Buco Comune: 124 mln il disavanzo da ripianare ecco il piano

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aquamoon
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doddi ha scritto:

...Nel caso di dissesto, ancora, è consentito alienare il patrimonio del comune, il riferimento alla querelle del nostro patrimonio edilizio non è casuale, per reperire risorse, cosa che al comune di Napoli è stata già consentita per colmare il disavanzo di 1,6 miliardi euro, con ingenti fondi statali già erogati, grazie al ricorso alla legge salva enti.

Qua a Reggio hanno levato le barricate mentre a Napoli contano di recuperare 1 mliardo.

Nessuno nega il problema, però qua ci stanno mettendo anche parecchio del "loro" per esarcebare la situazione, qualora fosse possibile aggravarla, e lo stanno facendo anche bene.
Avessero voluto esarcebare, avrebbero dichiarato il dissesto, condannato i responsabili a rispondere in solido e impedito anche la comparsata masochista di mezzarena al Senato.
Adesso salta fuori che si svende il patrimonio edilizio di proprietà comunale (comune cioè di noi tutti) per pagare le ultime rate a Pegna e alla pletora di creditori.
Peccato non si possa fare.
Serve una Legge regionale e mezzarena ha già anticipato che chiederà all'amico peppe la cortesia di fare la leggina ad hoc.
In other words, scopelliti crea un buco di bilancio, firma bilanci favolosi e grazie alle prebende distribuite ed ai favori fatti utilizzando oltre misura i fondi a disposizione,
viene rieletto.
Qualcuno comincia a chiedere e lui, sempre grazie alla rendita di consenso procurato distraendo per cazzate varie diecine di milioni ad associazioni di varia natura e consorzi zeppi di amici degli amici, molla la barca che ormai fa acqua da tutte le parti, molla il suo bancomat, abbandona raffagel e si piazza alla Regione.
Adesso, mezzarena dixit, fa una legge e ripiana i SUOI debiti con il NOSTRO patrimonio edilizio.
...
Si fosse dichiarato il dissesto, ci saremmo risparmiati ALMENO questa squallida interpretazione della Politica, scopelliti sarebbe tornato a casa e avremmo evitato l'ennesima bocciatura da parte degli organi competenti di una Legge palesemente viziata da conflitto d'interesse.
...
La Città tutta paga oggi l'ambizione smodata dell'ex figghiolazzu e la dabbenaggine di quanti, seppur informati, hanno continuato a sostenerlo per semplice tigna.
:salut

Leggo di multisala in progress e intanto,
tra l'indifferenza generale,
i Quiper chiusi hanno mandato al macello 500 famiglie.
:evil:
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ethan
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OronzoPugliese ha scritto:
ethan ha scritto:Prima dell'avvento dei commissari, ratealmente, a singhiozzo, ma stavano pagando..

...a chi volevano loro, e nell'ordine che credevano

Rassa perdiri
Io non ho santi in paradiso, e mi stavano pagando seppur ratealmente..
Adesso cazzi...
doddi
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aquamoon ha scritto:
doddi ha scritto:

...Nel caso di dissesto, ancora, è consentito alienare il patrimonio del comune, il riferimento alla querelle del nostro patrimonio edilizio non è casuale, per reperire risorse, cosa che al comune di Napoli è stata già consentita per colmare il disavanzo di 1,6 miliardi euro, con ingenti fondi statali già erogati, grazie al ricorso alla legge salva enti.

Qua a Reggio hanno levato le barricate mentre a Napoli contano di recuperare 1 mliardo.

Nessuno nega il problema, però qua ci stanno mettendo anche parecchio del "loro" per esarcebare la situazione, qualora fosse possibile aggravarla, e lo stanno facendo anche bene.
Avessero voluto esarcebare, avrebbero dichiarato il dissesto, condannato i responsabili a rispondere in solido e impedito anche la comparsata masochista di mezzarena al Senato.
Adesso salta fuori che si svende il patrimonio edilizio di proprietà comunale (comune cioè di noi tutti) per pagare le ultime rate a Pegna e alla pletora di creditori.
Peccato non si possa fare.
Serve una Legge regionale e mezzarena ha già anticipato che chiederà all'amico peppe la cortesia di fare la leggina ad hoc.
In other words, scopelliti crea un buco di bilancio, firma bilanci favolosi e grazie alle prebende distribuite ed ai favori fatti utilizzando oltre misura i fondi a disposizione,
viene rieletto.
Qualcuno comincia a chiedere e lui, sempre grazie alla rendita di consenso procurato distraendo per cazzate varie diecine di milioni ad associazioni di varia natura e consorzi zeppi di amici degli amici, molla la barca che ormai fa acqua da tutte le parti, molla il suo bancomat, abbandona raffagel e si piazza alla Regione.
Adesso, mezzarena dixit, fa una legge e ripiana i SUOI debiti con il NOSTRO patrimonio edilizio.
...
Si fosse dichiarato il dissesto, ci saremmo risparmiati ALMENO questa squallida interpretazione della Politica, scopelliti sarebbe tornato a casa e avremmo evitato l'ennesima bocciatura da parte degli organi competenti di una Legge palesemente viziata da conflitto d'interesse.
...
La Città tutta paga oggi l'ambizione smodata dell'ex figghiolazzu e la dabbenaggine di quanti, seppur informati, hanno continuato a sostenerlo per semplice tigna.
:salut

Leggo di multisala in progress e intanto,
tra l'indifferenza generale,
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:evil:
... Ricapitoliamo 8-)
A Napoli cosa stanno facendo?
La considerazione era questa. Magari ti sei perso, come spesso accade, tra i tuoi arzigogolamenti lessicali.
E poi soprattutto quando la maggior parte di questi immobili rappresentano solo passività sul bilancio per gli onerosi costi di manutenzione e difficoltà a ricevere i canoni di locazione.

L'Italia cosa ha fatto e cosa farà?
E' sempre stato il centrosinistra il promotore delle grandi dismissioni, di qualsiasi genere e tipo, ed ora a Reggio andate controcorrente e contro la Vs. gloriosa storia?

Perdonami se parlo al plurale ma questa è la linea d pensiero manifestata dai partiti di quell'area.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto: A Napoli cosa stanno facendo?
La considerazione era questa. Magari ti sei perso, come spesso accade, tra i tuoi arzigogolamenti lessicali.
E poi soprattutto quando la maggior parte di questi immobili rappresentano solo passività sul bilancio per gli onerosi costi di manutenzione e difficoltà a ricevere i canoni di locazione.

L'Italia cosa ha fatto e cosa farà?
E' sempre stato il centrosinistra il promotore delle grandi dismissioni, di qualsiasi genere e tipo, ed ora a Reggio andate controcorrente e contro la Vs. gloriosa storia?

Perdonami se parlo al plurale ma questa è la linea d pensiero manifestata dai partiti di quell'area.
Ma di cosa parli?
Che facciamo i ragazzini? Tu mi parli di napoli ed io ti rispondo Alessandria?
Forse non te ne sei accorto ma quì da dismettere non c'è nulla, qualunque cosa si è tentato di vendere non si è realizzato nulla.
L'Italcitrus come il Miramare non li vuole nessuno e non mi risultano altre dismissioni da fare se non
l'edilizia popolare,
ovvero quel meraviglioso meccanismo grazie al quale il diritto alla casa, secondo la Costituzione, è andato a farsi strabenedire.
Le case vanno assegnate e non vendute.
Nel caso, si decida di venderne una parte, il ricavato DEVE essere destinato alla costruzione o ammodernamento del patrimonio edilizio ovvero le CASE POPOLARI.
Ti ripeto:
non è ammissibile che chi ha procurato il danno, lo ripiani creandone un altro ancora più pesante al solo ed unico scopo di garantire la carriera politica di quattro persone.
Se ti piacciono le dismissioni compiacenti ed indulgenti... e pensi che il PD la pensi come te,
sostienilo.
Hai tutti i numeri per fare carriera. Una volta diventato dirigente, proponi la dismissione delle case popolari per pagare i debiti accumulati e,
con fronte alta e petto in fuori,
spiega loro che chi ha fatto il buco e l'ha rattoppato con una pezza a colore inguardabile è sempre la stessa persona.
C'è un conflitto d'interessi macrocospico, come fai a non tenerne conto?
:salut
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aquamoon ha scritto:
doddi ha scritto: A Napoli cosa stanno facendo?
La considerazione era questa. Magari ti sei perso, come spesso accade, tra i tuoi arzigogolamenti lessicali.
E poi soprattutto quando la maggior parte di questi immobili rappresentano solo passività sul bilancio per gli onerosi costi di manutenzione e difficoltà a ricevere i canoni di locazione.

L'Italia cosa ha fatto e cosa farà?
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Perdonami se parlo al plurale ma questa è la linea d pensiero manifestata dai partiti di quell'area.
Ma di cosa parli?
Che facciamo i ragazzini? Tu mi parli di napoli ed io ti rispondo Alessandria?
Forse non te ne sei accorto ma quì da dismettere non c'è nulla, qualunque cosa si è tentato di vendere non si è realizzato nulla.
L'Italcitrus come il Miramare non li vuole nessuno e non mi risultano altre dismissioni da fare se non
l'edilizia popolare,
ovvero quel meraviglioso meccanismo grazie al quale il diritto alla casa, secondo la Costituzione, è andato a farsi strabenedire.
Le case vanno assegnate e non vendute.
Nel caso, si decida di venderne una parte, il ricavato DEVE essere destinato alla costruzione o ammodernamento del patrimonio edilizio ovvero le CASE POPOLARI.
Ti ripeto:
non è ammissibile che chi ha procurato il danno, lo ripiani creandone un altro ancora più pesante al solo ed unico scopo di garantire la carriera politica di quattro persone.
Se ti piacciono le dismissioni compiacenti ed indulgenti... e pensi che il PD la pensi come te,
sostienilo.
Hai tutti i numeri per fare carriera. Una volta diventato dirigente, proponi la dismissione delle case popolari per pagare i debiti accumulati e,
con fronte alta e petto in fuori,
spiega loro che chi ha fatto il buco e l'ha rattoppato con una pezza a colore inguardabile è sempre la stessa persona.
C'è un conflitto d'interessi macrocospico, come fai a non tenerne conto?
:salut
Ti ri-ri-ripeto, per la terza volta an filera, che a Napoli lo stanno fando.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
Ti ri-ri-ripeto, per la terza volta an filera, che a Napoli lo stanno fando.
Napoli non c'entra nulla.
Continui a parlare di annunci, inaugurazioni, tagli di nastro...
La questione è:
sei d'accordo che per pagare i debiti si debbano vendere le case popolari?
Sei d'accordo che con l'ennesima furbata, si debba pagare NOI le carriere di scopelliti & co.?

:evil:
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aquamoon ha scritto:
doddi ha scritto:
Ti ri-ri-ripeto, per la terza volta an filera, che a Napoli lo stanno fando.
Napoli non c'entra nulla.
Continui a parlare di annunci, inaugurazioni, tagli di nastro...
La questione è:
sei d'accordo che per pagare i debiti si debbano vendere le case popolari?
Sei d'accordo che con l'ennesima furbata, si debba pagare NOI le carriere di scopelliti & co.?

:evil:
http://www.youtube.com/watch?v=m-AebxcV5_E

...Vincenzo m'è padre a me... :fifi:
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e che ci vuole scusate? basta vendere un pò del patrimonio immobiliare del comune! Tipo vendere i palazzi dove ci sono gli uffici, e poi pagare l'affitto per poter tenere gli uffici lì, un affare! avete mai pensato di giocare in borsa?

:D
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Reggio, la manovra decennale dei Commissari. Leonia verso scioglimento
http://www.ildispaccio.it/primo-piano/1 ... ioglimento

di Benedetta Malara - Che sarebbero stati dieci anni di "lacrime e sangue" lo avevano già detto. La manovra economica per ripianare il disavanzo delle casse del Comune di Reggio Calabria richiederà un grande sforzo da parte di tutti, e il piano di rientro approntato dalla terna commissariale, formata da Vincenzo Panico, Giuseppe Castaldo e Dante Piazza, basa il risanamento anche e soprattutto su una forte riduzione della spesa corrente, e sul recupero dell'evasione tributaria, in modo da riuscire a ridurre le famose – e nel passato stra-usate – anticipazioni di cassa.

Il totale del disavanzo da ripianare, secondo quanto stimato, è di 110.918.040,99 milioni di euro, di cui poco più di 11 milioni sono debiti fuori bilancio, 800mia euro sono passività pregresse e poco più di un milione di euro è rappresentato da debiti a carico del funzionario delegato per gli interventi del "Decreto Reggio". Tuttavia, nel piano - per il debito del "Decreto Reggio" - è stato previsto di contrarre mutuo a carico dell'ente, da attivarsi solo se il funzionario non dovesse riconoscere il debito.

Grafici e cifre alla mano, oggi vengono messi sul piatto i numeri del quasi dissesto: solo nel 2010 e nel 2011 il rendiconto dell'esercizio finanziario segnava, come risultato di amministrazione, rispettivamente meno 11.846.281,88 di euro e meno 107.927.655,14 di euro. Ma il 2010, in particolare, è stato un anno nero anche per il risultato della gestione di competenza, ovvero per la differenza tra accertamenti e impegni contabili. Il 2010 si chiude, a Reggio, con meno 51.327.455,88 di euro. "Dal 2002 al 2011 – hanno spiegato i commissari – si sono avuti una serie di minori ricavi. Nella gestione veniva scritto mille, ma non era così, e questo comportava un minor ricavo per l'ente", il che avrebbe poi generato – nel 2010 – l'enorme disavanzo di 51 milioni di euro.
E per le casse, questa gestione non troppo ortodossa ha determinato uno squilibrio che ha causato un andamento decrescente già a partire dal 2002.
Dal 2002 al 2004, lo squilibrio si sarebbe attestato sotto i 20 milioni di euro, ma dal 2007 in poi si precipita sui 40 milioni. Stesso discorso vale per le anticipazioni di tesoreria, che secondo quanto emerso dal processo in corso per l'ex sindaco Giuseppe Scopelliti e i tre revisori dei conti Domenico D'Amico, Ruggero Alessandro De Medici e Carmelo Stracuzzi, sarebbero state largamente utilizzate per placare i creditori del comune. Le anticipazioni, tuttavia, non venivano mai restituite alle casse comunali. E già dal 2007 si parte con uno scoperto di oltre 20 milioni, che toccherà il suo apice nel 2010, con oltre 40 milioni.
Già adesso, si prevede di recuperare qualcosa in breve termini, come ad esempio i 20 milioni di euro derivanti dal mancato obbligo di finanziare il fondo di svalutazione crediti, oppure circa 10 milioni annui dalla lotta all'evasione tributaria. Tutto ciò, chiaramente, avrà effetti sulla pressione fiscale, anche se i commissari hanno assicurato che qualora si riuscissero ad ottenere delle riduzioni dei costi, le famose aliquote di acqua e Tarsu – recentemente aumentate al massimo – potrebbero essere ribassate.

Dieci anni di lotta, in cui si prevede un risparmio di circa 237milioni di euro. "Il disavanzo potrà essere chiuso in cinque anni – dicono – ma per l'equilibrio di cassa ci vuole più tempo". E per cercare di tenere fede a quanto promesso, nel piano sono state inserite alcune misure che dovrebbero impedire il verificarsi di ulteriori condizioni di squilibrio: sono stati costituiti fondi di accantonamento prudenziale per eventuali soccombenze in giudizio, la previsione del fondo svalutazione crediti a garanzia di eventuali perdite su crediti, la certificazione da parte dei dirigenti di tutti i debiti fuori bilancio, il significativo abbattimento dell'ammontare dei residui attivi espungendo i crediti di problematica esigibilità e il mantenimento cautelativo di tutti i residui passivi anche se non ancora riconosciuti come effettivi debiti.

Al di là delle valutazioni prettamente tecniche, i commissari hanno accertato che il 50% dei debiti del comune sono riconducibili ai "grandi debitori", che hanno concesso al comune una rateizzazione per l'appianamento delle somme in dieci o quindici anni, mentre per quanto riguarda gli altri debiti – quelli di minore portata – i commissari prevedono un ripianamento in cinque anni. Tutto questo grazie anche al fondo di rotazione, che consta di 40 milioni di euro che però – come è stato sottolineato – altro non sono che un'altra anticipazione di cassa, e vanno restituiti. Di questi, circa la metà verranno investiti per i debiti derivanti da opere pubbliche, per farle ripartire dando respiro all'indotto produttivo.

Qualcosa è prevista anche per il famoso "Decreto Reggio", definito dal dottor Piazza una "grossa risorsa per il comune, che è partita nel 1989 e dovrebbe finire nel 2022. Ho preso contatti – ha detto Piazza – con il Ministero per le Infrastrutture, per riaprire un dialogo. Abbiamo due tentativi: o ripartire dai finanziamenti dal 2013 in avanti, o recuperare le somme cadute in perenzione (somme stanziate nel Bilancio dello Stato ed impegnate, in seguito a gara pubblica, che non vengono spese dalle Amministrazioni Pubbliche entro un certo periodo di tempo, ndr)". Su queste somme "non spese entro un certo periodo di tempo", però, si vocifera un'altra verità. La somma di 36 milioni di euro, stanziata proprio per il "Decreto Reggio", sarebbero "stati utilizzati per altre cose".
Ma sul piano strettamente operativo, per quanto riguarda la città, il prefetto Panico ha alcune novità: per quanto riguarda la dismissione del patrimonio edilizio, attualmente ferma, sono stati convocati oggi i cittadini interessati, per cercare di sbloccare la situazione. E ugualmente fermo è il tapis roulant, per cui però è prevista la riapertura entro marzo. E si parla di lavoro, ma soprattutto di lavoratori, con lo stop alla costruzione del Palazzo di Giustizia, per cui "stiamo compiendo tutti i passi necessari per fare in modo che ci possa essere una ripresa". Oggi, infatti, il Comune ha completato i pagamenti che aveva in sospeso con la ditta Bentini, e anche se questo non determinerà in automatico la ripresa dei lavori "è comunque un passo avanti – ha detto Panico – quello che possiamo fare lo facciamo".

Non proprio buone notizie si profilano invece per la Leonia, la società mista che gestisce la raccolta rifiuti. Panico ha rivelato che il socio privato, Calabria Agenda Ambientale, è oggetto di una informazione antimafia interdittiva della Prefettura di Reggio Calabria. La legge, adesso, prevede lo scioglimento della Leonia, ma i commissari hanno assicurato il massimo impegno per evitare problemi nella raccolta dei rifiuti e, soprattutto, per mantenere i livelli occupazionali.
Lacrime, sangue, e sacrifici, almeno fino al 2023. Ma, bisogna ricordarlo, i commissari andranno via tra poco più di un anno, e toccherà alla nuova amministrazione, alle nuove guide, portare avanti il piano di rientro per permettere alla città di risollevarsi.
Have a Nice Day
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pincopallino ha scritto: “grazie” alla non dichiarazione di dissesto io ho già vinto e consumato due lussuose cene……….. chiederò a coloro che mi hanno già pagato le due cene se vogliono la "rivincita" e questa volta aumenterò la posta della scommessa a tre cene così cenerò gratis tre volte :eheh:
Posso unirmi anch’io alla scommessa? ...........naturalmente anch’io scommetto che non ci sarà alcuna dichiarazione di dissesto !!!!
pincopallino ha scritto: vorrei chiedere a Motociclista o chiunque altro sa la risposta: quanto tempo ancora ha la Corte dei Conti per pronunciarsi sull' approvazione o meno del piano di rientro dei commissari?
Cinque settimane? Cinque mesi? Cinque anni? O cinque anni x due ?
Secondo me la Corte dei Conti ha ancora 10 anni di tempo a disposizione per decidere (nel frattempo ........ si tira a campare)!!!
NinoMed ha scritto: i commissari hanno assicurato il massimo impegno per evitare problemi nella raccolta dei rifiuti e, soprattutto, per mantenere i livelli occupazionali.
Lacrime, sangue, e sacrifici, almeno fino al 2023
Da quello che ho capito io ascoltando la breve intervista del commissario Panico, l’unica cosa certa è il mantenimento dei livelli occupazionali delle miste, costi quel che costi (quindi anche al costo di tagliare i servizi del 50% o aumentare i tributi ancora del 500%).
ciesse
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il meditatore ha scritto: Da quello che ho capito io ascoltando la breve intervista del commissario Panico, l’unica cosa certa è il mantenimento dei livelli occupazionali delle miste, costi quel che costi (quindi anche al costo di tagliare i servizi del 50% o aumentare i tributi ancora del 500%).
Ho capito bene se il commissario Panico ha avuto respinto il piano di dismissione per la mista Reges, con il riacquisto della quota privata, facendola diventare a totale capitale pubblico (in house)?
Se le cose stanno così, e stanno così, con i dipendenti da 2 giorni in sciopero, il Commissario NON potrà fare tutto quello che vuole, ma dovrà adeguarsi ad esigenze diverse. :salut
il meditatore
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Ciao Ciesse,
non perchè non ti sei spiegato bene, ma perchè io a volte non "ci arrivo",
non ho capito cosa hai scritto.
Potresti gentilmente spiegarmelo più "terra terra"?
Grazie
ciesse
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Veramente dispiaciuto meditatore. Ma il commento presupponeva la conoscenza dei fatti precedenti che erano sottaciuti.
Ricapitoliamo: il piano di rientro predisposto dalla Commissione Straordinaria (cd. piano Panico) prevedeva dove possibile l'acquisizione da parte del Comune delle quote private delle società miste che diventerebbero così società per azioni possedute al 100% da un ente pubblico (in house). Questa soluzione avrebbe certamente garantito i livelli occupazionali in essere, anzi per i lavoratori sarebbe scattato un trattamento più favorevole rispetto ai dipendenti pubblici.
Questo piano è stato bocciato dal Ministero per motivi facilmente intuibili: nessuno può garantire ulteriori somme che aumenterebbero il deficit che già grava sul bilancio del Comune.
L'alternativa è in vista: il Comune dovrà cedere le quote di sua proprietà a soci privati, laddove questo sia possibile: cioè Reges e Recasi. Multiservizi è in liquidazione. Leonia lo sarà presto.

I dipendenti delle due partecipate sono in sciopero da 3 giorni ad oltranza.

In conferenza stampa stamattina il Commissario Panico ha assicurato che cercherà il modo di mantenere i livelli occupazionali esistenti, ma questo ovviamente non sarà possibile se non in una prima fase.
La bocciatura del piano da Lui predisposto è segnale abbastanza chiaro che il prefetto non è padrone della città. La sua presenza è limitata al mandato di scopo e di tempo. E anche le sue promesse valgono per l'oggi. Per il domani si vedrà. :salut
doddi
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ciesse ha scritto:Veramente dispiaciuto meditatore. Ma il commento presupponeva la conoscenza dei fatti precedenti che erano sottaciuti.
Ricapitoliamo: il piano di rientro predisposto dalla Commissione Straordinaria (cd. piano Panico) prevedeva dove possibile l'acquisizione da parte del Comune delle quote private delle società miste che diventerebbero così società per azioni possedute al 100% da un ente pubblico (in house). Questa soluzione avrebbe certamente garantito i livelli occupazionali in essere, anzi per i lavoratori sarebbe scattato un trattamento più favorevole rispetto ai dipendenti pubblici.
Questo piano è stato bocciato dal Ministero per motivi facilmente intuibili: nessuno può garantire ulteriori somme che aumenterebbero il deficit che già grava sul bilancio del Comune.
L'alternativa è in vista: il Comune dovrà cedere le quote di sua proprietà a soci privati, laddove questo sia possibile: cioè Reges e Recasi. Multiservizi è in liquidazione. Leonia lo sarà presto.

I dipendenti delle due partecipate sono in sciopero da 3 giorni ad oltranza.

In conferenza stampa stamattina il Commissario Panico ha assicurato che cercherà il modo di mantenere i livelli occupazionali esistenti, ma questo ovviamente non sarà possibile se non in una prima fase.
La bocciatura del piano da Lui predisposto è segnale abbastanza chiaro che il prefetto non è padrone della città. La sua presenza è limitata al mandato di scopo e di tempo. E anche le sue promesse valgono per l'oggi. Per il domani si vedrà. :salut
Nessuna promessa (impegno) è stata mantenuta, inclusa la puntualità del pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali.
Nessuna, ribadisco, nessuna che sia nessuna.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto: Nessuna promessa (impegno) è stata mantenuta, inclusa la puntualità del pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali.
Nessuna, ribadisco, nessuna che sia nessuna.
La situazione non è allegra: la crisi è internazionale, la città ha un tessuto produttivo fragilissimo, il governo di Roma è assente o del tutto impotente.

Io avevo previsto le anticipate dimissioni di Panico perchè di fronte a problemi veramente insormontabili.

Resiste invece, con la scorta sotto le finestre, mentre la città precipita verso il terzo mondo.
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Ciao Ciesse,
tu dici che “il piano di rientro predisposto dalla Commissione Straordinaria (cd. piano Panico) prevedeva dove possibile l'acquisizione da parte del Comune delle quote private delle società miste che diventerebbero così società per azioni possedute al 100% da un ente pubblico (in house). Questa soluzione avrebbe certamente garantito i livelli occupazionali in essere, anzi per i lavoratori sarebbe scattato un trattamento più favorevole rispetto ai dipendenti pubblici.
Questo piano è stato bocciato dal Ministero per motivi facilmente intuibili: il Comune dovrà cedere le quote di sua proprietà a soci privati, laddove questo sia possibile: cioè Reges e Recasi. Multiservizi è in liquidazione. Leonia lo sarà presto.
In conferenza stampa stamattina il Commissario Panico ha assicurato che cercherà il modo di mantenere i livelli occupazionali esistenti, ma questo ovviamente non sarà possibile se non in una prima fase.”

Quindi da ciò si dovrebbe desumere che nessuna delle miste sarà trasformata in società in house con rischio per i dipendenti delle miste.

In questo servizio (dal minuto 16:30)
http://www.reggiotv.it/streaming/tg del 7 marzo (ieri)
e successiva intervista al dottor Panico invece appare chiaro che l’unica cosa certa, il principale (forse l’unico) loro obiettivo è
“esplicita clausola di salvaguardia dei livelli occupazionali precisa la terna commissariale”

inoltre, anche nella gazzetta del sud di martedì c’era scritto che per le miste Leonia e Multiservizi l’orizzonte è quello di creare nuove società in house !

Alla luce di tutto ciò, io mi son fatto l'idea che lunica cosa sicura in tutta st'incertezza è appunto che i dipendenti delle miste saranno tutelati al 100% anche in caso di dichiarazione di dissesto;
da quando detto da Panico e Dante mi vien da pensare che sarebbe più facile e probabile mandare a casa una ventina di dipendenti comunali o una ventina di vigili urbani piuttosto che 10 dipendenti della Multiservizi.
ciesse
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Mi sembra pacifico che al momento del passaggio da società mista a società interamente privata sarà inserita la "clausola mantenimento livelli occupazionali" quindi nessuno dei dipendenti perderà il proprio posto di lavoro.
Ma per quanto tempo potrà essere garantito l'esubero di personale? Un anno, due anni. A lungo andare il privato necessariamente dovrà modulare il personale secondo le proprie esigenze anche in rapporto al luogo dove il lavoro viene svolto (che potrà essere lontano da Reggio).
I lavoratori NON sono contenti di questa soluzione.
trentaprile

Io spero vivamente che sia l'occasione buona per liberarci di tanti inetti, incapaci e inqualificati che occupano posti di lavoro che altri meriterebbero, passo e chiudo.
il meditatore
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ciesse ha scritto: I lavoratori NON sono contenti di questa soluzione.
I lavoratori non sarebbero contenti di questa soluzione?: e oltre al fatto che hanno avuto il posto (comunale) calato dall’alto, rubandolo per il 90% ad altri che ne avrebbero più diritto e capacità cos’altro vogliono ?
Ma sti signori si ricordano almeno come e perché adesso hanno quel lavoro?
ciesse ha scritto: Ma per quanto tempo potrà essere garantito l'esubero di personale? Un anno, due anni.
Eh eh eh eh .......... è proprio per tal motivo che le miste saranno trasformate in house....... credi che son fessi lor signori ? ........ credi forse che si staccheranno dalle mammelle di Mammo Comune? .........io ho smesso di credere alle fiabe a 4 anni e tre mesi ............

Ad ogni modo, come già detto il altro post, meglio far diventare tutti i dipendenti delle miste in dipendenti comunali al 100% anche se la legge lo vieta perché pure in caso di passaggio da mista a società interamente privata, questi dipendenti ci costerebbero molto, molto di più (in termini di tasse e tributi) che se li facessero diventare impiegati comunali al 100% (come ad esempio i vigili urbani – gli impiegati delle circoscrizioni ect. ect.)
Ciao
ciesse
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il meditatore ha scritto: Ad ogni modo, come già detto il altro post, meglio far diventare tutti i dipendenti delle miste in dipendenti comunali al 100% anche se la legge lo vieta perché pure in caso di passaggio da mista a società interamente privata, questi dipendenti ci costerebbero molto, molto di più (in termini di tasse e tributi) che se li facessero diventare impiegati comunali al 100% (come ad esempio i vigili urbani – gli impiegati delle circoscrizioni ect. ect.)
Ciao
Che vuol dire "meglio", per noi o per loro?
Per loro era meglio quando diventavano dipendenti quasi comunali con l'amicizia del consigliere comunale,
e invece credo che indietro non si tornerà: qui non c'è più la politica, non ci sono più gli amici di un tempo, non ci sono soldi. Si cerca solo di sopravvivere. :sad:
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