Guarda quanto sono buono ... caro Luca29
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CONSULENZE. “Asp, nessun incarico per Tilde Minasi”Pubblicato 22/05/2013.
REGGIO CALABRIA. “Ho sempre svolto correttamente la mia professione di avvocato ed ho ricoperto il mio ruolo di assessore comunale alle Politiche Sociali prima ed all’Ambiente poi senza aver mai tratto guadagno alcuno o vantaggio dalla politica. Ecco perché non intendo accettare le insinuazioni che si sono volute mettere in evidenza sulla stampa.
La mia esperienza istituzionale, in tal senso, si è svolta nella massima trasparenza: il che tradotto, vuol dire che tutti i soldi percepiti con l’attività di assessore sono serviti non certo ad un arricchimento personale, poiché tutto ciò che ho guadagnato l’ho comunque rinvestito per proseguire, al meglio, l’attività politica sin qui realizzata. E proprio alla luce di tale trasparenza chiarisco tranquillamente la mia posizione per evitare che perduri l’errore.
I guadagni di cui si è parlato, infatti, non sono corretti, in quanto le cifre si riferiscono ad un compenso lordo onnicomprensivo di tutte le somme e le spese delle procedure attivate, in qualità di avvocato. Quindi non si tratta di consulenze elargite da Asp o Asl che sia, ma esattamente il contrario, cioè l’aver rappresentato in sede legale clienti privati in contenzioso contro l’Azienda Sanitaria. Avrebbe dovuto essere ovvio capire come la maggior parte di queste cifre non costituisca certo onorario professionale bensì spese per l’intera procedura.
In definitiva, da tale premessa sarebbe stato ovvio comprendere che le somme in questione non sono frutto di alcun tipo di incarico ricevuto dall’Asp bensì frutto di conferimenti ricevuti da persone fisiche ed aziende come d’altronde succede in qualsiasi attività libero-professionale. Ho sempre concepito la politica come servizio: non ho mai contato su rimborsi o su sostegni di alcun tipo, così come non ho mai utilizzato la mia posizione all’interno delle Istituzioni per ricercare qualsivoglia tipo di beneficio per me, la mia famiglia o le persone a me fortemente vicine.
Ciò è risaputo non solo negli ambienti della politica ma nell’assetto sociale della città di Reggio con il quale ho avuto modo di confrontarmi nel corso dei lunghi anni trascorsi tra i banchi della Giunta di Palazzo San Giorgio, riversando nella gestione della cosa pubblica tutte le energie possibili e trovando anche il tempo da dedicare alla professione forense che esercito da decenni e, grazie alla quale, sono conosciuta non solo in riva allo Stretto.
Nonostante tutto, ritengo l’informazione uno spazio vitale ed indispensabile all’esercizio della democrazia. Allo stesso tempo però è bene sottolineare come la notizia, che per sua definizione giunge a tutti, debba essere completa, veritiera per la corretta percezione da parte dell’opinione pubblica. Tra l’altro le carte pubblicate in questi giorni sono notoriamente documenti non pubblici, il che apre un’altra opportunità per interrogarci su come informazioni sulle quali vige il segreto giungano con tale facilità alla stampa.
In ogni caso, sulla vicenda in generale, se non dovesse trattarsi di tendenziosità giornalistica, si tratterebbe di errori contenuti nel famoso allegato n°7 di cui si è parlato, e comunque di un vistoso abbaglio nei confronti della mia persona. In particolare, quando si scrive, ad esempio, di “somma interamente proveniente da prestazioni di lavoro autonome con l’azienda sanitaria locale e poi provinciale di Reggio Calabria”, si sarebbe dovuto scrivere contro e non con. Ed ancora, quando si parla di “una cifra enorme messa in saccoccia quale contropartita per prestazione di lavoro autonomo rientranti nell’esercizio di arte o professione abituale”, pur sorvolando sull’infelice espressione utilizzata, devo evidenziare l’errore palese poiché non parliamo assolutamente di contropartita ma di pagamento di onorari dovuto alla soccombenza dell’Asp per vertenze che mi hanno vista avvocato di fiducia ribadisco dei privati.
Pure illazioni, tra l’altro autosmentite poco dopo, quando si dice “si tratta di somme ricevute tutte legittimamente visto che sono il frutto del lavoro di Tilde Minasi”. In riferimento poi all’escalation dei miei presunti guadagni in correlazione alla mia crescita politica sarebbe stato forse il caso che ci si informasse da quanti anni e con quanta determinazione io svolga la professione forense, per la quale, come è stato detto anche su qualche giornale, sarei particolarmente portata.
Ribadisco la mia stima verso l’informazione reale, le inchieste condotte in modo serio e approfondito, purché vere, mi spiace che l’inseguimento affannoso dello scoop forzato debba seppellire la veridicità della notizia e gettare, senza la minima attenzione, fumo negli occhi della pubblica opinione incrementando ancor di più la distanza tra il cittadino e le Istituzioni. Rimarco, perciò, per chi legge e per la cittadinanza che è stata indotta a trarre delle conseguenze a causa della faziosità con cui la notizia è stata confezionata, che mai ho ricevuto incarichi dall’Asp reggina”.
Tilde Minasi
Consigliere regionale Calabria