Barillà

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trentaprile

evvai coi rimpiantiiii
Paolo_Padano
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Dopo Morabito un altro reggino che gioca nella Reggina che se ne va in serie A direttamente. Il terzo della storia dopo il mediano degli anni 60 Buccione passato al Bari.
Lillu Fotti: "aundi ioca Spread cu cattu si mu rununu a paremetru zeru"
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DoubleD
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.... nino che non ha paura

Pur essendo relativamente giovane, l'esperienza non gli fa certo difetto. 191 presenze tra Serie A, B e Coppa Italia, 169 delle quali con la maglia della Reggina. La carriera di Antonino Barillà, per tutti Nino, reggino purosangue classe 1988, si può racchiudere quasi interamente in un solo colore: l'amaranto che lo ha visto crescere, debuttare sul massimo palcoscenico e conquistare la nazionale Under 21. Poi, per un motivo o per l'altro, le promesse di questo esterno sinistro di corsa e buon piede non sono state mantenute appieno. Forse gli è mancata la continuità, forse gli è mancato quel coraggio di mettersi in gioco lontano da casa che, invece, ha riscoperto in questa notte d'inizio settembre e di fine mercato; una notte che lo farà risvegliare da blucerchiato.

Premesse. Da capitano della Reggina di Gianluca Atzori - già due presenze nell'ultimo campionato cadetto e altrettante in TIM Cup -, Nino ha accettato la sfida che gli è stata prospettata dalla Sampdoria e da quella massima serie persa nel 2009 e mai più riassaporata. Eppure, le premesse del ragazzo di Catona, quartiere a nord di Reggio Calabria affacciato su Messina, erano state eccellenti. A 17 anni appena compiuti, Walter Mazzarri gli concede una prima al "Franchi" viola e l'ingresso in pianta stabile con la prima squadra dei miracoli, quella capace di annullare 11 punti di penalizzazione e di salvarsi in carrozza.

Chiavi. Nell'estate 2007, dopo 6 presenze complessive con il tecnico di San Vincenzo più una con il nuovo mister, Massimo Ficcadenti, Barillà fa le valigie verso Ravenna e la Serie B, una parentesi che dura una sola stagione ma che lo fa tornare alla base più forte e deciso. La scelta di puntare su Nevio Orlandi, un tipo che lo conosce fin dai tempi delle giovanili, gioca tutta a favore del mancino, capace di conquistarsi, a vent'anni appena, le chiavi della fascia e le simpatie dell'ambiente. Grazie a 30 gettoni, al primo gol in Serie A - segnato alla Juventus il 26 aprile 2009 - e alle sistematiche convocazioni nell'Under 21 di Pierluigi Casiraghi, l'amarezza per la retrocessione viene in parte mitigata.

Duttilità. Le aspirazioni di immediata risalita unite all'attaccamento per la formazione del suo cuore convincono Nino - autore di una doppietta da azzurrino contro Lussemburgo - a sposare ancora il progetto di Lillo Foti e del nuovo arrivato Walter Novellino, il quale lo impiega come quarto di centrocampo. Saggiatene duttilità e propensione al sacrificio, Roberto Breda - terzo allenatore del travagliato 2009/10 amaranto - prova in seguito a reinventarlo mezzo sinistro, un esperimento che porta fin da subito buoni risultati.

Fiducia. Così, sia in mediana sia sulla corsia laterale, il soldatino Barillà - numero 17 dietro la schiena, cuore, polmoni e qualche rete all'attivo - si fa trovare pronto da tutti i tecnici passati negli anni sulla panchina calabrese dello Stretto, diversi per moduli e idee, concordi nel dargli fiducia. Ora, a 25 anni, nel pieno della maturità calcistica, dovrà guadagnarsi la stima di Delio Rossi. Antonino, per tutti Nino, che non ha paura.

Antonino Barillà: la scheda

Luogo e data di nascita: Reggio Calabria, 1° aprile 1988
Altezza: 180 cm
Peso: 76 kg
Ruolo: centrocampista


http://www.sampdoria.it/la-sfida-blucer ... paura.html
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