Grazie Emanuele....

Tutto sulla Reggina

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earthquake
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se la Reggina riesce a evitare il baratro della serie D e forse anche un doloroso fallimento, lo dobbiamo a te, autore di due strepitose parate, una all'andata e una ieri.
Sei un gran portiere e rimarrai scolpito nelle nostre menti, assieme a Cozza, Tedesco, Amoruso, Poli, Giacchetta, Mariotto ed altri, come un GLADIATORE AMARANTO!
C'eri tu a San Siro quando paravi il rigore a Shevchenko in uno dei più bei pareggi della storia amaranto alla Scala del calcio, c'eri tu a Napoli nella partita più sofferta che abbia potuto vedere, quando tu assieme ad altri 10 gladiatori avete strappato coi denti un pareggio contro 70.011 avversari particolarmente rumorosi, c'eri tu a Bergamo quando in un altrettanto ambiente ostile avete compiuto un'impresa altrettanto storica...c'eri nei momenti belli e nei momenti tristi, c'eri con 25000 persone e c'eri con 1000 persone, nei periodi più bui più nefasti. C'ERI IERI, nell'unica giornata di sole dopo un triennio fatto di pioggia, bufere, nevicate, uragani, contro i nostri rivali di sempre!
Da quello che ho capito, appendi le scarpe al chiodo...lo fai dopo una incredibile festa.

REGGIO NON TI DIMENTICHERA' MAI PER IL BENE CHE HAI FATTO PER QUESTI COLORI!
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chicugino
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mi unisco ai ringraziamenti :salut
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onlyamaranto
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Grande Emanuele! :salut

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
REGGIOèvita
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Per sempre nella storia di Reggio e della Reggina....Semplicemente GRAZIE
soloamaranto22
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Anche io faccio i Complimenti a lui ed agli altri due,ed il mio grazie per essere tornati.Grazie Emanuele,Bruno e Salvatore.
reggino
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io spero che ci ripensi...
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ahpa
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Grazie di tutto, hai scolpito il tuo nome nella nostra storia centenaria. Quando arrivaste a gennaio ero convinto che avreste risollevato la squadra, mi ero meravigliato e dispiaciuto che non ci foste riusciti; poi come ogni tanto capita accadono miracoli e questa seconda possibiità non ve la siete fatta sfuggire. Sei diventato negli anni un grande portiere, come bruno cirillo è diventato un grande condottiero, io vi ho sempre difeso, e oggi lo posso dire ad alta voce, come ho sempre difeso FRANCESCO COZZA, anche lui uno dei più grandi della nostra storia, il tempo come sempre è galantuomo.
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reggino91
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Grandissimo Belardi ha fatto 2 parate decisive,una all'andata e l'altra al ritorno! Due parate pesantissime che in parte se non quasi tutto hanno deciso la nostra salvezza. Poi 2 gare pefette,attentissimo sui pali,ha comandato alla perfezione la difesa,con esperienza e con il cuore.Un lottatore,ci ha messo il cuore ed oltre a lui vorrei ringraziare Cirillo che è stato mostruoso,perfetto,sontuoso,non ha fatto passare la palla,con esperienza e furbizia,è un lottatore,ha il sangue amaranto,ha retto insieme ad aronica tutta la difesa,spero che continui con noi anche l'anno prossimo invece di Belardi ho letto che si ritirerà e mi dispiace moltissimo,vorrei che continuasse. Grazie infinite Aronica,Cirillo e Belardi ed ovviamente anche a Giacomo Tedesco.
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NinoMed
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di Michele Favano e Pasquale Romano – La forza evocativa cattura l´attenzione, il messaggio é tutto in una involontaria combinazione simbolica. Emanuele Belardi é pronto a lasciare Reggio Calabria, la partenza é imminente. Vicino la porta (di casa…), adagiata, una grande valigia. Dentro, vent´anni di carriera: le speranze e i timori di un ragazzino, le certezze acquisite col tempo, vittorie, sconfitte, gioie e lacrime. Dentro la valigia non possono mancare le infinite parate: la prima, difficile da ricordare, quella che ha chiuso in modo esemplare il percorso da calciatore. Tiro di Orlando angolato, tuffo sulla destra a ricacciare un incubo, prodezza che ha un valore specifico irripetibile. Il popolo amaranto che inizia a toccare con mano una salvezza che, considerati avversario e circostanze, rimarrá nella storia. PRIMA PARTE DI INTERVISTA DEDICATA ALLO SPAREGGIO CON IL MESSINA E L´ULTIMA STAGIONE CON LA MAGLIA DELLA REGGINA. Emanuele, iniziamo dalla fine. Parata su Orlando, gol di Balistreri, la gioia che esplode. Reggina salva, Messina in D. “Abbiamo vinto questo spareggio da uomini veri. Appresa la notizia che erano stati restituiti i due punti, ci siamo chiusi nello spogliatoio. Avevo le giuste sensazioni, ero convinto che avremmo ottenuto noi la salvezza. Tutti hanno promesso di dare il massimo e cosi é stato, la nostra esperienza ha permesso di non cadere in tentazione…“ Giocatori, dirigenti e tifosi giallorossi. Una grande, unica, provocazione, l´intenzione era quella di accendere gli animi. “Alla fine hanno fatto il nostro gioco, avete letto o sentito una dichiarazione fuori posto dei giocatori della Reggina nei giorni precedenti allo spareggio? Si sono messi paura da soli, é questa la veritá. Le frasi di Ciciretti e Nigro si commentano da sole, mentre di Berardi conosco solo il giocatore del Sassuolo“. Come ti sei avvicinato al doppio confronto con il Messina, consapevole che si trattava delle ultime sfide ? “Dormendo poco, cosa che mi é successa raramente in carriera. Al San Filippo avevo una tensione incredibile, lo stomaco in subbuglio. Di certo non é stato d´aiuto mio fratello, da giorni non faceva che ripetermi ´Manu questa non la puoi perdere, non puoi chiudere con una retrocessione e per giunta contro il Messina´. Avevo una paura…” (ride, ndr). Non é stata una delle tue migliori stagioni a livello di rendimento, per quali ragioni? “So con certezza di non aver dato quanto potevo, non mi sono trovato a mio agio in Lega Pro. Questa categoria é un mondo a parte, per chi non é abituato le sofferenze sono garantite, il curriculum serve a poco. A questo bisogna aggiungere le difficoltá generali, e forse essere troppo attaccato alla causa mi ha danneggiato. A Foggia, vedendomi in panchina, é scattato qualcosa dentro di me, ho deciso che dovevo reagire. Per fortuna la conclusione é stata la migliore possibile”. Il finale, per tutti, é da conservare nella memoria. “Ci fossimo salvati contro Aversa Normanna o Savoia, non sarebbe successo nulla. La fiammella é sempre stata accesa, contro Catanzaro e Martina Franca ci abbiamo creduto, senza regali. Magari questo gruppo non é fortissimo, ma non ha mai mollato e fatto sacrifici importanti, era questo il senso del mio tweet, molto discusso. Quella parata su Orlando é stata una liberazione, il momento che ha cancellato mesi di sofferenza” - See more at: http://sport.strill.it/citta/pianeta-am ... RQgx7.dpuf
di Michele Favano e Pasquale Romano – Chiamale emozioni. Un’onda del destino particolarmente felice ha permesso ad Emanuele Belardi di chiudere la carriera con un successo sul campo del Messina. Vittoria e salvezza, il cerchio perfetto si chiude e onora degnamente un rapporto durato (tra pause e ritorni) venticinque anni. SECONDA PARTE DI INTERVISTA DEDICATA AL LUNGO PERCORSO IN AMARANTO, AL RAPPORTO CON FOTI E LA CITTA’ DI REGGIO CALABRIA Come è possibile definire il tuo rapporto con Foti ? ” Non è sempice. Anche in questi quattro mesi ci avrò litigato almeno quindici volte (ride, ndr). La mia storia con il presidente è stata cosi, momenti di tensione ma un affetto di base che non è mai mancato. Ci siamo voluti sempre bene, ma io sono un istintivo e quello che penso l’ho sempre detto in faccia. La riconoscenza è un qualcosa di importante per me, se ho fatto questa carriera parte del merito è di Lillo Foti”. I tifosi amaranto, da tempo, gli chiedono di farsi da parte. “A Messina, appena finita la partita, uscito dalla doccia, gli ho parlato. L’ho guardato in faccia, dicendo ‘Adesso basta presidente, fatti da parte. Sei stato un fenomeno per tanti anni, ma adesso sei solo, in mezzo a troppe difficoltà. Non ce la farai ad andare avanti cosi, molla’. Lui mi ha sorriso e annuito, dicendo che stavolta è pronto davvero a lasciare”. Per la Reggina potrebbero aprirsi nuovi orizzonti, dal profumo australiano… “Lo auguro di cuore, città e società meritano di tornare ai fasti di qualche anno fa. Io so che l’interesse di questa cordata è concreto, nei prossimi giorni potrebbe arrivare la svolta decisiva. “ Era difficile pensare a un tuo ennesimo ritorno, lo scorso gennaio. Ancora l’affetto si è rivelato decisivo ? “Avrei lasciato a gennaio dopo l’India, ero pronto a ritirarmi. Un paio di club cadetti mi avevano cercato, ho detto no e poi è arrivata la chiamata della Reggina. In questo caso non ho resistito, troppo forte il legame con città e società. Per sempre rimarrà la squadra del mio cuore. Ho giocato in tanti club, anche molto importanti, ma non sono paragonabili per sentimento alla Reggina”. Il Granillo dodicesimo uomo in campo dei tempi d’oro, si è trasformato in un deserto. Con il Messina è tornato un minimo di entusiasmo, può essere un nuovo inizio? “La gente di Reggio ama profondamente la Reggina, si tratta di un legame intenso e sincero, noi giocatori lo avvertiamo. Il distacco degli ultimi anni è figlio delle tante delusioni e amarezze, troppi i risultati negativi, si sono sfiorate le due retrocessioni consecutive. Reggio e la Reggina non meritavano umiliazioni come quelle subite a Lamezia, Cosenza e Messina. Ma se nel prossimo campionato la squadra infila due-tre vittorie a inizio stagione, tornano almeno diecimila persone al Granillo”. A chi ti senti di dire grazie per la tua crescita? “Sono arrivato al S.Agata a 13 anni, ero un bambino spaesato, catapultato in una realtà nuova. Ringrazio Enrico Etna, preparatore dei portieri delle giovanili amaranto. Mi ha fatto crescere come persona e calciatore, l’ho citato poche volte ma adesso mi sento di voler riconoscere l’importanza che ha avuto”. Quali le cartoline indelebili che conserverai con cura tra i ricordi ? “L’ultima non è niente male direi (ride, ndr). Sono davvero tanti i momenti indimenticabili, mi viene in mente la vittoria contro il Napoli, in un San Paolo gremito. Partita con il Milan? E’ rimasta come un evento indelebile per il rigore parato a Shevchenko e il pareggio strappato, ma la mia prestazione fu tutt’altro che positiva. Presi due gol stupidi, la punizione l’avrei potuta stoppare di petto in realtà (ride, ndr). - See more at: http://sport.strill.it/citta/pianeta-am ... EqtTN.dpuf
di Michele Favano e Pasquale Romano - Non solo Reggina. Maglia amaranto come seconda pelle, sono diverse però le esperienze maturate da Emanuele Belardi nel corso di una lunga carriera. Napoli, Catanzaro, Cesena e India (con il Pune City) tra le altre, una però assume un valore particolare. Dopo la Juventus, tutto è cambiato. TERZA E ULTIMA PARTE, DEDICATA ALLE ESPERIENZE MATURATE FUORI DALLO STRETTO E AL FUTURO, DOPO IL CALCIO. Emanuele, come si è realizzato il sogno di giocare nel club bianconero? “Il calcio è davvero strano. Dopo aver disputato un paio di campionati importanti con la maglia della Reggina, pensavo di meritare una chance importante e mi sono ritrovato in serie C con il Napoli. Sono finito al Catanzaro, non mi voleva nessuno. Poi…” Arriva la chiamata della Juventus, dopo Calciopoli finita in serie B. Hai realizzato subito? “No, al d.s. bianconero Secco ho risposto ‘Dai, non prendermi in giro’. Era tutto vero invece. Siamo saliti in serie A, causa i problemi fisici di Buffon ho giocato diverse partite, sia in campionato che in Coppa Italia”. Cosa si impara da campioni simili? “Buffon nel mio ruolo è una leggenda, mi ha colpito l’umiltà della persona, fuori dal campo. Con Del Piero ho un ottimo rapporto ancora oggi, Chiellini lo considero un fratello minore. Se non sei stupido, una volta arrivato alla Juventus noti tante cose. Io sono completamente cambiato, ho capito come si deve comportare un giocatore”. Quale il ricordo maggiormente significativo? “Erano i primi giorni di allenamento. Voglio arrivare in anticipo sull’orario concordato, per fare bella figura e dimostrare la mia voglia di imparare. Entro e vedo Nedved sul tapis roulant, che sgobbava da tempo. Parliamo di un Pallone d’Oro. Ho pensato ‘Non è possibile, se lui fa questo io devo dormirci qua dentro’ ” (ride, ndr). Quando hai deciso di lasciare il calcio giocato ? “Si è trattato di una scelta ponderata, valutata. Io credo che bisogna avere rispetto per se stessi, non avevo voglia di fare figure come quelle fatte in questi mesi. Ho capito che era il momento giusto per dire basta, ora mi voglio concentrare su alte cose”. Inizia una nuova vita, ci sarà ancora un pallone a recitare il ruolo di protagonista? “Non credo. Ho altri interessi, mi affascina il mondo della politica. Ho già vissuto un’esperienza simile a Eboli, voglio riprenderla, credo di essere portato. Ho entusiasmo e ambizione, mi butto in questa nuova avventura con la convinzione di poter fare bene”. - See more at: http://sport.strill.it/citta/pianeta-am ... DN5BE.dpuf
Have a Nice Day
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