x buona parte di quanto scritto,come presidente c era lui e anche lui ha vissuto tutto questo.....cosa che forse ora dimentica o non gli interessa piu...
detto questo e x evitare commozione e arrabbiatura,FIERO DI AVER FATTO PARTE DI QUEL PEZZO DI STORIA...............
ed è una cosa scritta negli almanacchi...tutti sapranno che andammo in A,tutti sapranno del -15(perchè è ERRATO DIRE CHE ERA -11,4 punti ce li hanno tolti a fine campionato quasi),tutti sapranno che siamo stati considerati dalle altre curve d Italia "la curva piu bella" ........e da questo che NESSUNO(e parlo di società) ha capito che bisognava ripartire....INDIPENDENTEMENTE DALLA CATEGORIA,ripartire dai tifosi.......ripartire dalla città e con il consenso della città......
abbiamo tutti chi in maniera relativa e chi in maniera piu cospicua,fatto parte di questo PEZZETTINO di storia.........
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- Non c'è nenti!
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- Iscritto il: 11/05/2011, 16:12
La Reggina sta affondando.. Come lo sta facendo la citta' la provincia e tutta l'Italia (e mi voglio tenere stretto)
Non c'e niente più' da fare.. Zero futuro zero lavoro zero di zero.. E così affonderanno tutte le squadre.. E solo questione di tempo..
Non c'e niente più' da fare.. Zero futuro zero lavoro zero di zero.. E così affonderanno tutte le squadre.. E solo questione di tempo..
Il cuore oltre l'ostacolo