Tirando le somme

Tutto sulla Reggina

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ILY
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Stefano Rosso ha scritto:A questo punto della stagione possiamo tirare le somme e fare 2+2 Il risultato sportivo sara',punto piu punto meno, sotto del 5° posto, risultato non soddisfacente le dichiarazioni della vigilia,risultato non raggiunto. Ma il punto peggiorativo è, stando alle ultime dichiarazioni della societa', che neanche in futuro ci sara' possibilita' di migliorare per mancanza di liquidi.
Quindi, la societa' che avrebbe voluto diventare la squadra principale della citta' ha dimostrato di non essere all'altezza del ruolo che ha assunto innome del bene e della tradizione della citta' e bla bla blaaaa.
Vi pongo un quesito: vi sentite realmente rappresentati da questa squadra-societa'? rispondete in maniera onesta, senza che il vostro giudizio venga condizionato dall'odio e dal rancore (sacrosanto) della vecchia gestione fotiana.
A me sembra obiettivamente di no, i tifosi non sono tornati in massa allo stadio pur essendosi "liberati" del vecchio presidente mangia tutto.
La mia soluzione è di fare a meno di questo tipo di calcio dilettantistico per il tempo necessario affinche' qualcuno predisponga le basi solide per riportare Reggio nel professionismo, attendere, evitare di andare a fare continue cattive figure in giro per la calabria e la sicilia, basta con le umiliazioni, fermate tutto, voglio scendere.
Rispondo innanzitutto alla domanda del tuo rendiconto...questa è la mia Reggina e non m'importa se si chiama ssd xyz wzt ecc. 8-)

Se riusciremo a riprenderci il nome bene, altrimenti sarà sempre la squadra principale della mia città!!!

Che cosa dobbiamo pretendere da questa società? Hanno fatto quello che hanno potuto.
Aspettavate tutti che Foti andasse via in modo che si facessero avanti questi grandi imprenditori e manager...u vitti
ancora li stiamo aspettando... :fifi:

Si sarebbe potuto fare di più come risultati? Credo di sì... :muro:

Ti confesso cmq che mi aspettavo di peggio...ricorderai bene come eravamo messi...abbiamo visto che gente c'era in campo e in
panchina :p: che cosa dobbiamo pretendere? Nulla di più...anzi ndi iu bona!

Ci sono state partite alla nostra portata eppure le abbiamo perse...partite in cui bastava giocare con il coltello fra i denti senza mollare
Ma abbiamo visto che non sono ragazzi in grado di farlo sia per questione di carattere che per qualità tecniche.

Togliendo Licastro, Roselli, Lavrendi e Tiboni chi avevamo?

Comunque se la tua soluzione è di fare a meno di questo tipo di calcio dilettantistico per il tempo necessario affinche' qualcuno predisponga le basi solide per riportare Reggio nel professionismo, attendere, evitare di andare a fare continue cattive figure in giro per la calabria e la sicilia, basta con le umiliazioni... ti dico subito:

Fermati tu e scendi perché io questa squadra la amo e non sarà certo la categoria e certi personaggi a farmela togliere dal
cuore...continuerò a soffrire lo so ma è la mia Reggina...nella gioia e nel dolore...senza se e senza ma!!!

Saluti :salut
Amaranto Alé
non tifo per gli squadroni ma tifo te
Amaranto è una passione non è un color
la maglia che porti addosso è un'ossession...

Ciao Filippo...

U Catania na teni...!!!
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Dinamik
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la cosa che più mi fa paura è che gente (non parlo dei forumini) che fino a qualche mese fa diceva alla radio di stare uniti e legati a questa squadra fatta con tanti sacrifici, adesso si sta defilando "perchè non si chiama reggina"... e avendo una bella fetta di pubblico che gli ascolta (io compreso) non vorrei che qualcuno si farà presto influenzare e distrarre dal tema principale che ormai è diventata reggina 88 vs reggina 99.
Bella cosa per l'amore di Dio, ma c'è un campionato da portare al termine e dei playoff da conquistare.

Poi rispondo a chi dice che Reggio non è una piazza che attira investitori. Per quanto mi riguarda, se parlate di categoria vi do ragione, ma come città cosa abbiamo meno di Carpi, Sassuolo, Frosinone, Entella, Lanciano, ecc ?
ho capito che in questo momento storico non siamo messi bene, ma in linea di massima, una città come Reggio Calabria in B, soprattutto in questa B, può e deve starci ad occhi chiusi.
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amar1914
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Dinamik ha scritto: Poi rispondo a chi dice che Reggio non è una piazza che attira investitori. Per quanto mi riguarda, se parlate di categoria vi do ragione, ma come città cosa abbiamo meno di Carpi, Sassuolo, Frosinone, Entella, Lanciano, ecc ?
CARPI: Soci di riferimento della società sono Stefano Bonacini e Roberto Marani, fondatori e titolari del marchio Gaudì: 60 milioni di fatturato. Azionista di minoranza e presidente è invece un altro self made man del tessile carpigiano come Claudio Caliumi, patron della griffe di moda femminile Marilena. Completa il quadro lo sponsor di maglia, quella stessa Blumarine di proprietà della famiglia Tarabini.
SASSUOLO: Proprietario Giorgio Squinzi, che possiede la Mapei (materiali chimici per l'edilizia. Prodotti, Adesivi, sigillanti, prodotti chimici per edilizia) Fatturato, 1,81 miliardi di €. Dipendenti, 7.251
FROSINONE: Proprietario Maurizio Stirpe che possiede la Prima Sole Components multinazionale del settore componenti per automobili con fatturato superiore ai 500 milioni di euro
ENTELLA: Presidente Antonio Gozzi, esponente di riferimento del mondo dell'acciaio: presidente di Federacciai e Amm. Delegato della Duferco Group (società oggi controllata dalla cinese Hebei Iron and Steel Group con il 51% del pacchetto azionario).
LANCIANO: Di proprietà della famiglia Maio, che possiede l'azienda leader nello smaltimento rifiuti in Abruzzo e Puglia.
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Dinamik
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amar1914 ha scritto:
Dinamik ha scritto: Poi rispondo a chi dice che Reggio non è una piazza che attira investitori. Per quanto mi riguarda, se parlate di categoria vi do ragione, ma come città cosa abbiamo meno di Carpi, Sassuolo, Frosinone, Entella, Lanciano, ecc ?
CARPI: Soci di riferimento della società sono Stefano Bonacini e Roberto Marani, fondatori e titolari del marchio Gaudì: 60 milioni di fatturato. Azionista di minoranza e presidente è invece un altro self made man del tessile carpigiano come Claudio Caliumi, patron della griffe di moda femminile Marilena. Completa il quadro lo sponsor di maglia, quella stessa Blumarine di proprietà della famiglia Tarabini.
SASSUOLO: Proprietario Giorgio Squinzi, che possiede la Mapei (materiali chimici per l'edilizia. Prodotti, Adesivi, sigillanti, prodotti chimici per edilizia) Fatturato, 1,81 miliardi di €. Dipendenti, 7.251
FROSINONE: Proprietario Maurizio Stirpe che possiede la Prima Sole Components multinazionale del settore componenti per automobili con fatturato superiore ai 500 milioni di euro
ENTELLA: Presidente Antonio Gozzi, esponente di riferimento del mondo dell'acciaio: presidente di Federacciai e Amm. Delegato della Duferco Group (società oggi controllata dalla cinese Hebei Iron and Steel Group con il 51% del pacchetto azionario).
LANCIANO: Di proprietà della famiglia Maio, che possiede l'azienda leader nello smaltimento rifiuti in Abruzzo e Puglia.
sapevo che qualcuno avrebbe risposto superficialemente alla mia domanda. :na: :na: :na:
Non vi sto chiedendo chi sono i proprietari di queste squadre, non avrei nominato il Sassuolo , ma sto confrontando le città, e sinceramente non mi sento inferiore a quelle nominate.
Stessimo parlando di Roma, Palermo, Bari, Napoli, Milano, Torino... il confronto ovviamente non regerebbe.... Ma Reggio cosa ha meno di Entella?
di lanciano? di Carpi? di Spezia? di Latina? potrei continuare ancora un pò
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dinamik ti rispondo io:è una forma di PARACULAGGINE che c è a reggio da anni,quello di sentirsi vittima di tutto e tutti,oltre a quello di piangersi addosso.

Investitori non ce ne sono????ma qualcuno è andato mai a cercarli????


a livello potenziale(sia di società che di movimento del tifo),solo 5,6 squadre in italia ce la possono su.....re.......

ma la mia domanda è appunto un altra:QUALCUNO è ANDATO A CERCARLI O SPETTUNU CHI RRRIVUNU COME I RE MAGI?



ps:per favore,non mi rispondete "ma a reggio c è la ndrangheta",evitate in biglietto di solo andata verso l isola che non c è.
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nzalatera
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Dinamik ha scritto:
amar1914 ha scritto:
Dinamik ha scritto: Poi rispondo a chi dice che Reggio non è una piazza che attira investitori. Per quanto mi riguarda, se parlate di categoria vi do ragione, ma come città cosa abbiamo meno di Carpi, Sassuolo, Frosinone, Entella, Lanciano, ecc ?
CARPI: Soci di riferimento della società sono Stefano Bonacini e Roberto Marani, fondatori e titolari del marchio Gaudì: 60 milioni di fatturato. Azionista di minoranza e presidente è invece un altro self made man del tessile carpigiano come Claudio Caliumi, patron della griffe di moda femminile Marilena. Completa il quadro lo sponsor di maglia, quella stessa Blumarine di proprietà della famiglia Tarabini.
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LANCIANO: Di proprietà della famiglia Maio, che possiede l'azienda leader nello smaltimento rifiuti in Abruzzo e Puglia.
sapevo che qualcuno avrebbe risposto superficialemente alla mia domanda. :na: :na: :na:
Non vi sto chiedendo chi sono i proprietari di queste squadre, non avrei nominato il Sassuolo , ma sto confrontando le città, e sinceramente non mi sento inferiore a quelle nominate.
Stessimo parlando di Roma, Palermo, Bari, Napoli, Milano, Torino... il confronto ovviamente non regerebbe.... Ma Reggio cosa ha meno di Entella?
di lanciano? di Carpi? di Spezia? di Latina? potrei continuare ancora un pò
L'hai bollata come risposta superficiale, ma quel post se non altro indirizza il discorso verso un confronto sostanziale e non astratto tra le città: perché si può pure stabilire che Reggio non ha nulla da invidiare come città e che non c'è motivo di sentirsi inferiori, ma per quel che concerne la discussione in corso - ovvero la solidità e le prospettive economico-sportive di una società di calcio - ciò che manca è appunto la presenza di un Gozzi o di uno Stirpe. Non si scappa, né mi pare si possa dire che è una considerazione che non trova riscontro nelle parole dei diretti interessati, che lamentano costi troppo alti già per questo livello. Sta a loro cercare dei partner seri, poi vai a capire se ci sono e se hanno voglia di impelagarsi in un progetto del genere. Sarà un caso che, tolta la parentesi Carbone, la stampa ciarla di tutto meno che di questo?

Per rispondere al post d'apertura concordo con la posizione di SoloOcchi.
amar1914
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Caro Dinamik, superficiale e anche un pò infantile è il tuo post. A Reggio non c'è più tessuto industriale e di conseguenza non c'è nessuno che abbia disponibilità ad investire. Il calcio costa e per farlo a certi livelli devi avere una struttura finanziaria che te lo consenta altrimenti è un suicidio. Non è che non sono stati cercati soggetti con queste caratteristiche è che a Reggio semplicemente non ci sono.
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io2
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amar1914 ha scritto:Caro Dinamik, superficiale e anche un pò infantile è il tuo post. A Reggio non c'è più tessuto industriale e di conseguenza non c'è nessuno che abbia disponibilità ad investire. Il calcio costa e per farlo a certi livelli devi avere una struttura finanziaria che te lo consenta altrimenti è un suicidio. Non è che non sono stati cercati soggetti con queste caratteristiche è che a Reggio semplicemente non ci sono.
il problema di Reggio, secondo me, sai quale è? Il non remare tutti per la stessa causa. Per questo, Reggio rimarrà sempre ferma.
Da noi, ci si schiera, a volte per motivi personali. A partire dai giornalisti, ci sono quelli che sono a favore della nuova società e chi spara a zero senza motivazioni.
Questo c'è anche tra i tifosi. Chi segue la nuova società e chi dice che non è la reggina. Non mi pare che a Firenze o Salerno si siano fatti di questi problemi, anche quando si sono chiamati con un altro nome dopo il fallimento delle rispettive società.
Da noi, quando c'è qualcosa di buono la gente non sa come fare per parlarne male.
Questo c'è in tutte le situazioni. Non solo sportive. Per questo si dice che Reggio non è mai venduto grano.
L'importante non è vincere ma partecipare, con onore, alla sconfitta dell'avversario.
amar1914
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io2 ha scritto: ... Chi segue la nuova società e chi dice che non è la reggina. Non mi pare che a Firenze o Salerno si siano fatti di questi problemi, anche quando si sono chiamati con un altro nome dopo il fallimento delle rispettive società. Da noi, quando c'è qualcosa di buono la gente non sa come fare per parlarne male
Concordo, ASD Reggio Calabria è la squadra di Reggio in questo momento ed io tifo per Reggio e la sua squadra. Se poi un domani si dovesse chiamare Reggina sarò ancora più contento ma non ne faccio un dramma. E' tutto complicato, alcuni personaggi mettono dei soldi per salvare il calcio a Reggio e vengono criticati perché non fanno una squadra di livello. Questi stessi personaggi, ne sono certo, si farebbero da parte se arrivasse qualcuno di solido ma siccome non arriva nessuno vengono criticati perché (cito da un post di qualcuno) "era meglio allora che il calcio morisse". Pazzesco.
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Mave
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comunque dinamik è chiavari e non entella la città :mrgreen:

secondo me quello di riportare gli affari di chi gestisce quelle società non è un discorso superficiale perché trattasi di "tessuti sociali" molto più ricchi di Reggio, qui o viene qualche reggino che si è arricchito in quelle zone o fuori dall'Italia (nick bellu ripensaci!) oppure quale "indigeno" coi sordazzi abbiamo? l'unica speranza è un allargamento societario ma serve gente disposta a non essere prima donna e difficilmente riesci a mettere tante teste assieme a comandare
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reggino91
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Come ho scritto recentemente in un altro topic,il punto essenziale è che per competere a certi livelli servono imprenditori con i soldi,pezzi grossi che possiedono aziende grosse che fanno milioni di fatturato. A reggio calabria ci sono questi personaggi? Io sinceramente non credo,apparte forse 2-3 personaggi (ad esempio mangiatorella e caffè mauro) che evidentemente non sono interessati ad investire nel calcio per motivi loro personali,magari non gli piace il calcio o non reputano l'investimento redditizio in un territorio arido economicamente. Il resto sono piccoli-medio imprenditori che fanno fatica a portare avanti le loro piccole aziende figuriamoci a buttare milioni di euro nel calcio! Quindi il tessuto locale è povero e non offre nulla come imprenditori. Piazze come quelle che avete menzionato voi come carpi,sassuolo,entella,frosinone,cittadella o lanciano ovviamente non possono paragonarsi a noi come storia e bacino d'utenza ma a differenza di reggio calabria hanno un tessuto imprenditoriale superiore che gli permette di stare ad alto livello.

A questo punto,visto che non ci sono imprenditori locali validi,servirebbe un imprenditore esterno che compri la reggina ma evidentemente,ormai questo si è capito altrimenti qualcuno l'avrebbe già comprata,non interessa a nessun imprenditore esterno comprare la reggina. La piazza di reggio calabria non è appetibile all'esterno. I motivi? Beh la povertà del territorio,mancanza di tessuto industriale,la mentalità della gente,la criminalità organizzata,l'arretratezza,la mancanza di infrastrutture,l'inefficenza delle istituzioni locali e l'isolamento della regione calabria rispetto a roma ecc... Un americano o un arabo comprerà una squadra come il parma che è in un contesto di efficienza e di ricchezza superiore rispetto a reggio calabria. Poi c'è da dire oltre ai problemi che ho scritto prima un imprenditore straniero,ma anche italiano,preferisce investire in una piazza più grande,tipo bari,che ha un bacino maggiore rispetto a reggio. Zamparini ad esempio,da anni cerca di vendere il palermo e come imprenditori locali neanche l'ombra,ormai si sta rivolgendo esclusivamente all'estero perchè palermo come imprenditoria rende 0,forse,palermo essendo grande 3 volte reggio potrà attrarre qualche imprenditore estero che lo compri ma la vedo dura!

In sintesi il territorio non offre imprenditori locali e non è appetibile all'esterno.
mubald

C'e' Crotone e quella realta' ci deprime ancora di piu'.Cos'hanno di piu'?Territorio? Collegamenti?Soldi?Non credo..C'e' altro.Gente che ci capisce intanto
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mubald ha scritto:C'e' Crotone e quella realta' ci deprime ancora di piu'.Cos'hanno di piu'?Territorio? Collegamenti?Soldi?Non credo..C'e' altro.Gente che ci capisce intanto
Il patrimonio della famiglia Vrenna (proprietaria del Crotone) è stimato in circa 800 (ottocento) milioni di euro. Purtroppo per i Crotonesi la stima è stata fatta dai pm della direzione distrettuale antimafia che vogliono confiscare tutto.
Poi penso che ci sia anche gente che ci capisce.
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Dinamik
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ZAMPARINI nato in provincia di UDINE
SQUINZI nato in provincia di BERGAMO
DELLA VALLE nato in provincia di FERMO
JOEY SAPUTO (bologna) nato a MONTREAL
GIULINI (cagliari) nato a MILANO

E potrei continuare ma non ho tempo di girarmi google.
Questo per dire che nella maggior parte dei casi, i presidenti delle squadre di calcio di serie a e b non sono NECESSARIAMENTE legati alla città , in certi casi sono proprio nati da tutt altra parte
Dopo questa, passo e chiudo.

@MAVE.... fino a du anni fa non sapiva mancu chi caxxu era a virtus entella :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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SoloOcchi
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Meditate, amici, meditate.....


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04 ... o/2659939/

Calcio, 10mila società e 80mila tesserati in meno dal 2011: la crisi economica colpisce la base del pallone italiano

Altro che scandali sui diritti tv, squadre in meno in Champions, mancate qualificazioni alle coppe europee e figuracce della nazionale: il momento nero del sistema italiano è tutto nel continuo abbandono di chi gioca, dai ragazzini ai dilettanti. Gravina, presidente Lega Pro: "Serve una riforma con una visione di sistema, solo così si può affrontare il problema. Noi siamo l'anello più debole di una catena già smagliata"
di Lorenzo Vendemiale | 28 aprile 2016


Monza, Barletta, Ravenna, Brindisi, Viareggio, ripartite dalle categorie minori. Piacenza, Venezia e Parma (caso particolare) ora torneranno fra i professionisti. Ma anche Abanella Milano, Fiamignano, Alcamo. Nomi che non dicono nulla, come tanti altri della miriade di squadre di calcio che non esistono più. La crisi del pallone italiano non è soltanto la perdita del quarto posto in Champions League, le figuracce della nazionale, la discesa costante nei ranking Fifa e Uefa. La vera crisi è la scomparsa da un giorno all’altro di migliaia di formazioni, professionistiche e non, che prima giocavano e adesso non lo fanno più. Negli ultimi cinque anni in tutto il Paese ne sono andate perse 10mila. Svanite nel nulla, cancellate dalla recessione economica che alla fine ha colpito anche lo sport nazionale.

80MILA TESSERATI IN MENO – Il dato emerge dal Report calcio 2016, il censimento ufficiale redatto ogni anno dalla Figc. Il documento verrà pubblicato soltanto a maggio, ma dalle prime anticipazioni emerge un numero inequivocabile: nel 2015 sono state censite 61.435 squadre per 13.491 società; nel 2011 erano 71.689 per 14.653. Sono scomparse più di mille società, per un totale di 10mila rappresentative di ogni genere, dalle giovanili alla prima squadra, con una media di 2mila all’anno. Il risultato è che in Italia quasi 80mila persone in meno, dagli adulti ai pulcini, giocano a pallone a livello agonistico.

LEGA PRO IN ROSSO – È un fenomeno che ha due facce diverse. Quella del professionismo è facile da analizzare: nel 2011 la Lega Pro aveva ancora due divisioni, oggi dopo la riforma si è passati a quella unica, da 90 a 54 squadre con i mancati ripescaggi della scorsa estate. Il nuovo presidente Gabriele Gravina ha promesso di riportare il torneo a 60 (“lo dice lo statuto”), ma per il futuro non esclude un ulteriore taglio: “Sto facendo uno studio per capire quale sia la formula migliore, se a 60 o 40 club, presto avanzerò una proposta”. I fallimenti sono all’ordine del giorno: “Abbiamo un disavanzo fisiologico”, spiega a ilfattoquotidiano.it Gravina. “Perdiamo 60 milioni l’anno, circa 1,2 milioni a società. Le spese sono alte, i contributi non bastano, il paracadute per chi retrocede dalla Serie B è insufficiente. Serve una riforma con una visione di sistema, solo così si può affrontare il problema. Noi siamo l’anello più debole di una catena già smagliata: le sofferenze ci sono anche ai piani alti”. Basta vedere il caso del Parma, che pure per la sua particolarità (dopo la gestione controllata la nuova società si è subito reiscritta) non rientra nel computo delle scomparse.

L’EROSIONE DELLA BASE – Diversa la questione per lo sconfinato mondo del dilettantismo. Nelle grandi piazze quando muore una società quasi sempre ne rinasce un’altra. Il Viareggio è ripartito addirittura dalla terza categoria, il Brindisi dalla prima, Barletta, Sorrento, Varese e Nocerina dall’Eccellenza, Taranto, Triestina, Ravenna e tante altre dai Dilettanti. Ma in quelle città il calcio in qualche modo continua ad esistere. Non è così a livello più basso: migliaia di piccole formazioni di paesini o di quartiere scompaiono senza lasciare traccia o seguiti. Nel 2011 sul territorio c’erano 11.469 società dilettantistiche, oggi appena 10mila. Solo il Settore giovanile e scolastico è in crescita (+300), ma il dato non inganni: si tratta semplicemente di riconversione, tante società che non riescono a sostenere i costi della prima squadra ripiegano sull’attività giovanile. “È in atto un processo di erosione”, lancia l’allarme Massimo Ciaccolini, segretario generale della Lega Dilettanti (Lnd). “In tante Regioni la terza categoria non esiste più, non ci sono nuove affiliazioni. Dove è sopravvissuta, si è trasformata da provinciale a regionale”.

COLPA DELLA CRISI – Il problema, inutile girarci intorno, è economico: la recessione ha colpito anche il pallone: “All’inizio – prosegue Ciaccolini – avevamo tenuto, poi gli effetti si sono fatti sentire. Il mondo del dilettantismo si reggeva soprattutto sul volontariato, la passione dei piccoli imprenditori, il sostegno del pubblico. Oggi gli enti locali con tutti i tagli che hanno subito non pagano più le spese di gestione degli impianti, e con la crisi chi può permettersi di buttare 100 euro al mese a fondo perduto in un’attività sportiva?”. Per fare un campionato Dilettanti serve almeno mezzo milione di euro, ma lì è ancora possibile trovare qualche sponsor. La situazione paradossalmente si fa più difficile scendendo di livello: 200-300mila euro per Eccellenza o Promozione sono difficili da mettere insieme, anche decine di migliaia di euro per un torneo di Prima categoria (con entrate praticamente nulle) diventano un’utopia. E le squadre scompaiono.

“IMPOSSIBILE ANDARE AVANTI”– Una delle tante è il Fiamignano, paesino di 1.500 abitanti in provincia di Rieti, dove il calcio da quest’anno non esiste più. L’Asd locale, in attività dal ’93, ha chiuso i battenti la scorsa estate. “Eravamo una bella realtà, avevamo festeggiato anche il ventennale. Poi non ce l’abbiamo fatta più”, racconta l’ex presidente Ferdinando Calderini. “Eravamo rimasti in pochi e ci volevano troppi soldi. Con la crisi è venuto meno l’appoggio dell’amministrazione e dei pochi sponsor che avevamo, e abbiamo gettato la spugna”. Resta solo il rammarico e la speranza che qualcuno possa avere più fortuna: “Dispiace, perché adesso i ragazzi del nostro paese non possono più giocare a calcio”.

FUTURO NERO – Le cose vanno male, insomma, e il futuro purtroppo non promette nulla di buono. “Si parla di ripresa, speriamo sia così, ma per ora non ne abbiamo sentore: nel 2016 scenderemo sotto quota 10mila società”, rivela Ciaccolini. Il punto più basso da vent’anni a questa parte. E la situazione potrebbe ancora peggiorare: il taglio dei fondi Coni alla Figc non toccherà le grandi squadre, infatti, ma il movimento. “Ancora non sappiamo quali saranno gli effetti, le spese arbitrali potrebbero ricadere sulle società e aggravare i costi. Vedremo”. La Lega, insomma, non è ottimista: “Noi oltre a non toccare da 7 anni gli oneri di iscrizione e cercare di migliorare le condizioni di lavoro delle società, possiamo fare poco. Diecimila squadre in meno significa che oggi migliaia di ragazzi non hanno modo di giocare a pallone. Speriamo che la crisi finisca e la tendenza negativa si inverta: il serbatoio del nostro calcio si sta prosciugando”. E come in una piramide con la base sempre più stretta, anche il vertice ne risente.

Twitter: @lVendemiale
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Due cose su quello che avete scritto:

1:quando mai in Calabria c'è stato un tessuto industriale? Escludendo la zona di Crotone dove comunque le grandi industrie hanno chiuso i battenti industrie non ce ne sono mai state, ci sono piccoli imprenditori o qualche realtà tipo appunto mangiatorella, mauro o callipo. Chi ha in mano la squadra rappresentativa della città dovrebbe cercare di attirare capitali da soggetti extra regione o extra nazione, ma per far questo devi lavorare in tal senso, rendere il prodotto appetibile, andarti a cercare gli investitori, avere una visione per la quale potresti non essere più tu ad avere il controllo del vapore.
2: A Crotone si è fatta una politica oculata di valorizzazione di giocatori provenienti da altre squadre, si sono costruite le basi per una promozione con grande serietà umiltà e uno stadio giocattolo. Gli 800 milioni la famiglia Vrenna non li ha certo fatti col Crotone n'è ce ne ha spesi granché almeno fino all'ultimo campionato.
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mohammed ha scritto:Due cose su quello che avete scritto:

1:quando mai in Calabria c'è stato un tessuto industriale? Escludendo la zona di Crotone dove comunque le grandi industrie hanno chiuso i battenti industrie non ce ne sono mai state, ci sono piccoli imprenditori o qualche realtà tipo appunto mangiatorella, mauro o callipo. Chi ha in mano la squadra rappresentativa della città dovrebbe cercare di attirare capitali da soggetti extra regione o extra nazione, ma per far questo devi lavorare in tal senso, rendere il prodotto appetibile, andarti a cercare gli investitori, avere una visione per la quale potresti non essere più tu ad avere il controllo del vapore.
2: A Crotone si è fatta una politica oculata di valorizzazione di giocatori provenienti da altre squadre, si sono costruite le basi per una promozione con grande serietà umiltà e uno stadio giocattolo. Gli 800 milioni la famiglia Vrenna non li ha certo fatti col Crotone n'è ce ne ha spesi granché almeno fino all'ultimo campionato.
Per fare una politica oculata di valorizzazione ci vuole tempo, non si può pretendere che in un anno si possano creare le basi solide per fare il salto di qualità.
Per attirare capitali extra regione o extra nazione bisogna già essere nei professionisti ed avere basi solide altrimenti, preferiscono investire altrove.
La Reggina Calcio ebbe un'attrattiva e molto offerte quando era in alta serie B o in serie A.
L'importante non è vincere ma partecipare, con onore, alla sconfitta dell'avversario.
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io2 ha scritto:
mohammed ha scritto:Due cose su quello che avete scritto:

1:quando mai in Calabria c'è stato un tessuto industriale? Escludendo la zona di Crotone dove comunque le grandi industrie hanno chiuso i battenti industrie non ce ne sono mai state, ci sono piccoli imprenditori o qualche realtà tipo appunto mangiatorella, mauro o callipo. Chi ha in mano la squadra rappresentativa della città dovrebbe cercare di attirare capitali da soggetti extra regione o extra nazione, ma per far questo devi lavorare in tal senso, rendere il prodotto appetibile, andarti a cercare gli investitori, avere una visione per la quale potresti non essere più tu ad avere il controllo del vapore.
2: A Crotone si è fatta una politica oculata di valorizzazione di giocatori provenienti da altre squadre, si sono costruite le basi per una promozione con grande serietà umiltà e uno stadio giocattolo. Gli 800 milioni la famiglia Vrenna non li ha certo fatti col Crotone n'è ce ne ha spesi granché almeno fino all'ultimo campionato.
Per fare una politica oculata di valorizzazione ci vuole tempo, non si può pretendere che in un anno si possano creare le basi solide per fare il salto di qualità.
Per attirare capitali extra regione o extra nazione bisogna già essere nei professionisti ed avere basi solide altrimenti, preferiscono investire altrove.
La Reggina Calcio ebbe un'attrattiva e molto offerte quando era in alta serie B o in serie A.
Quello che conta è il bacino d'utenza e quello della reggina è immenso considerando i tifosi sparsi per il mondo, non solo la provincia. Anzi può essere molto vantaggioso potenzialmente prendere una squadra come la nostra che basterebbe fare un investimento serio e si ritroverebbe lo stadio pieno. Ovviamente si parla per parlare, gli investitori non ci sono come non c'è la voglia di andarli comunque a cercare.
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SoloOcchi
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Ci andrei piano quando si parla di bacino di utenza.
Reggio Calabria è sempre stata "particolare" in caso di eventi straordinari, sportivamente parlando.
Ma lo zoccolo duro della tifoseria non supera le 3000 unità.
Il resto è più sugli eventi che sulla passione.
In una analisi di mercato nessun imprenditore investirebbe al momento sulla nostra socièta (se non per passione).
Purtroppo è così. :salut
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SoloOcchi ha scritto:Ci andrei piano quando si parla di bacino di utenza.
Reggio Calabria è sempre stata "particolare" in caso di eventi straordinari, sportivamente parlando.
Ma lo zoccolo duro della tifoseria non supera le 3000 unità.
Il resto è più sugli eventi che sulla passione.
In una analisi di mercato nessun imprenditore investirebbe al momento sulla nostra socièta (se non per passione).
Purtroppo è così. :salut

E' chiaramente così. Con una grossa differenza: se Sassuolo, Chievo, Carpi, Entella ecc. per assurdo lottassero per lo scudetto, sarebbero seguite dagli stessi che li seguivano in serie C; dovesse capitare a noi ci vorrebbero due Granillo...
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